Stato del clima nel 2000
L'Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) ha reso noto per l'anno 2000, con la consueta Pubblicazione n° 920, la relazione sullo stato del clima nel mondo. Anche il 2000 risulta, nonostante l'influenza raffreddante del fenomeno de La
Niña, un anno più caldo del periodo di riferimento 1961-1990. In particolare è stato il 22° anno consecutivo con temperatura media superficiale superiore alla norma e in assoluto il 7° più caldo degli ultimi 140 anni (i sei anni che precedono sono nell'ordine 1998, 1997, 1995, 1990, 1999 e 1991, tutti appartenenti all'ultimo decennio).
La temperatura media globale è risultata +0.29°C superiore alla normale climatologia 1961-1990. Il riscaldamento non è tuttavia omogeneo. La fascia a nord del 30° parallelo del nostro emisfero è stato anormalmente caldo con +0.65°C, rispetto le fasce tropicali con +0.15°C (qui è presente maggiormente l'effetto de La
Niña) e l'emisfero Sud oltre il 30° parallelo con +0.19°C.
Temperature più calde del normale si sono verificate durante l'anno un po' ovunque ma è stata eccezionale l'ondata di caldo che ha colpito la Bulgaria in luglio che ha fatto registrare, in oltre il 75% delle stazioni meteorologiche del paese, il nuovo record di temperatura massima. Il 2000 in Inghilterra è stato il 15° anno più caldo dall'inizio delle osservazioni compiute dalla seconda metà del '600; in Francia, insieme al 1994, è stato l'anno più caldo dal 1948, in Olanda con il 1999 e il 1990 dal 1900 e in Norvegia, dove è stata registrata la temperatura massima di 11.0°C il 5 ottobre nell'Isola degli Orsi nel Mare di Barents (massima temperatura per quel mese dall'inizio delle osservazioni), il 3° anno più caldo dal 1866. In Canada il 2000 è risultato il 7° anno più caldo dal 1948, in Giappone il 5° dal 1898. Nel continente australiano, a scapito di un settembre molto caldo (ne hanno risentito gli atleti impegnati nei giochi olimpici), la temperatura media annua si è mostrata sotto la norma per la prima volta dal 1984. La Nuova Zelanda ha registrato il secondo inverno (giugno-agosto) più caldo degli ultimi 140 anni.
Per quanto concerne le precipitazioni si nota una grave siccità che ha interessato l'Iran (la peggiore degli ultimi 30 anni). In Europa situazioni particolarmente pesanti si sono registrate in Grecia e in Bulgaria. Temperature sopra la media in Messico e negli Stati Uniti meridionali e occidentali sono coincise con piogge sotto la media, situazione che ha causato violenti e vasti incendi; il 36% del territorio degli Stati Uniti, alla fine di agosto, era sottoposto a una gravissima siccità. Il terzo anno consecutivo di precipitazioni al di sotto del normale nel Corno d'Africa, ha aggravato la persistente situazione siccitosa con la quale devono convivere 10 milioni di persone. In altre parti del globo periodi particolarmente piovosi hanno causato numerose alluvioni e inondazioni; nel Queensland australiano sono stati raggiunti record di precipitazioni. La pioggia caduta in Australia è stata la seconda, per quantità, dal 1900; sul monte Bellenden
Ker, nel Queensland settentrionale (come già segnalato in altra sezione della rivista), il totale di 12461 mm è il nuovo record assoluto australiano di quantità di pioggia annua per singola stazione. In Cile il giugno più piovoso degli ultimi 80 anni, contrasta con il deficit di acqua dei restanti mesi della stagione umida (maggio-agosto). Nella serie pluviometrica degli ultimi 235 anni in Inghilterra e Galles, aprile e il periodo ottobre-dicembre del 2000 risultano i più piovosi. Alla stazione di
Hilo, Hawaii, il precedente record di pioggia in 24 ore di 566 mm è stato superato all'inizio di novembre con 692 mm.
Durante il 2000 nell'Oceano Atlantico si sono formati 15 tra uragani e tempeste tropicali (rispetto una media di 10 sul lungo periodo) e nel Pacifico 22 (rispetto 28). La maggior parte di essi ha prodotto eccezionali quantità di precipitazioni e inondazioni..
Nel marzo 2000 la diminuzione dell'ozono atmosferico nella zona Artica (10-22 km di quota) ha avuto la maggiore deviazione dalla media del periodo 1964-1976, da -20% a -30%. In altre zone dell'emisfero nord ci sono state, nello stesso periodo, deviazioni fino a -12% dalla Spagna all'Ucraina e nel Nord America. Nell'Emisfero Sud il buco dell'ozono atmosferico è stato caratterizzato da eccezionali ampiezze in agosto, settembre e ottobre con perdite di oltre il 50% rispetto il periodo "pre-buco". Tuttavia alla fine di ottobre il buco si è rapidamente colmato e ha assunto caratteristiche più deboli e dimensioni più piccole di quelle del passato decennio.
Misurazioni del pack artico hanno permesso di osservarne una riduzione dello spessore. L'estensione dei ghiacci marini è rimasta sotto la media nell'Emisfero Nord mentre in Antartide risulta sopra la media.
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