Genova        
Numero 21, anno VI        
luglio 2006        

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 di Roberto Pedemonte

SICCITA’

Si è ripreso a parlare di siccità, in particolare nell’Italia del nord. Sui giornali, in televisione, alla radio. Certamente in misura minore che in altre circostanze del passato, magari anche meno preoccupanti, ma comunque se ne è parlato. In questi giorni di feste calcistiche l’argomento, naturalmente, è passato in secondo piano.


Il fiume Po nei pressi di Piacenza
Fonte: Repubblica.it

Il livello del fiume Po è ai minimi storici. Alle conseguenze drammatiche per l’economia si alternano, sui giornali, notizie di argomento ludico: nel ferrarese l’acqua del fiume sta raggiungendo i minimi storici, creando preoccupazione per la stagione corrente irrigua; gare di motonautica annullate perché la profondità dell’acqua non consente alle imbarcazioni di gareggiare in sicurezza. Sono solo due esempi di notizie apparse sui media recentemente, di stampo opposto ma che inquadrano bene la situazione attuale. E la stagione estiva, appena iniziata, promette di proseguire nella direttrice siccitosa primaverile.

Pare tuttavia che le riserve idriche, destinate ad abbeverare i grandi agglomerati urbani, non destino preoccupazione. Sarà forse grazie all’abbondanza di neve che è caduta nello scorso inverno che, fino a tarda primavera, ha creato una riserva che gradatamente è defluita negli invasi o, magari, anche una maggiore oculatezza nella raccolta e nella gestione delle riserve idriche e nella distribuzione dell’acqua che, come nel caso di Genova, ha visto la partecipazione comune, anche tramite la fusione, di diverse società di acquedotti, ed inoltre sempre a Genova: la costruzione della briglia sul torrente Laccio, il rifacimento ed il potenziamento della presa di Bargagli sul torrente Bisagno, il rifacimento ed il potenziamento dei pozzi della falda del torrente Bisagno in Corso Sardegna; tutti provvedimenti che permettono di non intaccare le riserve dei laghi fino a quando vi è abbondanza di acqua.

Ci sembra comunque interessante rimarcare gli eventi pluviometrici che hanno caratterizzato gli ultimi tre mesi nella città di Genova. Considerando i dati della stazione dell’Università presso l’Istituto di Idraulica, ubicata nel quartiere di Albaro, rileviamo che quest’anno, in ogni singolo mese (aprile, maggio e giugno), è stato battuto il record negativo di quantità totale di precipitazione caduta al suolo. Vediamo nel dettaglio:

Media 1990-2005 mm

2006 mm

Percentuale sulla media

Aprile

101.9

9.0

9%

Maggio

71.0

11.6

16%

Giugno

59.2

3.6

6%

Gennaio/Giugno

436.3

224.4

51%

Casi eccezionali? Sicuramente quantità di precipitazione estremamente basse che, benché rappresentino il record per la “giovane” stazione di Idraulica, non sono poi del tutto sconosciuti alle statistiche cittadine. Sfogliando i dati dell’Osservatorio dell’Università di Genova di Via Balbi, in funzione dal dicembre 1832, scopriamo che una quantità di pioggia inferiore ai 9.0 mm di aprile e agli 11.6 mm di maggio registrati quest’anno, si è avuta per sei volte per ciascun mese, con il record minimo di 0.4 mm nel 1955 per aprile e 4.1 mm nel 1904 per maggio; in giugno precipitazioni minori di 3.6 mm si sono verificate cinque volte, con il record minimo di assenza di precipitazioni nel 1945. Una quantità di pioggia inferiore ai 224.4 mm registrati quest’anno nel periodo gennaio/giugno si è verificato in passato cinque volte: 219.2 mm nel 1907, 173.0 mm nel 1938, 221.2 mm nel 1944, 199.6 mm nel 1953 e 201.6 mm nel 1976. Le precipitazioni medie nel periodo 1833-2005 sono:

Media 1833-2005 mm

Aprile

99.5

Maggio

85.0

Giugno

64.6

Gennaio/Giugno

565.0

Come si può notare quindi una situazione già verificatasi in passato, anzi con valori anche più siccitosi. Questo d’altra parte non deve far dimenticare che sono stati stravolti, rispetto ai decenni scorsi, i ritmi e le necessità idriche della popolazione e delle industrie. Per usi domestici si consumano mediamente in Europa circa 165 litri per persona ogni giorno. Nel mondo si va da dai 350 litri del Canada ai 20 litri di molti paesi africani. Negli ultimi 50 anni, inoltre, la popolazione mondiale è triplicata e il consumo pro capite di acqua è aumentato di sei volte. Se episodi di siccità eguali, e anche più estremi, si sono verificati in passato, è pur vero che le attuali esigenze di utilizzo di acqua sono ben diverse da quelle del passato, ed è in questa ottica che va ottimizzato lo sfruttamento di questo bene, senza enfatizzare né sottovalutare l’aspetto meteoidrologico.

 

 

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