Si è ripreso a parlare di siccità, in particolare nell’Italia del
nord. Sui giornali, in televisione, alla radio. Certamente in misura
minore che in altre circostanze del passato, magari anche meno
preoccupanti, ma comunque se ne è parlato. In questi giorni di feste
calcistiche l’argomento, naturalmente, è passato in secondo piano.
Il fiume Po nei pressi di Piacenza Fonte:
Repubblica.it
Il livello del fiume Po è ai minimi storici. Alle conseguenze
drammatiche per l’economia si alternano, sui giornali, notizie di
argomento ludico: nel ferrarese l’acqua del fiume sta raggiungendo i
minimi storici, creando preoccupazione per la stagione corrente
irrigua; gare di motonautica annullate perché la profondità
dell’acqua non consente alle imbarcazioni di gareggiare in
sicurezza. Sono solo due esempi di notizie apparse sui media
recentemente, di stampo opposto ma che inquadrano bene la situazione
attuale. E la stagione estiva, appena iniziata, promette di
proseguire nella direttrice siccitosa primaverile.
Pare tuttavia che le riserve idriche, destinate ad abbeverare i
grandi agglomerati urbani, non destino preoccupazione. Sarà forse
grazie all’abbondanza di neve che è caduta nello scorso inverno che,
fino a tarda primavera, ha creato una riserva che gradatamente è
defluita negli invasi o, magari, anche una maggiore oculatezza nella
raccolta e nella gestione delle riserve idriche e nella
distribuzione dell’acqua che, come nel caso di Genova, ha
visto la partecipazione comune, anche tramite la fusione, di diverse
società di acquedotti, ed inoltre sempre a Genova: la costruzione
della briglia sul torrente Laccio, il rifacimento ed il
potenziamento della presa di Bargagli sul torrente Bisagno, il
rifacimento ed il potenziamento dei pozzi della falda del torrente
Bisagno in Corso Sardegna; tutti provvedimenti che permettono di non
intaccare le riserve dei laghi fino a quando vi è abbondanza di
acqua.
Ci sembra comunque interessante rimarcare gli eventi
pluviometrici che hanno caratterizzato gli ultimi tre mesi nella
città di Genova. Considerando i dati della stazione dell’Università
presso l’Istituto di Idraulica, ubicata nel quartiere di Albaro,
rileviamo che quest’anno, in ogni singolo mese (aprile, maggio e
giugno), è stato battuto il record negativo di quantità totale di
precipitazione caduta al suolo. Vediamo nel dettaglio:
Media 1990-2005 mm
2006 mm
Percentuale sulla media
Aprile
101.9
9.0
9%
Maggio
71.0
11.6
16%
Giugno
59.2
3.6
6%
Gennaio/Giugno
436.3
224.4
51%
Casi eccezionali? Sicuramente quantità di precipitazione
estremamente basse che, benché rappresentino il record per la
“giovane” stazione di Idraulica, non sono poi del tutto sconosciuti
alle statistiche cittadine. Sfogliando i dati dell’Osservatorio
dell’Università di Genova di Via Balbi, in funzione dal dicembre
1832, scopriamo che una quantità di pioggia inferiore ai 9.0 mm di
aprile e agli 11.6 mm di maggio registrati quest’anno, si è avuta
per sei volte per ciascun mese, con il record minimo di 0.4 mm nel
1955 per aprile e 4.1 mm nel 1904 per maggio; in giugno
precipitazioni minori di 3.6 mm si sono verificate cinque volte, con
il record minimo di assenza di precipitazioni nel 1945. Una quantità
di pioggia inferiore ai 224.4 mm registrati quest’anno nel periodo
gennaio/giugno si è verificato in passato cinque volte: 219.2 mm nel
1907, 173.0 mm nel 1938, 221.2 mm nel 1944, 199.6 mm nel 1953 e
201.6 mm nel 1976. Le precipitazioni medie nel periodo 1833-2005
sono:
Media 1833-2005 mm
Aprile
99.5
Maggio
85.0
Giugno
64.6
Gennaio/Giugno
565.0
Come si può notare quindi una situazione già verificatasi in
passato, anzi con valori anche più siccitosi. Questo d’altra parte
non deve far dimenticare che sono stati stravolti, rispetto ai
decenni scorsi, i ritmi e le necessità idriche della popolazione e
delle industrie. Per usi domestici si consumano mediamente in Europa
circa 165 litri per persona ogni giorno. Nel mondo si va da dai 350
litri del Canada ai 20 litri di molti paesi africani. Negli ultimi
50 anni, inoltre, la popolazione mondiale è triplicata e il consumo
pro capite di acqua è aumentato di sei volte. Se episodi di siccità
eguali, e anche più estremi, si sono verificati in passato, è pur
vero che le attuali esigenze di utilizzo di acqua sono ben diverse
da quelle del passato, ed è in questa ottica che va ottimizzato lo
sfruttamento di questo bene, senza enfatizzare né sottovalutare
l’aspetto meteoidrologico.