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 di: Massimo Riso


Incendi in Valsusa.   Come in Amazzonia?


Incendio in Amazzonia
Fonte: www.peopleforplanet.it
Incendio sopra Foresto - Valsusa
Fonte: www.lavalsusa.it


L'anno appena trascorso è stato caratterizzato dagli incendi. Chi non ricorda lo spazio mediatico riservato agli incendi in Amazzonia?

Si leggevano titoli di questo tipo:

Repubblica 28-12-2019
Amazzonia, la foresta privatizzata: così Bolsonaro manda in cenere il polmone del mondo.

ANSA 22-08-2019
Record di incendi in Amazzonia, Bolsonaro sotto accusa
Nel mirino la politica ambientale

Bolsonaro è accusato da quasi tutti i leader del mondo di distruggere la foresta per "valorizzare" il territorio.

Sul terreno liberato dalla foresta è possibile così impiantare nuove colture per rivitalizzare l'economia e dare lavoro alle popolazioni locali. Questo è quello che asserisce Bolsonaro.

Ma nessuno può ammettere una politica che sacrifica le foreste, che sono patrimonio del mondo intero, a favore di poche persone. Giustamente ci sono state interpellane da tutto il mondo, addirittura sono state minacciate sanzioni al Brasile se continua con questa politica di distruzione della foresta, che non si limita agli incendi, che sono le immagini più eclatanti, ma continua il taglio degli alberi per fare spazio a campi coltivati, nonché allo sfruttamento minerario del sottosuolo.

In Italia quasi un eguale eco mediatica è stata data agli incendi in Val Susa nell'autunno del 2017. Il fumo era così denso che a Tornio è stato dato l'allarme per polveri sottili, centinaia di persone sfollate.

tgcom24 - 29 ottobre 2017
Il Piemonte continua a bruciare, 600 evacuati in Val di Susa
Roghi anche in Lombardia: fiamme a Varese, nel Comasco, in provincia di Sondrio e nel Bresciano

Ma mi direte voi: "Qual è il nesso fra gli incendi di quest'anno in Amazzonia con quelli della Val Susa del 1917?"

Era domenica 22 settembre 2019, stavo guadando la trasmissione Linea verde in onda su RAI 1, la conduttrice Ingrid Muccitelli stava intervistando Luca Giunti "Guardiaparco aree protette alpi Cozie" in merito agli incendi del 2017. Queste le testuali parole di Giunti: "In questa zona, come in molte altre delle montagne, ci sono tantissime particelle catastali, in questo caso di 26000 proprietari diversi. Per questo dopo l'incendio si è sviluppata una iniziativa chiamata ricomposizione fondiaria che utilizzando delle disposizioni di legge ha fatto in modo che gran parte di queste particelle venissero radunate, salvaguardando le proprietà private, e messe a disposizione di giovani e di cooperative nuove per fare dei tagli collettivi, delle colture collettive o del pascolo collettivo."

Il messaggio qual è: "c'è un bosco, tanti proprietari, occorre bruciarlo per poter "valorizzare" il territorio e impiantare così colture o adibirlo al pascolo". Ma non è quello che sostiene Bolsonaro?

Come se non bastasse nella stessa trasmissione, siamo in San Michele di Prazzo - Val Maira, la conduttrice intervista il proprietario di un'azienda agricola: "Sono molto legato a questo campo perché non era così qualche anno fa, sono riuscito a recuperarlo, mi ricordo un caro amico che con me avrebbe voluto estirpare tutti gli alberi e gli arbusti che c'erano prima."

Ho fatto un salto di mezzo metro sulla sedia, occorre estirpare gli alberi, si ha proprio usato questa parola: "estirpare", per fare posto ai campi.

Ma non è solo la trasmissione "Linea verde" a diffondere questa idea, ma è ormai cultura comune che il bosco va pulito, va curato, va tagliato se si espande, insomma il bosco allo stato naturale è dannoso. Ma allora anche la foresta allo stato naturale è dannosa.

Forse ora avete capito il parallelismo fra l'Italia con gli incendi in Val Susa il Brasile con gli incendi in Amazzonia.

Quando gli altri distruggono l'ambiente per interessi locali occorre fermarli, ma quando siamo noi va bene. Gli altri tagliano la foresta, noi estirpiamo gli alberi.

Qualcuno potrebbe pensare: "Ma le dimensioni sono ben diverse fra la foresta amazzonica e un bosco il Val Susa o in Val Maira." Certo le dimensioni sono enormemente diverse, ma il principio è lo stesso.