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RIVISTA DI METEOROLOGIA, CLIMA E GHIACCIAI
  

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 METEOROLOGIA NEL MONDO 
LE SNOWBELTS DEL BACINO DEI GRANDI LAGHI AMERICANI
A cura di Marco Pifferetti, SMI redazione Nimbus

26 GIUGNO 2001 - La regione dei Grandi laghi nord americani, tra il Canada e gli Stati Uniti è caratterizzata da inverni molto freddi, con nevicate molto abbondanti, impensabili alle medesime latitudini nel continente europeo.Questa area risente, infatti, degli influssi delle gelide correnti che, dall'Artico canadese si spingono frequentemente fino a latitudini molto basse, non incontrando sul loro cammino ostacoli orografici importanti.

I laghi, liberi dal ghiaccio nella prima parte dell’inverno, forniscono un importante apporto di umidità, creano una forte instabilità convettiva nelle masse d’aria fredda in arrivo e conseguente sviluppo di imponenti formazioni nuvolose, che subiscono poi l'effetto orografico prodotto dalle sponde del lago. 

Le coste orientali e sudorientali dei laghi, sottovento alle correnti fredde dominanti, sono denominate "Snowbelts", “Cinture di Neve” e presentano una nevosità particolarmente elevata, spesso più che doppia rispetto alle sponde opposte. Intense nevicate, denominate "Lake Effect Snow" (LES) occorrono non al passaggio dei sistemi perturbati a scala sinottica, ma insorgono nel letto delle gelide correnti artiche che seguono un fronte freddo. 

Spesso i rovesci di neve post-frontali, che possono manifestarsi anche a carattere temporalesco, insistono su zone circoscritte, e creano accumuli nevosi maggiori di quelli prodotti dal fronte perturbato principale. La loro intensità è direttamente correlata alla differenza di temperatura tra la massa d'aria e le acque del lago, l'ampiezza della superficie lacustre attraversata (fetch) e la velocità di spostamento della massa d'aria, che deve permanere sul bacino lacustre il tempo necessario ad arricchirsi di umidità; anche la geografia del territorio è determinante: rilievi di altezza molto modesta, posti in prossimità della costa, posso determinare sollevamenti dinamici sufficienti ad incrementare localmente in modo significativo, le precipitazioni nevose. (FIG.1)



(FIG.1: dinamica di una nevicata prodotta dell’ “effetto lago”)

Tra il 30 e il 50% delle precipitazioni nevose che interessano le “Snowbelts” sono prodotte dall’”Effetto Lago” e raggiungono intensità molto elevate; possono cadere anche 75 cm di neve in 24 ore e sono stati registrati massimi orari di 28 cm; una singolarità di questi eventi è che spesso insistono per molte ore su certe zone, risparmiandone altre vicine, ciò dipende dal fatto che le bande nuvolose che si formano, assumono spesso l’aspetto di un lungo nastro disposto nel senso della lunghezza del lago, i venti nord occidentali spingono poi la banda nuvolosa contro una ristretta zona costiera sulla quale i fenomeni tendono ad insistere per molte ore.(FIG.2)



(FIG2: le bande nuvolose prodotte dall’”effetto lago” investono delimitate aree costiere)

L’intensità risulta massima tra la fine dell’autunno e l’inizio dell’inverno, quando le acque dei laghi hanno ancora una temperatura elevata e contribuiscono maggiormente ad instabilizzare le masse d’aria fredda in arrivo; nel cuore dell’inverno, quando la superficie dei laghi tende a ghiacciare, le nevicate da “Effetto Lago” si diradano rapidamente.
E’ evidente quali disagi possano provocare queste tempeste di neve su zone intensamente popolate, comprendenti città anche grandi; nonostante le modernissime attrezzature, la preparazione della popolazione ad affrontare tali eventi e le dettagliatissime e precise previsioni del tempo, Cleveland, Buffalo, Rochester, Syracuse negli USA e London in Canada, si trovano esposte, durante l’inverno a frequenti blocchi di tutte le vie di comunicazione per molte ore. 
Esistono sette differenti Snowbelts ( FIG 3 e 4) associate ai cinque grandi laghi nordamericani, si presentano come fasce di ampiezza variabile, gli aspetti che le accomunano sono, la localizzazione a Sud e a Est dei laghi, cioè sopravento alle correnti occidentali o nordoccidentali, che accompagnano le irruzioni fredde, e la loro posizione leggermente sopraelevata rispetto al livello (fig.3) del lago. 

(fig.4)

La prima Snowbelt si estende lungo la penisola del Michigan settentrionale, sul Lago Superiore e si collega con la seconda, disposta lungo la sponda canadese, nello stato dell’Ontario centrale.
La terza snowbelt si estende lungo la costa occidentale dello stato del Michigan, sul lago omonimo, allungandosi fino alla parte più settentrionale dell’Indiana.  La quarta e la quinta abbracciano le coste orientali del Lago Huron e la Georgian Bay nell’Ontario orientale. 
La sesta si estende lungo la costa del Lago Erie, in Ohio, Pennsylvania, fino a Buffalo nello Stato di New York, l’immensa area urbana di Cleveland comprende proprio il cuore della snowbelt, la cittadina di Chardon, dove cadono circa 250 cm di neve all’anno.
Più a est, nella parte centrale del medesimo stato, a est del Lago Ontario, si sviluppa l’ultima “cintura di neve”, comprendente le aree urbane di Syracuse e Rochester, ufficialmente considerate le più nevose del paese, con una nevosità annua di circa 300 cm. 

In Ontario, la nevosità annua lungo le coste del Lago Superiore e del Lago Huron oscilla tra i 300 e i 400 cm ed è molto rilevante il contributo del fenomeno “LES”, la natura collinosa delle coste determina incrementi della nevosità nelle aree più elevate, che possono raggiungere i 17 cm ogni 30 m di altitudine. Una memorabile tempesta investì questa zona tra il 7 e il 9 dicembre 1977 con venti a 100 Km/h e paralizzando la città di London con 100 cm di neve.

Sul versante Statunitense, le cadute di neve più abbondanti interessano la penisola del Michigan settentionale e le Snowbelt che si affacciano sui laghi Erie e Ontario. Nel cuore della Snowbelt del Lago Ontario, nello stato di New York sulle basse colline a circa 90 Km a nord di Syracuse, si riscontra una nevosità annua prossima ai 600 cm; in 17 ore, tra il 7 el’8 dicembre 1958 la cittadina costiera di Oswego, fu coperta da 102 cm di neve, la medesima tempesta depose 183 cm di neve a sud di Buffalo, tra il 5 e l’11 dicembre.

Persistenti afflussi di aria fredda sulla parte più orientale della regione, determinarono, nell’inverno 1976-1977 una spettacolare stagione: tra il 29 novembre e il 2 dicembre, la città di Buffalo fu paralizzata da più di 100 cm di neve e toccò il suo record stagionale con 507 cm di neve. Tutti anni settanta furono comunque molto nevosi tanto da essere battezzati “snowy seventies”.

In anni più recenti, resta memorabile la tempesta del 13 marzo 1993, la storica “Superstorm 1993”, che interessò tutta la metà orientali degli Stati Uniti e riversò su Syracuse, ben 110 cm di neve in due giorni; Tra il 9 e il 10 dicembre 1995 tocco nuovamente a Buffalo con quasi un metro di neve.

Per la zona di Cleveland, Ohio, spettacolare fu la tempesta, denominata “ Veteran’s Day Lake Effect Snow Storm” che tra il 9 e il 14 novembre 1996 accumulò nel sobborgo di Chardon circa 180 cm di neve, risparmiando quasi completamente la vicina Akron. 


Fonti di informazioni

http://www.weather.com/encyclopedia/winter/lake.html
http://ww2010.atmos.uiuc.edu/(Gh)/guides/mtr/home.rxml

http://www.islandnet.com/~see/weather/elements/lkefsnw1.htm

http://www.cira.colostate.edu/ramm/les/LES0.HTM

http://www.crh.noaa.gov/grb/educate.html

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