di Roberto Pedemonte

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La stazione Vostok, situata sul suolo antartico, è sicuramente uno degli osservatori meteorologici, e non solo, più conosciuti agli appassionati di meteorologia, oltre che ovviamente agli addetti ai lavori. Uno dei motivi è il record che detiene questo sito: la temperatura estrema più bassa registrata sulla Terra il 21 luglio 1983: -89.2°C. La stazione, il cui numero identificativo dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) è 89606, ha una temperatura media annua è di –55.4°C. Si passa dai –31.2°C di temperatura media del mese più caldo (gennaio) ai –68.4°C di agosto; nella base Vostok la temperatura media per ben sei mesi all’anno rimane al di sotto dei –60°C e, nei mesi più caldi, ben difficilmente va al di sopra dei –20°C. Temperature estreme di oltre –80°C si riscontrano a ogni stagione invernale.

Vostok, Boctok in cirillico (in russo significa “Oriente”), fu aperta dall’Unione Sovietica il 16 dicembre 1957, in occasione dell’Anno Geofisico Internazionale, come stazione permanente antartica e chiamata così dal nome di una delle due navi dell’esploratore russo dei mari antartici del XIX secolo Fabian Gottlieb Bellingshausen. Essa è in grado di fornire a scienziati di diverse discipline e nazionalità una base dove operare in situazioni ambientali irripetibili in altre aree della Terra. Basti pensare che il 95% della superficie antartica è coperta da ghiacci, in pratica solamente alcune zone costiere, e Vostok è ubicata a 78°27’51’’ S e 106°51’57’’ E, al centro dell’altopiano dell’Antartide Orientale, in prossimità del Polo Sud Magnetico, a 78°27’51’’ S e 106°51’57’’ E, a un’altitudine di 3488 m sul livello del mare, a una distanza di circa 1400 km dalla costa ed è la base antartica più isolata; qui non esiste vita animale se non quella degli abitanti della base e di qualche occasionale stercorario che ha perduto l’orientamento. E’ rifornita due volte all’anno da un convoglio che impiega circa un mese per raggiungerla dalla Stazione Mirny, altra base russa situata sulla costa, alla quale è collegata anche da voli che si possono effettuare solamente durante la breve stagione “estiva”. Vostok è costituita da cinque edifici principali e la popolazione residente in estate è di 25 persone mentre nel lungo inverno australe scende a 13.

Attualmente è presente nelle vicinanze una base temporanea statunitense dell’US Antarctic Program, denominata East Base, che funge da supporto alla stazione della Federazione Russa per il programma di perforazione “Vostok Lake”. Questo programma, che vede affiancati numerosi scienziati di varie nazionalità, prevede la perforazione del ghiaccio sottostante l’area della base, per giungere la Lago Vostok, un lago subglaciale, scoperto alcuni anni fa, che ha attratto l’attenzione del mondo scientifico per la sua inusuale grandezza (è grande quanto il Lago Ontario ed è profondo il doppio), per le grandi anomalie magnetiche e per la possibilità che sia l’attività vulcanica presente sotto la spessa coltre glaciale ad avere consentito la conservazione di acqua allo stato liquido. La decisione di eseguire il carotaggio, non giunto ancora alla superficie dello specchio d’acqua e che ha anche come scopo primario quello di indagare su possibili forme di vita presenti nei sedimenti depositati sul fondo del lago, è seguita a molteplici dibattiti tra gli studiosi stessi in merito alla possibilità, una volta raggiunto il bacino, di inquinare l’ambiente, rimasto per così tanto tempo impermeabile alle influenze esterne.

La perforazione del ghiaccio è stata una delle prime ricerche eseguite nella base. La carota estratta da scienziati russi, americani e francesi in comune sforzo, che ha una lunghezza totale di 2083 m, ha permesso di risalire a quelli che sono stati gli andamenti climatici negli ultimi 400.000 anni.
Un periodo quindi comprendente le glaciazioni, quando la Terra era circa 10°C più fredda di oggi. Altre importanti ricerche sono in corso oltre a quella che studia i cambiamenti climatici: le variazioni di biossido di carbonio, del metano e della polvere presenti nell’atmosfera nel momento in cui piccole bolle di aria sono rimaste intrappolate nel ghiaccio sono solamente alcune di queste. La forte correlazione tra concentrazione di gas serra atmosferico e temperatura in Antartide è stata per esempio confermata dall’analisi della carota di ghiaccio della stazione Vostok.
Una stazione che, come abbiamo visto, a causa delle terribili condizioni ambientali, necessita di sforzi estremi da parte del personale e l’utilizzo di sofisticatissime apparecchiature per consentire la sopravvivenza umana e lo svolgersi della ricerca scientifica. Fortunatamente tali fini, in alcuni paesi, hanno ancora la precedenza sulle decisioni “politiche” che invece, in altri, determinano la chiusura di Osservatori Storici.

BIBLIOGRAFIA
WMO, Climatological Normals (CLINO) for the period 1961-1990, 1996 Ginevra, Svizzera,
 

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