L’intensità e la frequenza dei venti di burrasca
degli ultimi mesi non ha avuto nulla da invidiare alle aree
dell’atlantico con venti spesso superiori ai 100km/h e mareggiate
devastanti. Volete qualche esempio?
Questo secondo numero della rubrica si focalizza
sul recente, quanto eccezionale evento di mareggiata che
nell’autunno 2008 ha interessato la Liguria:“una Libecciata, tra le
più violente degli ultimi trent’anni si accaniva in particolare sul
Genovese, dove si è sfiorata la tragedia: infatti un traghetto con
circa 440 passeggeri e 75 membri di equipaggio, è stato investito da
un eccezionale burrasca rischiando di finire sulla diga foranea con
mare forza 10, in quanto un motore è andato in avaria mentre stava
entrando in porto. Una manovra di emergenza ha consentito di evitare
il peggio producendo ben 40, tra feriti e i contusi” (Fonte: Secolo
XIX del 31.10.08 ).
Origine ed evoluzione dell’evento
La perturbazione che ha attraversato il bacino
occidentale tra il 29 e il 31 ottobre era generata da un vero
“scontro tra titani”. Nei giorni precedenti, in Atlantico un fronte
esteso dalle Azzorre alla Finlandia spingeva una serie di
depressioni estremamente profonde (972 hPa al suolo) verso il Mar
del Nord. Tale conformazione richiamava a suo seguito una intensa
iniezione di aria polare a tutte le quote, diretta dalla Groenlandia
verso il Mediterraneo Occidentale. Lo scontro avvenne proprio sulle
nostre teste e innescò una serie di minimi molto intensi (993 hPa il
giorno 30 ottobre), che bloccati nel loro moto verso oriente
dall'anticiclone balcanico, hanno alzato la Libecciata più intensa
degli ultimi 40 anni.
L’EVENTO ATTRAVERSO DUE IMMAGINI!
Dalla mappa di meteocentre.com si
evidenzia come nella mattinata del 30.10.08 un profondo
minimo 990 hPa fosse accompagnato da un significativo
gradiente tra il Nord Corsica e L’Appennino Ligure (>10
hPa): in rosso sono evidenziate le intensità di
burrasca/burrasca forte registrate da diverse stazioni
meteo (Capo Mele, Boa Ventimiglia, dato Schip al largo a
NW della Corsica). Tale configurazione è stata
responsabile di un’eccezionale mareggiata sul
Centro-Levante della Liguria (foto inedita - Onorato).
L’immagine mostrava chiaramente come l’ avvicinamento
del famoso traghetto ’Fatastic’ al porto di Genova,
fosse già interessato da un significativo beccheggio,
legato all’andatura di poppa, in cui la direzione del
vento e delle onde coincidevano con il moto della nave.
Questo eccezionale episodio di mareggiata era
legato alla presenza di un significativo gradiente responsabile di
violente correnti da SSW dirette verso il Golfo Ligure e la Toscana:
il flusso di Libeccio in realtà, fin dai giorni precedenti ha
insistito con un fetch ben esteso (di circa 600-700 km), compreso
tra Alboran e Settori Corsica-Liguria.
Tale configurazione ha visto il successivo approfondimento di un
minimo sul Piemonte (attorno a 990 hPa alle 03 UTC del 30 Ottobre),
che ha dato origine ad una violentissima mareggiata sul settore
centrale della Liguria, con un massimo tra le 6 e le 8 h UTC
associato a venti di burrasca: abbiamo infatti registrato circa 23
m/s con raffiche fino 31 m/s a Capo Mele; 17 m/s di vento medio a
Genova e 23,2 m/s a Capo Mele, responsabili di onde significative di
5-6 m tra Savonese e Genovese. Questa eccezionale burrasca
oltre a provocare danni alla diga foranea ed alla pista
dell’aeroporto di Genova, distrusse gran parte delle infrastrutture
balneari costiere in particolare del Genovese. La foto inedita del
30 ottobre evidenziava come il veloce avvicinamento del traghetto
‘Fantastic’ al porto di Genova fosse sottoposto ad un significativo
beccheggio, legato all’andatura parallela al vento di burrasca.
E’ bene sapere che una nave che procede
rapidamente con l’aiuto del mare in poppa, può acquisire una
velocità simile a quella dell’onda, rimanendo con la cresta
dell’onda al centro per un periodo prolungato; in questa
configurazione si aumentano significativamente le oscillazioni
trasversali ed il rischio di risonanza, che in alcuni casi estremi
ha portato a rapidi capovolgimenti. Così la nave, già in probabile
difficoltà con l’andatura di poppa, ha avuto un ulteriore serio
momento di criticità, quando per entrare nell’imboccatura del porto
ha virato bruscamente, disponendosi ortogonalmente al vento,
parallelamente all’onda. Propri in questo momento il capitano ha
perso il controllo del mezzo a causa dell’insorgere di problemi agli
stabilizzatori e ai motori: il rollio laterale già preesistente si è
amplificato contribuendo ad una incredibile sbandata (immortalata da
tutti i media!) ed una violenta inclinazione di circa 30°, a causa
dell’azione congiunta delle incredibili raffiche e del moto ondoso:
venivano stimati massimi di oltre 6-7 m che hanno messo a dura prova
la diga foranea del porto di Genova!
Quali possibili cause?
I meteorologi, climatologi concordano sul fatto
che gli eventi estremi siano aumentati negli ultimi decenni anche in
Mediterraneo. E se da un lato è normale che il clima presenti fasi
anche significativamente scostanti rispetto alla media, dall’altro
gran parte dell’intero mondo scientifico afferma che l’aumento delle
temperature a livello globale (e quindi dei fenomeni meteorologici
estremi) sia prevalentemente legato all’azione dei gas serra di
origine antropica immessi nell’atmosfera a partire dal 1750. In
poche parole, la colpa del surriscaldamento globale e della veemenza
climatica sembrerebbe imputabile principalmente all’uomo e del suo
insostenibile utilizzo delle risorse del pianeta anche se le
proiezioni future presentano ancora troppe incertezze.
Nuovo record di gas serra
Le concentrazioni atmosferiche di gas
serra hanno raggiunto un nuovo record, secondo l’analisi
della WMO (Organizzazione Mondiale Meteorologica): le
concentrazioni di diossido di carbonio, di metano, di
ossido nitroso – che insieme contribuiscono per
l’88% dell’effetto serra di natura antropica –
nell’ultimo rilevamento sono risultate 37%, 156% e 19%
rispettivamente al di sopra dei livelli
pre-industriali. In particolare la concentrazione
dell’anidride carbonica ha raggiunto il valore di
383 ppm; per metano ed ossido nitroso questi
valori sono rispettivamente 1,8 e 0,3 ppm.
Gli incrementi sono stati definiti dal Panel
intergovernativo sui cambiamenti climatici in linea con
la rapida crescita economica degli ultimi decenni
(fonte: Società Chimica Italiana – immagine @ United
Nations Environment Programme)
L’atmosfera, grazie alle temperature più elevate,
può trattenere una maggiore quantità di umidità, successivamente
rilasciata sotto forma di precipitazioni o altri fenomeni sempre più
intensi. Questa tendenza potrebbe essere confermata anche
analizzando i dati climatologici del 2008. Nonostante la neve
precipitata copiosa su Alpi e Appennini, l’annata può essere
considerata (fonti: NOAA e CNR) come mite, caratterizzata da un
periodo invernale non particolarmente freddo rispetto alla media
degli inverni passati. Il CNR collocherebbe il 2008 al cinquantesimo
posto nella classifica delle temperature dal 1800 a oggi. Semmai è
più corretto parlare di un anno estremamente piovoso e perturbato.
Il sesto per piovosità nell’arco dei due secoli passati (pensate che
ad ex. solo a Genova tra ottobre e dicembre 2008 sono caduti oltre
700 mm pioggia contro i 300 previsti dalla climatologia).
Anche se l’evoluzione a lungo raggio è di
difficile previsione, le proiezioni di venti modelli climatici
pronosticano aumenti da 1°C a un massimo di 6°C nella temperatura
media del pianeta entro la fine del secolo XXI. Tornando
all'ambiente acquatico e alle mareggiate, è utile sapere che a
questo incremento potrebbe corrisponderebbe un innalzamento del
livello del mare compreso tra 18 e 59cm entro il 2100, con una
conseguente significativa modificazione della linea di costa in
molte aree del pianeta: con questi scenari le zone costiere
potrebbero divenire ancora più vulnerabili agli eventi estremi di
mareggiata (come quello 2008!). Ricordiamo come l’ambiente costiero,
che tanto ci sta a cuore, sia già l'ecosistema più esposto a
fenomeni di inquinamento, erosione e stravolgimento di un territorio
di confine tra terra e acqua.