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 di: Massimo Riso


Le piogge colorate


 


Fig 1 - Cielo risso sulla Val Bisagno - Genova
Foto: Massimo Riso, 21-02-2004 ore 9.26
Luce colorata di rosso a causa dell'enorme quantità di sabbia contenuta nelle nubi.

Con piogge colorate, o litometeore si intendono tutte quelle precipitazioni che assumono una particolare colorazione. Le più comuni sono le piogge rosse o, come venivano frequentemente definite in passato: piogge di sangue.

Sono tutte quelle precipitazioni che contengono al suo interno sostanze estranee e coloranti. La più comune di queste é la sabbia sahariana.

In passato questo tipo di precipitazioni faceva molto scalpore, Plinio ne parla in più opere e G. B. Fellens nel suo: Manuale di meteorologia ossia esposizione teorico dimostrativa dei fenomeni conosciuti sotto il nome di meteore” così scriveva nel 1832:

“Accade non di rado di vedere in alcuni luoghi la terra ed i muri coperti di macchie rossastre, che il volgo crede sieno gocce di sangue. Gli Antichi, avevano osservato questo fatto, e Plinio ne parla in più luoghi delle sue opere. Qualche volta le macchie appajono evidentissime sulla neve, lo che dimostra che se ne possono vedere in tutte le stagioni. Quando questo fenomeno ha luogo, il volgo non manca di gridare al miracolo, supponendo che il cielo irritato abbia convertito le gocce di pioggia in gocce di sangue; ma le persone istruite attribuiscono queste macchie a cause dipendenti dai luoghi e dalle circostanze.

Nel 1744 cadde in uno de' sobborghi di Genova una pioggia rossa che il popolo indicava siccome pioggia di sangue. I Fisici riconobbero che questo colore era dovuto ad una terra rossastra che il vento aveva innalzato a poca lontananza della città, e che si era mischiata colle gocce d' acqua.”

Fellens non si rendeva conto che la "poca lontananza della città" non era altro che i deserti del nord Africa e non era affatto poca.

Ed ancora: “Nel giorno 17 febbraio 1841 nella valle di Vigezzo, ed in altre vallate vicine, dopo essere caduta una dirotta pioggia accompagnata da neve, si osservò quest'ultima colorata in rosso, che esaminata si riconobbe frammista con una polvere di tal colore, la quale fu accuratamente analizzata dal profess. Lavini.


Fig 2 - Pendici Cima delle Saline, Alpi Liguri (Cn)
Polvere del deserto sahariano residuale della fusione della neve.
Foto: Massimo Riso, 20-03-2004

Raccolta la neve e liquefatta, lasciò deporre la detta polvere, che raccolta e seccata presentò li seguenti caratteri: è di color rosso analogo a quello della rugine di ferro, aderisce alla lingua; stemprata nell'acqua ed osservata al microscopio, si presenta in globuli della grossezza di 1/1000 a 2/1000 di linea di pollice francese; calcinata entro un tubo di vetro, spande un odore disagradevole, somministra dell'ammoniaca, e dell'acqua, e lascia un residuo carbonoso. […]

Degno di attenzione è l'osservare che lo stesso giorno 17 febbrajo e successivi 18 e 19 in Genova cadde una dirotta pioggia con una polvere rossa, che venne raccolta ed analizzata dal signor Canobbio professore di Chimica in detta Città, il quale la trovò formata:

da Materia oleosa grassa 13,696
Silice 25,000
Allumina 10,000
Carbonato di calce 39,670
Ossido ferroso 4,900
Ossido di Cromo 1,400
Magnesia 4,640
Perdita 0,694
Totale 100,00

Ed è pur singolare come nello stesso giorno del 17 febbraio cadendo dirottamente la pioggia a Vernet les-eaux (Pirenei Orientali ), sia stata anch'essa promiscua con una polvere rossa.

(Dell'institut. Paris 1841, 22 C 29 Juiltet, pag. 247, 253 C 259).

 

Ecco un riepilogo di piogge o nevi rosse avvenuto nel passato:


Fig 3 - Polvere del deserto sahariano che ricopre il Mediterraneo.

Il 22 febbraio 2004 Un denso pennacchio di polvere del deserto sahariano si spostò verso nord-est sopra l'Algeria e la Tunisia e attraversò il Mar Mediterraneo.
La polvere era così densa che oscurava quasi completamente la vista della superficie, si nota chiaramente in questa immagine a colori reali acquisita dal Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer (MODIS) a bordo del satellite Aqua della NASA.
Il colore marrone chiaro della polvere lo rende facile da distinguere dalle nubi bianche molto più luminose nella scena.

Image courtesy Jacques Descloitres, MODIS Rapid Response Team at NASA GSFC .

Nel 1644 venne segnalata a Genova e nei dintorni la caduta di una polvere rossa, evento che si ripeté nel 1822; una precipitazione di neve colorata avvenne il 19 marzo 1678; gli annalisti accennano gli effetti d’un forte vento vorticoso che chiamano “tifone” nel 1648

[CANOBBIO G.B. (1840) - Topografia Fisica della Città e dei Contorni di Genova, p. 150, 156].

 

Un riepilogo dettagliato lo scrisse il Capitano G. LUIGI DE BARTOLOMEIS, BIBLIOTECARIO DELLA R. MILITARE ACCADEMIA nel 1840.

 

Indicazione delle nevi, piogge, polveri rosse ed altre sostanze molli, secche ed umide cadute in epoche diverse nei R. Stati.

Moltissimi fenomeni di simil natura si leggono nelle storie. Ecco pertanto i fatti, che al nostro paese hanno immediata relazione. Nell'anno 1678 alli 19 marzo cadde la neve rossa in vicinanza di Genova ( Philos. trans. 1678 ).

Nel 1774. — Pioggia rossa a S. Pier d'Arena presso Genova RICHARD

1775 , 13 nov. — Rosso del cielo e pioggia rossa caduta in differenti paesi.

1800, 5-6 marzo, in Italia. — Caduta di polvere rossa, secca, ed in qualche luogo umida ( Opuscoli scelti, T. XXII ).

1814 , 27-28 ottobre , nella notte cadde nella valle d'Oneglia una pioggia rossa ( Giornale di fisica , T. I , p. 52 ).

1816, 15 aprile. — Neve rossa caduta in differenti luoghi dell'Italia settentrionale (Giornale di fisica, T. I, 1818, p. 473).

 

Fig. 4 - Carta ensamble 500 hPa del 21-02-2004

Fig. 5 - Carta ensamble  a 850 hPa del 21-02-2004

In passato veniva notata la "pioggia rossa" solo quando cadeva in grandi quantità e colorava tutto di rosso. Ma dall'avvento dell'automobile bastano poche gocce contenenti la sabbia rossa per notarle, gli autolavaggi non sperano altro.

Notevole fu l'evento del 21-22 febbraio 2004 che ha tinto tutta la città, e l'entroterra è stato ricoperto da un notevole strato di neve rossa.
La situazione sinottica vedeva il 21 febbraio una complessa depressine a sud della penisola Iberica. Nella carta al suolo (Fig. 6) cortesemente offerta da Met Office, si evidenziano sul Sahara algerino e tunisino i fronti di instabilità che causarono le tempeste di sabbia.

Le forti correnti sciroccali generate da questa depressione e presenti a tutte le quote (vedi la carta ensamble a 500hPa - Fig. 4), portarono notevoli quantità di sabbia fino in Svizzera.

Notevole è l'immagine ripresa dal satellite Aqua cortesemente offerta da: MODIS Rapid Response Team at NASA GSFC. La coltre di sabbia trasportata dal vento è così fitta che oscura completamente le coste dell'Africa e della Sardegna e le nubi più alte proiettano la loro ombra sulla coltre di sabbia, quasi come fosse la superficie di un continente.

Nella carta ensamble a 850 hPa (Fig. 5) si nota come tutta l'Italia settentrionale sia ad una temperatura inferiore allo 0°C, questo provocò un "cuscino" di aria fredda che, sovrastato dall'aria umida sciroccale, causò le abbondanti precipitazioni di neve rossa che ricoprirono l'Appennino e le Alpi.

Fig. 6 - Carta di analisi a livello del suolo del 21-02-2004

Fig. 7 - Cima delle Saline m. 2616, Alpi Liguri (Cn)
Neve rossa contenente polvere del deserto sahariano.

Foto: Massimo Riso, 20-03-2004


Fig. 8 – Retrotraiettorie backward (modello NOAA HYSPLIT) proposte su Modena per il giorno 21-11-2002. Le linee rappresentano il percorso delle massa d’aria per le 96 ore precedenti a diverse altezze (500, 1500, 3000 m). Le masse d’aria traevano origine dal Sahara, da cui il trasporto di sabbia, e attraverso la Sicilia raccogliendo così il polline di Ephedra

Un altro evento notevole fu quello del 16-16-18-novembre 2002 che tinse di rosso quasi tutta l’Italia.

Un interessante studio sulle traiettorie percorse dalla sabbia è stato pubblicato da LOMBROSO L., QUATTROCCHI s. - L'OSSERVATORIO DI MODENA 180 anni di misure meteoclimatiche, Societa' Meteorologica Subalpina, p. 276.

Naturalmente lo studio è stato eseguito sulla città di Modena, ma è da ritenersi valido anche per Genova.

Ne riporto qui una parte.

“Un esempio ne è la “pioggia rossa” del 16-17-18 novembre 2002: oltre all’abbondante trasporto di sabbia osservato in quell’occasione a Modena e non solo (Nimbus 39-40, p.59), il monitoraggio pluvio-pollinico eseguito all’Orto Botanco (TREVISAN et al, 2004) ha evidenziato infatti l’interessante presenza di pollini quali l’Ephedra distachya tipo ed E. fragilis tipo, pollini di origine mediterranea.

Per comprendere la provenienza di questi pollini è stato applicato il modello Noaa Hysplit 4, un modello meteorologico di diffusione del trasporto che consente tra l’altro di ricavare le traiettorie di masse d’aria convogliate su Modena. […] L’uso della traiettoria ha permesso si spiegare la presenza di polline di Ephedra come dovuta all’azione di correnti di provenienza sahariana, nordafricana e mediterranea.

Il polline di Ephedra è da considerarsi quindi un buon tracciante per il trasporto a lunga distanza da queste aree.”

Vedi Fig. 8.

BIBLIOGRAFIA
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AA.VV. Giornale delle scienze mediche, 1841. pp.473-476
AA.VV. Atti della ottava riunione degli scienziati italiani tenuta in Genova dal XIV al MDCCCXLVI - Riunione del giorno 24 settembre, Genova 1847. pp. 659-663
BERNACCA E.,1971 - Che tempo farà, Oscar Mondadori, p. 54
BONATI V., 2004 - Precipitazioni colorate, Scheda meteo, ARPAL-CMIRL Agenzia Regionale per l'Ambiente Ligure.
FELLENS G.B., 1832 - Manuale di meteorologia, ossia esposizione teorico-dimostrativa dei fenomeni conosciuti sotto il nome di meteore. p. 153-155
G. LUIGI DE BARTOLOMEIS, 1840 - Notizie topografiche e statistiche sugli stati sardi. p.271-272
GIACOMO MARIA PACI, 1842 - Saggio di Meteorologia. pp.345-365
LOMBROSO L., QUATTROCCHI s. - L'OSSERVATORIO DI MODENA 180 anni di misure meteoclimatiche, 2008, Societa' Meteorologica Subalpina, P. 276