RASSEGNA STAMPA
17 agosto 2001  -  Fonte: La Gazzetta di Modena
CANNONI ANTIGRANDINE, PROSEGUE LA POLEMICA

SAN PROSPERO, 17 agosto 2001 -  Cannoni antigrandine, prosegue la polemica. Mentre in questi giorni proprio in paese si sta costituendo un comitato per contestare l'uso sconsiderato di questi strumenti, lamentando i disagi per i rumori fuori dalla norma e la collocazione illegale perché troppo vicini alla abitazioni di privati, c'è chi i cannoni antigrandine li difende a spada tratta alla luce dei benefici ricavati dal loro utilizzo. Insomma, è la tesi di un agricoltore, basterebbe solamente un po' di tolleranza. A parlare è Giuseppe Tusini, il titolare dell'azienda agricola coltivata interamente a pere e che si estende per un centinaio di metri quadtrati in via Olmo a San Prospero.
"Nella mia azienda abbiamo installato i cannoni antigrandine da quattro, cinque anni e da allora praticamente non abbiamo avuto più problemi. Solamente una volta abbiamo accusato dei forti danni perché due dei nostri cannoni erano guasti e non funzionavano. I cannoni funzionano perché da allora abbiamo sempre evitato le grandinate devastanti, quelle che ti spezzano non solo la frutta ma ti distruggono l'intera pianta. Chiaro, non siamo riusciti ad evitare i fenomeni più leggeri, ma ovviamente il problema è stato molto minore" . "Vorrei sottolineare che la grandine - prosegue Tusini - è il veicolo principale del maledetto "Colpo di fuoco batterico", la malattia devastante che può distruggere l'intera nostra stagione agricola. La grandine, scalfendo frutta e corteccia dell'albero, provoca ferite e la malattia, sempre latente, può intaccare con facilità così come accade nell'uomo che può infettarsi in caso di ferite aperte o trascurate". "Pertanto se va distrutto l'intero raccolto oppure la coltivazione s'ammala il danno è non solo per noi titolari d'azienda ma anche per quei dipendenti, centinaia di persone prese come manovalanza e per quegli impiegati fissi tutto l'anno nell'azienda. Si creerebbe una preoccupante disoccupazione nel settore". "Va considerato - conclude Tusini - che il periodo a rischio va da maggio a settembre e che in tutto, nell'arco dell'intero anno, spareremo si e no dieci, venti volte e in quei casi per la durata di un'ora. Ecco penso che un po' di tolleranza non guasterebbe".

17 agosto 2001 
-  Fonte:
La Gazzetta di Modena


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