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Genova        
Numero 50, anno XIII        
Novembre 2013        

 
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di: Roberto Pedemonte

 

Prima parte

Introduzione

Esaminando le serie storiche o i dati più recenti delle stazioni presenti sul territorio italiano, si percepisce immediatamente la difficoltà di avere un quadro climatologicamente attendibile del fenomeno neve nei suoi vari aspetti. Ciò è principalmente dovuto alla eterogeneità delle informazioni disponibili, che non consente un adeguato confronto tra le banche dati. Tra i vari parametri che normalmente vengono forniti, la misura dell’altezza della neve è quello sicuramente più delicato da tradurre. La neve, infatti, ha carattere di deperibilità legato principalmente alla temperatura, in particolar modo alle nostre latitudini. Inoltre, l’accumulo al suolo è disomogeneo, specialmente in condizioni di precipitazioni accompagnate da venti intensi. Le stazioni che hanno in dotazioni nivometri sono, normalmente, poste in zone di media/alta montagna, mentre i dati nivologici per i centri posti a bassa altitudine risultano di non facile reperibilità.

I dati forniti dal Servizio Idrografico del Ministero dei Lavori Pubblici prima e della Presidenza del Consiglio dei Ministri poi sugli Annali Idrologici, sulla base dei quali è stata costruita la ben conosciuta carta della Neve in Italia per il periodo 1921-1960, presentano sicuramente notevoli lacune. I dati di neve, almeno per le stazioni che interessano questo studio, sono spesso carenti se non, almeno per quanto concerne episodi di cui abbiamo conoscenza personale, addirittura mancanti. Il lavoro che ha affrontato in maniera più approfondita e a carattere nazionale il fenomeno, come quello del Mennella, risulta anch’esso datato e non scevro da disomogeneità nel raffronto tra le stazioni, sia per i diversi periodi di osservazione utilizzati che per la loro limitatezza temporale.

La domanda che ci si pone, quindi, è se i vari studi pubblicati riportino risultati climatologicamente confrontabili. I giorni di neve sono stati computati secondo i medesimi standard? È stato segnalato come giorno di neve solo quello con accumulo misurabile o anche quello in cui i fiocchi cadevano ma non si fermavano sul terreno? L’altezza al suolo è stata misurata una volta al giorno o in più momenti nell’arco della giornata? A ore fisse o solo al termine di una nevicata? Non sempre le raccomandazioni dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale sono state accolte. Questa indeterminatezza non è certo imputabile alla condotta degli operatori e degli studiosi del passato, i quali hanno svolto un compito gravoso e impagabile e ricoperto un ruolo insostituibile nella conoscenza del clima, e nemmeno a quella degli attuali tecnici operanti in enti diversi con, sovente, diverse finalità. Riguarda, forse, una generica autonomia gestionale e una mancanza di uniformità nell’applicazione delle normative, pecca atavica e irrisolvibile di questo paese.
Lungi dal voler essere esaustivo, considerato le ampie aree ove non sono presenti osservatori, quanto ci si propone in questo lavoro, con i dovuti limiti, è il confronto del fenomeno neve tra alcune località sul territorio italiano poste a quote inferiori ai 500 metri di altitudine sul livello del mare, prendendo come riferimento quelle stazioni della Rete Meteorologica Mondiale che forniscono informazioni omogenee, mediante l’emissione costante di messaggi METAR (METeorological Aerodrome Report) o SPECI (messaggi speciali di integrazione ai METAR quando avviene un significativo cambiamento del tempo tra un METAR e quello successivo), che sono reperibili in rete. 

Il periodo considerato è lo stesso utilizzato per il lavoro sulla neve nelle regioni costiere del Mediterraneo (vedi i numeri 39, 40 e 44 della Rivista Ligure di Meteorologia), ovvero le 15 stagioni invernali dal 1996/97 al 2010/11.
Sono stati impiegati i dati di 36 località per le quali i messaggi METAR sono completi, garantendo una disponibilità di osservazioni nell’arco di tutte le 24 ore giornaliere (24 o 48 messaggi). Da tenere presente che le rilevazioni si riferiscono alle località indicate in Tab. 1, quindi anche molto distanti dal centro cittadino. Le stazioni prese in considerazione sono riportate nella nella Fig. 1.Come già riferito in precedenti lavori, la lettura dei codici METAR consente di quantificare i singoli episodi nevosi verificatisi nel periodo considerato, contemplando la durata, il tipo e l’intensità della precipitazione. Non essendo, però, indicata l’altezza della neve fresca caduta al suolo, è conteggiato come giorno di neve quello in cui, nell’arco delle 24 ore, viene segnalato almeno in un messaggio METAR o SPECI il verificarsi dell’evento, compreso se questo indica precipitazione nevosa mista a pioggia. Per quanto concerne l’altezza raggiunta al suolo dalla neve fresca, si è adottata la metodologia già utilizzata per il citato lavoro sulla neve nel Mediterraneo, elaborata nell’articolo pubblicato sul numero 36 della Rivista Ligure di Meteorologia.


Fig. 1 – Stazioni meteorologiche. Per l’identificazione vedere il numero indicato nella prima colonna della Tab. 1

Stazioni meteorologiche

n.

località

distanza dal centro città km

alt. m

sigla  ICAO

codice OMM

lat. °N

long. °E

n. anni disponibili

1

TORINO Caselle

13,1

301

LIMF

16059

45,22

7,65

15

2

MILANO Malpensa

39,0

234

LIMC

16066

45,62

8,73

15

3

BERGAMO Orio al Serio

3,0

238

LIME

16076

45,67

9,70

15

4

MILANO Linate

6,9

108

LIML

16080

45,43

9,28

15

5

VERONA Villafranca

7,6

73

LIPX

16090

45,38

10,87

15

6

TREVISO Istrana

10,8

42

LIPS

16098

45,68

12,10

15

7

TREVISO S. Angelo

3,1

18

LIPH

16099

45,65

12,18

15

8

VENEZIA Tessera

6,6

2

LIPZ

16105

45,50

12,33

15

9

RONCHI DEI LEGIONARI

1,0

11

LIPQ

16108

45,82

13,48

15

10

TRIESTE

3,5

2

LIVT

16110

45,65

13,75

15

11

GENOVA Sestri

5,8

3

LIMJ

16120

44,42

8,85

15

12

BOLOGNA Borgo Panigale

5,2

37

LIPE

16140

44,53

11,30

15

13

CERVIA

5,3

5

LIPC

16148

44,22

12,30

15

14

RIMINI Miramare

3,8

12

LIPR

16149

44,03

12,62

15

15

CAPO MELE

-

221

LIMU

16153

43,95

8,17

15

16

PISA S. Giusto

3,1

2

LIRP

16158

43,68

10,38

15

17

FIRENZE Peretola

5,5

43

LIRQ

16170

43,80

11,20

15

18

ANCONA Falconara

11,6

10

LIPY

16191

43,62

13,37

15

19

GROSSETO

2,6

5

LIRS

16206

42,75

11,08

15

20

PESCARA

3,1

11

LIBP

16230

42,43

14,20

15

21

ROMA Ciampino

14,9

130

LIRA

16239

41,78

12,58

15

22

ROMA Fiumicino

17,6

3

LIRF

16242

41,80

12,23

15

23

PRATICA DI MARE

-

21

LIRE

16245

41,65

12,45

15

24

BARI Palese

8,6

49

LIBD

16270

41,13

16,78

15

25

NAPOLI Capodichino

3,1

72

LIRN

16289

40,85

14,30

15

26

GIOIA DEL COLLE

1,9

362

LIBV

16312

40,77

16.93

15

27

BRINDISI Casale

2,1

10

LIBR

16320

40,65

17,95

15

28

LAMEZIA TERME

8,0

15

LICA

16362

38,90

16,25

15

29

PALERMO Punta Raisi

22,3

21

LICJ

16405

38,18

13,10

15

30

TRAPANI Birgi

11,4

14

LICT

16429

37,92

12,50

15

31

CATANIA Sigonella

17,5

24

LICZ

16459

37,40

14,92

15

32

CATANIA Fontanarossa

4,3

17

LICC

16460

37,47

15,05

15

33

ALGHERO Fertilia

7,4

40

LIEA

16520

40,63

8,28

15

34

OLBIA Costa Smeralda

3,1

13

LIEO

16531

40,90

9,52

15

35

DECIMOMANNU

3,4

30

LIED

16546

39,35

8,97

15

36

CAGLIARI Elmas

5,3

5

LIEE

16560

39,25

9,07

15

Tab. 1 – Elenco e caratteristiche delle stazioni meteorologiche


Aeroporto di Ronchi dei Legionari (fonte Wikipedia)

Se posiamo uno sguardo alle carte e ai numeri (Fig. 2 e 3; Tab. 2 e 3 ), troviamo conferma nel fatto che le regioni settentrionali e quelle del versante adriatico siano le aree geografiche italiane nelle quali il fenomeno acquista maggior rilevanza. Esistono però, in questa vasta superficie, marcate differenze. La Pianura Padana a nord del Po e quella veneta vede decrescere, procedendo da ovest verso est, sia il numero medio annuo dei giorni di neve (Torino 10,9 - Milano 7,2 - Verona 5,1 - Istrana 4,4 - Treviso 3,7 - Ronchi dei Legionari 3,1), sia la durata media annua della precipitazione nevosa in ore (Torino 61 – Milano 49 – Verona 31 – Istrana 21 – Treviso 20 – Ronchi dei Legionari 11). Avvicinandosi dalla pianura alle zone montuose, sia verso le prime pendici alpine, sia a sud in direzione dell’Appennino Emiliano, i valori aumentano sia per i giorni di neve (Malpensa 8,9 – Bergamo 8,5 da un lato e Bologna 9,1 dall’altro) che per le ore di precipitazione nevosa (Malpensa 57 – Bergamo 54 – Bologna 56).


Capo Mele (SV). Sul promontorio la stazione meteorologica dell’Aeronautica Militare posta a 221 m s.l.m.
(fonte Wikpedia)


Aeroporto di Bologna (fonte Wikipedia)


Fig. 2 – Numero medio annuo di giorni di neve nel periodo 1996/2011

I litorali dell’Italia continentale mostrano un numero di giorni di neve che varia da un minimo sulle riviere liguri, 0,9 giorni a Capo Mele con 4 ore di precipitazione nevosa, e un massimo nella fascia adriatica, 4,9 giorni a Venezia e 4,5 a Rimini, e durata media di caduta di neve di 22 ore annue, lo stesso valore di Cervia, la cui stazione, posta alcuni chilometri nell’interno, riporta 5,4 giorni annui. Nelle altre aree costiere continentali si passa dai 2,3 giorni di Genova, nella Liguria centrale, ai 2,0 di Trieste, nella Venezia Giulia, con durata della precipitazione rispettivamente di 15 e 8 ore. Inoltrandoci nel territorio peninsulare, sulla costa orientale italiana troviamo 4,6 giorni ad Ancona e 4,1 a Pescara (rispettivamente con 19 e 17 ore di precipitazione), mentre in Puglia si scende ai 2,0 giorni di Bari e agli 0,9 di Brindisi (con 6 e 3 ore annue di nevicata rispettivamente). Sull’altipiano delle Murge si sale a 5,9 giorni a Gioia del Colle per un totale di 25 ore annue. Il versante occidentale della penisola italiana ha frequenza e intensità certamente più basse rispetto quello orientale. Mentre le località interne della Toscana settentrionale hanno ancora valori apprezzabili (a Firenze 2,0 giorni di neve e 1,3 a Pisa, con durata media annua rispettivamente di 8 e 5 ore), muovendo verso sud, sia i siti litoranei che quelli situati più all’interno, mostrano valori ben più bassi: 0,8 giorni a Grosseto con 3 ore di nevicata, 0,6 giorni negli aeroporti romani di Fiumicino e Ciampino e 0,5 nel basso Lazio e nella Sardegna settentrionale. Quasi nulla la frequenza media annua della neve in Campania, Calabria, Sardegna meridionale e Sicilia, con una durata media di precipitazione nevosa che diminuisce fino a numeri irrilevanti.

Giorni di neve in Italia – periodo 1996/2011

n

località

giorni

inverni senza neve

n

località

giorni

inverni senza neve

1

Torino Caselle

10,9

1

24

Bari Palese

2,0

4

12

Bologna Borgo Panigale

9,1

0

16

Pisa S. Giusto

1,3

9

2

Milano Malpensa

8,9

0

15

Capo Mele

0,9

7

3

Bergamo Orio al Serio

8,5

0

27

Brindisi Casale

0,9

6

4

Milano Linate

7,2

0

19

Grosseto

0,8

7

26

Gioia del Colle

5,9

0

21

Roma Ciampino

0,6

8

13

Cervia

5,4

0

22

Roma Fiumicino

0,6

9

5

Verona Villafranca

5,1

0

33

Alghero Fertilia

0,5

12

8

Venezia Tessera

4,9

0

34

Olbia Costa Smeralda

0,5

12

18

Ancona Falconara

4,6

2

23

Pratica di Mare

0,5

9

14

Rimini Miramare

4,5

3

25

Napoli Capodichino

0,3

12

6

Treviso Istrana

4,4

0

28

Lamezia Terme

0,2

13

20

Pescara

4,1

3

29

Palermo Punta Raisi

0,2

13

7

Treviso S. Angelo

3,7

0

35

Decimomannu

0,2

13

9

Ronchi dei Legionari

3,1

1

30

Trapani Birgi

0,1

14

11

Genova Sestri

2,3

4

31

Catania Sigonella

0,1

14

10

Trieste

2,0

4

36

Cagliari Elmas

0,1

14

17

Firenze Peretola

2,0

4

32

Catania Fontanarossa

0,0

15

Tab. 2 – Numero medio annuo di giorni di neve e numero inverni senza neve nel periodo 1996/2011

Precipitazione nevosa in Italia – periodo 1996/2011

n

località

ore medie annue di nevicata

% mista a
pioggia

n

località

ore medie annue di nevicata

% mista a
pioggia

1

Torino Caselle

61,4

19

24

Bari Palese

6,5

16

2

Milano Malpensa

57,4

24

16

Pisa S. Giusto

4,8

46

12

Bologna Borgo Panigale

55,6

13

15

Capo Mele

4,0

34

3

Bergamo Orio al Serio

54,0

16

19

Grosseto

2,7

20

4

Milano Linate

49,3

14

27

Brindisi Casale

2,6

14

5

Verona Villafranca

30,6

25

34

Olbia Costa Smeralda

1,4

20

26

Gioia del Colle

24,9

17

22

Roma Fiumicino

1,4

54

8

Venezia Tessera

22,2

26

21

Roma Ciampino

1,1

48

13

Cervia

22,2

14

33

Alghero Fertilia

1,0

29

14

Rimini Miramare

21,8

11

28

Lamezia Terme

0,7

37

6

Treviso Istrana

21,1

20

23

Pratica di Mare

0,7

37

7

Treviso S. Angelo

20,0

12

35

Decimomannu

0,6

59

18

Ancona Falconara

19,0

28

30

Trapani Birgi

0,3

88

20

Pescara

17,4

16

25

Napoli Capodichino

0,2

71

11

Genova Sestri

15,2

24

29

Palermo Punta Raisi

0,2

97

9

Ronchi dei Legionari

11,0

25

36

Cagliari Elmas

0,2

100

17

Trieste

7,8

13

31

Catania Sigonella

0,1

0

10

Firenze Peretola

7,7

26

32

Catania Fontanarossa

0,0

-

Tab. 3 – Numero medio annuo di ore e decimi di ora di precipitazione nevosa e percentuale di neve mista a pioggia
nel periodo 1996/2011


Fig. 3 – Ore medie annue di precipitazione nevosa nel periodo 1996/2011

I valori di altezza media annua di neve fresca ripropongono le zone continentali quelle più interessate al fenomeno: Milano 25 cm, Verona 13 cm, Istrana e Treviso 10 cm. Anche qui le località più periferiche della Pianura Padana riportano alti valori quali i 41 cm di Torino, i 36 cm di Malpensa e Bologna e i 29 cm di Bergamo. L’altezza, come si è visto, decresce avvicinandosi alle coste adriatiche, e si mantiene sugli 11 cm a Venezia, Cervia e Rimini, ma decresce nelle aree più orientali  (Ronchi dei Legionari 6 cm e Trieste 4 cm). Nella Liguria si hanno 10 cm a Genova ma solo 2 cm a Capo Mele, nella Riviera dei Fiori. Lungo la penisola, tutto il tratto costiero orientale fino all’Abruzzo riporta valori ancora intorno alla decina di centimetri (10 cm ad Ancona e 12 cm a Pescara) e altezze simili si apprezzano sulle alture delle Murge (Gioia del Colle 11 cm), ma calano fino a 4 cm a Bari. Sul versante occidentale, in Toscana, l’altezza media scende fino a 4 cm a Firenze e 2 cm a Pisa e Grosseto. Il valore di 1 cm si registra ancora nel sud della Puglia, a Brindisi, e nella Sardegna nordorientale, a Olbia. Nessun accumulo si registra nel resto della Sardegna, sulla fascia tirrenica, dal Lazio alla Calabria, e in Sicilia (Tabb. 4 e 5; Fig. 4).


Fig. 4 – Altezza media annua stimata di neve fresca nel periodo 1996/2011

Se si considerano gli inverni senza neve (Tab. 4), le risultanze rispecchiano quello che è l’andamento già visto. Nelle quindici stagioni invernali considerate, le stazioni padane e della costa adriatica fino a Rimini, a esclusione di Trieste, non hanno praticamente inverni senza almeno un episodio nevoso (se escludiamo Torino e Ronchi dei Legionari con un caso). I valori oscillano fra 3 e 4 inverni senza neve sull’Adriatico a Trieste e tra Rimini e Bari, sul Mar Ligure centrale e nell’interno della Toscana (20-25%). Procedendo verso sud aumentano, oltrepassando il 50% sulla costa tirrenica della Toscana e del Lazio, raggiungendo l’80% a Napoli e nella Sardegna settentrionale e valori intorno al 90% e oltre in Sicilia e nel sud della Sardegna.