I corsi d’acqua naturali costituiscono un
ecosistema complesso, ricchissimo di forme di vita e sono un
elemento fondamentale del paesaggio. Dato lo sfruttamento abnorme
che hanno subito nel secolo appena trascorso in Italia, sopratutto a
fini energetici, rappresentano ormai un ambiente residuale,
assolutamente da proteggere e se possibile ricostituire, fatte salve
esigenze economiche e sociali di superiore importanza.
La CIPRA (Commissione Internazionale per la
Protezione delle Alpi) ha pubblicato nel 1992 un documento di
notevole interesse dal titolo: "Gli ultimi fiumi naturali delle
Alpi". Esso riporta i risultati di uno studio, commissionato dalla
CIPRA stessa al Centro Internazionale per 1'Ambiente Alpino, ICALPE
di Chambéry (Savoia), che hanno messo in luce questa situazione: ad
un’analisi dell’idrografia individuabile su carte in scala
1:1.000000, più del 90% dei tratti dei fiumi alpini sono risultati
essere interessati da inquinamento e/o da captazioni idroelettriche,
cioè si trovano in condizione di non naturalità
Di tale documento, riportiamo una cartina in cui si evidenziano i
tratti dei corsi d'acqua a monte di impianti idroelettrici (cioè
idraulicamente non perturbati).
er l'Italia, con le informazioni reperite in
tutte le regioni alpine tranne la Lombardia e la Valle d'Aosta, si è
trovato: lunghezza dei segmenti a monte di impianti idroelettrici =
10% del totale; lunghezza dei segmenti con acque di qualità massima
= 23% del totale; lunghezza dei segmenti poco o per nulla affetti da
inquinamento o perturbati da derivazioni idroelettriche = 9 % del
totale.
E’ da notare che la percentuale delle lunghezze a
monte od a valle di impianti idroelettrici, seppur indicativa per un
primo approccio al problema, non consente di valutare lo stato di
reale di compromissione dei corsi d'acqua. Sarebbe necessario
conoscere per le singole aste idriche ad es.: il numero e la
localizzazione delle captazioni presentì, il deflusso lungo l'alveo
nelle varie stagioni rapportato a quello naturale, le interruzioni
del “continuum” idrico, la modifica del ciclo idrologico naturale e
del trasporto solido, la presenza e le capacità dei bacini di
accumulazione e la loro gestione, ecc.
La captazione provoca, a valle della presa, oltre all’ovvia
riduzione della portata, una modifica del regime idrologico e,
soprattutto in presenza di bacini di ritenuta, del trasporto solido.
Il trasporto solido avviene sostanzialmente durante le piene che
proprio gli invasi annullano o riducono notevolmente.
ali effetti, che per quanto concerne il regime ed
il trasporto solido sono presenti anche a valle delle restituzioni,
possono produrre notevoli impatti idrogeomorfologici, ecologici,
paesaggistici, estetici e determinare gravi limitazioni alla
fruizione dell'ambiente acquatico nel suo complesso.
elle foto di figura 1 sono messi in evidenza due
differenti aspetti del Cordevole, principale affluente del Piave, in
condizioni di portata naturale e di portata derivata, nelle foto
delle figure 2, 3 è evidenziato il degrado estetico - ambientale
subito dal Boite, affluente dello stesso Piave, causato dalla
captazione a fini idroelettrici delle sue acque. Bellissimo nelle
sue condizioni di sostanziale naturalità a monte di Cortina
d’Ampezzo, ridotto a inquinato rigagnolo poco prima della sua
confluenza con il Piave, 40 Km più a valle. Nella figura 4
riportiamo due immagini di una bella emergenza idrogelogica nella
provincia di Genova : la Cascata del Serpente sul torrente Masone
affluente dello Stura, nei pressi dell’omonimo centro abitato. Il
laghetto alla base della cascata sarebbe in breve tempo riempito di
detriti se le forti portate di piena che caratterizzano questo corso
d’acqua, non gli allontanassero regolarmente.
Analisi degli
impatti ambientali
Nella tabella 1 riportiamo un elenco dei
principali impatti causati dalle captazioni e dagli sbarramenti dei
corsi d’acqua. Contrassegnati con D sono gli impatti che dipendono
sopratutto dalla riduzione del deflusso, con V quelli che dipendono
dalla riduzione della sua variazione nel corso dell’anno (dinamica
idrologica: piene ed alte acque), con I quelli dovuti alla presenza
delle stesse opere idrauliche.
Fig. 1 - Segmenti (colorati in rosso) dei corsi
d’acqua alpini non perturbati idraulicamente da
captazioni significative o da bacini di accumulo (non
analizzati i corsi d’acqua delladella Valle d’Aosta e
della Lombardia)
Fig. 2 - Torrente Cordevole, affluente principale
del Piave, in condizioni di portata sostanzialmente
naturale, in alto, e di portata derivata, in basso.
(Foto: Pietro Angelini).
Fig. 3 - Il Boite a monte di Cortina d’Ampezzo
(bellissimo, azzurro torrente allo stato naturale).
Agosto 2000 (Foto dell’autore)
Fig. 4 - Il Boite dopo i prelievi idroelettrici,
40 Km a valle. (Foto Pietro Angelini)
Fig. 5 - Effetti dello svaso di pulizia di un
bacino idroelettrico.
Torrente Cordevole, affluente del Piave. Anno 2000
(Foto: Da Rif Luigi)
Tabella 1 - Impatti delle derivazioni e degli accumuli
sui corsi d’acqua
rottura
dell’equilibrio geomorfologico tra: erosione,
trasporto solido, deposito. (Conseguenza: sovra
alluvionamenti o al contrario approfondimenti
anomali dei letti). Indebolimento dei versanti per
la presenza e la variazione dei livelli della massa
d’acqua dei bacini di accumulo (Vajont). D,V,I
uniformizzazione del
profilo del letto e delle sponde con scomparsa
progressiva di laghetti, spiaggette, polle, rapide,
cateratte, “riffles” e “pools” (alti e bassi
topografici del fondo), morfologie generate e
mantenute dal succedersi dalle piene più consistenti
ridotte o annullate dalle dighe e dalle grandi
derivazioni). Modifica della granulometria del
fondo, in particolare in corrispondenza degli
scarichi dai serbatoi di accumolo. V
riduzione del
trasporto di sedimenti in mare (causata dalle opere
di correzione/regimazione dei letti ma soprattutto
dalla loro cattura nei bacini artificiali) con forti
erosioni, arretramenti e talora scomparsa delle
spiagge. V,I
impermeabilizzazione
dei letti (per i depositi fangosi,determinati anche
dagli apporti di piena dei piccoli affluenti, che si
accumulano sul fondo in condizioni di bassa velocità
e non più regolarmente rimossi dalle piene e dalle
acque di morbida del corso principale scomparse o
rarefatte, cui si aggiungono i residui della pulizia
degli invasi), riduzione od annullamento
dell’alimentazione e dello scambio idrico con le
falde freatiche, sino alla situazione limite del
loro completo drenaggio in alveo. D,V
modifiche del
microclima locale dovute alla presenza dei bacini
artificiali. I
Impatto
ecologico
peggioramento,
modifica della qualità dell’acqua (riduzione della
diluizione degli inquinanti e della capacità di
autodepurazione, modifica del chimismo, del
contenuto biologico, della temperatura, del tenore
di ossigeno...), per diminuzione delle portate,
della superficie bagnata, della turbolenza, della
profondità, per la lunga permanenza nei bacini di
accumulo, per la turbinazione (sovraossigenazione),
per il più frequente ed esteso congelamento delle
superfici in inverno con basse portate (carenza di
ossigeno). D,V
riduzione e
peggioramento dei biotopi :1)il corpo idrico;2) il
letto uniformizzato nel suo profilo longitudinale e
trasversale, soggetto a depositi impermeabilizzanti,
anche a causa degli svasi di pulizia dei serbatoi ed
alla proliferazione di alghe; 3)le zone alluvionali
e gli ecotoni - zone di transizione tra terra e
acqua - compresi quelli dei bordi dei laghi naturali
artificializzati) D,V
interruzione della
continuità monte-valle a causa delle opere di presa,
dighe, tratti disseccati con il venir della funzione
del fiume di “corridoio ecologico” tra biotopi
diversi e della possibilità della migrazione dei
pesci e degli altri organismi D,V,I
diminuzione della
biodiversità, impoverimento, scomparsa e
sostituzione della fauna originaria, ittica,
macrobentonica e degli ecotoni, come conseguenza
della riduzione, dell’uniformizzazione,
dell’isolamento e della trasformazione dei biotopi.
D,V,I
inaridimento dei
versanti per intercettazione, da parte dei canali e
gallerie di gronda a pelo libero, del deflusso
idrico superficiale, ipodermico e profondo.
Deperimento e trasformazione della vegetazione
originaria. I
alterazione sino alla
scomparsa della vegetazione alluvionale (per
riduzione, rarefazione od annullamento delle
alluvioni ed il conseguente abbassamento delle falde
freatiche) . Al contrario mancata limitazione
dell’incontrollato sviluppo arboreo in prossimità
dei letti e nelle isole fluviali operato delle piene
ordinarie con impedimenti al deflusso delle piene
straordinarie. D,V
inaridimento delle
zone umide tributarie del corso d’acqua con la
sparizione della vegetazione e della fauna
specifiche. D,V
Impatto estetico Impatto
sul paesaggio
immiserimento, perdita
di dinamicità, peggioramento dell’aspetto del corso
d’acqua ( per i depositi fangosi e per la
proliferazione di alghe sul fondo, per un possibile
aumento dell’inquinamento, per la perdita del colore
caratteristico di alcune acque trasportanti ad es.
materiale calcareo-dolomitico in sospensione),
talora totale disseccamento del corpo idrico, con
grave deturpazione di un paesaggio caratterizzato
dalla presenza delle acque correnti. D,V
scomparsa della
vegetazione alluvionale originaria che evidenzia,
anche in prospettiva lontana, la presenza del corso
d’acqua; sua sostituzione con associazioni vegetali
banali ed indifferenziate dal contesto vegetale
dell’intorno. D,V
perdita di proporzione
naturale, tra le dimensioni del corpo idrico ridotto
(se non annullato) dai prelievi e quelle dell’alveo,
di correlazione attesa tra situazioni meteorologiche
e situazioni idrologiche (magre estreme anche in
periodi piovosi o di disgelo, portate estremamente
variabili, anche nello stesso giorno, in funzione
della richiesta della rete, a valle delle
restituzioni da serbatoi per produzione
idroelettrica gestiti come servizio di punta o
praticamente costanti a valle di quelle da serbatoi
gestiti in servizio di base). D,V
scomparsa di
manifestazioni idrogeologiche che esaltano il
fascino dell’ambiente naturale (cascate, cateratte,
sorgenti, rigagnoli, polle, marmitte dei
giganti...). D,V
impatto visivo delle
opere idrauliche (dighe, canalizzazioni...) e di
quelle civili ad esse connesse, delle linee di
trasmissione. I
disastroso aspetto dei
bacini artificiali in situazione di basso invaso
(bordi fangosi su dislivelli di parecchi metri ). I
Impatto sui valori
storici culturali scientifici
perdita o degrado di
prospettive panoramiche, sintesi di paesaggio
fluviale ed urbano per i tratti dei corsi d’acqua a
portata ridotta nei centri abitati. D,I
perdita di ambienti
naturali aventi valore didattico e/o interessanti ai
fini della ricerca scientifica applicata. D,V,I
grave inaccettabile
perdita di naturalità delle aree protette. D,V,I
Impatto sulle possibilità
di svago e di ristoro
limitazione, talora
impossibilità, di praticare la balneazione, gli
sport e le attività del tempo libero legate
all’acqua ( nuoto, pesca, “rafting”, canoa,
torrentismo...). D,I
perdita di occasioni
di ristoro fisico e spirituale favorite dalla
presenza di un contorno suggestivo di acque correnti
allo stato naturale. D,I
perdita di igiene e di
salubrità dei luoghi (acque poco ossigenate,
inquinate, favorenti per es. la proliferazione di
insetti molesti). D,V
Impatto economico
perdita di territorio
avente valore economico per la realizzazione degli
invasi e delle altre opere idrauliche. I
inaridimento dei
versanti (per la presenza di canali o gallerie di
gronda a pelo libero), con perdita di produzione
agro-silvo-pastorale. I
carenza di acqua per
usi potabili ed irrigui (derivazioni ed abbassamento
delle falde freatiche, disseccamento delle
sorgenti). D,V
riduzione od
annullamento della produzione ittica. D,V,I
perdita del turismo
attirato dalla integrità del paesaggio e
dell’ambiente e dalle possibilità di sport, di svago
e di ristoro sul corso d’acqua. D,V,I
Fig. 5 - Bella, armoniosa emergenza idrogeologica
in provincia di Genova: la cascata del Serpente sul rio
Masone, in condizioni di piena e di portata normale. Il
laghetto sotto la cascata si è formato ed è mantenuto
proprio grazie alle forti portate di piena che
caratterizzano il corso d’acqua.(Foto dell’autore)