Il tempo di inizio febbraio 2015 in
Italia è stato condizionato dalla vigorosa depressione "Norbert", in
lento moto dalle Baleari verso la Corsica e il Tirreno, dove è giunta
venerdì 6 con valori di pressione intorno a 995 hPa.
Il vortice ha richiamato verso il suo centro impetuosi venti di
bora (fino a 161 km/h a Trieste), e ha causato precipitazioni forti e
diffuse, alluvionali in Romagna, e nevose fino in pianura
soprattutto al Nord-Ovest e in Emilia tra giovedì 5 e le prime ore
di venerdì 6 febbraio.

Cuneo sotto l'intensa
nevicata del 06.02.2015, che giungerà a totalizzare circa 70 cm di
manto nevoso il giorno seguente (f. Paolo Peano).
La convergenza di correnti nord-orientali al suolo ha determinato un
marcato sbarramento contro il versante padano delle Alpi Liguri,
Marittime e dell'Appennino settentrionale, attivando le precipitazioni
più intense sulla fascia a Sud del Po, dal Cuneese all'Emilia-Romagna.
.

Analisi della pressione e dei fronti al suolo, h 00 UTC del
06.02.2015. "Norbert" si posiziona tra Corsica, Sardegna e Italia
Centrale, il fronte occluso genera precipitazioni diffuse sulle
regioni centro-settentrionali, e il marcato gradiente barico rispetto
alle pianure slovene richiama violenti venti da Nord-Est
(Fonte:
Istituto di Meteorologia dell'Università di Berlino).

La struttura
spiraleggiante delle nubi intorno al centro di "Norbert" è ben
visibile nell'immagine Meteosat10 (canale infrarosso) del 05.02.2015,
h 10 UTC
(fonte: Eumetsat).

Il giorno seguente,
06.02.2015, h 08 UTC l' "occhio" della depressione, di fronte alle
coste campano-laziali, è meno evidente, ma il tempo perturbato
raggiunge l'apice
(fonte: Eumetsat).
Ecco una sintetica
cronaca degli eventi meteorologici salienti del periodo.
Le precipitazioni iniziano irregolarmente già martedì 3 febbraio,
con alcuni rovesci di neve sulle pianure del Piemonte meridionale, e -
più intensi e talora temporaleschi - sull'alta Toscana (8 cm a
Pontremoli nella notte). In attesa di un addolcimento dell'aria
causato dal libeccio sul versante tirrenico, spruzzate imbiancano pure
i Castelli Romani a quote di circa 700 m.
Mercoledì 4 febbraio il libeccio
intensifica il trasporto di aria umida, così piove copiosamente in
Sardegna (27.6
mm ad Aritzo, Nuoro, e 26.4 a Illorai, Sassari)
e le nevicate si estendono al Nord-Ovest (6 cm a Domodossola, 20 a
Cuneo). Tiepido al Sud, sotto le folate di vento nord-africano, 21 °C
a Palermo-Punta Raisi.
Giovedì 5 febbraio il minimo depressionario è tra la Corsica e
la Sardegna, e comincia la fase più intensa delle precipitazioni, che
divengono torrenziali sulla Romagna, con i primi allagamenti nella
seconda parte della giornata (accumuli, nelle 24 ore, di 60-80 mm tra
Bologna, Imola e Forlì).
Al mattino prevale ancora la pioggia anche sul resto delle pianure del
Settentrione, tuttavia temporanee cadute di neve umida si verificano
sulle coste venete (1-2 cm) e in Emilia (1 cm a Piacenza), poi tra
pomeriggio e sera rovesci di neve si estendono in maniera più convinta
su Piemonte e Lombardia depositando 5-10 cm sul Torinese e una
spruzzata su Milano; sul Cuneese e sull'Appennino Emiliano la nevicata
è molto più intensa e arriva ad accumulare al suolo circa
50 cm a Cuneo e Sestola (MO), e 70
cm a Boves (CN).
Disagi alla circolazione sull’Autosole nel tratto appenninico tra
Bologna e Firenze (blocco dei mezzi pesanti), nonché sull’A6 Torino
Savona, specie tra il Colle di Cadibona e Ceva.
Una bora impetuosa irrompe dal Carso verso l'alto Adriatico e
le pianure venete, emiliane e romagnole, con raffiche di 80 km/h a Venezia-Tessera, 133 a Borgo Grotta Gigante e 156 a Trieste-Molo
Bandiera.
Tuttavia la sera torna a prevalere il flusso temperato, e la neve
tende a trasformarsi in pioggia a Nord di Torino.

Torino, Piazza
Castello sotto la nevicata pomeridiana del 05.02.2015,
che entro sera depositerà 5-10 cm di manto, prima di ritrasformarsi in
pioggia
(f. Valentina Acordon).

Sulla sommità della
collina torinese, ai 715 m del Colle della Maddalena, la
precipitazione avviene sotto forma di neve pressoché per tutta la
durata dell'evento, accumulando circa mezzo metro di manto. Qui una
veduta della tarda sera di giovedì 5 febbraio (f. Paolo Lorenzo
Bertolotto).

La borgata Cornetti
di Balme (1450 m, Valli di Lanzo) la sera del 5 febbraio 2015
(f. Gianni Castagneri).
Venerdì 6 febbraio
è ancora una giornata diffusamente perturbata su tutto il Nord. Nella
notte una nevicata di straordinaria intensità deposita, in una decina
d'ore, 16 cm a Piacenza, 32 a Modena, 34 a Parma e ben 45-50 a Cremona
e Reggio Emilia.
L'evento, di
per sé non eccezionale per le quantità (a Modena si rilevarono 40 cm
il 28 febbraio 2004, a Reggio 52 cm il 31 gennaio-2 febbraio 2012), è
stato invece straordinario per l'intensità della precipitazione
concentrata in poche ore, e per la neve bagnata e pesante che ha
causato molti danni: alberi
e linee elettriche abbattuti (lunghi black-out fino a sabato o talora
domenica-lunedì in
diverse località), traffico stradale e ferroviario paralizzato, crollo
della copertura di un distributore di carburante nel Modenese.
A Parma
non si superavano i 30 cm in un giorno dal 4 gennaio 1954 (quando
caddero però 50 cm, cui se ne aggiunsero altri 20 il giorno seguente).
A Est di Bologna invece piove ancora con forza, e i totali di
precipitazione di 3 giorni, da mercoledì 4, giungono a 158 mm a
Cesena, a 161 a Forlì, e a 182 mm a Carpineta, determinando gravi
inondazioni (una vittima annegata), mentre le mareggiate
devastano stabilimenti balneari e alluvionano le città litoranee da
Comacchio a Cesenatico.
Acqua alta a Venezia,
livello di 123 cm a Punta della Salute alle ore 11.
In Piemonte continua a nevicare sul Cuneese (70 cm al suolo a
Cuneo-città), mentre su Torino ormai piove, e nei dintorni il limite
pioggia-neve oscilla tra i 400 e i 700 m.
La bora tocca velocità di 101 km/h ad Adria (Rovigo) e ben 161 km/h a
Trieste-Molo Bandiera, superando qui perfino la storica tempesta
del 10 marzo 2010, durante la quale l'anemometro
Osmer misurò 152
km/h.
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L'alta Val Pellice
(TO) ha ricevuto circa un metro di neve fresca a quote di 1300 m, qui
a Villanova di Bobbio Pellice (f. Matteo Giaime).
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4_MarcoPifferetti.jpg)
Due immagini di
Albinea, sulla pedemontana reggiana, sotto la forte nevicata al
mattino del 6 febbraio, con uno strato massimo al suolo di 43 cm (f.
Marco Pifferetti).
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Altre due immagini
della forte nevicata del mattino di venerdì 6 sulla pianura emiliana,
a Campogalliano (Modena), dove nella notte si sono deposti 32 cm di
neve manto
(f. Luca Lombroso).


Le carte dei totali
pluviometrici giornalieri (rispettivamente 5 e 6 febbraio) dell'ASMER
(Associazione Meteorologica Emilia-Romagna) evidenziano gli apporti
straordinari caduti in particolare a Est di Bologna, sotto forma di
pioggia. Nei due giorni si
totalizzano ben
158 mm a Cesena, 161 a Forlì, e 182 mm a Carpineta (FC),
quantità eccezionali per il mese di febbraio.

Cesenatico:
inondazioni determinate dalle mareggiate e dall'onda di marea causata
dalla spinta della violenta bora contro le coste romagnole (f.
Il Resto del
Carlino).

Lido di Savio
(Ravenna), si lavora per rimuovere i depositi di sabbia accumulati
dall'inondazione in arrivo dal mare (f.
Il Resto del
Carlino).

Trieste: vigili del
fuoco all'opera per rimediare ai danni della bora tempestosa,
che ha toccato i 161 km/h al Molo Bandiera (f. Ahmad Rida,
Il Piccolo).

Trieste, la bora
solleva furiosamente onde e spruzzi sul Molo Audace
(f. Ahmad Rida,
Il
Piccolo).
Sabato 7 febbraio la depressione inizia a colmarsi, pur
rimanendo stazionaria sull'Italia centrale. Ultime precipitazioni tra
notte e mattino, talora miste a neve in Pianura Padana, poi ampie
schiarite si estendono a partire dall'alta montagna, lasciando
grigiori e strati bassi sulla Valpadana e i pendii prealpini.
Domenica 8 febbraio i rasserenamenti si estendono a tutto il
Nord, ma si formano nebbie diffuse in pianura.
Lunedì 9 febbraio, complice il forte raffreddamento notturno
sul suolo
innevato, si misurano temperature minime di -7 °C a Brescia e
Piacenza, e -10 °C a Parma (rete
Aeronautica Militare).

La stazione
ferroviaria di Robilante, sulla linea Cuneo-Ventimiglia, sommersa -
nonostante i soli 700 m di quota - da oltre un metro di neve fresca il
7 febbraio 2015, nelle fasi finali dell'evento (da
pagina Facebook "Salviamo la linea Ventimiglia-Cuneo").


Due vedute di Limone
Piemonte (Cuneo), dove continua a nevicare al mattino di sabato 7
febbraio, in attesa dell'attenuazione pomeridiana e del
rasserenamento successivo. In paese, a quota 1000 m, è caduto oltre un
metro di neve fresca
(f. Nives Costa).


Prime schiarite nel
pomeriggio del 7 febbraio in alta Val Susa: veduta da Bousson
rispettivamente verso lo Chaberton (3130 m) e il Gran Roc (3121
m)
(f. Valentina Acordon).
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07.02.2015: vista dal
Cotolivier (2015 m, Oulx) verso l'alta Val di Susa,
che giace ancora sotto una coltre di Stratus. A
sinistra, il profilo del Monte Fraiteve, 2702 m (f. Silvia Ramonda).

07.02.2015: Ceresole
Reale (versante piemontese del Gran Paradiso). Qui la nevicata è stata
meno copiosa, 30-40 cm di neve fresca, a causa della posizione più
protetta rispetto ai venti da E-NE (f. Massimo Configliacco).

07.02.2015: i boschi
innevati di Valsavarenche, sul versante valdostano del Gran Paradiso
(f. Enzo Massa Micon).

07.02.2015:
Valsavarenche, sul versante valdostano del Gran Paradiso
(f. Enzo Massa Micon).

07.02.2015: salendo
verso il Monte Soglio (versante di Corio, Prealpi canavesane, Torino).
I pendii sono immersi nella nebbia fino a circa 1700 m, più in alto le
schiarite vanno ampliandosi (f. Marco Favero).

08.02.2015: ritorno
del sereno presso il Rif. Jervis al Prà (1732 m, alta Val Pellice),
con circa 1 - 1,5 m di neve al suolo (f. Matteo Giaime).

Il rasserenamento
della notte tra sabato 7 e domenica 8 febbraio 2015 determina un
raffreddamento e la condensazione in nebbia dell'abbondante umidità
presente sulla pianura torinese. Lo strato nebbioso si dirada solo nel
pomeriggio. Qui la città di Torino, con la Mole Antonelliana e il
nuovo grattacielo Intesa-San Paolo, visti da Superga. Sullo sfondo i
rilievi innevati della Val Sangone (f. Valerio Minato).

Spettacolare immagine
del Nord Italia ripresa nel canale visibile dal sensore MODIS a bordo
del satellite NASA-AQUA, il 09.02.2015, ore 12:30 UTC. Il cielo sereno
lascia vedere la Pianura Padana innevata in un ampio tratto tra la
pedemontana bresciana-bergamasca fino a pressoché tutta l'Emilia,
oltre che sul Cuneese e parte delle colline del Po. Sorprendente il
netto confine orientale del territorio innevato, dal Garda a Bologna,
a est del quale ha prevalso la pioggia. Fonte:
NASA.

L'ambiente innevato
al Pian delle Gorre, a quota 1032 m in alta Valle Pesio (Cuneo),
l'11.02.2015 (da
pagina Facebook "Parco Naturale del Marguareis").
Altri approfondimenti sul tempo perturbato di inizio febbraio 2015
Piogge intense e mareggiate sulle Marche settentrionali (a cura
dell'ASSAM)
RINGRAZIAMENTI
La redazione di Nimbus ringrazia tutti i numerosi collaboratori e soci che hanno trasmesso dati,
informazioni e fotografie, ma in particolare Luca Lombroso (Osservatorio
Geofisico di Modena), Maurizio Ratti (Pontremoli), Umberto Fornasari
(Osservatorio di Piacenza - Collegio Alberoni) e Paolo Fantini
(Osservatorio Università di Parma).
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