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NEVE INCONSUETA PER FINE SETTEMBRE A 1600 METRI SULLE ALPI OCCIDENTALI, MA LA TENDENZA DELLE
PRIME NEVICATE AUTUNNALI E' AL RITARDO

Daniele Cat Berro, SMI / Redazione Nimbus
26 settembre 2025
(con ulteriori aggiornamenti fotografici del 27 settembre)
 


Questa notte (26 settembre 2025) un nuovo impulso di aria fredda connesso alla circolazione depressionaria "Alessio" (che da alcuni giorni indugia tra l'Europa centrale e le Alpi) ha innescato lo sviluppo di rovesci temporaneamente intensi a ridosso delle Alpi occidentali, sotto i quali la neve è scesa talora fino a 1550-1600 m su prati e boschi ancora verdi delle montagne del Torinese (un po' più in alto sul resto di Piemonte e Valle d'Aosta, 1700-2000 m, dove le precipitazioni sono state più deboli). Peraltro la neve al suolo intorno ai 1600 m si era già vista due giorni fa, mercoledì 24, su alcune zone delle Alpi cuneesi (leggi la nota informativa Arpa Piemonte/AINEVA sulle prime fasi dell'evento freddo e nevoso).
 

Bianco risveglio a Ceresole Reale (Valle Orco, Gran Paradiso),
il 26 settembre 2025 (f. Pierluigi Cullino).


Mentre sulle Alpi orientali la neve a queste quote a fine settembre, o anche prima, è un evento ancora piuttosto usuale anche in questi anni di accelerato riscaldamento atmosferico (solo un anno fa, il 13 settembre 2024, il limite delle nevicate scese a 1000 m imbiancando località come Arabba, Selva di Val Gardena e Dobbiaco), sull'arco alpino occidentale, dove gli episodi di freddo precoce spesso avvengono con regimi di correnti asciutte nord-occidentali sfavorevoli a precipitazioni, il fenomeno è inusuale, soprattutto nel clima odierno (era più comune fino a un trentennio fa, in un clima più fresco di 2 °C).
 

Sulle Alpi orientali questa volta il limite della neve è rimasto più elevato, intorno ai 2000 m di quota. L'immagine mostra la situazione al mattino del 26 settembre 2025 all'Alpe di Siusi (Val Gardena, Dolomiti). Sull'arco alpino orientale è molto più comune avere nevicate a queste quote a fine settembre, rispetto al settore occidentale (fonte webcam: Provincia autonoma di Bolzano, Ufficio Meteorologia e prevenzione valanghe).


E infatti, per trovare il suolo imbiancato fino a 1550-1600 m come stamattina in questo periodo dell'anno, occorre tornare indietro di oltre trent'anni (salvo un evento localizzato in alta Valle di Susa il 25 settembre 2020).

Facciamo di nuovo l'esempio di Ceresole Reale (1579 m, Valle Orco, Gran Paradiso), località significativa che dispone di un secolo di dati di innevamento, e dove stamattina risultavano 2 cm di neve bagnata: stando ai rilievi storici presso la diga IREN, non accadeva dall'episodio del 28 settembre 1993 (4 cm).

Più a monte, alla diga IREN del Serrù (2275 m), già copiosamente imbiancata mercoledì 24, stamattina si misuravano 27 cm di neve totale al suolo, e anche in questo caso per trovare uno spessore nevoso simile o più elevato in settembre occorre risalire all'evento del 1993 (30 cm al suolo il giorno 28).

La diga IREN del Serrù (2275 m, alta Valle Orco, Gran Paradiso) dopo la prima imbiancata al mattino di mercoledì 24 settembre 2025, cui seguiranno ulteriori apporti di neve fino a spessori totali di 20 cm al mattino del 25, e di 27 cm il 26 settembre. Al centro, la stazione meteorologica automatica (f. Andrea Michelotti).
 

Un'altra immagine ripresa all'eliporto della diga del Serrù nelle ore centrali di giovedì 25 settembre, terminato il primo episodio nevoso. Al suolo 20 cm di neve, in attesa della nuova nevicata della notte successiva (f. Andrea Michelotti).

Due immagini riprese al mattino di venerdì 26 settembre 2025 al casotto di sorveglianza del Parco Nazionale Gran Paradiso a monte del Lago Lasin, a 2260 m in Valle Soana: la nevicata della notte, di inconsueta entità per la fine di settembre a queste quote, ha portato il manto totale al suolo a 37 cm (f. Davide Gasparini, via pagina Facebook Parco Nazionale Gran Paradiso).


Situazione alle h 9 di sabato 27 settembre 2025 presso il Ghiacciaio Ciardoney (Valle Soana, Gran Paradiso) ripresa dalla webcam della stazione meteorologica (2850 m): al suolo circa 40 cm di neve, spessore più elevato in settembre nella serie di teleosservazione da webcam avviata nell'autunno 2012.
 

Alba di sabato 27 settembre 2025 dalla webcam del Rifugio Ca' d'Asti al Rocciamelone (2854 m, Valle di Susa): anche qui 30-40 cm di neve, come al Ciardoney, alla stessa quota (cortesia Gabriele Savio - Rifugio Ca' d'Asti).


Dunque un episodio fuori dal comune soprattutto in un contesto di temperature in aumento come quello attuale, e a maggior ragione sorprendente considerando il caldo straordinario che regnava solo una settimana fa (temperatura massima di 21 °C al Lago Serrù il 19 settembre 2025, nuovo primato per la seconda metà di settembre dall'inizio delle misure nel 1955, e valore di gran lunga più anomalo dei 21 °C - record mensile - registrati a inizio mese il 5-6 settembre 2006).

Al di là di casi particolari come quest'anno, la prima neve d'autunno infatti tarda sempre più ad arrivare: nell'arco del periodo di misura comune e omogeneo 1971-2025 (includendo dunque già l'evento attuale), le stazioni di Ceresole Reale (1579 m) e Gressoney-D'Ejola (1837 m, Monte Rosa) hanno sperimentato un ritardo medio rispettivamente di 11 e 14 giorni nella data della prima nevicata misurabile.

Distribuzione delle date della prima nevicata autunnale misurabile a Ceresole Reale e Gressoney-D'Ejola nel periodo di misura comune e omogeneo 1971-2025. Il pallino rosso indica la prima nevicata dell'autunno 2025 (24 settembre a Gressoney-D'Ejola, 26 settembre a Ceresole Reale). Nell'arco di 55 anni si rileva una tendenza al ritardo della prima nevicata rispettivamente di 11 e 14 giorni nelle due località.


E la tendenza al ritardo nell'avvio della stagione nevosa non riguarda solo le Alpi, ma l'87% delle stazioni nivometriche dell'Europa e del Nord America, come indica uno studio internazionale di "fenologia" della neve pubblicato un mese fa sul Journal of Hydrology ("Increased sensitivity of snow phenology to temperature in unstable snow regions since 1990", Qunqun Li et al., 2025).


Un ringraziamento particolare a IREN Energia per la condivisione dei dati meteorologici rilevati agli impianti idroelettrici della Valle Orco, e al Centro Funzionale della Regione Autonoma Valle d'Aosta, che insieme a SMI gestisce la stazione meteorologica di Gressoney-D'Ejola.



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