Genova        
Numero 31, anno IX        
Marzo 2009        

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  di Roberto Pedemonte

In questa seconda parte vengono illustrati quali furono gli osservatori e i direttori dell’Osservatorio, la strumentazione e il tipo e le cadenze delle osservazioni eseguite nell’arco dei primi cinquanta anni di vita.

Da Pietro Maria Garibaldi, Osservatorio della R. Università di Genova – Climatologia di Genova desunta dai decenni meteorologici 1833-42 e 1871-80, Tipografia del R. Istituto Sordo-Muti, Genova, 1884


Parte seconda

Dal primo decennio di queste osservazioni noi abbiamo dedotte quelle poche cose (1) che ci venne fatto di raccogliere sulla nostra locale meteorologia.

Tutto quanto precede si riferisce all’antico Osservatorio e alle condizioni nelle quali si trovava all’epoca del suo impianto fino al 1863 anno in cui lo scrivente ne assunse la direzione la quale, come si disse, è affidata al Prof. Di Fisica dell’Università.

Questo uffizio – partendo dall’impianto – fu sostenuto dal Rev. Cav. Giacomo Garibaldi fino al 1844; dal Rev. Cav. Michele Alberto Bancalari delle Scuole Pie fino al 1862, d’allora in poi dallo scrivente.

Gli Osservatori furono: il primo il sullodato Sig. Giacinto Grillo prof. di idraulica nella R. Università che coadiuvò efficacemente il Rev. Prof. Garibaldi nell’instaurazione dell’Osservatorio, poi il Sig. Nicolò Fasiani prof. di analisi algebrica nella Università, attualmente disimpegna quest’uffizio il diligentissimo Prof. Ing. Francesco Porrata.


Figura 1 - Barometro Fortin

Quando in questi ultimi anni la meteorologia, per opera di scienziati ed efficace concorso governativo, prese novello e più razionale indirizzo e coordinamento, si sentì la necessità di migliorare le condizioni dell’Osservatorio fornendolo di nuovi e più perfezionati strumenti, collocati in migliore e più comoda sede.

Per generoso concorso del Consorzio Universitario lo scrivente potè por mano alla costruzione di un nuovo Osservatorio innalzandolo precisamente sul terrazzo soprastante alla galleria di cui si parlò più sopra. (2).

Il nuovo edifizio consta di due sale e di un terrazzo scoperto. Nella prima sala è collocato un barometro Fortin tipo, gran modello, il cui nonio misura il cinquantesimo di millimetro: l’origine della scala è alta sul mare medio metri 54,01.

Questo barometro è stato confrontato con quello della stazione centrale italiana al Collegio Romano come tutti gli altri della rete italiana e internazionale.

Accanto a questo barometro ve ne sono altri destinati ad osservazioni di confronto e altri usi diversi.


Figura 2 - Noel-Jean Lerebours (1762-1840)

In questa stanza sono collocati vari cannocchiali uno dei quali di Lerebours di mm. 132 di apertura e 2 metri di distanza focale.

In questa sala oltre a varj strumenti di meteorologia, sono custodite piccole bottiglie contenenti esemplari di polvere del deserto africano che più volte, durante ogni anno, i venti del SE trasportano a noi e spingono a stazioni anche più a Nord.

Queste polveri sono state confrontate con quelle raccolte in altri osservatorj e negli annali dell’uffizio centrale del Collegio Romano furon illustrate fisicamente, chimicamente e col microscopio.

In genere si può ritenere che son composte, come dicevamo nel resoconto dell’anno 1872, di depositi che hanno tutti, presso a poco, il medesimo aspetto e la medesima composizione chimica immediata.

Essi sono formati di polviscolo più o meno sottile di natura minerale, composto di un infinito numero di scaglie informi, trasparenti, gialliccie framiste ad avanzi organici di natura vegetale. Quelli raccolti nel 1841 e nel 1870 hanno quasi il medesimo aspetto, la sabbia del 1873 è molto più sottile e più ricca di avanzi organici, quella del 1872 è più grossolana di tutte e contiene la maggior quantità di materie organiche.

Per ciò che riguarda la natura chimica di questi pulviscoli essi sono in gran parte formati di silicati, cloruri, solfati e carbonati di calce, magnesia ed allumina; contengono una discreta quantità di ferro, ed una quantità molto variabile di detriti organici. Insomma questi pulviscoli – qualunque sia l’epoca e la località in cui sono raccolti – presentano presso a poco i medesimi caratteri organolettici fisici e chimici; sono sempre portati dai vari venti di SE di guisa che non havvi più dubbio sulla loro origine e provenienza.


Figura 3 - Psicrometro
Seconda metà XIX sec
Fonte: IMSS

Nella sala superiore, cui si accede per una scala a chiocciola, è collocata la stanza che ha la finestra meteorologica propriamente detta rivolta al vero nord e sulla quale sono disposti termometri tipo e diversi altri, alcuni di essi a massimo e minimo, tutti debitamente e periodicamente riconosciuti e verificati; il psicrometro ordinario a due termometri asciutto e bagnato, e l’evaporimetro.

Il pluviometro è alto 57m,86 sul mare ed ha 0m,76 di diam.

All’antico anemoscopio a banderuola fu sostituto un anemometrografo il quale automaticamente registra l’intensità e la direzione del vento. E’ alto sul mare metri 59,04. e funziona regolarmente dal 1874.

Alle osservazioni antiche se ne aggiunsero altre così per uso della meteorologia locale come per il servizio della meteorologia nazionale ed internazionale di cui l’Osservatorio fa parte come stazione centrale della provincia di Genova.

Le osservazioni, divise in sei gruppi, sono le seguenti:

Quelle del primo gruppo si fanno alle sette del mattino da Aprile a Settembre e alle otto, sempre di mattino, negli altri mesi dell’anno per la spedizione del telegramma cifrato alla stazione meteorologica centrale di Roma.
Le osservazioni del 2.°, 3.°, 4.°, 5.° gruppo sono fatte tutti i giorni alle 9 del mattino, 12 meridiane, 3 e 9 di sera: queste servono all’illustrazione della meteorologia locale e sono spedite ogni decade all’uffizio Centrale suddetto.

e osservazioni del 6.° gruppo si fanno a 0h,44m in relazione coll’Osservatorio di Washington.

Oltre a queste osservazioni, ad ora fissa, si fanno anche quelle per il servizio dei temporali che, per la provincia di Genova, fa capo al nostro Osservatorio, il quale, a sua volta, è legato a quello di Roma che compendia e discute il servizio di tutta l’Italia.

In complesso si fanno 107 osservazioni al giorno colle relative correzioni, riduzioni, registrazioni, invii telegrafici e postali e ricambi con molte stazioni nazionali ed internazionali.

Le osservazioni continuano senza interruzione ormai da mezzo secolo, tranne alcuni giorni di epidemia e formano, nel loro insieme una raccolta di 50 volumi tanti quanti sono gli anni che si contano dalla instaurazione dell’Osservatorio.

(1) Vedi Guida di Genova sudetta: notizie meteorologiche.

(2) Nella stanza dell’Osservatorio antico furono lasciati alcuni strumenti di meteorologia per continuare le osservazioni allo scopo di riconoscere e se quali cangiamenti avvenissero per il nuovo collocamento. L’esperienza ha dimostrato che variarono alquanto i valori assoluti specialmente termometrici, ma le curve normali sono identiche. Le osservazioni di confronto continuano sempre.

 

 

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