logoverticale 3.gif (13804 byte)

Home page
Torna indietro
Invia una email


RIVISTA DI METEOROLOGIA, CLIMA E GHIACCIAI
  

ATLANTE
DELLE NUBI

Poster 70x100 cm
posternubi.gif (22183 byte)

meteolabfrontipiccolo.gif (11746 byte)
METEOLAB CD
Corso multimediale di meteorologia
  

   
ANCORA SUI NUBIFRAGI NEL SUD ITALIA
Articoli tratti da LA GAZZETTA DEL SUD - 11 Settembre 2000
LA TRAGEDIA DEL CAMPEGGIO DI SOVERATO
Sono 12 i corpi recuperati da forze dell'ordine,vigili del fuoco e volontari che da ieri pomeriggio scavano nel fango, nella zona di Soverato, in Calabria, dove il torrente Beltrame è straripato travolgendo il campeggio "Le Giare". Soltanto 8 vittime sono state identificate. Restano da identificare altre tre donne. Incertezza sul numero dei dispersi (sarebbero 4) perchè i registri delle presenze sono andati distrutti nell'alluvione. Nella struttura c'erano almeno 64 ospiti dell'Unitalsi, più alcune famiglie in vacanza. In molti avevano lasciato il campeggio il giorno prima per il maltempo.
Per l'emergenza in Calabria un consiglio dei ministri straordinario proclamerà nel pomeriggio lo stato di calamità naturale. Sarà preceduto da una riunione del Comitato d'emergenza della Protezione civile. La regione ha dichiarato lo stato di lutto. "Per far luce sulle responsabilità c'è un'inchiesta della magistratura": taglia corto il ministro dell'Interno Bianco rispondendo a chi chiede ragione di un campeggio aperto da 20 anni in una zona a rischio."Il camping non doveva essere lì" sostiene comunque il ministro. Sulle polemiche per i soccorsi,precisa che le forze dell'ordine erano sul posto dopo 20 minuti dalle segnalazioni. Dopo la tragedia, divampa la polemica. I politici chiedono di "accertare le responsabilità". In un'intervista al 'Corsera', il ministro dei Lavori pubblici, Nerio Nesi, parla dell'abusivismo in Calabria che "prosegue anche in settori diversi dalla casa,pure per le installazioni provvisorie" come in una sorta di deserto in cui tutti sono"deresponsabilizzati". "I bollettini meteo erano inequivocabili" dice il capo della Protezione Civile, Barberi: "Regioni,comuni e prefetture avrebbero dovuto mettersi in preallarme". Il ministro all'Ambiente Bordon si augura che "la comune indignazione sopravviva alle 48 ore di prammatica".

 

L'ONDA DI PIENA E' ARRIVATA DI NOTTE NEL CAMPEGGIO
SOVERATO - L'ondata assassina è arrivata poco prima delle 5. Ed ha sorpreso nel sonno tutto il campeggio, dove insieme ai soliti turisti c'erano tanti disabili organizzati in una specie di colonia. È stata una strage. Il fango ha travolto tutti e tutto, lasciando pochissime vie di scampo: i tetti dei bungalow in muratura ed i salici centenari. Chi non ha avuto la forza, la prontezza ed il coraggio di saltare sui muri e sugli alberi non ha trovato scampo, a meno di un miracolo. L'elenco dei morti è sotto gli occhi del prefetto Vincenzo Gallitto che tre anni fa s'era dato un gran da fare ad Alessandria per l'alluvione. Anche là ci furono tante vittime. Queste di Soverato sono 11, ma l'elenco è destinato ad allungarsi perché ci sono 5 persone dichiarate disperse. Tutta gente che non si trova, travolta dalla piena mentre stava in vacanza. Il teatro della tragedia è il camping Le Giare, alle porte dei Soverato, una trentina di chilometri da Catanzaro lungo la jonica. E mentre qualcuno ha già provveduto a ribattezzare il campeggio Le Bare, in tanti si sono resi conto solamente ieri che la piccola struttura turistica sorgeva troppo vicina all'alveo di un torrente. Fino ad appena quattro giorni fa, quando c'erano 35 gradi all'ombra e file d'ombrelloni sulla spiaggia, il torrente Beltrame era solo un rivolo d'acqua quasi a secco. Ma dopo quarantotto ore di pioggia battente quel torrentello è diventato un fiume. I detriti ed i resti degli innumerevoli incendi che si sono succeduti durante l'estate hanno fatto da tappo, ad una decina di chilometri a nord, nel comune di Petrizzi, poi le migliaia di metri cubi d'acqua accumulati nel vallone hanno avuto la meglio. La diga che s'era formata per l'incuria dell'uomo ha ceduto, e giù alla foce dell'ex torrentello è arrivata un'ondata di fango. L'acqua si è riappropriata del suo spazio originario. Tempesta di fango. Nello spazio di qualche minuto il camping è stato cancellato. È cambiato lo stato dei luoghi: davanti all'ingresso ora c'è una barriera di fango alta più di un metro, il bar ed i piccoli uffici sommersi fino al soffitto, molti bungalow sono completamente ricoperti, le auto del parcheggio raggomitolate ed ammassate quasi tutte sulla sponda sinistra del torrente dando l'impressione di uno sfasciacarrozze. Un vasto e folto canneto è stato messo giù in pochi secondi. Il letto del torrente è aumentato di almeno venti volte. Difficile, se non impossibile quando il livello del terreno si alza di circa un metro e mezzo, cercare qualcuno o qualcosa rimasto sotto. Ieri mattina erano circa trecento gli uomini impegnati nelle ricerche dei dispersi. I fuoristrada erano inutilizzabili. L'unico modo per tentare il salvataggio di qualcuno era ripercorrere le sponde scrutando con attenzione sulla superficie fangosa. L'altro sistema adottato è stato l'elicottero. Che però s'è potuto alzare fino alle 13. Dopo è ricominciata la pioggia abbondante. Polizia, carabinieri, guardia di finanza, Croce rossa, Protezione civile e volontari non si sono arresi, e sotto l'acqua hanno continuato il tentativo di salvare qualche altra vita. Poco dopo mezzogiorno dall'elicottero gialloverde della finanza hanno avvistato un corpo in mare. Galleggiava in balia delle onde altissime alimentate da un forte libeccio. Per un attimo qualcuno a bordo ha pensato che si avesse a che fare con un superstite. Ma è bastato avvicinarsi un po' di più per capire che si trattava di un corpo senza vita. Era quello di una donna, molto giovane, biondissima, che indossava ancora un bikini. La furia del torrente l'aveva spinta a mezzo miglio dalla costa. Il cadavere è stato portato all'ospedale di Soverato dove fino a ieri sera è proseguito lo straziante arrivo dei parenti delle vittime. Ma fino alle 22 quel corpo non era stato ancora identificato. Disabili in colonia. Erano arrivati da qualche giorno nel camping e si erano sistemati tutti nei bungalow. Il gruppo catanzarese dell'Unitalsi, l'associazione di volontariato che si occupa dei viaggi della speranza a Lourdes, aveva pensato a tutto ma non certamente al pericolo d'una piena. Erano arrivati in 62 da Catanzaro, tra portatori di handicap e volontari, ma ieri erano diventati 49 dopo che qualcuno aveva pensato bene di farsi portare a casa perché la pioggia aveva ormai rovinato la vacanza. Così erano rimasti 17 disabili e 32 tra assistenti e parenti. In più c'erano i turisti, quelli _normali_. Il registro delle presenze s'è perso nel fango, e da una prima ricostruzione sembra ci fossero nel camping due famiglie. Una delle quali, arrivata con auto e roulotte era la famiglia Gentile, padre, madre e figlia che venivano da Milano. Di loro non si sa nulla, tranne che il capofamiglia è un dipendente del Credito Italiano. Dell'altro nucleo familiare, quattro persone in tutto, si sarebbero salvati tutti. Arriva il ministro. Erano le 18 quando Enzo Bianco, ministro dell'Interno, insieme al ministro degli Affari regionali Agazio Loiero, è arrivato alla sede del Comune di Soverato dov'è stata creata l'Unità di crisi. Ad accoglierlo c'erano il responsabile dell'Agenzia della protezione civile Franco Barberi, il prefetto catanzarese Vincenzo Gallitto, il presidente della Provincia Michele Traversa ed i sindaci di Catanzaro Sergio Abramo e di Soverato Gianni Calabretta. Ma nessun rappresentante della Regione. Bianco ha annunciato: "Sono in continuo contatto col presidente della Repubblica e col presidente del consiglio, a cui ho chiesto che domani si tenga una riunione urgente del governo per dichiarare lo stato di calamità in Calabria". Il maltempo infatti non ha messo in ginocchio soltanto Soverato ma tutta la Jonica calabrese. I più colpiti, secondo Bianco, sono i Comuni di Sant'Andrea, Davoli, Santa Caterina, Chiaravalle e Guardavalle, tutti lungo la costa catanzarese. Poi il ministro ha parlato della macchina dei soccorsi che s'è mossa con tempestività ed efficienza. E proprio mentre Bianco discuteva coi giornalisti arrivavano sul posto della sciagura le grandi _torri-faro_ per illuminare la zona dove le ricerche dei dispersi non si sono fermate mai.

DECINE DI IMBARCAZIONI INGOIATE DAL MARE
CASTROVILLARI - Fango. Detriti. Sterpaglie. Ovunque i segni della catastrofe ambientale che s'è abbattuta nel Cosentino. La gente, adesso anche qui ha paura della pioggia assassina, teme che l'acqua possa gonfiare i fiumi e seminare morte e distruzione. I danni il maltempo li ha già fatti. Dappertutto ha lasciato tracce evidenti della sua ira. Nel Rossanese, per far fronte alla grande emergenza, i vigili del fuoco hanno inviato rinforzi da Cosenza, Salerno, Matera e Taranto, una cinquantina di uomini in tutto per irrobustire il contingente del distaccamento locale che da solo, ormai, non riusciva a rispondere a tutte le chiamate di soccorso registrare dalla centrale operativa del "115". Coi pompieri anche elicotteri dell'Aeronautica militare utilizzati per prestare soccorso alle persone anziane ed ai bambini delle contrade di Colagnati dove il torrente è straripato e s'è portato via un pezzo di strada. Richieste d'aiuto anche dagli abitanti di Pesco, di Gatto, di Ceradonna, di Trenta Demoni. A rischio anche le aree periferiche di Vallonaranci, di Pirromalena, di Amica, di Toscano, di Fossa e di Fabbrica, dove, secondo le ultime segnalazione, l'acqua ha raggiunto oltre il metro. Il previsto incontro di calcio, valido per la coppa Italia, Rossanese-Cariatese, non s'è giocato perché lo stadio è diventato pista d'emergenza per i velivoli, secondo le disposizioni del primo cittadino di Rossano, Giuseppe Caputo. Allo Scalo, invece, l'acqua ha invaso le case a piano terra, i magazzini, gli uffici. Lo stesso comando della polizia municipale è inagibile. Grave pure il momento vissuto dalle popolazioni del Cariatese. A Murante il torrente è straripato invadendo i centri dell'area interna, allagando le case e distruggendo gli arredi. Superano il miliardo e mezzo i danni subiti dalla Meridionale Infissi i cui locali sono stati travolti dalla massa di fango in movimento. Nel Coriglianese la gente è in ansie per frane e smottamenti. A rischio i rioni San Martino e San Domenico. Problemi nelle frazioni di Schiavonea, Scalo, Salice, Cantinella, Piano Caruso, Fabrizio, Villaggio Frassa, Apollinara, Mezzofato. Grande attenzione, pure, per il livello dei torrenti le cui acque continuano pericolosamente a lievitare. Problemi anche per la viabilità. Sulla 106 Jonica si transita con difficoltà per via degli ostacoli disseminati sull'asfalto. Identico il panorama sul Tirreno. Una decina di piccoli natanti ormeggiati nel porto di Cetraro sono stati ingoiati dal mare. Sulla statale 18, nei pressi di Campora San Giovanni, il vento ha ribaltato due autovetture. Nel Paolano, le frustate di Eolo hanno abbattuto degli alberi sulla statale 107. E, per fortuna, non sono segnalate vittime.

STRARIPATO IL TORMACHIELLO
VIBO VALENTIA - Piove da quattro giorni e l'emergenza maltempo scoppia anche nel Vibonese: dalle Serre a Nicotera. Frane, smottamenti, fiumi di fango che si riversano sulle strade, tombini saltati, cunette intasate di detriti, alcune arterie interrotte, viabilità a rischio su tutto il territorio provinciale. A Vibo Marina, invece, si ripropone il problema degli allagamenti in via Emilia, viale delle Industrie, via Senatore Parodi ed il quartiere Pennello. Nella zona di Bivona il torrente Tomarchiello è straripato ed il campetto di calcio, accanto alla chiesa, si è trasformato in una vera e propria palude. Disagi anche a Vibo centro dove i vigili urbani ed alcuni operai, ieri mattina, hanno avuto un bel da fare per salvare dall'acqua tutti i fascicoli della ripartizione urbanistica. Gli uffici comunali, infatti, si sono completamente allagati. Sulle strade limitrofe del capoluogo, le squadre di soccorso sono intervenute per rimuovere alcuni massi sulla provinciale per Stefanaconi. La Prefettura è in stato di massima allerta. Il dott. Giuseppe Ranieri, responsabile dell'ufficio di Protezione civile, ha interessato tutti i sindaci, l'Amministrazione provinciale, l'Anas, la Questura, il Comando provinciale dei carabinieri, vigili del fuoco ed il Corpo della guardia forestale che hanno mobilitato uomini e mezzi inviandoli nelle zone più colpite dall'ondata di maltempo. Le squadre di soccorso, sempre nella mattinata di ieri, sono intervenuti sulla Statale _182_, all'altezza di Serra San Bruno, per sgomberare la strada da una frana. Completamente invasa dal fango la Provinciale Simbario-Cardinale, dove la viabilità è difficoltosa; chiusa al traffico la strada provinciale Brognaturo-Santa Caterina sullo Ionio: in località _Acqua del Sorcio_ la sede stradale è ceduta e per questo motivo i carabinieri, in via precauzionale, hanno deciso di deviare il traffico su un percorso alternativo. E sempre nelle Serre il maltempo ha provocato il parziale crollo di un ponte a Brognaturo, in località _Lacina_. Per questo motivo anche la strada che conduce a Cardinale è stata sbarrata. Ma la pioggia non ha provocato danni e disagi solo alla viabilità, bensì anche alle linee telefoniche ed elettriche. Segnalazioni in tal senso sono arrivate in Prefettura da Monterosso, Francavilla Angitola, Fildalfia, Nicotera e Ricadi. In quest'ultimo comune la zona interessata all'interruzione della corrente elettrica, per alcune ore, è stata quella del litorale, con particolari disagi nei campeggi. Il prefetto Gianfranco Casilli per tutta la giornata di ieri si è tenuto in stretto contatto con i sindaci dei comuni più colpiti dal maltempo. "La situazione _ ha detto ieri pomeriggio il dott. Ranieri è sotto controllo".

 

NELLA LOCRIDE DECINE DI CENTRI ISOLATI
ROCCELLA JONICA - Un uragano inarrestabile di pioggia battente continua a flagellare senza sosta i centri della Locride da quasi 48 ore. Due giornate che stanno facendo rivivere la tragica alluvione degli anni '50. Anche se tutto il comprensorio, che conta ben 42 comuni dei 96 compessivamente esistenti nella provincia di Reggio Calabria, è battuto incessantemente dalla pioggia torrenziale, i centri più colpiti dai danni (ammontano a decine di miliardi) sono Roccella, Marina di Gioiosa, Gioiosa Jonica, Caulonia, Grotteria, Mammola, Martone, San Giovanni di Gerace, Placanica, Stignano, Riace, Camini, Monasterace e la vallata dello Stilaro. La situazione più critica, come del resto è avvenuto già sabato, si registra a Roccella, dove circa un centinaio sono le case allagate ed evacuate. Più di 300 famiglie hanno trascorso la notte tra sabato e domenica fuori dalle loro abitazioni andando a stare in case di parenti e amici. Più di cento anche le autovetture distrutte e trasportate per decine e decine di metri lungo le principali arterie cittadine insieme a decine e decine di bidoni dell' immondizia finiti anche contro le case. Una decina di autovetture, dopo un percorso di oltre mezzo chilometro, sono addirittura finite sulla piaggia. Decine e decine le imbarcazioni distrutte e finite in mare. Danni ingentissimi a ben sei stabilimenti balneari. Un vastissimo costone, composto da pietre e argilla, del castello medioevale che fu dei principi Carafa, si è staccato dalla sede naturale andando a finire, dopo una "caduta" di oltre cento metri, addosso ad una mezza dozzina di abitazioni distruggendone due. Salvi gli occupanti delle case fuggiti in strada. Competamente allagata la stazione ferroviaria. Bloccate e intransitabili tutte le strade interne, compreso il tratto di Statale 106 che attraversa la cittadina. Saltato tutto il sistema fognario e le tubature dell'acqua. In tilt anche, in diversi quartieri, il servizio telefonico. Le chiamate di soccorso fatte ai vigili del fuoco, ai carabinieri e alla polizia sono più di 500. Allagati un centinaio di esercizi commerciali posti in centro e in periferia. Le zone periferiche e le contrade sono isolate dalle 21 di ieri. Danni anche a Marina di Gioiosa. Caulonia, Monasterace, Brancaleone, con torrenti ingrossati che rischiano di straripare. A Caulonia scena apocalittiche. Carcasse di animali portate a valle dell'Allaro in piena, solitamente a secco di questi tempi, come l'Amusa e il Precariti. Famiglie isolate, nelle contrade San Nicola, Pirarelle, Ursini, Campoli, Agromastelli, Popelli e Crochi manca l'energia elettrica. Un centro storico già prostrato da un vecchio dissesto idrogeologico nei quartieri Maietta e Tinari, ulteriormente aggredito da smottamenti che rendono pericolosissima la permanenza dei cittadini che abitanto nella parte più alta di piazza Baglio, nelle adiacanze del castello. Due delle tre strade provinciali che dalla Statale 106 portano al centro storico sono interrotte in più punti. Il ponte sul torrente Preceriti che delimita i territori di Caulonia e Stignano si è incrinato. Al momento si transita solo su una corsia. A Locri altra situazione di gravissimo allarme. Allagamenti e smottamenti di terreno in diverse frazioni. L'erogazione dell'acqua e della luce si è interrotta e solo nella tarda serata di ieri l'energia elettrica è tornata nelle case. Definitivamente saltate le reti idrica e fognaria. Interrotta anche per diverse ore la strada che collega Locri a Sant'Ilario. Pressoché impossibili i collegamenti con i paesi del comprensorio. Ancor più gravi le condizioni in cui si trovano i centri dell'entroterra, perlopiù isolati e al momento non raggiungibili.

L'ALLARME ERA STATO DIRAMATO
ROMA - L' allarme per una situazione meteorologica critica su diverse regioni meridionali era stato inviato già giovedì, con validità fino a oggi, a tutte le Prefetture dalla Protezione civile. Il nubifragio, che ha investito alcune zone della Calabria, non si può dunque definire imprevisto dal momento che il primo avviso per "avverse condizioni meteorologiche" per le regioni meridionali (Basilicata, Calabria, Sicilia, Campania e Puglia) è stato diramato alle 13.30 di giovedì 7 settembre e ha raggiunto tutte le Prefetture interessate. Un nuovo avviso, con il quale venivano prolungate le condizioni negative per le successive 12-18 ore, è stato diramato sabato sera alle 22. Il messaggio, che reca i dati di previsione meteorologica dell' Aeronautica militare e dei servizi regionali, analizzati dalla "veglia meteorologica" della Protezione civile preannunciava, a partire dalle prime ore di venerdì e per le successive 36-48 ore "precipitazioni abbondanti, anche a carattere temporalesco", più intense "sui versanti ionici". Particolare attenzione veniva segnalata per la Sicilia orientale e la Calabria centro-meridionale. I messaggi, inviati a tutte le strutture operative della Protezione civile interessate, sia a livello centrale che locale attivano le procedure codificate nella direttiva "Attività preparatoria a procedure di intervento in caso di emergenza per protezione civile". L'avviso di "condizioni meteorologiche avverse" diramato dalla Protezione civile il 9 settembre, ribadisce la gravità della situazione e precisa: "Persistono per le prossime 12-18 ore precipitazioni abbondanti, a carattere temporalesco su Basilicata, Calabria e Sicilia". E, aggiunge: "si prevedono anche venti forti orientali su Campania, Basilicata, Calabria e Puglia". A rafforzare l'allarme ci sono le previsioni delle quantità di precipitazioni previste (fino a 100 millimetri). Si legge infatti: "Mappe pluviometriche di Ecmwf delle ore 00.00 del 9 settembre, per periodo 00.00/utc-24.00/utc di domenica 10 settembre, indicano quantitativi complessivi previsti di circa 60 millimetri di precipitazioni con massimi di 46 millimetri su Sicilia orientale (nel corso della mattinata) e di 37 millimetri su Calabria ionica (tra il pomeriggio e la sera)". A questo si aggiungono le elaborazioni, segnalate nello stesso avviso diramato dalla Protezione civile, "di modello lambo di Smr Emilia-Romagna-Romagna delle ore 00.00/utc del 9 settembre 2000" che indicano "tra le ore 00.00/utc e le ore 24.00/utc di domenica 10 settembre, precipitazioni previste tra i 50-100 millimetri su settori ionici calabresi e siciliani". La validità dell'avviso - è sottolineato con un carattere neretto - "deve intendersi prolungata sino alle ore 06.00/utc di lunedì 11", ovvero oggi.

UN ECCEZIONALE VORTICE CICLONICO, di Samuele Mussillo (Stretto di Messina S.p.A.)
Un enorme vortice ciclonico capace di produrre violentissime precipitazioni. Già la classificazione meteorologica dà l'idea della gravità dell'evento che ha colpito il versante ionico della Calabria. Ma è analizzando l'andamento della perturbazione che nelle ultime 60 ore ha flagellato le estreme regioni meridionali, che si ha l'esatta cognizione del disastro. Un minimo di bassa pressione del valore di 1004 millibar, venerdì si è collocato tra l'isola di Ustica e le Eolie, alimentato da un flusso d'aria molto fredda e instabile proveniente dalla Scandinavia: l'enorme energia termica accumulata nelle settimane precedenti di gran caldo, ha favorito la formazione dei cumulonembi temporaleschi. Questi, ruotando in senso antiorario intorno all'occhio ciclonico, hanno bersagliato in modo violentissimo il versante ionico calabrese con una serie ininterrotta di nubifragi che si sono protratti dalla serata di sabato fino all'alba di domenica. La Sicilia orientale, trovandosi all'interno dell'occhio del ciclone, è stata parzialmente preservata, ma il ramo orientale della perturbazione ha investito in pieno la Calabria ionica. A intensificare la violenza del maltempo ha contribuito in maniera determinante un particolare fenomeno conosciuto dai meteorologi con il termine di staü . La vastissima nuvolosità, visibile nell'immagine inviata dal satellite polare (nella f oto ), nell'affrontare i salienti delle Serre vibonesi, ha immediatamente formato i temibilissimi cumulonembi temporaleschi, capaci di riversare una quantità enorme di pioggia, con un devastante effetto moltiplicatore dovuto al rapidissimo raffreddamento dell'aria già fortemente instabile. Si può quantificare che, se sul litorale sono caduti dai 50 ai 60 litri per metro quadro, sui rilievi la quantità di precipitazione non è stata inferiore ai 100-120 litri: una quantità enorme, portata verso il mare dal fiume Beltrame. Le condizioni meteorologiche migliorano con estrema lentezza, a causa dell'opposizione operata dall'alta pressione posizionata sul Mediterraneo orientale, e soltanto nel pomeriggio di oggi la perturbazione si porterà verso le coste greche procurando altri guasti. Ancora per oggi il tempo sarà dunque moderatamente perturbato sulla Calabria ionica e la Sicilia orientale, con cielo in prevalenza coperto, accompagnato da piogge intermittenti di debole e media intensità, mentre locali rovesci temporaleschi si potranno verificare sulle zone teatro della tragedia. Il tempo si ristabilirà definitivamente mercoledì, anche se l'atmosfera permarrà instabile e marcatamente autunnale.
ALLUVIONI IN ITALIA
Ecco l'elenco delle alluvioni più devastanti che hanno colpito l'Italia:

- Calabria, 22 ottobre 1951 : un' alluvione colpisce la Calabria meridionale. I morti un centinaio.

- Polesine, 14 novembre 1951 : l'alluvione fa straripare il Po che sommerge i due terzi della provincia di Rovigo. Distrutti 29 comuni dell'Alto Polesine. I morti 89.

- Salerno, 26 ottobre 1954 : un'alluvione colpisce Salerno e molti centri della costiera amalfitana e della provincia. I morti circa 300.

-Firenze, 4 novembre 1966 : un'alluvione provoca lo straripamento dell'Arno. I morti, 35. I danni ingenti: oltre alle case distrutte, moltissime le opere d' arte spazzate via dall'acqua.

-Piemonte, 3 novembre 1968 : un'alluvione colpisce soprattutto il Biellese. I morti circa 60. -

Trapani, 5 novembre 1976 : un'alluvione si abbatte sulla città e dintorni. I morti 13. I danni, decine di miliardi di lire.

- Piemonte, 9 agosto 1978 : un' alluvione si abbatte in Val d' Ossola. I morti, 18. I danni oltre 50 miliardi di lire.

-Toscana, 14 novembre 1982 : maltempo e pioggia fanno straripare il fiume Frigido nella zona di Massa Carrara.

- Sardegna, 13 ottobre 1986 : un violento nubifragio colpisce la parte sud-orientale dell'isola provocando i danni più gravi nella zona di Cagliari e del Sulcis con crolli, allagamenti e smottamenti. I morti 5.

- Valtellina, 18 luglio 1987 : dopo tre giorni di pioggia, frane e straripamenti di corsi d' acqua travolgono circa 60 dei 78 paesi della Valtellina; Morignone e Sant'Antonio Morignone sono completamente distrutti, così pure la statale Bormio-Sondrio. I morti 53, i senzatetto 1.500. 

- Toscana, 16 novembre 1991 : per la pioggia incessante straripano l'Ombrone e il Bisenzio, rendendo critica la situazione nella zona di Firenze e Pistoia. I danni,

circa 200 miliardi di lire.

- Liguria, 22 settembre 1992 : un'alluvione colpisce Savona, e il 27 settembre

- Genova. I morti cinque. I danni 710 miliardi di lire.

Liguria, 23 settembre 1993 : un violento nubifragio si abbatte su Genova causando allagamenti e in città e nei Comuni limitrofi, alcuni dei quali sono completamente isolati. I morti 2. I danni oltre 1.000 miliardi di lire. -

Piemonte, 6 novembre 1994 : per un'ondata di maltempo sul Nord alluvioni e straripamenti devastano soprattutto Piemonte e Liguria. I morti 68, i senzatetto più di 10.000.

- Toscana, 19 giugno 1996 : un violento nubifragio colpisce la Versilia e la Garfagnana. -

Calabria, 14 ottobre1996 : un'ondata di maltempo colpisce la regione e a Crotone straripano il fiume Esaro e il torrente Passovecchio. I morti 6. I danni oltre 200 miliardi di lire. -

Campania, 5 mag 1998 : dalle montagne che costeggiano il fiume Sarno si staccano frane di fango che devastano soprattutto Quindici (Av) e Sarno (Sa). I morti 147. I feriti 95.


Torna indietro