Abbiamo visto nel precedente articolo
l’espressione dell’accelerazione totale di un punto P dotato di
movimento indipendente in un sistema rigido in movimento
dove :
d2O/dt2
+ x d2i/dt2 + yd2j/dt2
+ zd2k/dt = at è
l’accelerazione di trascinamento cioè l’accelerazione, rispetto al
sistema fisso, del punto se fosse solidale con il sistema rigido in
movimento, x’’i + y’’j + z’’k
= arè l’accelerazione relativa del punto rispetto
al sistema in movimento e 2(x’ di/dt + y’ dj/dt
+ z’ dk/dt) = 2(w^vr )
= 2ac è l’opposto dell’accelerazione di Coriolis
acl
.
L’ accelerazione di trascinamento del punto P,
essendo ancora O l’origine del sistema di assi mobili e P0 la la
proiezione ortogonale di P sull’asse istantaneo di rotazione e w il
modulo di w, assume anche l’espressione :
2) at
= a0 +w’
^(P-O)- w2 (P-P0)
Nel caso della Terra si può ipotizzare che w
sia costante per cui scegliendo il polo O nell’asse di rotazione ,
a0
e w’
sono nulli e si ha semplicemente:
3) at =
- w2
(P-P0)
il cui modulo è pari a
w2
R cos φ, con R il raggio terrestre e φ la latitudine.
L’accelerazione di trascinamento è semplicemente
l’accelerazione centripeta proporzionale al quadrato della velocità
di rotazione ed alla distanza perpendicolare del punto P dall’asse
di rotazione stesso. L’accelerazione centrifuga opposta ad essa è
diretta verso l’esterno della superficie terrestre ed essendo
perpendicolare all’asse ha ovunque, salvo all’equatore, una
componente tangenziale diretta, nel nostro emisfero, da N a S . Se
la Terra fosse perfettamente sferica tale componente sarebbe pari a:
at
sen φ. Per tale accelerazione ogni massa sarebbe spinta a migrare
verso l’equatore. Nelle prime fasi della sua formazione il globo
terrestre era fluido e sotto tale forza si è deformato assumendo una
forma all’incirca elissoidale in modo tale che la forza di gravità
non fosse più diretta perpendicolarmente alla superficie ma avesse
una componente tangenziale tale neutralizzare perfettamente quella
dovuta alla forza centrifuga.
L’accelerazione di Coriolis, acl
= - 2(w^vr ), per la definizione di
prodotto vettoriale è sempre diretta perpendicolarmente tanto alla
velocità relativa vr
che alla velocità di rotazione w.
In un punto P della superficie terrestre il
vettore w può essere sempre decomposto in un vettore
w1
perpendicolare alla superficie ed in un vettore w2
tangenziale diretto secondo il meridiano del punto
4) w = (w1
+ w2)
Sicché abbiamo :
5) acl
=
-2(w1 ^vr ) – 2(w2
^vr)
a tale accelerazione corrisponde una forza: fcl
= m
acl
Inoltre è evidente che il modulo di
w1
è dato da w sen φ e quello di w2da w cos φ essendo ancora φ la latitudine del punto.
Risulta immediatamente che
-2(w1
^vr ) = γcl
se vr
è diretta tangenzialmente alla superficie, ha direzione orizzontale,
perpendicolare a
w1
e diretta verso destra nell’emisfero N, a sinistra in quello S, di
valore (modulo) costante al variare della direzione di vr
mentre – 2(w2 ^vr) ha
direzione verticale e valore massimo con direzione della velocità
relativa E-O, valore nullo con direzione N- S.
Cerchi di inerzia
L’accelerazione di trascinamento, abbiamo visto,
ha la componente tangenziale alla superficie diretta verso S
perfettamente equilibrata dalla componente tangenziale della
gravitazione diretta verso N (nel nostro emisfero, nell’altro
succede lo stesso scambiando il N con il S) . Sulla superficie
terrestre si possono così individuare moti stazionari nei quali le
forze dovute all’accelerazione relativa
ar
sono equilibrate da quelle indotte dall’accelerazione di Coriolis,
acl.
Le loro orbite, nel riferimento terrestre, sarebbero circolari, se
trascurassimo la variazione della forza di Coriolis con la
latitudine.
Sia f il parametro di Coriolis dato da
da: f
= 2 w sen φ, fv =
γcl
è la componente orizzontale, diretta verso il centro,
dell’accelerazione di Coriolis essendo v il modulo di vr
avente direzione tangenziale al cerchio di inerzia e verso orario
nell’emisfero N. L’accelerazione relativa è quella centrifuga del
moto circolare , diretta ancora secondo il raggio r ma in senso
opposto di modulo
modulo: γcl
= v2 /r .
In situazione stazionaria abbiamo l’equilibrio delle forze
per unità di massa:
6)
v2 /r =
fv
da cui r = v/f
Alla latitudine di 45°
f = 2
∙7,29 ∙10-5 ∙ 0.7 = 10-4 , avendosi:
w =
7,29 10-5 rad/s e sen
φ = 0,7. Se poniamo v =1 m/s deduciamo r = 10 km.
Accelerazione del
gradiente orizzontale della pressione atmosferica
Consideriamo un parallelepipedo d’aria sulle cui
2 basi opposte e verticali S1 e S2 di sezione unitaria e distanziate
di Δx
si eserciti una pressione (perpendicolare ad esse) rispettivamente
pari a:
p e p
+ Δp. Per la legge di Newton il volume d’aria del
parallelepipedo di massa pari a:
Δx · ρ
avendo indicato con ρ la densità, subirà un’accelerazione data da :
7)
γG
= - Δp/( Δx · ρ)
Il segno – indicando un verso diretto verso le x
negative. Facendo tendere
Δx
a 0 otteniamo:
)8
γG
= - dp/dx ∙ 1/ ρ
Tale accelerazione è diretta secondo la direzione
x, nel caso più generale secondo il gradiente di pressione
orizzontale:
GH
= grad pcioè perpendicolarmente alle linee
isobariche. Ricordiamo che data una grandezza, quale la pressione p,
funzione delle coordinate x,y,z in un sistema cartesiano ortogonale
cioè data p = p(x,y,z), grad p è il vettore:
δp/δx
i + δp/δyj + δp/δzk dove i, j,
ksono i versori degli assi coordinati e
δp/δx,
δp/δy, δp/δz sono le derivate parziali di p.
Si ha così la relazione vettoriale:
9) γG
= -grad p/ ρ
Si dimostra ancora facilmente che in un
determinato punto
γG
è pari al prodotto dell’accelerazione di gravità g per la pendenza i
della superficie isobarica.
10)
γG
= g i
Equazione del vento
geostrofico
Nelle depressioni e negli anticicloni come in
ogni moto rotatorio dell’atmosfera, se trascuriamo l’attrito, 3
forze in condizioni stazionarie si equilibrano : la forza dovuta
all’accelerazione del gradiente di pressione
γG,
di modulo
γG,la
forza dovuta all’accelerazione di Coriolis γcl
, di modulo γcl = fv e quella dovuta
all’accelerazione centrifuga γC,
di modulo
γC
= v2
/r
, tutte tali forze avendo una direzione perpendicolare alle
isobare cioè, per traiettorie curve, diretta verso il centro di
curvatura .
Si ha così su ogni unità di massa (le forze corrispondendo alle
accelerazioni) l’quilibrio vettoriale delle forze:
11) γG
+γcl + γC
= 0
cui corrisponde un’analoga equazione per i
moduli i cui segni però devono essere scelti a secondo il caso di
alte o di basse pressioni ( fig 1).
Fig .1 Forze agenti nelle depressioni e
negli anticicloni
Nelle depressioni e negli anticicloni delle
medie, alte latitudini, la forza centrifuga γC
è di regola piccola rispetto alle altre due . In questo caso dalla
10) ponendo γC= 0
si ha subito la velocità del vento detto geostrofico
vgeo
il cui modulo è =
γG
/ f =
׀grad p׀
∙ 1/ ρf , indicando con
׀grad
p׀ il modulo del gradiente:
12) vgeo
= (1/
ρf) k ^ grad p
avendo indicato con k il versore della
verticale ( diretta verso l’alto) nel punto. Tale relazione esprime
bene la velocità dei venti reali per moti in larga scala lontano
dall’equatore e dai centri di alta e bassa pressione, quando
l’attrito è trascurabile (sopra gli oceani oppure per altezze
maggiori di 2000 m).
Determiniamo, per avere un’idea dell’ordine delle
grandezze in gioco, la velocità del vento geostrofico, al livello
del mare ed alla latitudine di 60° N quando esista un gradiente
orrizontale di pressione di 1 mb (100 hPa) su 1 grado meridiano (111
km). Abbiamo:
Con tale velocità l’accelerazione centrifuga a
200 km dal centro depressionario sarebbe = v2 /r =
0,14
m/ s2 pari 1/5 dell’accelerazione di Coriolis
Secondo S. P. Khromow a fronte dello stesso
gradiente di 1 mbar per grado di longitudine, si avrebbero le
seguenti velocità geostrofiche ( in m/s ) alle differenti
latitudini:
φ
10°
20°
30°
40°
50°
60°
70°
80°
90°
V(m/s)
27,4
14
9,5
7,4
6,2
5,5
5,1
4,9
4,8
Equazione del vento
ciclostrofico
Allorquando la forza di Coriolis diventa
trascurabile rispetto alle altre componenti, ad equilibrare la forza
di gradiente in una depressione non resta che la forza centrifuga.
Dalla 10) si ha subito:
12)
v2
/r =
׀grad
p׀
/ρ
essendo il gradiente della pressione diretto dal
centro verso l’esterno.
Ne discende .
13)
v =
√(r
׀grad
p׀
/ρ).
In situazioni anticicloniche la forza centrifuga
e la forza del gradiente di pressione hanno la stessa direzione per
cui una situazione di equilibrio ciclostrofico non è possibile.
Questa è la ragione per cui nei pressi dell’equatore dove la forza
di Coriolis, proporzionale al seno della latitudine, tende a
divenire trascurabile sistemi anticiclonici stabili non si
costituiscono.
L’equilibrio ciclostrofico al contrario
rappresenta bene venti ciclonici violenti a piccolo raggio di
curvatura con aria calda e leggera come avviene nei cicloni
tropicali, nei “tornados” americani e nelle trombe d’aria europee.
In tali casi la forza di Coriolis è trascurabile a fronte delle
forze del gradiente e delle forze centrifughe. Nei tornados e nelle
trombe d’aria le velocità sono dell’ordine dei 200 km/h ed i raggi
variano da 10 a 100 m.
Nei cicloni tropicali i raggi sono molto più
grandi ( in generale variano dai 50 ai 100 km ) ma i venti superano
ancora abbondantemente i 100 km/h e la forza di Coriolis è piccola
perché essi si formano a latitudini che non superano i 20° di
latitudine così che normalmente la forza centrifuga è 25 volte
quella di Coriolis.
Vento di gradiente
Quando la forza di Coriolis e quella centrifuga
sono ambedue significative si può parlare di vento di gradiente.
Riprendiamo la 10) esplicitando
14)
v2
/r + fv + γG = 0
E’ una equazione di 2° grado dove dobbiamo
assegnare il segno ai coefficienti, positivo quando le forze (per
unità di massa) sono dirette verso il centro. Calcoliamo le velocità
di equilibrio distinguendo due casi : (1) bassa pressione, (2) alta
pressione
(1) Bassa pressione
γC
sono negative
γG
è positiva e si ha risolvendo, tenendo conto della sola radice
positiva (v è il modulo di v )
15)
v =
1/2(- fr+√( f2 r2 +4 γG r)).
La soluzione è sempre possibile essendo la radice
> di fr ed il discriminante positivo.
(2) Alta pressione
Coriolis è positiva,
γC
e
γG sono negative e si ha :
16)
v =
1/2(fr±√( f2 r2 -4 γG r))
Si hanno 2 soluzioni reale positive solo se
f2
r> 4 γG cioè se
fr > 4
volte la velocità del vento geostrofico corrispondente. Il parametro
di Coriolis essendo un dato del sito significa che avvicinandosi al
centro dell’anticiclone il gardiente di pressione proporzionale a
γG
deve ridursi per consentire l’equilibrio.
Tutto quanto detto vale quando le forze di
attrito sono trascurabili.