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LESTATE PIU CALDA DEL SECOLO Nei primi giorni di settembre, dopo la pausa estiva, ci siamo ritrovati
(intendo i collaboratori di questa rivista) alla solita sede del CAI in
galleria Mazzini, per rinserrare le fila e prepararci alluscita del nuovo
numero. In quelloccasione, dopo aver parlato ovviamente delle esperienze
vissute nel periodo vacanziero, Massimo dice Questa è stata la più calda
estate del secolo!!. Subito ho ritenuto di aver mal compreso le sue
parole ma poi, avutane conferma mi sono detto Alé, anche lui si è fatto
trascinare nel Maelström delle notizie sensazionali che periodicamente la
stampa ci fornisce sulle vicende meteorologiche o, come spesso viene
scritto, metereologiche (sic!). Sovente infatti si legge di ogni
grandinata che è la più intensa, di ogni ondata di caldo che è
eccezionale, che i valori dellumidità sono sempre straordinari, che ogni
periodo, più o meno lungo, di assenza di precipitazioni è sempre
lavvisaglia della prossima epoca di aridità e desertificazione che ci
attende per poi virare di 180° il pensiero e fornire, al primo acquazzone,
scenari di futuri umidi e tropicali. Prima di ribattere queste
argomentazioni però ho fatto mente locale e ho capito luscita di Massimo;
è ovvio che sia stata lestate più calda del secolo: è stata la prima
estate del secolo. E io allora potrei aggiungere: non solo del secolo, ma
anche del millennio!
La battuta riportata da Massimo ha lo scopo di introdurre un argomento che
sta assumendo una valenza sempre più preponderante nelle conversazioni
della gente: leccezionalità delle vicende del tempo atmosferico. Queste
eccezionalità, che nella maggior parte degli episodi atmosferici non
sussistono, vengono frequentemente ribadite da giornali e riviste grazie a
cronisti che hanno poca dimestichezza con la meteorologia, intesa come
scienza. Su alcuni periodici, questa estate, è capitato di leggere che le
estati future saranno sempre più calde e, a titolo di esempio, si riferiva
che Milano è oppressa da unafa insopportabile con unumidità che ha
raggiunto perfino il 60%. Orbene, lumidità relativa media a Milano in
estate, nelle ore centrali della giornata, è di circa il 55%, con una
temperatura normale di oltre 30°C; quindi non si capisce bene in che cosa
consista leccezionalità dellevento: numerosi giorni di afa durante il
periodo estivo sono la normalità!
Vengono poi ripetutamente indicati valori di temperatura abnormi. Sui
giornali genovesi accade che venga inserita la fotografia di uno dei tanti
termometri digitali che hanno, purtroppo, invaso la città; limmagine
riporta la scritta 38°!! A una verifica presso una qualsiasi stazione
meteorologica cittadina, impiantata secondo le norme WMO, si scopre poi
che la colonnina di mercurio, quel giorno, è sempre rimasta al di sotto di
30°C. Questa, a nostro avviso, è disinformazione, tendente a disorientare
il pubblico (non si può certo pretendere che il cittadino comune abbia un
collegamento diretto con un osservatorio meteo, anche se internet può
rendersi utile). Si sa come il pubblico ascolti le notizie diffuse dai
media e poi le acquisisca come dati ineluttabili: Cera scritto sul
giornale!!, Lho letto sul termometro digitale del mio fruttivendolo.
Chissà quante volte, penseranno moltissime persone, questanno si è
arrivati a 40°C.
Non si discute che sia stata una calda estete ma, per notizia, si
riferisce che la temperatura massima assoluta registrata in una stazione
dellarea genovese dagli anni 50 del secolo scorso a oggi è stata di
35.4°C; questestate ha raggiunto gli estremi di 33.2°C presso lIstituto
di Idraulica dellUniversità e 32.1°C allaeroporto.
A proposito dei termometri digitali disseminati in città, cito una
brevissima mia esperienza. Il 29 agosto, ultimo giorno del periodo caldo
di fine mese, alle ore 16, mi trovo in corso Buenos Aires (per chi non
conosce Genova si trova nella zona della Foce, nellarea teatro degli
scontri del recente G8) e noto che uno di questi termometri segna 21°!!
Questo valore mi sorprende. Laltra faccia del termometro segna 27°.
Evidente: è bruciato il segmento superiore del visualizzatore luminoso.
Percorro meno di cento metri: leggo 30° sul display di una farmacia.
Decido allora di percorrere a piedi il chilometro che devo compiere per
contemplare gli altri termometri presenti sul percorso, che sono in tutto
12; mediamente uno ogni 80 metri circa. I valori letti variano da 24° a
30°, escludendo i 21° del primo strumento, che comunque qualche
giornalista/fotografo intenzionato a stupire avrebbe potuto utilizzare.
Sei gradi in un chilometro mi paiono troppi. Il proliferare di questi
display luminosi, la cui centralina la immaginiamo arroventata dal sole
estivo, hanno assunto per molti un punto di riferimento di verità
meteorologica assoluta ma sono deleteri al raggiungimento di uno degli
scopi primari che, reputiamo, dovrebbe prefiggersi la meteorologia:
informare ed erudire le persone negli elementi più semplici della
disciplina.
Perché non proporre al legislatore di emanare una norma che vieti di
esporre al pubblico strumenti che forniscono informazioni meteorologiche,
se non collegati a stazioni di misura ufficiali o garantite? Si eviterebbe
di dare informazioni false e tendenziose che impediscono di formare una
comune coscienza meteorologica fondata su basi scientifiche e non su
farmacie, erboristerie, macellerie, istituti bancari e altre attività,
estranee alla scienza del clima. Questultima boutade sul legislatore (ha
naturalmente cose più importanti e serie cui pensare), vuole comunque far
meditare su ciò che, per esempio, accade nei paesi anglosassoni dove, per
loro fortuna, esistono pochissimi termometri digitali ed è diffusa più
capillarmente una conoscenza meteorologica basata su criteri seri (la
Royal Meteorological Society è attiva da tempo nel campo scolastico fin
dallistruzione primaria). Anche la Società Meteorologica Italiana ha
realizzato progetti similari nellarea torinese ma tali iniziative
dovrebbero essere intraprese su scala nazionale e da parte degli organi
pubblici competenti.
Tornando invece a noi e ai contenuti della nostra Rivista Ligure di
Meteorologia, vorrei segnalare la cronaca meteorologica della nostra
regione curata dal CMIRL (Centro Meteorologico della Regione Liguria). Il
personale di questo ente, contribuisce a fornire informazioni precise e
attendibili su ciò che è stato levolversi della situazione meteo durante
la stagione appena trascorsa. Il Centro già collabora con numerose testate
televisive e della carta stampata fornendo le previsioni del tempo e
questa è la via da seguire per cercare di inculcare una corretta coscienza
meteorologica nella collettività.
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