TORINO - Dopo tanti giorni di freddo, tempo
grigio e pioggia a intermittenza ci si sarebbe legittimamente
aspettati un po’ di sereno. Invece no: sulle nostre teste, avvertono
i meteorologi, sta per abbattersi «Josefine», nuovo ciclone che, a
quanto pare, non ha nulla da invidiare a «Claire», l’altra grande
perturbazione che due settimane fa portò in Piemonte allagamenti e
distruzioni. Anzi: «Josefine» potrebbe provocare sconquassi ancora
peggiori, a partire dai millimetri massimi di pioggia stimati questa
volta in 400 contro i 300 di quindici giorni orsono. Già dalle prime
ore di questa mattina, insomma, le condizioni del tempo dovrebbero
(ulteriormente) peggiorare con piogge torrenziali e venti da sudest.
La neve cadrà solo al di sopra dei 3000- 3200 metri: tutto il resto
sarà acqua che precipiterà a valle col pericolo di piene e
esondazioni. Già oggi, mentre a Torino scendevano poche gocce, in
valle Orco sono caduti ben settanta millimetri di pioggia. Il lago
Maggiore cresce quasi a vista d’occhio, quattro centimetri all’ora,
e potrebbe uscire dagli argini già all’alba di oggi. La strada tra
Domodossola e Macugnaga è stata interrotta da piccole frane mentre la
statale del Sempione è nuovamente chiusa, a tre chilometri dalla
Svizzera, per la caduta di alcuni massi. In molte zone del Piemonte,
soprattutto in provincia di Cuneo, Alessandria e Asti, la vendemmia è
bloccata.A Torino l’accensione dei termosifoni in tutte le scuole,
prevista per lunedì, è stata anticipata a oggi. Intanto Vigili del
fuoco e Protezione civile hanno già ricevuto dalla Prefettura il fax
di allerta. Spiega Francesco Carenza, ufficiale responsabile del
Servizio di protezione civile del Comune: «I pericoli maggiori sono
stati individuati nella "zona B", cioè Valsesia, Biellese,
Eporediese, per la quale è stato emanato il codice 2, vale a dire
«rischio di dissesti idrogeologici» come frane e allagamenti. Per il
resto della regione, ad esempio Canavese, valli di Lanzo, bassa
Valsusa, Alpi Cozie e Marittime, pianura settentrionale, Monferrato
settentrionale e collina torinese, il codice è "1P", cioè
preallerta. Si tratta di bollettini validi due giorni che vengono
però aggiornati, in assenza di emergenze, ogni ventiquattr’ore, all’una
del pomeriggio».A lanciare l’allarme su quello che potrebbe
trasformarsi in un pauroso fine settimana «sott’acqua» è il
climatologo Luca Mercalli della Società meteorologica subalpina: «Le
nubi, provocate da aria calda e umida proveniente dall’Algeria e
quindi dal Mediterraneo, stanno caricandosi e la temperatura ancora
alta del mare rappresenta un formidabile serbatoio di energia. Si
tratta insomma di un vero e proprio "ciclone
extratropicale". Tutti i modelli concordano: la situazione appare
paragonabile a quella del novembre 1994, comprese le bassissime
pressioni atmosferiche. E a essere maggiormente investite dalla parte
più massiccia della perturbazione, che arriverà dal mare e supererà
facilmente le alture della Liguria, saranno ancora una volta le zone
prealpine». Il momento peggiore, spiega Mercalli, è previsto per
oggi pomeriggio. E quando si giungerà a una tregua? «Tutto dipende
dall’area di alta pressione sui Balcani che, per il momento, non
lascia passare il vortice e lo tiene bloccato sopra di noi. Le prime
schiarite, in ogni caso, non arriveranno prima di lunedì».
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