F.Lombardo, del Servizio Idrografico e Mareografico di Genova
   L.Stagi
, dell’Università di Genova – Istituto di Idraulica

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Prima parte

Sommario

Considerata la crescente necessità di disporre di dati pluviometrici sempre più affidabili, soprattutto nel campo delle acquisizioni di eventi di pioggia estremi, si è provveduto a sottoporre a verifica presso il Laboratorio dell’Istituto di Idraulica dell’Università di Genova una serie di strumenti di rilevazione già in uso presso il Servizio Idrografico e Mareografico di Genova ed altri disponibili in commercio. Tale verifica è stata condotta attraverso un’apposita apparecchiatura, che consente di realizzare intensità di pioggia costante e di valore noto. L’analisi dei risultati ha consentito di suffragare e trarre alcune utili indicazioni tra cui:

  1. la necessità di effettuare tarature periodiche dal momento che è stata riscontrata una notevole differenza tra la curva di taratura prima e dopo le operazioni di pulizia;

  2. l’opportunità di intervenire sul software di gestione del pluviometro, secondo la classe dello strumento, in modo tale da ottenere la correzione istantanea della pioggia registrata attraverso la curva di taratura dinamica;

  3. la necessità di attuare alcuni accorgimenti sui sistemi di raccolta della pioggia per consentire la taratura in modo più preciso e sistematico.

Si suggerisce inoltre di affiancare, nelle pubblicazioni tradizionali dei dati, anche il dato corretto con la curva di taratura dello strumento e/o i parametri caratteristici di essa per eventuali correzioni a posteriori. Quest’ultima informazione risulta particolarmente interessante nello studio di eventi intensi in quanto l’esperienza dimostra che gli errori più elevati sono associati a questa classe di eventi.

Generalità

L’invenzione del pluviometro viene attribuita a Castelli (1639), ma solo agli inizi di questo secolo diviene sistematica la raccolta di dati relativi a precipitazioni, anche intense, misurate mediante pluviometri. Con l'aumento dei sensori installati, e conseguente maggior numero di dati a disposizione dei ricercatori, é aumentata nel tempo l’esigenza di omogeneizzazione delle rilevazioni effettuate con differenti strumenti unitamente ad una maggiore accuratezza delle misure soprattutto in funzione della variabile intensità di precipitazione.

La stima della precipitazione, nell’ipotesi di corretto posizionamento dello strumento di registrazione (strumento in bolla e non interferito da ostacoli vicini), è influenzata dalle condizioni climatologiche (intensità del campo di vento, temperatura, intensità delle precipitazioni ...) e dagli errori intrinsechi della strumentazione (bagnatura delle pareti, effetto splash, attriti interni) (WMO,1981). Tali fattori possono concorrere in maniera considerevole a sottostimare la quantità di pioggia nel caso di precipitazioni particolarmente intense (300 mm/h e oltre).

Con il presente lavoro, gli autori hanno provveduto a verificare la curva di taratura di alcuni strumenti di rilevazione da tempo operanti sul campo unitamente ad altri in commercio analizzandone il loro comportamento soprattutto nel campo di precipitazioni particolarmente intense ( superiori a 100 mm/h) al fine di individuare le possibili procedure correttive da attuare sui dati registrati dagli strumenti.

Analisi delle caratteristiche meccaniche
della strumentazione esaminata

La strumentazione, oggetto dello studio, appartiene alla tipologia degli strumenti a bascula anche se caratterizzati da diversi volumi di raccolta. La maggior parte degli strumenti sottoposti a verifica, sono rappresentati da quelli in uso al Servizio Idrografico e Mareografico del Compartimento di Genova (SIM), unitamente ad altri presenti sul mercato ed in uso presso altri enti delle seguenti case costruttrici: SIAP, MTX, Salmoiraghi, CAE, LASTEM, SILIMET, ISCO, Kimoto, Micros, ETG.

Agli strumenti legati ad una capacità della bascula di 20 g, con captatore da 0,1 mq e sensibilità S=0.2 mm di pioggia a scatto, appartengono gli strumenti del SIM, modello SIAP, ed i modelli MTX, Salmoiraghi, CAE, LASTEM, SILIMET Micros ed ETG, mentre gli strumenti Kimoto e ISCO, legati ad un captatore da 20 cm di diametro hanno una capacità della bascula di 3.14 g ed una sensibilità S=0.1 mm di pioggia a basculata. L’unica caratteristica comune a tutti gli strumenti esaminati è il meccanismo di regolazione della simmetria di basculamento delle vaschette, effettuata tramite vite, mentre per quanto concerne la forma, il materiale di costruzione, la capacità ed eventuale contrappeso di bilanciamento variano da modello a modello.

Caratteristiche del sistema di acquisizione

Durante un generico evento piovoso il meccanismo di basculamento genera una serie di impulsi più o meno regolari legati al rovesciamento della vaschetta che nella strumentazione analogica vengono diagrammati sulle apposite strisce, mentre in quella digitale sono memorizzati da apposita centralina elettronica. In quest’ultimo caso, le impostazioni e la configurazione delle centraline di acquisizione e memorizzazione dei dati sono in parte preimpostate nel firmware della stazione e in parte programmabili attraverso apposito software di gestione.

Analizzando la tempistica di formazione della singola basculata, è possibile individuare dei parametri comuni agli strumenti analizzati tali da consentire una differenziazione in 3 classi ciascuna delle quali legata alla presenza o meno dei suddetti parametri caratteristici.


Modello

capacità vaschetta [cm3]

saldatura vaschetta


contrappeso

regolazione
della simmetria

materiale vaschetta

SIAP

20

si

no

si

metallo

MTX

20

si

no

si

metallo

SALMOIRAGHI

20

si

no

si

metallo

CAE

20

si

no

si

metallo

SILIMET

20

si

no

si

metallo

LASTEM

20

no

si

si

met&teflon

E.T.G.

20

no

no

si

perspex

MICROS

20

si

no

si

metallo

KIMOTO

3.14

no

si

si

metallo

ISCO

3.14

no

si

si

P.V.C.

Tab.1 – Caratteristiche della strumentazione esaminata
Riferendoci alla schematizzazione riportata nella fig.1 si individuano i seguenti parametri:

ti = tempo di inizio rotazione della bascula;
tr = tempo di fine basculamento;
tb = tempo tra due successivi basculamenti;
tc = tempo di campionamento per il conteggio degli scatti della vaschetta;
Ns = numero scatti o equivalente mm di pioggia in funzione della sensibilità;

in cui ti e tb sono legati all’evento di pioggia, tr è un parametro caratteristico che varia da strumento a strumento e tc è un parametro scelto dall’operatore.

Fig.1 – Schematizzazione della tempistica di basculamento
Con questo criterio, è possibile suddividere (Tab.2) la strumentazione attraverso 3 classi, ciascuna caratterizzata dal numero dei parametri presenti nel sistema di acquisizione ed a disposizione degli operatori.

CLASSE I

CLASSE II

CLASSE III

tc

tc

tc

Ns

Ns

Ns

 

ti

ti

 

 

tb

 

Tab.2 – Classi degli strumenti esaminati in funzione dei parametri disponibili

In classe I si possono identificare quegli strumenti che memorizzano il numero di scatti o i mm di pioggia nel tempo prefissato tc, ma non operano alcuna correzione sui dati provenienti dal pluviometro.

La classe II comprende quegli strumenti che danno i mm di pioggia caduti nel tempo tc, come la classe I, e rendono anche disponibile il tempo d’inizio di ogni basculata ma non operano alcuna correzione sui dati memorizzati.

In classe III si collocano quei pluviometri che danno i mm di pioggia caduta nel tempo tc, fissato dall’operatore, tenendo conto dell’errore che compie lo strumento all’aumentare dell’intensità di pioggia.

Metodologia d'indagine

Le curve di taratura ricavate dai vari ricercatori sono risultate tutte di tipo esponenziale


Fig.2
Apparecchiatura utilizzata

dove
I = Intensità di pioggia reale
, = Parametri sperimentali
IR = Intensità di pioggia registrata dal pluviografo

Per la determinazione dei parametri sperimentali e , si è operato attraverso una taratura di tipo volumetrico direttamente “in situ” e successivamente, quando possibile, una taratura a portata costante, quindi ad intensità costante, presso il laboratorio dell’Istituto d’Idraulica dell’Università di Genova attraverso l’apparecchiatura illustrata nella fig.2.
Tale apparecchiatura e' in grado generare portate costanti e tali da simulare piogge ad intensità' costante comprese tra 0 - 300 [mm/h] come richiesto dalle specifiche degli strumenti da tarare.

Taratura volumetrica

Il controllo di tipo volumetrico viene realizzato immettendo nel pluviometro un volume noto in un tempo conosciuto mediante un piccolo serbatoio da cui l’acqua fuoriesce attraverso ugelli di diametro diverso conteggiando il tempo con un cronometro. Così operando, si ottengono una serie di punti diversi di taratura, in modo da coprire il campo di funzionalità del pluviometro. Dalla conoscenza del volume immesso e del tempo intercorso si valuta il valore medio dell’intensità di pioggia di taratura da confrontare con il valore registrato dallo strumento.

Per questo tipo di test si è preferito privilegiare la semplicità e maneggevolezza dello strumento per la taratura diretta dei pluviometri nelle stazioni meteo rispetto alla non perfetta costanza dell’intensità di pioggia generata dallo strumento.

Taratura a portata costante

La curva di taratura dello strumento, e quindi la determinazione dei parametri e , è ottenuta dal successivo confronto della quantità di pioggia misurata dallo strumento con il volume d’acqua immesso durante la prova. Dalla misura del tempo di durata della prova si ricava l’intensità di pioggia registrata IR ed immessa I e quindi i parametri sperimentali e , della curva di taratura (1).

Bibliografia

BECCHI, I. (1970). “Sulla possibilità di migliorare le misure pluviometriche”. Pubbl. Istituto di Idraulica Università di Genova.
CALDER, I.R. KIDD, A. (1978). “Note on the dynamic calibration of Tipping-Bucket gauges”.J. Hydrology 39, 383-386.
DA DEPPO, L. (1977). “Sugli errori sistematici dei pluviografi a bilancia”. Convegno sulle metodologie di acquisizione e apparecchiature per la misura delle grandezze idrologiche e marittime, Napoli.
MARSALEK, J. (1981). “Calibration of the tipping bucket raingage”. J. Hydrology 53, 343-354.
MAKSIMIVIC, C. RADOJKOVIC, M. (1986). “Urban Drainage Catchments”. Pergamon Press.
NIEMCZYNOWICZ, J. (1986). “The dynamic calibration of tipping-bucket raingauges”. Nordic Hydrol. 17, 203-214.
PAGLIARA, S. VITI, C. (1994). “Taratura dinamica di un sensore di precipitazione a vaschette basculanti”. Bollettino Geofisico , n.2 pp63-69
W.M.O.
STAGI, L. (1996), “Strumento per la generazione di portata costante”. Quaderni di Laboratorio dell’Istituto dell’Idraulica dell’Università di Genova. N.18
LOMBARDO, F. STAGI, L. (1997).“Dinamic calibration of rain gauges in order to check errors due to hevy rainrates”. Poster in Conference “Water in the Mediterranean” – Istambul Nov.97
C.N.R. "Manuale di riferimento per la Misura al suolo delle grandezze idrometeorologiche”.

RINGRAZIAMENTI
Si ringraziano per la preziosa collaborazione le sottoelencate Società, Enti ed Istituti che hanno fornito la loro strumentazione per le verifiche di cui al presente studio:

· Acquedotto di Savona
· AMGA di Genova
· CIMA di Savona
· Istituto di Idraulica Università di Genova
· ITIS di Savona
· LASTEM di Milano
· Servizio Idrografico e Mareografico di Genova
· USL di Savona
 


Sul prossimo numero la descrizione dei risultati ottenuti