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Genova        
Numero 32, anno IX        
Giugno 2009        

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  A cura di: Roberto Pedemonte

 e Massimo Riso

 

La parte settentriomale della piattaforma di Wilkins si è letteralmente frantumata,

Il collasso del ponte di ghiaccio di Wilkins

La piattaforma di Wilkins il 6 aprile 2009
Fonte: NASA images courtesy Jeff Schmaltz, MODIS Rapid Response Team
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La piattaforma di Wilkins il 31 marzo 2009
Fonte: NASA images courtesy Jeff Schmaltz, MODIS Rapid Response Team
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Lo stretto ponte di ghiaccio che univa Charcot Island e Latady Island nella parte settentrionale della piattaforma di ghiaccio Antartico di Wilkins si è rotto il 6 aprile del 2009.
Queste immagini riprese dal MODIS (Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer) mostrano la rottura del ponte di ghiaccio.
Nell'immagine in basso ripresa dalla strumentazione del MODIS il 31 marzo 2009 il ponte di ghiaccio era ancora intatto. La superficie del ghiaccio appariva intatta e arrotondata. Meno di una settimana dopo la strumentazione del MODIS riprendeva l'immagine sopra, il ponte di ghiaccio se era totalmente frantumato.

Da una stazione della British Antarctic Survey, il glaciologo inglese David Vaughan, che a gennaio aveva percorso il corridoio di ghiaccio nel suo punto più stretto - appena 500 metri a 20 metri di altezza dal mare - commenta stupefatto: "Tre giorni fa il corridoio era sottile, ma intatto. È incredibile quanto la distruzione sia stata rapida".

A partire dal 1998 nella parte nord della piattaforma si sono formate diverse fratture, queste erano però tenute assieme dal ponte di ghiaccio. Ma adesso che questo non farà più da barriera queste porzioni di piattaforma potrebbero staccarsi e finire alla deriva nell'oceano meridionale.

Ted Scambos del National Snow and Ice Data Center afferma che le fratture che si sono formate nel tardo 2008 (in basso a destra nella foto) possono aver innescato la rottura del ponte e la frantumazione della piattaforma.

Questi cambiamenti verificatesi fra il 31 marzo e il 6 aprile sono enfatizzati dalle differenze di luce tra le due immagini.
Nella foto del 6 Aprile il sole era basso e la luce radente, questo si può notare dall'ombra delle nubi più allungata sul ghiaccio, questo tipo di illuminazione evidenzia le fratture nella piattaforma. Il 31 marzo il sole era più alto e la luce meno radente, le ombre delle nubi sono poco visibili.

Le prime fratture furono registrate nelle immagini radar dell'European Space Agency, ed erano evidenti già dal 26 Novembre 2008.
"Diversi fattori hanno contribuito al collasso della parte settentrionale della piattaforma, quali: l'acqua salata nel ghiaccio, gli stress meccanici della piattaforma e le temperature più elevate", afferma Scambos. Durante tutto il 2008 molte parti della piattaforma sul lato sinistro si sono rotte. Il ponte di ghiaccio è stata l'ultima parte intatta del bordo della piattaforma stessa.

La parte meridionale della piattaforma di Wilkiins (che appare parzialmente nell'angolo destro dell'immagine) è ancora intatta ma potrebbe essere più vulnerabile adesso che la parte nord si è disintegrata.

Il nome di questa piattaforma deriva da Hubert Wilkins che la sorvolò nel 1930 e la rivendicò fra i possedimenti di re Giorgio V  lanciando dall'aereo una bandiera inglese e un certificato di proprietà.

Quale impatto può avere la disgregazione della parte nord della piattaforma di Wilkins?
Il collasso del ghiaccio e il suo prevedibile scioglimento non contribuirà all'innalzamento del livello del mare in quanto trattasi di ghiaccio galleggiante ma può produrre un "effetto tappo" sull'enorme quantità di ghiaccio presente sulla terraferma, questo scivolerà più velocemente in mare causando, questa volta sì, l'innalzamento del livello del mare.
Lo stesso effetto è riscontrabile nella piattaforma di Larsen.
Tuttavia l'iceberg di Wilkins  non è il più grande degli iceberg staccatesi di recente ma è il decimo in ordine di grandezza un altro segno che il riscaldamento delle temperature stà impattando sul fragile equilibrio della criosfera terrestre

 

Riferimenti:

  1. NASA - Earth Observatory (2009, April 8)
  2. European Space Agency. (2009, April 4). Keeping an eye on Wilkins Ice Shelf. Accessed April 7, 2009.
  3. Lindsey, R. (2008, December 4). New Cracks in the Wilkins Ice Shelf. Accessed April 7, 2009.
  4. National Snow and Ice Data Center. (2008, November). State of the Cryosphere. Accessed April 7, 2009.
  5. National Snow and Ice Data Center. (2009, April 8). Media Advisory: Ice Bridge Supporting Wilkins Ice Shelf Collapses. Accessed April 8, 2009.
  6. Schmidt, G. (2009, April 6). Wilkins ice shelf collapse. RealClimate. Accessed April 7, 2009.
  7. Scott, M. (2008, March 26). Disintegration: Antarctic Warming Claims Another Ice Shelf. NASA’s Earth Observatory. Accessed April 7, 2009.
  8. Repubblica.it (6 aprile 2009)