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Genova        
Numero 34, anno IX        
Ottobre 2009        

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di: Diego Rosa

L'energia idroelettrica

Parte seconda

L’impatto ambientale

I corsi d’acqua naturali costituiscono un ecosistema complesso, ricchissimo di forme di vita e sono un elemento fondamentale del paesaggio. Dato lo sfruttamento abnorme che hanno subito nel secolo appena trascorso in Italia, sopratutto a fini energetici, rappresentano ormai un ambiente residuale, assolutamente da proteggere e se possibile ricostituire, fatte salve esigenze economiche e sociali di superiore importanza.

La CIPRA (Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi) ha pubblicato nel 1992 un documento di notevole interesse dal titolo: "Gli ultimi fiumi naturali delle Alpi". Esso riporta i risultati di uno studio, commissionato dalla CIPRA stessa al Centro Internazionale per 1'Ambiente Alpino, ICALPE di Chambéry (Savoia), che hanno messo in luce questa situazione: ad un’analisi dell’idrografia individuabile su carte in scala 1:1.000000, più del 90% dei tratti dei fiumi alpini sono risultati essere interessati da inquinamento e/o da captazioni idroelettriche, cioè si trovano in condizione di non naturalità
Di tale documento, riportiamo una cartina in cui si evidenziano i tratti dei corsi d'acqua a monte di impianti idroelettrici (cioè idraulicamente non perturbati).

er l'Italia, con le informazioni reperite in tutte le regioni alpine tranne la Lombardia e la Valle d'Aosta, si è trovato: lunghezza dei segmenti a monte di impianti idroelettrici = 10% del totale; lunghezza dei segmenti con acque di qualità massima = 23% del totale; lunghezza dei segmenti poco o per nulla affetti da inquinamento o perturbati da derivazioni idroelettriche = 9 % del totale.

E’ da notare che la percentuale delle lunghezze a monte od a valle di impianti idroelettrici, seppur indicativa per un primo approccio al problema, non consente di valutare lo stato di reale di compromissione dei corsi d'acqua. Sarebbe necessario conoscere per le singole aste idriche ad es.: il numero e la localizzazione delle captazioni presentì, il deflusso lungo l'alveo nelle varie stagioni rapportato a quello naturale, le interruzioni del “continuum” idrico, la modifica del ciclo idrologico naturale e del trasporto solido, la presenza e le capacità dei bacini di accumulazione e la loro gestione, ecc.
La captazione provoca, a valle della presa, oltre all’ovvia riduzione della portata, una modifica del regime idrologico e, soprattutto in presenza di bacini di ritenuta, del trasporto solido. Il trasporto solido avviene sostanzialmente durante le piene che proprio gli invasi annullano o riducono notevolmente.

ali effetti, che per quanto concerne il regime ed il trasporto solido sono presenti anche a valle delle restituzioni, possono produrre notevoli impatti idrogeomorfologici, ecologici, paesaggistici, estetici e determinare gravi limitazioni alla fruizione dell'ambiente acquatico nel suo complesso.

elle foto di figura 1 sono messi in evidenza due differenti aspetti del Cordevole, principale affluente del Piave, in condizioni di portata naturale e di portata derivata, nelle foto delle figure 2, 3 è evidenziato il degrado estetico - ambientale subito dal Boite, affluente dello stesso Piave, causato dalla captazione a fini idroelettrici delle sue acque. Bellissimo nelle sue condizioni di sostanziale naturalità a monte di Cortina d’Ampezzo, ridotto a inquinato rigagnolo poco prima della sua confluenza con il Piave, 40 Km più a valle. Nella figura 4 riportiamo due immagini di una bella emergenza idrogelogica nella provincia di Genova : la Cascata del Serpente sul torrente Masone affluente dello Stura, nei pressi dell’omonimo centro abitato. Il laghetto alla base della cascata sarebbe in breve tempo riempito di detriti se le forti portate di piena che caratterizzano questo corso d’acqua, non gli allontanassero regolarmente.

Analisi degli impatti ambientali

Nella tabella 1 riportiamo un elenco dei principali impatti causati dalle captazioni e dagli sbarramenti dei corsi d’acqua. Contrassegnati con D sono gli impatti che dipendono sopratutto dalla riduzione del deflusso, con V quelli che dipendono dalla riduzione della sua variazione nel corso dell’anno (dinamica idrologica: piene ed alte acque), con I quelli dovuti alla presenza delle stesse opere idrauliche.

Fig. 1 - Segmenti (colorati in rosso) dei corsi d’acqua alpini non perturbati idraulicamente da captazioni significative o da bacini di accumulo (non analizzati i corsi d’acqua delladella Valle d’Aosta e della Lombardia)

 

Fig. 2 - Torrente Cordevole, affluente principale del Piave, in condizioni di portata sostanzialmente naturale, in alto, e di portata derivata, in basso. (Foto: Pietro Angelini).

 

Fig. 3 - Il Boite a monte di Cortina d’Ampezzo (bellissimo, azzurro torrente allo stato naturale). Agosto 2000 (Foto dell’autore)

 

Fig. 4 - Il Boite dopo i prelievi idroelettrici, 40 Km a valle. (Foto Pietro Angelini)

 

Fig. 5 - Effetti dello svaso di pulizia di un bacino idroelettrico.
Torrente Cordevole, affluente del Piave. Anno 2000 (Foto: Da Rif Luigi)

 

Tabella 1 - Impatti delle derivazioni e degli accumuli sui corsi d’acqua

Impatto Tipi di impatto
Impatto
geomorfologico
idrogeologico
microclimatico
  • rottura dell’equilibrio geomorfologico tra: erosione, trasporto solido, deposito. (Conseguenza: sovra alluvionamenti o al contrario approfondimenti anomali dei letti). Indebolimento dei versanti per la presenza e la variazione dei livelli della massa d’acqua dei bacini di accumulo (Vajont). D,V,I

  • uniformizzazione del profilo del letto e delle sponde con scomparsa progressiva di laghetti, spiaggette, polle, rapide, cateratte, “riffles” e “pools” (alti e bassi topografici del fondo), morfologie generate e mantenute dal succedersi dalle piene più consistenti ridotte o annullate dalle dighe e dalle grandi derivazioni). Modifica della granulometria del fondo, in particolare in corrispondenza degli scarichi dai serbatoi di accumolo. V

  • riduzione del trasporto di sedimenti in mare (causata dalle opere di correzione/regimazione dei letti ma soprattutto dalla loro cattura nei bacini artificiali) con forti erosioni, arretramenti e talora scomparsa delle spiagge. V,I

  • impermeabilizzazione dei letti (per i depositi fangosi,determinati anche dagli apporti di piena dei piccoli affluenti, che si accumulano sul fondo in condizioni di bassa velocità e non più regolarmente rimossi dalle piene e dalle acque di morbida del corso principale scomparse o rarefatte, cui si aggiungono i residui della pulizia degli invasi), riduzione od annullamento dell’alimentazione e dello scambio idrico con le falde freatiche, sino alla situazione limite del loro completo drenaggio in alveo. D,V

  • modifiche del microclima locale dovute alla presenza dei bacini artificiali. I

Impatto
ecologico
  • peggioramento, modifica della qualità dell’acqua (riduzione della diluizione degli inquinanti e della capacità di autodepurazione, modifica del chimismo, del contenuto biologico, della temperatura, del tenore di ossigeno...), per diminuzione delle portate, della superficie bagnata, della turbolenza, della profondità, per la lunga permanenza nei bacini di accumulo, per la turbinazione (sovraossigenazione), per il più frequente ed esteso congelamento delle superfici in inverno con basse portate (carenza di ossigeno). D,V

  • riduzione e peggioramento dei biotopi :1)il corpo idrico;2) il letto uniformizzato nel suo profilo longitudinale e trasversale, soggetto a depositi impermeabilizzanti, anche a causa degli svasi di pulizia dei serbatoi ed alla proliferazione di alghe; 3)le zone alluvionali e gli ecotoni - zone di transizione tra terra e acqua - compresi quelli dei bordi dei laghi naturali artificializzati) D,V

  • interruzione della continuità monte-valle a causa delle opere di presa, dighe, tratti disseccati con il venir della funzione del fiume di “corridoio ecologico” tra biotopi diversi e della possibilità della migrazione dei pesci e degli altri organismi D,V,I

  • diminuzione della biodiversità, impoverimento, scomparsa e sostituzione della fauna originaria, ittica, macrobentonica e degli ecotoni, come conseguenza della riduzione, dell’uniformizzazione, dell’isolamento e della trasformazione dei biotopi. D,V,I

  • inaridimento dei versanti per intercettazione, da parte dei canali e gallerie di gronda a pelo libero, del deflusso idrico superficiale, ipodermico e profondo. Deperimento e trasformazione della vegetazione originaria. I

  • alterazione sino alla scomparsa della vegetazione alluvionale (per riduzione, rarefazione od annullamento delle alluvioni ed il conseguente abbassamento delle falde freatiche) . Al contrario mancata limitazione dell’incontrollato sviluppo arboreo in prossimità dei letti e nelle isole fluviali operato delle piene ordinarie con impedimenti al deflusso delle piene straordinarie. D,V

  • inaridimento delle zone umide tributarie del corso d’acqua con la sparizione della vegetazione e della fauna specifiche. D,V

Impatto estetico Impatto sul paesaggio
  • immiserimento, perdita di dinamicità, peggioramento dell’aspetto del corso d’acqua ( per i depositi fangosi e per la proliferazione di alghe sul fondo, per un possibile aumento dell’inquinamento, per la perdita del colore caratteristico di alcune acque trasportanti ad es. materiale calcareo-dolomitico in sospensione), talora totale disseccamento del corpo idrico, con grave deturpazione di un paesaggio caratterizzato dalla presenza delle acque correnti. D,V

  • scomparsa della vegetazione alluvionale originaria che evidenzia, anche in prospettiva lontana, la presenza del corso d’acqua; sua sostituzione con associazioni vegetali banali ed indifferenziate dal contesto vegetale dell’intorno. D,V

  • perdita di proporzione naturale, tra le dimensioni del corpo idrico ridotto (se non annullato) dai prelievi e quelle dell’alveo, di correlazione attesa tra situazioni meteorologiche e situazioni idrologiche (magre estreme anche in periodi piovosi o di disgelo, portate estremamente variabili, anche nello stesso giorno, in funzione della richiesta della rete, a valle delle restituzioni da serbatoi per produzione idroelettrica gestiti come servizio di punta o praticamente costanti a valle di quelle da serbatoi gestiti in servizio di base). D,V

  • scomparsa di manifestazioni idrogeologiche che esaltano il fascino dell’ambiente naturale (cascate, cateratte, sorgenti, rigagnoli, polle, marmitte dei giganti...). D,V

  • impatto visivo delle opere idrauliche (dighe, canalizzazioni...) e di quelle civili ad esse connesse, delle linee di trasmissione. I

  • disastroso aspetto dei bacini artificiali in situazione di basso invaso (bordi fangosi su dislivelli di parecchi metri ). I

Impatto sui valori storici culturali scientifici
  • perdita o degrado di prospettive panoramiche, sintesi di paesaggio fluviale ed urbano per i tratti dei corsi d’acqua a portata ridotta nei centri abitati. D,I

  • perdita di ambienti naturali aventi valore didattico e/o interessanti ai fini della ricerca scientifica applicata. D,V,I

  • grave inaccettabile perdita di naturalità delle aree protette. D,V,I

Impatto sulle possibilità di svago e di ristoro
  • limitazione, talora impossibilità, di praticare la balneazione, gli sport e le attività del tempo libero legate all’acqua ( nuoto, pesca, “rafting”, canoa, torrentismo...). D,I

  • perdita di occasioni di ristoro fisico e spirituale favorite dalla presenza di un contorno suggestivo di acque correnti allo stato naturale. D,I

  • perdita di igiene e di salubrità dei luoghi (acque poco ossigenate, inquinate, favorenti per es. la proliferazione di insetti molesti). D,V

Impatto economico
  • perdita di territorio avente valore economico per la realizzazione degli invasi e delle altre opere idrauliche. I

  • inaridimento dei versanti (per la presenza di canali o gallerie di gronda a pelo libero), con perdita di produzione agro-silvo-pastorale. I

  • carenza di acqua per usi potabili ed irrigui (derivazioni ed abbassamento delle falde freatiche, disseccamento delle sorgenti). D,V

  • riduzione od annullamento della produzione ittica. D,V,I

  • perdita del turismo attirato dalla integrità del paesaggio e dell’ambiente e dalle possibilità di sport, di svago e di ristoro sul corso d’acqua. D,V,I

 

Fig. 5 - Bella, armoniosa emergenza idrogeologica in provincia di Genova: la cascata del Serpente sul rio Masone, in condizioni di piena e di portata normale. Il laghetto sotto la cascata si è formato ed è mantenuto proprio grazie alle forti portate di piena che caratterizzano il corso d’acqua.(Foto dell’autore)