Questa notte (26 settembre 2025) un nuovo impulso di aria fredda
connesso alla circolazione depressionaria "Alessio" (che da alcuni
giorni indugia tra l'Europa centrale e le Alpi) ha innescato lo
sviluppo di rovesci temporaneamente intensi a ridosso delle Alpi
occidentali, sotto i quali la neve è scesa talora fino a 1550-1600
m su prati e boschi ancora verdi delle montagne del Torinese (un
po' più in alto sul resto di Piemonte e Valle d'Aosta, 1700-2000 m,
dove le precipitazioni sono state più deboli). Peraltro la neve al
suolo intorno ai 1600 m si era già vista due giorni fa, mercoledì 24, su
alcune zone delle Alpi cuneesi (leggi la
nota informativa Arpa Piemonte/AINEVA sulle prime fasi dell'evento
freddo e nevoso).

Bianco risveglio a Ceresole Reale
(Valle Orco, Gran Paradiso),
il 26 settembre 2025 (f. Pierluigi Cullino).
Mentre sulle Alpi orientali la neve a queste quote a fine settembre, o
anche prima, è un evento ancora piuttosto usuale anche in questi anni
di accelerato riscaldamento atmosferico (solo un anno fa, il 13
settembre 2024, il limite delle nevicate scese a 1000 m imbiancando
località come Arabba, Selva di Val Gardena e Dobbiaco), sull'arco
alpino occidentale, dove gli episodi di freddo precoce spesso
avvengono con regimi di correnti asciutte nord-occidentali sfavorevoli
a precipitazioni, il fenomeno è inusuale, soprattutto nel clima
odierno (era più comune fino a un trentennio fa, in un clima più
fresco di 2 °C).

Sulle Alpi orientali questa volta il
limite della neve è rimasto più elevato, intorno ai 2000 m di quota.
L'immagine mostra la situazione al mattino del 26 settembre 2025
all'Alpe di Siusi (Val Gardena, Dolomiti). Sull'arco alpino orientale
è molto più comune avere nevicate a queste quote a fine settembre,
rispetto al settore occidentale (fonte
webcam:
Provincia autonoma di Bolzano, Ufficio Meteorologia e prevenzione
valanghe).
E infatti, per trovare il suolo imbiancato fino a 1550-1600 m come
stamattina in questo periodo dell'anno, occorre tornare
indietro di oltre trent'anni (salvo un evento localizzato in alta
Valle di Susa il 25 settembre 2020).
Facciamo di nuovo l'esempio di Ceresole Reale (1579 m, Valle
Orco, Gran Paradiso), località significativa che dispone di un secolo
di dati di innevamento, e dove stamattina risultavano 2 cm di neve
bagnata: stando ai rilievi storici presso la diga IREN, non
accadeva dall'episodio del 28 settembre 1993 (4 cm).
Più a monte, alla diga IREN del Serrù (2275 m), già
copiosamente imbiancata mercoledì 24, stamattina si misuravano 27 cm
di neve totale al suolo, e anche in questo caso per trovare uno
spessore nevoso simile o più elevato in settembre occorre risalire
all'evento del 1993 (30 cm al suolo il giorno 28).

La diga IREN del Serrù (2275 m, alta
Valle Orco, Gran Paradiso) dopo la prima imbiancata al mattino di
mercoledì 24 settembre 2025, cui seguiranno ulteriori apporti di neve
fino a spessori totali di 20 cm al mattino del 25, e di 27 cm il 26
settembre. Al centro, la stazione meteorologica automatica (f. Andrea
Michelotti).

Un'altra immagine ripresa
all'eliporto della diga del Serrù nelle ore centrali di giovedì 25
settembre, terminato il primo episodio nevoso. Al suolo 20 cm di neve,
in attesa della nuova nevicata della notte successiva (f. Andrea
Michelotti).


Due immagini riprese al mattino di
venerdì 26 settembre 2025 al casotto di sorveglianza del Parco
Nazionale Gran Paradiso a monte del Lago Lasin, a 2260 m in Valle
Soana: la nevicata della notte, di inconsueta entità per la fine di
settembre a queste quote, ha portato il manto totale al suolo a 37 cm
(f. Davide Gasparini, via
pagina Facebook Parco Nazionale Gran Paradiso).

Situazione alle h 9 di sabato 27
settembre 2025 presso il Ghiacciaio Ciardoney (Valle Soana, Gran
Paradiso) ripresa dalla
webcam della stazione meteorologica (2850 m): al suolo circa 40 cm
di neve, spessore più elevato in settembre nella serie di
teleosservazione da webcam avviata nell'autunno 2012.

Alba di sabato 27 settembre 2025
dalla webcam del Rifugio Ca' d'Asti al Rocciamelone (2854 m, Valle di Susa): anche qui 30-40 cm di neve, come al Ciardoney, alla stessa
quota (cortesia Gabriele Savio - Rifugio Ca' d'Asti).
Dunque un episodio fuori dal comune soprattutto in un contesto di
temperature in aumento come quello attuale, e a maggior ragione
sorprendente considerando il caldo straordinario che regnava solo
una settimana fa (temperatura massima di 21 °C al Lago Serrù il 19
settembre 2025, nuovo primato per la seconda metà di settembre
dall'inizio delle misure nel 1955, e valore di gran lunga più anomalo
dei 21 °C - record mensile - registrati a inizio mese il 5-6 settembre
2006).
Al di là di casi particolari come quest'anno, la prima neve
d'autunno infatti tarda sempre più ad arrivare: nell'arco del
periodo di misura comune e omogeneo 1971-2025 (includendo dunque già
l'evento attuale), le stazioni di Ceresole Reale (1579 m) e
Gressoney-D'Ejola (1837 m, Monte Rosa) hanno sperimentato un
ritardo medio rispettivamente di 11 e 14 giorni nella data della prima
nevicata misurabile.


Distribuzione delle date della prima
nevicata autunnale misurabile a Ceresole Reale e Gressoney-D'Ejola nel
periodo di misura comune e omogeneo 1971-2025. Il pallino rosso indica
la prima nevicata dell'autunno 2025 (24 settembre a Gressoney-D'Ejola,
26 settembre a Ceresole Reale). Nell'arco di 55 anni si rileva una
tendenza al ritardo della prima nevicata rispettivamente di 11 e 14
giorni nelle due località.
E la tendenza al ritardo nell'avvio della stagione nevosa non riguarda
solo le Alpi, ma l'87% delle stazioni nivometriche dell'Europa e
del Nord America, come indica uno
studio internazionale di "fenologia" della neve pubblicato un mese
fa sul Journal of Hydrology ("Increased sensitivity of snow phenology
to temperature in unstable snow regions since 1990", Qunqun Li et al.,
2025).
Un ringraziamento particolare a IREN Energia per la
condivisione dei dati meteorologici rilevati agli impianti
idroelettrici della Valle Orco, e al
Centro
Funzionale della Regione Autonoma Valle d'Aosta, che insieme a
SMI gestisce la stazione meteorologica di Gressoney-D'Ejola.
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e la salvaguardia degli osservatori meteorologici storici

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