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 di: Roberto Pedemonte


IL TEMPO NEL MEDITERRANEO


 

Ministero dell’Aria

Ufficio Meteorologico

Londra, 1937


IL TEMPO NEL MEDITERRANEO


      

CAPITOLO I - Parte 2.1.1  
IL VENTO


 

VENTO SUPERFICIALE – Inverno

Una prima regione è quella parte del mare tra la Spagna e il Nord Africa, a est dello Stretto di Gibilterra che prende il nome di Canale di Alboran, dal nome dell’isola omonima. L'asse del Canale e le sue coste corrono in direzione ovest-est da Gibilterra a circa la longitudine di C. de Gata (2° W), e approssimativamente da sud-ovest a nord-est fino al C. de la Nao sul lato spagnolo, e a Jebel Krichel sul lato africano; entrambi questi luoghi si trovano vicini al meridiano di Greenwich. In quest’area i venti sul mare mostrano una forte tendenza ad essere paralleli alle coste. Sullo Stretto di Gibilterra i venti prevalenti sono tra W e NW sul lato nord e tra W e SW sul lato sud, mentre allontanandosi dallo stretto la maggior parte dei venti provengono da E che continuano a predominare fino al C. de Gata; da qui al meridiano di Greenwich le direzioni prevalenti sono tra SW e W verso NE. Lungo le coste gli effetti locali sono importanti, come si può vedere dalle rose dei venti di Nemours, Jebel Krichel e Cartagena. Nel complesso i venti occidentali sono più forti di quelli orientali, benché non vi sia grande differenza.

Una seconda regione si trova entro limiti definiti approssimativamente dal meridiano di Greenwich, dalla costa del Nord Africa, dalle Isole Baleari e da una linea che va da Minorca a Tunisi. La metà occidentale di questa regione è caratterizzata da venti piuttosto simili a quelli della parte ponente del Canale di Alboran, ma con una maggiore frequenza e forza da E. Nelle parti orientale e settentrionale della regione i venti prevalenti si volgono da NW, dove aumentano di forza. I venti occidentali che predominano al largo delle coste africane fino a circa 5° E di longitudine possono essere considerati come una continuazione di quelli del Canale di Alboran. Nelle rose dei venti delle stazioni costiere sono riconoscibili le correnti prevalenti sebbene si manifestino importanti effetti locali.

Una terza regione può essere considerata l'area compresa tra Spagna, Francia, Italia nordoccidentale, Corsica-Sardegna e la linea che va da Minorca a Tunisi. I venti invernali caratteristici di questa regione sono tra NW e NE, tendendo ad essere da N nella parte più settentrionale e da NW nella parte meridionale. Nella parte occidentale della regione, sono più forti nel nord di quanto non lo siano nel sud, venendosi a formare una cintura di forti venti settentrionali da NW verso SE. I venti delle stazioni costiere mostrano caratteristiche diverse e marcate. Sulla costa orientale della Spagna e sulla quella meridionale della Francia, fino all’altezza di Cette, i venti sono prevalentemente dalla terra verso la costa, che coincide generalmente con la direzione NW dei venti prevalenti sul mare, che rimangono prominenti dentro e fuori la costa meridionale della Francia fino a C. Sicié o I.du Levant; da qui fino a C. Ferrat i venti mostrano una  diminuzione di frequenza da W e un aumento da E da W benché siano rari. Più a oriente, sul Golfo di Genova, predominano i venti dall’interno verso il mare (il vento da NW a Spezia è perpendicolare alla costa nella baia e parallelo alla direzione generale della costa italiana). In Corsica i venti occidentali di C. Corso presentano varie direzioni locali intorno al capo, mentre i venti occidentali e meridionali delle Sanguinarie sono generalmente brezze di terra e di mare; meritano attenzione i forti e frequenti venti da NW di C. Pertusato, i venti da W a SE dell'Asinara, e tutti quelli caratteristici delle Bocche di Bonifacio. I venti settentrionali della costa occidentale della Sardegna, generalmente da NW in mare aperto, sono modificati dalla forma della costa; i venti da W e da E di C. Spartivento mostrano la valenza dell’influenza locale. A Mahon i venti predominanti tendono a orientarsi da N; mentre a Palma provengono tra NW, NE, e una marcata frequenza da SW, associati ai venti del Canale di Alboran orientale.

Una quarta regione è il Mar Tirreno. Qui non vi sono venti così nettamente predominanti come nelle altre tre sezioni del Mediterraneo occidentale e le burrasche, sebbene non affatto sconosciute, sono meno numerose. I venti sono piuttosto uniformemente distribuiti attorno alla bussola, ma nelle parti occidentale e sudoccidentale i venti da W e NW sono frequenti e forti, come lo sono da NE nella parte settentrionale; i venti da SE sono frequenti ma non forti, e quelli da W e SW sono forti ma non tanto frequenti; nella parte sudorientale, i venti tra SE e SW sono relativamente frequenti e forti, mentre il centro di volta in volta condivide l'una o l'altra di queste caratteristiche. Nelle stazioni costiere, in generale, mostrano una accentuata direzione da terra verso il mare, modificata nel caso di Messina da NW e S a causa dell'influenza dello stretto.

Nel Mediterraneo centrale e orientale fino ad Alessandria, i venti dominanti della parte meridionale, sulla rotta dal Canale di Sicilia verso l'Egitto, hanno un carattere generale abbastanza uniforme. A sud della Sicilia sono spesso da NW sebbene si presentino anche venti da W, SW e N; da circa 18° a 28° E i venti prevalenti sono distribuiti tra SW e N, tuttavia, con una certa prevalenza delle direzioni NW e W. Da 28° a 32° E le direzioni prevalenti sono simili a quelle a sud della Sicilia: prevalgono i venti da NW, seguiti da quelli da W. Dalla Sicilia al Canale di Malta, le tempeste si verificano principalmente da NW e W, seguite da quelle da NE, ma si presentano occasionalmente da tutti i punti cardinali. Sul Mar Ionio meridionale, aumentano le burrasche provenienti da NNE e SW, mentre diminuiscono quelle da NW e W, rimanendo comunque, queste ultime, le più frequenti; a nord della Cirenaica sono principalmente tra SW e N, mentre quelle da NE diminuiscono; a sud dell'Egeo sono principalmente tra W e N e, in prossimità della longitudine 30° E, in maggioranza tra SW e NW. Ci sono burrasche occasionali da tutti i punti cardinali fino a circa 28° di longitudine E, ma oltre, le burrasche estreme (da forza 8) si verificano raramente o mai tra NE e SE e nemmeno a forza 7 con venti da NE ed E. Le principali direzioni dei venti con forza 7, nell'estrema parte orientale, sono da NW, W e SW. Nella maggior parte delle stazioni costiere ad oriente di Alessandria, si notano i venti prevalenti tra W e NW o tra SW e N, associati ai venti di terra locali.

L'estremo oriente, a est di Port Said, forma un'altra regione. Sono disponibili solo osservazioni presso le stazioni costiere, molto influenzate dalle particolarità locali. A giudicare dai dati, il sistema di venti su cui sono sovrapposti i venti locali, appare come una circolazione ciclonica mal definita intorno all'area sul mare, tra S e W lungo la costa dell'Egitto orientale, tra SE e SW lungo le coste della Palestina e della Siria, e tra W ed E fino a N nelle vicinanze di Cipro. I venti locali hanno probabilmente una tendenza a provenire generalmente da terra, ma ciò non è sempre chiaro in tutte le stazioni.

Il Mar Ionio, a nord di una linea che va da Siracusa a Creta, costituisce un'altra regione. Nel centro e nel nord di questa regione i venti sono più frequentemente tra S e W e tra NE e N, soffiando parallelamente alla linea della costa dalla Sicilia meridionale al tallone d'Italia. Nella parte orientale della regione, nel canale tra la Grecia e Creta, i venti sono distribuiti in modo piuttosto uniforme attorno alla bussola, sebbene si possa riconoscere una tendenza dei venti da NW, paralleli alla costa occidentale della Grecia e da NE nell'Egeo, paralleli alla linea della costa meridionale della Grecia. La regione mostra marcate differenze rispetto alle regioni vicine in relazione alle direzioni dei venti forti. Al centro, forti venti e burrasche (forza 7-12) sono meno frequenti da NW e la distribuzione è piuttosto uniforme tra gli altri punti cardinali. Dal centro verso nord, i venti forti (forza 6-12) diventano meno frequenti e tra SE e NE e da W; tuttavia quelli da SE sono i più numerosi. Nella parte orientale della regione, aumentano di numero e sono distribuiti più o meno uniformemente attorno alla bussola, con meno frequenza da S. Le stazioni costiere mostrano direzioni del vento molto variabili, a causa dell'orientamento e carattere irregolari della costa.

I venti del mare Adriatico si possono classificare come segue. Al nord, i venti principali sono I. tra NE e NW con una certa predominanza di venti da NE, II. da SE; al centro, i venti principali sono I. da NW, II. da SE e III. da NE; ma si presentano anche quelli da W, N ed E; al sud, quelli principali sono tra SE e NE, con venti relativamente frequenti da S, N e NW. I dati dei venti forti nell'Adriatico si riferiscono a forza Beaufort 6 e oltre. A nord, provengono principalmente da NE e sono pochi o nessuno tra SW e NW. Al centro, sono principalmente tra N e SE e sono pochi o nessuno tra S e W. Al sud, si verificano da tutte le direzioni tranne W; qui le direzioni orientali mostrano la frequenza massima. Le stazioni costiere a oriente dell'Adriatico hanno venti di terra principalmente da NE, mentre le stazioni costiere a occidente hanno soprattutto venti da NW combinati con una componente di terra che varia da un luogo all'altro. Sulle isole, i venti da NE diventano meno prominenti con l'aumentare della distanza dalla sponda orientale; a Pelagosa, poco ad ovest dell’asse dell’Adriatico, le direzioni più pronunciate sono da NW e SE.

I dati del Mar Egeo mostrano i venti prevalenti da S, SE e NE sulla metà settentrionale. Tuttavia, il numero di osservazioni non è sufficiente per essere rappresentativo; ad esempio, le forti burrasche da SW che si verificano di tanto in tanto non sono indicate nella rosa dei venti. I venti prevalenti nelle stazioni sulla terra possono essere suddivisi in tre categorie: I. venti settentrionali sulla costa occidentale e sulle isole occidentali; II. venti nord-orientali sulle isole nella vicinanza dei passaggi verso il Mare Nero; III. generalmente venti di terra o variabili sudorientali e nordoccidentali lungo la costa frastagliata dell'Asia Minore.

 

GOLFO DI GENOVA E MAR LIGURE

Inverno, da dicembre a febbraio.
 

La prima caratteristica evidente della direzione del vento nelle cinque stazioni costiere considerate (Sanremo, Genova, La Spezia, Livorno e Capo Corso) è la loro diversità. Vi è tuttavia un connotato comune alle quattro stazioni sulla terraferma: la predominanza dei venti dai quadranti settentrionali mentre i venti dei quadranti meridionali sono relativamente pochi. Questa caratteristica si estende anche ai venti sul mare aperto a sud di Sanremo, sulla rotta dalla Spagna settentrionale a Genova; invece nel settore sudorientale predominano, nel complesso, i venti dei quadranti meridionali. Questa diversità è dovuta alla frequenza con cui le basse pressioni percorrono il centro del Golfo di Genova nel loro cammino verso il nord Italia.

Esiste una differenza molto decisa tra i venti prevalenti sul lato ovest (C. Ferrat e Nizza) e sul lato est (San Remo) della barriera montuosa tra le riviere francese e ligure: i venti dominanti da E e W della Costa Azzurra sono sostituiti a breve distanza da quelli prevalenti da nord. Sulla base dei risultati delle osservazioni delle navi sulla rotta dalla Spagna settentrionale a Genova, risulta che le direzioni predominanti da E e W della Costa Azzurra non si estendano molto al largo; i venti in mare aperto sono principalmente da N.

 

GOLFO DEL LEONE E COSTA AZZURRA

 Inverno, da dicembre a marzo.
 

Nell'interno del Golfo il vento è prevalentemente da NW in questo periodo dell'anno rispetto alle altre stagioni, sebbene la differenza tra inverno e primavera in alcune parti non sia grande. Talvolta i venti da NW possono persistere praticamente senza interruzione per un mese intero. D'altra parte, la loro frequenza può anche scendere a 10 giorni o meno nel mese. Sono frequenti le fasi di vento da NW di oltre 24 ore, la cui durata varia notevolmente e mediamente è di circa 6 giorni. Verso i limiti orientali del Golfo, i venti da NW tendono a diventare più occidentali e i venti da W hanno circa la stessa frequenza dei venti da E.

I venti da SE a E di forza da 1 a 4 sono meno frequenti in inverno rispetto alle altre stagioni in tutto il Golfo. La frequenza relativa nella formazione di venti tra SE e NE, sequenza che risulta inferiore in mare aperto, è governata dal ruolo considerevole che svolge la costa. Normalmente, i venti da SE ed E soffiano 4 o 5 giorni al mese vicino alla costa. Sono, tuttavia, molto meno regolari dei venti da NW. Possono in alcuni anni soffiare quasi senza interruzione per un mese intero, mentre in altri non soffiare affatto.

I venti da NE e SW sono degni di nota. In alcune stazioni costiere i venti da NE si presentano spesso di notte come brezze di terra. Le brezze diurne sono leggere o di forza moderata e in rare occasioni raggiungono la forza di burrasca. Qui e in altre zone del Mediterraneo, le burrasche da NE sono conosciute con il nome di "grégal". I venti da SW, in alcune stazioni, si configurano come brezze di mare, anche se non sono così comuni in questa stagione come le brezze di terra, ma anche come venti originati da basse pressioni che raggiungono talvolta la forza di burrasca. Tali eventi, tuttavia, sono poco frequenti e di breve durata.

La velocità del vento sulla costa e nelle vicinanze (entro 5 o 10 miglia) è soggetta all’influenza dall'azione delle brezze di terra e di mare anche in inverno. L'effetto è, ovviamente, molto più debole che in estate. I venti freschi meridionali possono non raggiungere la costa, mentre nelle stazioni costiere vi è calma o vento leggero. Forti venti di maestrale possono soffiare per brevi distanze in mare aperto anche quando il gradiente di pressione non è ripido.

Sul mare i venti da NW soffiano per lunghi periodi dell'anno in media a circa 12 nodi, i venti da SE a circa 8 nodi e gli altri venti a velocità inferiore. Singoli anni o gruppi di anni consecutivi, tuttavia, possono mostrare notevole scostamento da questi valori.

La percentuale di forti venti da NW è alta. Secondo i dati in alcune stazioni hanno forza media 5 o più 1 giorno ogni 4 in inverno (1 giorno ogni 2 con vento da NW) e raggiungono la forza di burrasca 1 giorno ogni 14. Forza 5 o superiore viene registrata con vento da SE circa 1 giorno ogni 30 o 40 e forza di burrasca circa un giorno ogni 300, cioè circa una volta ogni due inverni. I valori variano notevolmente, tuttavia, da un periodo di anni ad un altro. In alcuni giorni, nelle stazioni costiere, la velocità raggiunge fino a un massimo di 40 o 50 nodi, e oltre 70 nodi di velocità di raffica, e in mare i massimi i valori sono ancora maggiori.

I periodi di vento fresco o forte continuo che superano 1 giorno di durata media si verificano circa due volte al mese nel caso di venti da NW. Periodi di circa 3 giorni sono comuni e possono anche perdurare fino a di 8 o più giorni. I venti freschi o forti da SE in media si verificano meno di un caso al mese. Durano di norma non più di 2 giorni, ma possono raggiungere 5 o più giorni.

 

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