IL
CLIMA DEL
2015 AL NORD ITALIA:
UN ALTRO ANNO MOLTO CALDO, E ANCHE POCO PIOVOSO AL NORD-EST
Daniele Cat Berro,
SMI / Redazione Nimbus
15 Gennaio 2016
Dopo il depressionario e piovoso (ma caldo) 2014, il clima del 2015 in Italia
ha risentito di una configurazione atmosferica radicalmente diversa a
scala continentale, con prevalenza di anticicloni sull'Europa
centro-meridionale, temperature ancora una volta sopra media e talora
ai massimi storici in diverse località, specialmente lungo le Alpi,
ma precipitazioni complessivamente inferiori al normale.
Un bimestre novembre-dicembre eccezionalmente mite, soleggiato e
siccitoso ha chiuso il 2015 al Nord Italia, e l'anno si è collocato
generalmente primo o secondo tra i più caldi nelle serie di misura
secolari. Qui sopra, il cielo delle Valli di Lanzo (Alpi Torinesi)
ripreso
il 27.12.2015 in direzione Ovest dal Monte Vaccarezza (2203 m), verso la
cresta di confine con la Francia, sullo sfondo: all'interno
dell'ennesimo promontorio subtropicale l'isoterma
0 °C è a 3200 m, e la neve assente fin sopra i 3000 m sui versanti
soleggiati, come rarissimamente si è osservato nei giorni intorno al
Natale (f. Toni Farina).
Anomalie del geopotenziale alla superficie isobarica di 500 hPa nel 2015
in Europa.
Evidente la situazione più anticiclonica della norma (trentennio
1981-2010), dalla Spagna alla Russia, con massimi proprio intorno alla
regione alpina. A tale configurazione hanno contribuito soprattutto i
forti promontori nord-africani avuti in luglio-agosto e
novembre-dicembre
(Fonte:
ESRL-NOAA).
Nella tabella sottostante, ecco un riepilogo delle principali statistiche
termo-pluviometriche riferite al 2015 in alcuni osservatori
del Nord Italia (cliccare sulla tabella per ingrandirla; le celle
colorate indicano il raggiungimento o superamento dei precedenti record).
Temperature: primo o secondo anno più caldo nelle
serie secolari
Presso tutti gli osservatori
meteorologici del Nord Italia dotati di lunghe serie di misura il 2015
si è collocato 1° o al più 2° tra gli anni più caldi con anomalie
dell'ordine di +1,5 °C rispetto al trentennio 1981-2010. Ha fatto
eccezione Imperia, con una deviazione un po' meno marcata (+0.7 °C) e in
ottava posizione.
Il raggiungimento o il superamento dei primati storici precedenti
(appartenenti peraltro ad anni molto vicini come il 2007, 2011 o 2014) è
stato più diffuso ed evidente lungo le Alpi (Aosta, Varese,
Rovereto, Bolzano), dove si è maggiormente risentito dell'esagerata mitezza di fine autunno
rispetto alle zone di pianura e costa, spesso soggette a inversioni
termiche, strati bassi e nebbie.
A Torino l'anno ha condiviso il record di caldo (Tmed 15,1 °C)
con il 2007, mentre più a Est lungo la Valpadana, nonché in Lunigiana e
sull'alto versante adriatico, è rimasto generalmente in seconda
posizione (Parma, Modena, Pontremoli, Urbino).
I mesi di gennaio, giugno-luglio e novembre-dicembre 2015 sono
quelli che più hanno contribuito alle anomalie positive di temperatura,
con scarti culminati in luglio con oltre +3 °C ovunque durante
le
storiche ondate di calura.
Anomalie termiche
mensili del 2015 a Torino e
Pontremoli. L'andamento è simile nelle due
stazioni, con i mesi di gennaio, marzo, giugno, luglio, novembre e
dicembre maggiormente responsabili delle anomalie di caldo. Lievemente
più freschi (ma soltanto rispetto alla media del già caldo trentennio
1981-2010) febbraio, settembre e ottobre a Torino, mentre a Pontremoli
per la prima volta nella serie di misura iniziata nel 1929 non si è
osservato alcun mese con scarti termici negativi.
Serie delle temperature
medie annue a Torino e Modena.
Nella città emiliana, molto probabilmente a causa della maggiore
incidenza delle inversioni termiche e delle frequenti nebbie di fine
autunno-inizio inverno, l'anno si è
collocato "solo" in seconda posizione tra i più caldi dal 1861,
ma subito dopo il primato del vicinissimo 2014, ed è notevole il
superamento, per la prima volta nella serie e in due anni consecutivi,
della soglia dei 16 °C di media annua, che sarebbe normale per molte
città dell'Italia centrale.
A Torino i 15,1 °C di media eguagliano il record del 2007.
Elenchi dei dieci anni più caldi in alcune lunghe serie di misura
termometrica.
Il 2015 ha assunto la prima posizione a Torino, la seconda
invece a Pontremoli e Modena, ma anche in altri osservatori come Plateau
Rosa, Parma e Urbino.
Si noti come a Torino e Modena non vi sia alcun caso anteriore al 1997,
a indicare la forte tendenza recente al riscaldamento.
Precipitazioni:
dopo il piovosissimo 2014, un anno decisamente più asciutto
Se gli ultimi due anni hanno mostrato
anomalie termiche paragonabili, collocandosi entrambi tra i più caldi
mai registrati, la situazione delle precipitazioni è stata invece
nettamente diversa, passando dai
continui flussi umidi sud-occidentali del 2014 (con diversi
record di piovosità superati sull'Appennino settentrionale e tra la
Lombardia e il Nord-Est), alla maggiore prevalenza di periodi
anticiclonici e asciutti del 2015.
Di conseguenza, malgrado i numerosi temporali talvolta dannosi, i totali annui di precipitazione sono stati spesso
deficitari, in maniera importante al Nord-Est (soltanto 585
mm a Rovereto, 59% del normale e secondo anno più secco dal
1882), nonché sul Ponente ligure (438 mm a Imperia, 65% della
norma).
A Torino sono stati invece soprattutto gli apporti di ottobre (il
più piovoso dal 1992 con 193 mm) a far salire la somma annuale
leggermente sopra media (903 mm, +10%), nonostante nel successivo
bimestre novembre-dicembre non sia caduta una sola goccia d'acqua, né un
fiocco di neve, fatto mai avvenuto nella serie iniziata nel 1802,
delineando dunque situazioni ampiamente contrastanti anche tra mesi
molto vicini.
Andamento delle
precipitazioni mensili nel 2015 a Torino e Pontremoli (Lunigiana),
confrontate con i valori medi 1981-2010.
Nel capoluogo piemontese spiccano gli apporti di febbraio-marzo, agosto
e ottobre, da doppi a tripli rispetto alla norma; maggio invece è stato
insolitamente povero di pioggia (51 mm in luogo dei 127 mm normali), e
in novembre-dicembre non è piovuto né nevicato (0 mm, record da inizio
misure nel 1802). Totale annuo di 903 mm (10% in eccesso).
A Pontremoli solo ottobre ha mostrato quantità notevoli di pioggia (284
mm, a fronte dei 224 mm normali), per il resto hanno prevalso i deficit,
particolarmente pronunciati da marzo a luglio (205 mm in 5 mesi, 39% del
consueto) e - anche qui - in novembre-dicembre.
Totale annuo di 1110 mm, appena due terzi della norma.
Ed ecco in sintesi le principali
caratteristiche meteo-climatiche dei singoli mesi del 2015:
Gennaio: tiepido e secco nella prima metà al Nord (föhn e 24 °C a
Torino il 10!), poi tempo più agitato e moderatamente freddo con
depressioni nord-atlantiche (25 cm di neve sulle colline
dell'Alessandrino il 21-22). Piena del fiume Pescara il 23 per piogge da
150-190 mm nell'interno abruzzese. Forti venti, mari in burrasca e
straripamenti di fiumi in Campania il 30.
Febbraio: le temperature
rientrano nella media; nella prima decade
copiose nevicate tra bassa Lombardia ed Emilia (45-50 cm il 6 a
Reggio Emilia e Cremona), inondazioni e mareggiate in Romagna e
Marche. A Modena è il febbraio più bagnato dal 1830 (168 mm). Neve
in Salento il 9, a fine mese piene fluviali ed esondazioni su Marche,
Abruzzo e Sicilia orientale.
Marzo: moderatamente più tiepido del normale (tra 0,5 e 1 °C a
livello nazionale). Piogge talora scarse (27 mm a Monza, meno della metà
del consueto), talora abbondanti (136 mm a Torino, quasi 4 volte il
valor medio). Devastante tempesta di tramontana il 5 in Toscana,
raffiche a 150-200 km/h in montagna e migliaia di alberi sradicati dalla
Maremma alle Foreste Casentinesi; poi frequenti perturbazioni durante il
mese, infine caldo precoce (föhn e 25-29 °C in Valpadana il 31).
Aprile: insolitamente soleggiato, tiepido e poco piovoso in tutto
il Paese (anomalia nazionale +1,4 °C, diciottesimo tra i più caldi dal
1800, e metà della pioggia normale). Ancora instabile e molto fresco
intorno a Pasqua (Tmin -4 °C in Valpadana e nevicate a 500 m in Calabria
e Sicilia l'8), poi lungo periodo anticiclonico e mite (28 °C il 14 a
Torino, 29 °C in Sardegna settentrionale il 16 e nel Pavese il 22).
Isolata perturbazione intensa il 27 al Nord-Ovest (100-130 mm sulle Prealpi piemontesi).
Maggio: prima metà anticiclonica e precocemente estiva, seconda
più variabile e fresca. Nel complesso 1,8 °C sopra norma, e
precipitazioni in difetto del 30% (sono mancate le grandi piogge
primaverili al Nord). A Pontremoli, terza primavera (mar-mag) meno
piovosa dal 1878 (173 mm). A inizio mese calura eccezionale in Sicilia e
Sardegna (punte di 40-41 °C nelle zone interne il 5-6). Depressione
fredda il 15 al Nord, nubifragi e grandinate, neve a 1500 m sulle Alpi,
e nuovamente il 21. Allagamenti tra Romagna e Marche dal 21 al 24 (173
mm presso Cervia).
Giugno: calura precoce tra il 4 e il 6 (punte di 35-38 °C al
Nord), poi più variabile e diffusamente temporalesco, con numerose
grandinate (l'8 nel Nuorese, il 10 nel Frusinate, il 19 in Emilia, il 20
in Romagna, il 24 e 28 sul Leccese), poi ritorno dell'anticiclone a fine
mese e inizio di una lunga fase di caldo eccezionale.
Luglio: persistenti anticicloni nord-africani, caldo estremo e
siccità. Quasi ovunque al Nord Italia è
il mese più rovente mai registrato in assoluto, fin più
dell'agosto 2003 (estate che tuttavia detiene ancora il primato di calura
a livello stagionale, per via della maggiore durata che ebbe la
canicola rispetto all'episodio del 2015). Il 22, Tmax 39 °C nella “bassa”
Modenese, 40,2 °C a Gradisca d’Isonzo (nuovo record storico regionale
per il Friuli-Venezia Giulia) e 40,9 °C ad Acqui Terme (Alessandria); al
Sud, ben 43 °C a Siracusa e nell’interno del Catanese il 31. Qua e là
tuttavia ci sono stati temporali dannosi: allagamenti, frane e grandine
in Trentino Alto Adige e Vicentino il 3, eccezionale tornado nel
Veneziano (tra Dolo e Mira) l’8, con grave distruzione di edifici,
nubifragi in Puglia il 24 (59 mm a Panni, Foggia), il 25 allagamenti nel
Pisano (74 mm a Bocca d’Arno) e nell’Udinese (ben 147 mm a Fagagna),
tetti scoperchiati e alberi abbattuti il 29 nel Vicentino (Chiampo e
dintorni), e rovinosa grandinata sui vigneti di Lambrusco a Maranello
(Modena) il 30.
8 agosto 2015: i
versanti montuosi della bassa Val Susa, presso Villar Dora (TO),
inariditi da 40 giorni di caldo estremo e siccità. Il giorno successivo
un fronte atlantico porterà le prime precipitazioni significative sulle
Alpi occidentali, e nel volgere di qualche giorno i prati torneranno a
rinverdire (f. Daniele Cat Berro).
Agosto: ancora caldo estremo nella prima decade (primato storico
di 37,3 °C a Genova-via Balbi il giorno 7), poi fronti atlantici, più
fresco e numerosi temporali (anomalia pluviometrica mensile di +33% a
scala nazionale, che qua e là, ma non ovunque, ha risolto la grave
siccità di luglio). Colata detritica e 3 vittime a San Vito di Cadore la
sera del 4; piene torrentizie sulle Alpi occidentali il 9, ripetuti
nubifragi a Milano il 10 e sulla Calabria ionica il 12 (alluvione a
Rossano e Corigliano, qui 225 mm), il 14 al Nord-Ovest, il 15 di nuovo
sul Torinese e anche in Emilia, il 16 in Versilia. Tempesta di pioggia e
vento il 20 a Chioggia, infine violenti temporali e allagamenti il 23-24
dapprima tra Cinque Terre, Versilia e Pisano, poi sul Senese (329 mm a
Monticiano).
Settembre: lievemente più fresco del normale al Nord-Ovest e
sulle Alpi (scarto -0,5 °C a Torino), nella norma il resto del Nord, e
via via più calda la situazione dalla Romagna in giù (+2 °C a Palermo).
Caldo record il 1° settembre in Emilia-Romagna (36,4 °C a Ferrara) e il
17 lungo l'Adriatico (39 °C ad Ancona e 40 °C a Pescara), poi correnti
fredde nord-orientali (prima neve il 22 a 1300-1500 m sulle Dolomiti).
Diversi i fenomeni dannosi, tra cui una violenta grandinata in Canavese
(TO) il 2 (distrutti i vigneti di Erbaluce), straordinari chicchi di
grandine da 300 grammi il 5 su Napoli, grave alluvione nel Piacentino
(valli Trebbia e Nure) la notte del 13 (300 mm in 6 ore, 3 vittime) e
tempesta di vento e grandine da Schio (Vicenza) a Castelfranco (Treviso)
il 14, con chicchi da 8-10 cm di diametro.
Ottobre: lievemente più tiepido a scala nazionale (scarto +0,5
°C), ma non al Nord-Ovest (-0,4 °C a Torino). Diverse perturbazioni si
sono avvicendate (piogge in eccesso complessivo del 58%), anche violente
al Centro-Sud: il 1° ottobre inondazioni a Olbia e nel Catanese, il 4
tempesta di pioggia e vento a Livorno, impetuosi straripamenti sulla
costa tirrenica messinese il 9; nubifragi il 14 tra Ciociaria e Marsica
(oltre 100 mm intorno ai Monti Prenestini, viabilità interrotta, 2
vittime), il 15 e il 19 sul Beneventano (un morto), il 16 a Taranto (215
mm, il 40% della pioggia media annua in poche ore!), il 21 sul Catanese
(ben 406 mm d’acqua ad Acireale, colate di fango e interruzioni
stradali), il 28 sul Livornese (231 mm), il 30-31 sulla Calabria ionica
(250 mm nell'entroterra di Soverato e una vittima a Taurianova). Più
tranquillo al Nord.
Novembre: mitezza, siccità e soleggiamento eccezionali, più
evidenti nelle prime due decadi e sulle Alpi. Tra il 9 e l'11, nuovi
record di 23,6 °C a Silandro (Bolzano) e 27,3 °C ad Aosta. Tuttavia, in
condizioni anticicloniche, insistenti inversioni termiche, nebbie e nubi
basse su coste e pianure. Temporaneo raffreddamento nella terza decade
per venti da Nord, prime gelate in Pianura Padana (temperature minime
tra -3 °C e -5 °C); forti temporali in Emilia-Romagna e Lombardia la
sera del 21 (70 mm a Bologna, neve a 300 m, 10 cm di grandine a
Palazzolo sull'Oglio). Tempo più agitato al Centro-Sud: tra il 30
ottobre e il 2 novembre violenta ondata di piogge tra Calabria e
Sicilia, 740 mm a Chiaravalle Centrale (Catanzaro), gravi dissesti; il
25 straripamenti a Capo d'Orlando (Messina), il 26 copiose nevicate
sull'Appennino e nubifragi da 112 mm a Martina Franca (Taranto) e 78 mm
a Sassari.
Dicembre: come già novembre, mese tra i più miti e secchi mai
avuti in Italia, specie al Nord. Alte pressioni e atmosfera stagnante,
nebbie e aria inquinata su pianure e coste, più soleggiato, tiepido e
asciutto su colline e montagne. Sulle Alpi, spoglie di neve fin sopra i
3000 m, l'anomalia termica mensile ha sfiorato i +3 °C, neanche una
goccia o un fiocco a Torino e Bolzano, fioriture anomale di primule nei
boschi, di mimose in riva al Lago Maggiore, e di rosacee ornamentali nei
viali di molte città del Settentrione.
Tmax 20 °C ad Aosta il 1°, 18 °C a Genova il 10, 21 °C nel Nuorese il
15. Pochi gli episodi piovosi significativi: violenti scrosci il 6 sull'Ogliastra
(160 mm a Jerzu e straripamento di rii) e il 10 sul Messinese (50 mm a
Militello Rosmarino). Rare le gelate, e solo a fine mese un primo sbuffo
di aria fredda da Nord-Est ha fatto scendere le temperature con punte di
-5 °C sulla pianura friulana a San Silvestro.
Bimestre novembre-dicembre 2015:
inedita combinazione di tepori e siccità sulle Alpi
Come già descritto in dettaglio in
questo precedente
articolo, il bimestre novembre-dicembre 2015 ha sperimentato una
combinazione di mitezza e siccità - ma anche scarsità di ventilazione e
marcato accumulo di inquinanti in pianura - senza precedenti soprattutto
su molte zone del Nord Italia e delle Alpi.
Tepori record in montagna con oltre 3 °C sopra media nel bimestre
a causa della quasi totale assenza di irruzioni fredde artiche, limitate
a pochi giorni verso fine novembre, e della prevalenza di invasioni di
aria subtropicale (Tmed bimestrale -5,8 °C ai 3488 m del Plateau Rosa,
la più elevata da inizio misure nel 1951).
Anomalie termiche importanti anche in pianura, ma stemperate da
inversioni termiche e frequenti grigiori (scarti per lo più tra +1,5
°C e +2,5 °C e bimestre novembre-dicembre collocato tra la seconda e la
quinta posizione tra i più miti).
Piogge e nevicate assenti o ridottissime lungo l'arco alpino (0 mm a
Torino e Bolzano, mai accaduto prima; 2 mm a Rovereto, 3 mm a Varese),
un po' più presenti ma sempre nettamente deficitarie a Sud del Po (64 mm
a Modena, metà del normale).
Quanto a mitezza, si è trattato di una situazione molto simile a
quella conosciuta appena un anno prima, nel novembre-dicembre 2014,
periodo che però - al contrario - fu
sciroccale e molto ricco di precipitazioni, anche alluvionali.
12 dicembre 2015:
panoramica sulla confluenza tra la Val Grande e la Valle di Ala (Lanzo,
Torino), in direzione del confine italo-francese. Data l'assenza di
precipitazioni tardo-autunnali, l'innevamento è assente fin sopra i 3000
m sui versanti assolati, e ridotto a pochi centimetri su quelli in ombra
oltre i 2000-2200 m (f. Tony Scalera).
La situazione è analoga
anche sulle Prealpi orientali: qui la vetta del Monte Ortigara
(2105 m, Prealpi vicentine) il 3 dicembre 2015 (f. Milos Lago).
27 dicembre 2015: sulle
Alpi dominano ancora il sereno e temperature nettamente sopra media
(isoterma 0 °C a 3200 m), in attesa di un indebolimento dell'anticiclone
e di un ritorno di perturbazioni atlantiche in rapida sequenza da inizio
gennaio 2016.
Solo nelle conche di inversione (come qui, ai 2017 m del Lago Bagnour,
Val Varaita - Cuneo) grazie alle lunghe notti serene si verificano
gelate significative (f. Davide Ferrero).
Riepilogo delle
principali statistiche termo-pluviometriche del bimestre
novembre-dicembre 2015 al Nord Italia, tra i più tiepidi e secchi mai
osservati. In giallo i valori che hanno raggiunto o superato i primati
precedenti (cliccare sulla tabella per ingrandirla).
Serie delle temperature
medie del bimestre novembre-dicembre dal 1753 a Torino. Impressionante è
la ricorrenza, in due anni consecutivi (2014 e 2015), dei due casi più
miti in oltre due secoli e mezzo di misure, benché in configurazioni
atmosferiche opposte (depressionarie e sciroccali nel 2014,
anticicloniche nel 2015).
31 dicembre 2015,
Chianocco (Val di Susa, TO): precocissima fioritura (e pollinazione) di
un nocciolo (Corylus avellana L.), in anticipo di circa due mesi
rispetto al normale
(f. Daniele Cat Berro).
Le anomalie del 2015 in altri paesi europei
Francia:
terzo anno più caldo, inoltre molto soleggiato e poco piovoso
Svizzera:
nuovo record annuale di caldo dal 1864
Austria:
secondo anno più caldo dal 1768
Germania:
secondo anno più caldo dal 1881
L'anno più caldo anche nel mondo
Il 2015 verrà ricordato come un anno dalle temperature
eccezionalmente elevate anche nell'insieme del pianeta, per l'effetto di un
potente episodio
"El Niño" nel Pacifico (contributo di circa +0,2 °C a scala
mondiale) sovrappostosi al trend a lungo termine del riscaldamento
globale antropogenico.
Non sono ancora disponibili i dati definitivi con chiusura a dicembre
2015, ma i valori preliminari calcolati sul periodo gennaio-novembre
(qui sotto l'esempio della serie globale elaborata dalla
Japan Meteorological Agency) non lasciano dubbi, superando con un
ampio margine (0,13 °C) il precedente primato peraltro stabilito solo un
anno fa, nel 2014. Nel 2015 l'anomalia rispetto al trentennio
1981-2010 ha raggiunto i +0,40 °C, ma sfiora ormai +1 °C in rapporto
alla media del XX secolo (considerata nel
data-set ufficiale NOAA).
Serie delle temperature
medie annue globali, data-set della
Japan Meteorological Agency:
dai primi undici mesi,
il 2015 risulta ormai certamente l'anno più caldo dal 1891 a scala planetaria con
deviazione di +0.40 °C rispetto al 1981-2010. Evidente la tendenza al riscaldamento, più marcata
dagli Anni 1980.
RINGRAZIAMENTI
La redazione di Nimbus ringrazia tutti i numerosi collaboratori ed enti
che hanno trasmesso i dati, ma in particolare Luca Lombroso (Osservatorio
Geofisico di Modena), Maurizio Ratti (Pontremoli), Fabio Brunier
(Centro Funzionale Regione Valle d'Aosta), Carlo Montini (Osservatorio meteo-sismico di Imperia), Paolo
Fantini (Osservatorio Università di Parma), Paolo Valisa (Centro
Geofisico Prealpino, Varese), Alessio Bozzo e Filippo Orlando (Rovereto), Claudio Mutinelli
(Ufficio
Idrografico Provincia Autonoma di Bolzano), Piero Paolucci (Osservatorio
"Serpieri" - Università di Urbino), nonché il
Servizio Meteorologico
dell'Aeronautica Militare (stazione di Plateau Rosa).
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e la salvaguardia degli osservatori meteorologici storici
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