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 di: Roberto Pedemonte


MeteoMuseo "Edmondo Bernacca"



Fig.1 - Edmondo Bernacca.

Il 23 giugno appena trascorso è stato inaugurato a Fivizzano un museo meteorologico intitolato a Edmondo Bernacca. In questa località della Lunigiana, di cui è cittadino onorario e dove è stato sepolto, l’illustre meteorologo ha trascorso parte della sua vita. Il luogo per la costituzione del museo è, sì, dovuto a questa circostanza geografica ma scelto solo grazie alla convergenza tra istituzione comunale e famiglia Bernacca in primis, che hanno messo a disposizione rispettivamente i locali e il materiale privato, e il contributo dell’Aeronautica Militare, della RAI, dell’associazione MeteoApuane (www.meteoapuane.it), dell’Associazione Bernacca (www.associazionebernacca.it) e di altri soggetti pubblici e privati. Il risultato non poteva che riscuotere un interesse generale. Per il sottoscritto, e per tutti coloro che attendevano con impazienza i pochi minuti che Edmondo Bernacca dedicava giornalmente, avanti al telegiornale della sera del primo canale RAI, (domenica esclusa, mi pare), certamente l’iniziativa non poteva essere che ben accolta, considerando quanto un divulgatore come Bernacca, semplice nell’esprimere i concetti di base rivolti a tutti gli utenti ma con metodo rigoroso, meritasse un degno riconoscimento. Entrando nell’affascinante mondo della meteorologia nel corso della breve rubrica “Che Tempo Fa”, questo era il titolo, venivo coinvolto talmente che anche il dover perdere una sola puntata con le previsioni, i dati e le spiegazioni del tempo appena trascorso e di quello previsto per il giorno seguente era per me, all’epoca ragazzino, una vera sventura.

Non saprei dire se sia stata di Bernacca la “responsabilità” del mio coinvolgimento in questa materia o se, viceversa, questo fosse dovuto ad altri fattori e il suo “incontro” quotidiano abbia fatto sì che diventasse parte della mia vita e non rimanesse uno dei quei richiami effimeri che spesso incuriosiscono gli adolescenti ma poi si perdono con l’età adulta. Riascoltare la sigla, alcuni spezzoni della trasmissione e brani tratti da sue interviste, proposte in un filmato all’interno del museo, l’esposizione di alcuni libri della sua collezione, immagini, premi ricevuti, pagine tratte da giornali e riviste, hanno suscitato in me una chiara emozione.

Fig.2 - Edmondo Bernacca e Andrea Baroni.

Bernacca, quale ufficiale del Servizio Meteorologico Nazionale dell’Aeronautica Militare, apparteneva all’ente deputato alla divulgazione delle informazioni meteorologiche al pubblico.

Il suo è stato l’unico appuntamento costante con la meteorologia disponibile sui mezzi di comunicazione radio televisivi (se si esclude il “Bollettino del Mare” radiofonico) per numerosi lustri. Ciò ha fatto sì che il suo nome, benché manchi da tempo dagli schermi e le sue pubblicazioni risalgano al secolo scorso, sia stato tramandato alle giovani generazioni. Ben diversa la situazione attuale. L’informatizzazione generale della nostra società ha comportato che in Italia, oltre all’Aeronautica Militare (la gestione delle stazioni meteorologiche aeroportuali civili, a partire dal 1996, sono state trasferite di competenza all’ENAV) e ai Servizi Meteorologici Regionali con compiti di previsione, di climatologia e di protezione civile, si sovrappongano decine, centinaia di siti con mire di informazione meteorologica, spesso con dubbie capacità professionali o con scopo di lucro, che alimentano l’ignoranza della materia nell’utente medio. La generale cacofonia, che si diffonde nei mass media, disperde il segnale serio e competente, che diventa, purtroppo, difficile da raggiungere per i non addetti ai lavori.

Fig.3 - Il prezioso volume “Profilo Climatico della Lunigiana”.

Ebbene, uno degli scopi principali del MMEB (MeteoMuseo Edmondo Bernacca) è quello di divulgare a fare conoscere il mondo della meteorologia anche agli allievi delle scuole primarie e secondarie grazie all’associazione “MeteoApuane”, che fornisce il supporto tecnico, professionale e didattico. Un primo passo rivolto alla Scuola, spesso in questo paese messa in secondo piano in quanto a fondi e attrezzature, che è (dovrebbe essere) la risorsa per costituire una società futura che sappia fare scelte consapevoli e che non lasci spazio a demagoghi e speculatori.

Alla fine della giornata, il vedere vecchi filmati delle Teche RAI, fotografie in bianco e nero, preziose Carte del Tempo con isobare e fronti tracciati a mano, mi hanno fatto pensare, ancora una volta, all’impegno e al metodo scientifico che Bernacca impiegava per la divulgazione delle nozioni meteorologiche. Nell’occasione, inoltre, è stato ristampato il prezioso volume “Profilo Climatico della Lunigiana”, che segue la prima edizione uscita nel 1996, dopo la sua morte e ormai introvabile, in cui Edmondo Bernacca ha delineato in modo chiaro, con disegni, mappe e grafici tracciati a mano e a colori, la climatologia della regione e delle aree circostanti. Meteorologia di un tempo che fu che, tornata a vivere con uno sguardo al futuro grazie all’impegno di persone volenterose e capaci, lascia spazio alla nostalgia ma è stimolante per ciò che di positivo saprà produrre.