In questa pillola parleremo del cambiamento
climatico che recentemente è stato oggetto di una complessa
discussione svoltasi al vertice di Copenaghen (dicembre 2009).
Affronteremo sinteticamente questo tema, sia confrontando i dati
attuali con le conoscenze climatologiche, sia tramite un’analisi
delle possibili proiezioni future, cercando di mettere un po’di
ordine tra le molteplici e confuse informazioni che ci arrivano dai
media e focalizzandoci in particolare sul suo aspetto più evidente:
il riscaldamento climatico (global warming).
Il caldo anomalo e duraturo della scorsa estate,
gli incendi, altri molteplici eventi nel mondo (desertificazione,
scioglimento ghiacciai, temperature record in Australia, violente
alluvioni autunnali che hanno interessato anche il Mediterraneo e le
nostre isole), così come l’improvvisa ondata di freddo invernale (in
Europa), fanno discutere molto sullo stato del clima e la possibile
estremizzazione dei fenomeni, provocando spesso speculazioni
mediatiche di basso profilo scientifico; infatti, tali eventi
vengono spesso distorti e manipolati da fonti poco competenti o di
parte, per confutare o enfatizzare il fenomeno. Ma è utile ricordare
che quando determinati eventi (estremi o eccezionali che siano)
vengono separati da un determinato contesto climatico ed analizzati
come fenomeni isolati, non possono avere alcun significato
scientifico, se non sono rapportati
ad una climatologia sufficientemente rappresentativa.
Tutto il resto è solamente pura speculazione che lascia il tempo che
trova….!
La tropicalizzazione delle
precipitazioni, di cui si parla sempre più spesso,
sembrerebbe trasparire da questa tipica foto estiva scattata
a Levanto nel 2008 (SP)!
Ecco in sintesi i punti ormai incontrovertibili, anche per i
negazionisti del cambiamento climatico:
Il cambiamento climatico è ormai una realtà, un fenomeno in
corso;
Il processo del riscaldamento globale - che è l'aspetto più
evidente del cambiamento climatico, perché misurabile – attualmente
risulta inequivocabile (e non ha nulla a che vedere ad ex. con un
temporaneo periodo freddo invernale che abbiamo osservato
recentemente in Europa);
La causa del riscaldamento che molto probabilmente (probabilità
del 90-95%,) è da ricercare nelle attività umane, il che significa
che non è la certezza assoluta, ma ci si avvicina.
I monitoraggi, infatti, mostrano come il clima su scala globale
evidenzi una chiara tendenza all’ incremento delle temperature (sempre più netto dagli anni ’60);
Tale tendenza, contrariamente a quanto si pensava, sembra
emergere significativamente, anche su scala locale (a livello
regionale ad ex. sono evidenti soprattutto nell’ultimo decennio con
un incremento costante delle temperature rispetto al trentennio
precedente);
Tale cambiamento agisce in maniera molto più rapida rispetto ai
cambiamenti passati ed è inequivocabilmente legato all’aumento della
C02 che ha avuto una crescita esponenziale mai vista prima (stiamo
velocemente avvicinandoci ai 400 PPM, contro valori medi che in
precedenza erano rimasti attorno ai 200!), che è spiegabile solo con
il contributo delle attività umane;
Le proiezioni future mostrano diversi scenari più o meno
pessimistici, ma sono concordi nell’evidenziare un ulteriore aumento
della temperatura (probabilmente tale tendenza non si invertirebbe
se attuassimo da domani tutti gli accorgimenti necessari per
abbattere le emissioni).
In questo contesto il
cambiamento si sta manifestando con fenomeni sempre più intensi
e devastanti (aridità, precipitazioni brevi ma molto intense,
alluvioni, ecc); le notizie di eventi meteorologici eccezionali
(che ormai sempre più di frequente ci giungono dal mondo e dalla
stessa Italia), non possono essere spiegate unicamente
attraverso il dissesto e una cattiva urbanizzazione del
territorio, ma derivano anche da un’estremizzazione del clima.
Ora approfondiamo meglio cos’è l'effetto serra, lo possiamo
considerare un fenomeno naturale o legato all’uomo? Seguiranno
altre brevi ma frequenti domande.
Come ben sappiamo il sole è il motore della vita sul nostro pianeta;
quest’ultimo viene alimentato dall'energia solare, che in parte
viene rispedita verso lo spazio (ad esempio dalle nuvole), mentre
un’altra parte viene assorbita dalla terra stessa che così
incrementa la sua temperatura. A sua volta la terra, scaldata dai
raggi solari, restituisce verso lo spazio, una quantità di questa
energia sotto forma di raggi solari (onde più lunghe diverse da
quelli che vengono dal sole). Infatti, queste radiazioni hanno la
proprietà di poter essere assorbite dalle particelle presenti
naturalmente in quello strato di aria che circonda la terra
(atmosfera). Quello che accade è che queste particelle presenti in
atmosfera, trattenendo parte dell'energia emessa dalla superficie
terrestre, generano un aumento della temperatura dell'atmosfera
stessa, in quanto appartengono a quella famiglia di gas chiamati gas
effetto serra: infatti il loro comportamento è simile a quello che
avviene nelle serre ad opera dei vetri che le costituiscono. Cioè i
vetri sono trasparenti ai raggi solari, che li attraversano
raggiungendo la superficie terrestre che, scaldandosi, a sua volta
tende a riscaldare l'aria presente all'interno della serra.
Inoltre i vetri della serra non permettono all'aria riscaldata di
abbandonare la serra stessa; quindi l'aria continua ad essere
riscaldata dall'energia emessa da terra, cosicché la temperatura
dell'aria dentro la serra è molto più alta di quella esterna. I gas
serra più rilevanti sono: il vapore acqueo (H2O), l'anidride
carbonica (CO2), il metano (CH4), l'ossido d’azoto (NO2) e l'ozono
(O3). Da quello che abbiamo visto, l'effetto serra è un fenomeno
naturale importantissimo in quanto permette la vita sul nostro
pianeta, mantenendo la temperatura dell'aria presente nell'atmosfera
intorno a valori che ci consentono di svolgere tutte le nostre
attività. Se non ci fossero i gas serra, la temperatura sarebbe
molto più bassa di quella che sperimentiamo e le condizioni di vita
diventerebbero proibitive, per come le conosciamo. Però talvolta
succede che la concentrazione, cioè il numero di particelle di gas
serra presenti nell'aria, subisce delle variazioni (diminuisce o
aumenta) generando anche forti variazioni nella temperatura
dell'aria. Ad esempio, gli scarichi delle nostre automobili oppure
degli aeroplani contengono gas effetto serra. Quindi usando le auto
e viaggiando in aereo contribuiamo ad aumentare il numero di
particelle di gas serra nell'aria. Ci sono anche da altri fattori
che contribuiscono all'aumento delle particelle di gas serra, come
la produzione di energia da combustibili fossili, come il petrolio,
la deforestazione e la produzione agricola intensiva. Il risultato è
che soprattutto dal secolo scorso, le particelle di gas serra sono
aumentate incredibilmente, determinando un aumento nella capacità di
trattenere energia nell'aria e quindi contribuendo fortemente al
riscaldamento globale, con gravi conseguenze sul clima della terra e
sulla vita nostra e degli animali. Ad esempio, al Polo Nord, che è
uno dei luoghi dove i cambiamenti climatici sono maggiormente
evidenti e gli orsi polari hanno iniziato ad avere difficoltà per la
loro sopravvivenza a causa dello scioglimento dei ghiacci. Oppure in
alcune aree subtropicali come nell'oceano indiano sono aumentati
notevolmente fenomeni meteorologici con piogge molto intense che
hanno causato alluvioni così intense da provocare sempre maggiori
vittime, soprattutto nella popolazione che vive in condizioni
precarie.
Quali azioni hanno attuato i governi mondiali Per cercare di
attenuare i cambiamenti climatici?
Per cercare di attenuare questi fenomeni i governi di molto stati
del mondo hanno siglato degli accordi come il Protocollo di Kyoto
per diminuire le emissioni di gas effetto serra nell'aria, che tra
l'altro sono nocivi alla salute delle persone. Il Protocollo di
Kyoto sui cambiamenti climatici è un accordo internazionale che
stabilisce precisi obiettivi per i tagli delle emissioni di gas
responsabili dell'effetto serra, del riscaldamento del pianeta, da
parte dei Paesi industrializzati.
E’ sicuramente importantissimo in quanto è l'unico accordo
internazionale che sancisce una limitazione delle emissioni ritenute
responsabili dell'effetto serra, degli stravolgimenti climatici, del
surriscaldamento globale si fonda sul trattato United Nations
Framework Convention on Climate Change (Unfccc), firmato a Rio de
Janeiro nel 1992 durante lo storico Summit sulla Terra.
Ci sono altri fattori oltre a quello umano che potrebbero spiegare
la variabilità della temperatura? Quale potrebbe essere il loro
contributo?
La variabilità della temperatura globale media è per la gran parte
causata da 4 fattori: variabilità delle emissioni solari, grandi
eruzioni vulcaniche, aerosol di solfati antropogenici e gas serra.
Tra gli scienziati tuttavia è ormai opinione comune come questi
ultimi siano ritenuti essere i principali responsabili del global
warming almeno per l’90%. Guardate il grafico sottostante che
dimostra come l’ incremento esponenziale dei gas serra (dall’era
industriale a oggi) non possa essere legato a fenomeni naturali
(cerchio rosso tratteggiato).
Perché quando parliamo di global warming è importante soffermarsi al
1988?
In quest’anno l’Organizzazione Mondiale di Meteorologia (WMO) e il
Programma sull’Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP) hanno istituito
il Comitato Intergovernativo sui Cambiamenti climatici (Intergovernmental
Panel on Climate Change – IPCC – http://www.ipcc.ch) con il seguente
mandato: “…definire mediante basi complete, oggettive, aperte e
trasparenti le informazioni scientifiche, tecniche e
socio-economiche utili a comprendere i rischi dei cambiamenti
climatici dovuti alle attività umane, i loro impatti potenziali e le
opzioni per la loro mitigazione e l’adattamento.” L’IPPC pubblica
periodicamente rapporti dettagliati sullo stato della conoscenza
scientifiche. Sebbene non sia uno strumento perfetto, questo
organismo si avvale di rigorosi scienziati del clima di molti paesi
e ha sempre tenuto testa agli attacchi e ai condizionamenti
politici.
I dati e le osservazione a disposizione degli scienziati confermano
il progressivo riscaldamento della terra (Global Warming) ? Quali
sono i punti sui quali ormai sono concordi?
Il global warming è ormai una realtà e i rapporti del
Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), che riunisce i
maggiori scienziati di tutto il mondo, ha evidenziato come la
temperatura superficiale media della terra è salita di circa 0.7 °C
nel corso del XX secolo, con punte di dal 1920 al 1950 e poi a
partire dal '75; il primo picco sembrerebbe essere correlato
all'incremento delle emissioni derivanti dalla produzione bellica
che ha portato al conflitto mondiale, mentre il successivo (ancora
in atto) sarebbe da ascriversi principalmente all'aumento della
concentrazione dei gas serra (la concentrazione CO2 sta raggiungendo
il suo massimo storico di 400 ppm). Dai rilevamenti sulle carote di
ghiaccio si evince che gli attuali livelli di CO2, supera tutti
quelli che si sono avuti sul pianeta da almeno 650.000 anni.
Proprio l’incremento della temperatura globale, risulterebbe
effettivamente superiore a quello di ogni altro periodo negli ultimi
500-1000 anni, fattore che preoccupa non poco la comunità
scientifica; infatti, una tale pendenza (retta gialla del grafico)
non risulterebbe assolutamente paragonabile con i trend dei
riscaldamenti passati (post glaciale), lasciando pochissimi dubbi in
merito a una significativa influenza antropica sul clima.
Che analogie con il riscaldamento attuale avrebbe la fase di
riscaldamento avvenuta dopo l’ultima glaciazione? Perché l’attuale
riscaldamento preoccupa la comunità scientifica?
L’ultima glaciazione è avvenuta circa 21000 anni fa, si è verificata
per una variazione nella concentrazione dei gas serra e
nell’estensione dei ghiacci. Si stima che la successiva fase di
riscaldamento sia avvenuta mediamente ad una velocità 10 volte più
lenta di quella del riscaldamento in atto dal XX secolo. In questo
contesto molteplici evidenze confermano che l’aumento della
concentrazione in aria dei gas serra rispetto ai valori del periodo
pre-industriale (1750) non deriverebbe da meccanismi naturali. In
questo contesto, l’apporto antropico sarebbe legato principalmente
dalle seguenti attività:
• produzione energetica ed industriale
• crescita della popolazione mondiale
• pratiche agricole
• trasporti e riscaldamenti domestici
• deforestazione e cambio dell’uso del suolo
• gestione dei rifiuti
In una delle prossime pillole meteo concluderò il ragionamento che
abbiamo iniziato, analizzando gli effetti a lungo termine del GW e
focalizzandomi anche sull’andamento dei dati locali di temperatura
(ad ex. in Liguria a Genova), rispetto a quanto ormai osservato su
grande scala ….