di Roberto Pedemonte

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 2. Precedenti studi sul clima della Liguria

Anche se i fenomeni meteorologici furono oggetto di osservazioni e studi sin dai tempi più antichi, è solamente dall’invenzione degli strumenti di misura che si cominciò ad affrontare scientificamente lo studio della meteorologia. Già nel XVII secolo fu istituita la prima rete di osservatori a opera dell’Accademia del Cimento, con sede a Firenze. Nel secolo successivo vennero create le prime reti internazionali a cura delle più importanti società scientifiche europee, tra cui la Società Palatina di Mannheim, in Germania, che raccoglieva dati di stazioni in Europa e in America e stabilì comuni modalità di osservazione. I dati raccolti nei singoli osservatori, quasi esclusivamente ubicati nell’ambito dei principali atenei o comunità scientifiche, permisero di compiere i primi studi climatologici relativi, tuttavia, alle singole località.
Dalla seconda metà del l’800 iniziarono a fiorire, in seguito allo sviluppo scientifico delle nazioni più progredite, reti di stazioni meteorologiche organizzate, istituite sia dagli enti preposti dallo Stato che da comunità scientifiche. Nel corso del XIX secolo ci si rese conto che, per lo studio e la previsione del tempo, era fondamentale costituire un sistema di osservazione più capillare, disporre della possibilità di poter scambiare i dati a livello mondiale e, di conseguenza, regolamentare la standardizzazione di questi dati. Anche in tale prospettiva, oltre che con scopi inerenti lo sfruttamento del territorio, i ministeri coloniali delle potenze europee si fecero promotori dell’avvio alla moderna meteorologia nelle regioni esterne all’Europa e al Nord America. Nel 1873, dopo 20 anni di conferenze, fu fondata a Vienna l’Organizzazione Meteorologica Internazionale (OMI) che, grazie a meteorologi pionieri e lungimiranti, si diede il compito di sostenere una cooperazione fra gli studiosi dei diversi paesi aderenti, affinché la meteorologia progredisse di pari passo nelle diverse aree della Terra e fosse di beneficio all’intera umanità. Nel 1947 una conferenza dei paesi aderenti all’OMI, adottò la Convenzione Meteorologica Mondiale che divenne operativa nel 1951, con il nome di Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM, WMO nei paesi anglosassoni), agenzia specializzata dell’ONU con sede a Ginevra, che tuttora coordina le attività internazionali.

L’ottocento in Italia vede la nascita della Società Meteorologica Italiana per iniziativa di padre Francesco Denza, che favorì la cultura della divulgazione meteorologica. In quello scorcio di secolo le stazioni meteorologiche del Regno d’Italia erano oltre 200. Nel 1917, il Ministero dei Lavori Pubblici, fu incaricato di provvedere agli studi idrologici del Paese e a tale scopo nacque il Servizio Idrografico Italiano. Se in un primo tempo intraprese in modo generale e sistematico le misure relative alle precipitazioni sul territorio, moltiplicando l’installazione di nuove stazioni (da qualche centinaio a oltre 4.300 nel 1930), negli anni successivi sviluppò anche la rete termometrica portandola a 880 stazioni sempre nel 1930. Altri enti si munirono di reti meteorologiche per gli scopi a essi specifici quali l’UCEA, la Marina Militare, Acquedotti, Imprese di Bonifica, ecc.
Dal 1930, quando fu demandata all’Aeronautica Militare la funzione di Organo Ufficiale della Meteorologia in Italia, fu aumentato il numero di osservatori di quella rete giungendo a essere oltre 150 (attualmente sono circa 100). Negli ultimi anni, la creazione dei Servizi Meteorologici Regionali, nell’ambito di un ancora oscuro Servizio Meteorologico Nazionale Distribuito, ha permesso il nascere di ulteriori reti di misure meteo a livello regionale.

L’osservatorio più antico in Liguria è quello dell’Università di Genova, fondato, con un decreto, nel dicembre 1832 (anche se misure meteorologiche in città sono state eseguite fin dall’inizio del ’700 e, probabilmente, anche prima). Altri osservatori nacquero successivamente in sedi religiose o in istituti scolastici, e le stazioni liguri, collegate alla Società Meteorologica Italiana nella seconda metà dell’800, che fornivano i dati per i bollettini erano 7: Sanremo, Porto Maurizio, Alassio, Savona, Genova, Chiavari e La Spezia; come si nota, tutte stazioni litoranee. Nel secolo scorso, su iniziativa della Sezione di Genova dell'Ufficio Idrografico furono installate stazioni di misura anche nel territorio interno della Liguria.

Nel 1931 Filippo Eredia, sulla base dei dati ricavati nel decennio 1880-1929, traccia un profilo dell’Italia sulla base dei dati di temperatura e, nell’ambito delle cinque zone climatiche individuate a livello nazionale, inserisce le due sole località liguri prese in considerazione, Genova e Chiavari, nella “Zona Settentrionale – Regione della Riviera Ligure”. Sulla stessa pubblicazione è presente uno studio sui tipi pluviometrici italiani a cura di Alfredo Bandini, nel quale si evidenzia, sulla base dei massimi e minimi stagionali, l’appartenenza del tipo “Sublitoraneo – Sottotipo Appenninico” delle stazioni costiere della riviera. Nel 1942, sempre Eredia, utilizzando i dati del periodo 1926-1935, presenta una classificazione termica dei climi italiani, ancora individuando nella “Zona Settentrionale” la regione ligure, che risulta interessata da cinque tipi: marittimo vicino alla costa; di collina sulle prime pendici e di pianura nella fascia sarzanese; un quarto tipo di montagna nell’area appenninica; tutti e quattro appartenenti ai climi temperati, con inverno mite i primi tre e con inverno più marcato il quarto. Il quinto tipo individua l’area di montagna alpina con clima freddo.
L’ISTAT, nei suoi annuari meteorologici, vera fonte di dati meteorologici, pubblicati dal 1957, sebbene dagli anni ’90 con periodicità inusitata, divide il territorio italiano in sette regioni climatiche, con diversi sottotipi: alla Liguria, intesa nei confini amministrativi, spetta la Regione Ligure per il versante marittimo, la Regione Alpina Occidentale per il versante padano della provincia di Savona, Regione Padana Occidentale per il versante padano della provincia di Genova, Regione Peninsulare Centrale – Appennino Tosco-Emiliano per il sarzanese.
Alberto Mori, nel capitolo sul clima d’Italia, pubblicato nel volune L’Italia Fisica del T.C.I. nel 1957, suddivide la Liguria in maniera simile a quella utilizzata dall’ISTAT.
Nel 1970 Mario Pinna intraprende uno studio del clima italiano utilizzando il sistema proposto da Köppen, rendendosi ben presto conto che, come già accennato, il metodo, se è funzionale per individuare a grandi linee il clima nelle varie parti del mondo, deve in qualche maniera essere adattato se utilizzato per definire il clima in aree geografiche più ristrette, al fine di evitare una infruttuosa generalizzazione. La Liguria, in questo caso, presenta il clima Ca nella fascia costiera e Cb nella parte interna con una ristretta area di tipo Cc e Db sulle più alte vette delle Alpi Liguri.

Questi indicati sono solo alcuni tra i più importanti lavori dove viene esaminato l’aspetto climatologico di località liguri. Si ritiene utile fornire un elenco che, se non esaustivo, amplia la panoramica di tali studi.
 

1884 P.M. Garibaldi - Climatologia di Genova dei decenni meteorologici 1833-1842 e 1871-1880, Genova

1931

Eredia – La temperatura media mensile in Italia in “Il servizio idrografico italiano”, Ministero dei Lavori Pubblici, Roma

1931

Bandini – Tipi pluviometrici dominanti sulle regioni italiane in “Il servizio idrografico italiano”, Ministero dei Lavori Pubblici, Roma

1931

Di Ricco, Melli – Caratteri pluviometrici delle regioni italiane durante il periodo estivo in “Il servizio idrografico italiano”, Ministero dei Lavori Pubblici, Roma

1937

Meteorological Office – Weather in the Mediterranean - General Information, London

1937

Meteorological Office – Weather in the Mediterranean – Part 4 - Gulf of Genoa and Ligurian Sea, London

1942

Eredia – Distribuzione della temperatura dell’aria in Italia nel decennio 1926-1935,  Ministero dei Lavori Pubblici, Roma

1957

ISTAT – Annuari meteorologici, Roma (a oggi dal 1957 al 1996)

1957

Mori – L’Italia fisica, Touring Club Italiano, Milano

1957

Di Maria – Precipitazioni medie mensili ed annue e numero dei giorni piovosi, sezione di Genova, Ministero dei Lavori Pubblici, Roma

1959

Rossetti - Precipitazioni medie mensili ed annue e numero dei giorni piovosi, sezione di Parma, Ministero dei Lavori Pubblici, Roma

1959

Moscati - Precipitazioni medie mensili ed annue e numero dei giorni piovosi, sezione di Torino Ministero dei Lavori Pubblici, Roma

1966

Gazzolo – Distribuzione della temperatura dell’aria in Italia nel trentennio 1926-1955, Ministero dei Lavori Pubblici, Roma

1967

Mennella – Il clima d’Italia in generale vol 1°, EDART Napoli

1970

Pinna – Contributo alla classificazione del clima d’Italia in “Rivista Geografica Italiana”, Roma

1971

Bernacca – Che tempo farà, Mondatori

1973

Mennella – Il clima d’Italia vol 3°, EDART Napoli

1973

Gazzolo, Pinna – La nevosità in Italia nel quarantennio 1921-1960, Ministero dei Lavori Pubblici, Roma

1977

Cantù – The Climate of Italy in “Climate of Central and Southern Europe”, World Survey of Climatology Vol. 6, Amsterdam

1978

Pinna – L’atmosfera e il clima, UTET Torino

1978

Pinna - Climatologia, UTET Torino

1981

Flocchini, Palau, Repetto, Rogantin – Il regime pluviometrico di Genova, CNR Roma

1982

Flocchini, Palau, Repetto, Rogantin – I dati pluviometrici della serie storica (1833-1980) di Genova, CNR Roma

1993

Conte, Frumento, Galluzzi – Cenni di climatologia ligure in “Metodi e strumenti per l’acquisizione e l’elaborazione delle osservazioni meteorologiche, Regione Liguria

1999

Petrarca, Spinelli, Cogliani, Mancini – Profilo climatico dell’Italia vol. 0 e vol. 1, ENEA Roma

 


 

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