Un'irruzione di aria fredda artica ha
raggiunto l'Italia domenica 5 maggio 2019 determinando venti
impetuosi, un marcato calo termico, piogge e temporali più intensi
tra il Nord-Est e l'Appennino settentrionale, dove la neve è scesa
a quote collinari insolitamente basse per la stagione (perfino
sotto i 200 m in Emilia).
Si è trattato di un episodio fuori dal
comune per l'inizio di maggio e con locali elementi di
straordinarietà, tuttavia breve e nel complesso non eccezionale in
prospettiva storica di lungo periodo.


In alto, inconsueto
paesaggio invernale ai 664 m di Felina (Reggio Emilia) con le prime
schiarite al mattino di lunedì 6 maggio 2019, dopo la nevicata di
circa 30 cm del giorno precedente. Il suolo rimarrà imbiancato fino
alla sera di martedì 7 maggio, qui sopra (webcam
Reggio Emilia Meteo).
Sullo sfondo a destra, la
Pietra di Bismantova (1047 m).
L'aria fredda in arrivo
dalla Scandinavia (con isoterme fino a circa -1 °C in libera
atmosfera nella regione alpina al livello isobarico di 850 hPa,
attorno a 1400 m) ha iniziato a varcare le Alpi nella sera di sabato 4
maggio 2019, innescando alcuni violenti temporali sulle pianure del
Nord e in Liguria (intensa grandinata a Vercelli), e dando poi
luogo alla formazione del profondo minimo di pressione "Xerxes"
(993 hPa) tra il Golfo Ligure e l'arcipelago toscano al mattino
domenica 5 maggio.
La depressione, in
successivo movimento verso l'Italia centrale e l'Adriatico, ha
richiamato impetuose raffiche di bora e tramontana (punte di
104 km/h a
Trieste-Molo Bandiera, 87 km/h a
Lugano, 128 km/h a
Savona-Istituto
Nautico) che hanno abbattuto alberi, danneggiato strutture e
scatenato burrasche perfino
sulle acque del Lago di Garda.
In una prima fase (per lo
più tra la sera di sabato 4 e il mattino di domenica 5) le
precipitazioni più copiose hanno riguardato i rilievi triveneti
(oltre 80 mm nell'alto Vicentino, dati
ARPAV), poi lo sbarramento orografico delle correnti da Nord-Est
ha concentrato gli apporti più rilevanti tra alta pianura e
Appennino Emiliano (nelle 24 ore di domenica, 71,4 mm di
equivalente d'acqua a Pavullo nel Frignano e 80,6 mm a Formigine, dati
ARPA EMR), quantità
che - nonostante l'abbassamento del limite delle nevicate nel corso
della giornata - hanno determinato un'onda di piena di fiumi
come il Santerno, il Tiepido e il Secchia.
Sotto le nubi, le
precipitazioni e la marcata avvezione fredda, nel pomeriggio del 5
maggio le temperature non superavano i 7-8 °C sulle pianure tra bassa
Lombardia ed Emilia, valori almeno 12-13 °C inferiori al normale
per inizio maggio (tuttavia le massime delle 24 ore risultano per
nulla appariscenti, in quanto si sono registrate alla mezzanotte
precedente, prima dell'inizio dell'irruzione fredda più intensa).
All'osservatorio storico di
Parma-Università la temperatura media giornaliera del 5 maggio
2019, pari a 8,6 °C, si colloca al settimo posto tra le più fredde
in maggio nella serie dal 1878 (primato di 6,5 °C il 7 maggio 1892).
STRAORDINARIA NEVICATA FIN SULLE COLLINE EMILIANE
L'elemento più inconsueto
dell'episodio è rappresentato dalla nevicata che ha raggiunto quote
molto basse sulle Alpi orientali (700 m) ma in particolare
sull'Appennino Emiliano, dove tra pomeriggio e sera di domenica 5
maggio l'intensità delle precipitazioni - unita al vigoroso flusso
freddo da Nord-Est - ha contribuito all'abbassamento del limite
pioggia-neve fino alle porte della pianura tra Reggio Emilia e Modena.
Infatti, fiocchi frammisti alla pioggia si sono visti sulla
pedemontana reggiana (Albinea), il suolo si è imbiancato sulle
colline dai 150-200 m (2 cm a Ciano d'Enza, 200 m; info
ReggioEmiliaMeteo), e a quote superiori si sono misurati apporti
di neve fresca di ben 35 cm a Castelnovo ne' Monti (750 m),
41 cm a Prignano sulla Secchia (557 m, località particolarmente
esposta allo sbarramento orografico da NE; info
Nicolas
Bortolazzi), e oltre 50-60 cm intorno ai 1000-1200 m, con
difficoltà di circolazione stradale e vistosi danni alla
vegetazione già in foglia.

Nei dintorni di
Serramazzoni, a circa 800 m sull'Appennino Modenese, nel tardo
pomeriggio di domenica 5 maggio 2019 (f. Luca Lombroso).

5 maggio 2019, presso
l'Agriturismo
del Cimone (1200 m, Fanano,
Appennino Modenese): a fine evento si misureranno 60 cm di neve
fresca.
Per abbondanza della neve
a quote così basse e all'inizio di maggio, l'evento è da considerarsi
straordinario sulle colline emiliane alla scala di svariati decenni.
Un episodio molto simile avvenne comunque il 6 maggio 1957,
quando caddero 22 cm di neve a Castelnovo ne' Monti, e non mancano
altri riferimenti storici di freddo e neve a bassa quota in maggio
sull'Appennino settentrionale, anche più recenti (pioggia mista a neve
ai 250 m Pontremoli il 7 maggio 2004, suolo imbiancato a
600-800 m nell'entroterra di Genova e Savona il 25 maggio 2013,
ben più avanti nella stagione).
Inoltre, il 6 maggio
1861 la neve raggiunse persino la pianura e imbiancò Reggio, Modena
(10 cm all'Osservatorio
Geofisico) e Bologna, mentre a Parma i fiocchi scesero solo
nella tarda serata del 5 senza attecchire al suolo.
ALCUNE GELATE ALL'ALBA DEL 6-7 MAGGIO 2019,
ECCEZIONALI SOLO PER I DECENNI PIU' RECENTI
Dopo l'avvezione fredda e
con il ritorno di schiarite, alcune località di pianura e fondovalle
del Centro-Nord Italia, notoriamente soggette a inversioni termiche,
hanno registrato temperature minime poco sotto 0 °C il 6 e/o il
7 maggio 2019.
Ecco alcuni valori, talora i più bassi in questo mese negli ultimi
20-25 anni:
-0,2 °C a Front (270 m, Torino), nuovo minimo che oltrepassa il
precedente
di 0,5 °C stabilito il 2 maggio 2017 (serie dal 1995, rete
ARPA Piemonte);
-1,1 °C a Sassello
(385 m, Savona), imbattuti i -1,9 °C del 17 maggio 2012 (serie dal
2001, rete ARPA Liguria);
-1,1 °C a Enemonzo (438 m, Udine), nuovo minimo che oltrepassa
il precedente di 0,2 °C stabilito il 24 maggio 2004, avvenuto tuttavia
più avanti nella stagione (serie dal 1994, rete
OSMER FVG);
-1,6 °C a Palazzo del Pero (410 m, Arezzo, rete
CFR Toscana).
In periodi più lontani
si registrarono tuttavia gelate tardive ancora più estese e
appariscenti, e nelle stazioni meteorologiche del Nord Italia
dotate di lunghe serie storiche i valori minimi registrati il 6-7
maggio 2019 non rappresentano dei record.
Ad esempio, il 7
maggio 1957 (all'indomani della nevicata sui colli emiliani)
all'aeroporto di Torino-Caselle si registrarono -2,3 °C,
minimo per il mese nella serie dal 1952. Nell'episodio attuale la
temperatura non è scesa sotto i 2,3 °C all'alba di lunedì 6.
Sempre al mattino del 6
maggio 2019, sulla torre dell'osservatorio
di Modena la temperatura minima è stata di 6,6 °C, ben
lontana dall'estremo storico del mese di 1,1 °C stabilito nel già
citato episodio del 1861.
All'osservatorio di Parma-Università (Piazzale Santa Croce),
Tmin 5,8 °C, un valore che in maggio non si vedeva dal 1987 (5,6 °C,
sempre il giorno 6), ma anche in questo caso si è rimasti a distanza
dal primato mensile (1,0 °C il 7 maggio 1957; serie storica dal 1878).

Lieve presenza di
brina al suolo nelle campagne presso Rivarolo Canavese
(270 m, Torino) nell'alba serena e fredda di lunedì 6 maggio 2019, con
temperatura minima di 0,7 °C in capannina a 1,7 m: è il valore più
basso in maggio nella breve serie di misura dal 1993 (f. Daniele Cat
Berro).
Una quindicina di chilometri a Sud-Ovest, la minima di 2,3 °C
all'aeroporto di Caselle non costituisce invece un estremo mensile
nella più lunga e significativa serie dal 1952.
IN EUROPA: NEVE IN
PIANURA AL NORD DELLE ALPI, MISTRAL VIOLENTO, ALCUNE TEMPERATURE
MINIME RECORD IN FRANCIA
Oltre all'Italia, l'irruzione artica
ha interessato anche il resto dell'Europa centro-occidentale.
La neve ha imbiancato le colline delle Ardenne e della Germania a
quote di 300-400 m, nonché la città di Berna (4 cm al mattino
del 5 maggio 2019),
nevicata più tardiva nella serie dal 1931 (precedente: 1 cm il
1° maggio 1945).
Sempre in Svizzera, notevoli anche i
19 cm caduti ai 674 m di San Gallo, dove non è stato l'episodio
più tardivo in assoluto, tuttavia il più abbondante noto nel mese di
maggio (superiore ai 12 cm del 7 maggio 1957).
In Francia il mistral ha soffiato con eccezionale violenza (138 km/h a
Salon-de-Provence domenica 5 maggio), e l'alba del 6 è stata
la più fredda da 40 anni nell'insieme del Paese, con
alcuni nuovi primati di temperatura minima, come
-0,2 °C a Brest, -2,4 °C a Beauvais e -7,4 °C a Barcelonnette.
FREDDO BREVE E LOCALE
CHE NON SMENTISCE IL RISCALDAMENTO GLOBALE
Come solitamente accade
quando avvengono i (sempre più rari) episodi di freddo e neve fuori
stagione, l'evento è stato subito preso ad esempio dai negazionisti
climatici e da alcune testate giornalistiche italiane per
sbeffeggiare l'evidenza del riscaldamento globale, confondendo
ancora una volta i concetti di tempo (situazioni meteorologiche
a scala locale nell'orizzonte di ore o pochi giorni) e di clima
(evoluzione delle condizioni medie su lunghi periodi, alla scala di
decenni e secoli).
Un singolo e breve evento
freddo, per quanto intenso, non smentisce il riscaldamento globale,
che sta procedendo con velocità allarmante come continuamente
ribadito dall'intera comunità scientifica (si veda, tra tutti, l'aggiornamento
della situazione planetaria a cura del climatologo NASA James
Hansen e colleghi).
In un clima in via di riscaldamento, gli estremi di freddo non
scompaiono completamente, ma si diradano e sono nettamente sovrastati
in numero e frequenza da quelli di caldo: infatti nel periodo
2010-2017 negli Stati Uniti i record giornalieri di caldo sono
stati quasi 5 volte più numerosi di quelli di freddo, in base a
un'analisi
dei dati NOAA-NWS condotta dallo storico del clima Christopher C. Burt.
Mentre in Europa a inizio
maggio 2019 per qualche giorno faceva freddo e nevicava con insolita
abbondanza a quote basse, la
concentrazione di biossido di carbonio sfiorava le 415 parti per
milione all'osservatorio del Mauna Loa (massimo
da 3 milioni di anni), l'estensione della
banchisa artica si manteneva ai minimi storici dopo il
record negativo di aprile 2019, e in Groenlandia e al largo delle
coste siberiane le temperature erano sopra media di 10-12 °C.

Nella settimana dal
30 aprile al 6 maggio 2019, in Europa e in poche altre regioni del
mondo le temperature sono state inferiori al consueto (aree blu-verdi),
mentre a livello globale hanno prevalso le anomalie positive di
temperatura, con +0,37 °C a scala planetaria rispetto alla media del
già caldo trentennio 1981-2010.
RINGRAZIAMENTI
Un ringraziamento a chi ha condiviso
dati e informazioni con la redazione di Nimbus, in particolare i soci
e collaboratori SMI Marco Pifferetti (Albinea, Reggio Emilia),
Maurizio Ratti (osservatorio di
Pontremoli), Luca Lombroso (osservatorio di
Modena, Università di Modena e Reggio Emilia) e Paolo Fantini (osservatorio Università di Parma).
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