(quinta parte)
Le temperature termodinamiche
Fondamentale per la previsione del tempo è la
conoscenza dello stato termodinamico delle masse d’aria: temperatura,
pressione ed umidità in ogni loro punto. Tali grandezze variano con uno
spostamento qualsiasi in direzione orizzontale e con la quota. Alcune
funzioni della temperatura che tengono conto della quota e/o dell’umidità
della particella sono più costanti in seno ad una medesima massa d’aria
(aria che ha subito una determinata storia evolutiva nel corso dei suoi
spostamenti e soggiorni nelle varie aree geografiche).Tali funzione più
“conservative” vengono designate comunemente temperature termodinamiche e
saranno brevemente descritte qui di seguito adottando sostanzialmente la
terminologia di Hushke nel suo “Glossary of Meteorology” edito in Boston
nel 1959 e ripresa da Pierre Pédelaborde nel suo “Introduction à l’étude
scientifique du climat”edito da SEDES - Parigi nel 1982.
Le temperature termodinamiche sono ricavabili rigorosamente da formule
matematiche ma si possono anche determinare dai diagrammi dei sondaggi
aerologici (“émagrammes” nella letteratura francese).

Figura 1- Temperature termodinamiche nel diagramma aerologico obliquo

Fig 2 - Diagrammi aerologici del 2/7/2002, ore 12
UTC, di Payerne e Milano forniti da MeteoSwiss
Tali diagrammi ottenuti mediante radiosondaggi, sono
normalmente del tipo detto “Skew T-ln p” con le coordinate verticali della
pressione in scala logaritmica e le isoterme inclinate (skewed) sulla
destra di 45°. Nelli stessi grafici sono tracciate normalmente le
adiabatiche secche, le adiabatiche sature e le isoigrometriche cioè le
linee che uniscono i punti aventi uguale rapporto di mescolanza di
saturazione “ws” espresso in grammi di vapore per Kg di aria secca in
saturazione. Il rapporto di mescolanza “w”, con il pedice “s” per indicare
l’eventuale stato di saturazione, è praticamente uguale all’umidità
specifica “q” espressa in grammi di vapore per Kg di aria umida.
L’utilizzo di isoterme inclinate consente di sfruttare
meglio le dimensioni dei fogli ove tali grafici sono rappresentati e
l’andamento normale della temperatura in un radiosondaggio si sviluppa
secondo un andamento pressoché verticale; la scala logaritmica per le
pressioni d’altro canto permette di misurare sullo stesso diagramma
l’energia per unità di massa che una particella d’aria soggetta alla
gravità ed alla forza di galleggiamento idrostatico assorbe o produce
compiendo un sollevamento qualunque. Tale energia, la cui conoscenza è
fondamentale per conoscere lo stato di stabilità od instabilità
dell’atmosfera, è proporzionale all’area compresa tra la curva di stato e
l’adiabatica che la particella segue nel sollevamento.
Nei diagrammi aerologici lo stato di una particella è
rappresentato da un punto le cui coordinate sono temperatura e pressione.
La pressione consente di determinare con sufficiente approssimazione la
quota z riferendosi alla relazione p - z dell’atmosfera standard.
L’umidità relativa (in percentuale di quella di saturazione a quella
pressione ed a quella quota) può essere rappresentata o indicando
direttamente accanto ad ogni punto il suo valore o più comunemente
associando al primo un secondo grafico riportante o la temperatura del
punto di rugiada td ( come nell’esempio di fig 2 –linea a sinistra di
quella rappresentante la temperatura t) o la temperatura di bulbo bagnato
tw , due temperature termodinamiche che descriviamo qui sotto.
Con riferimento alla figura 1 una particella d’aria è
rappresentata dal punto I . Facendo subire a tale particella delle
particolari trasformazioni otterremo le temperature termodinamiche:
Le temperature di bulbo bagnato (taw,
tiw, uw)
- La temperatura adiabatica di bulbo bagnato
taw si
ottiene portando la particella adiabaticamente sino al punto C (punto di
Rossby), iterazione della sua adiabatica secca con l’ isoigrometrica
corrispondente al suo rapporto di mescolanza iniziale, “w”, e di qui,
mantenendola satura riportandola alla pressione iniziale. Nota taw, è
agevole determinare l’umidità relativa (rapporto della sua umidità
specifica attuale con quella che provocherebbe la sua saturazione): essa è
data semplicemente dal rapporto dei valori parametrici delle
isoigrometriche passanti rispettivamente per C e per I ; C è ottenuto
intersecando l’adiabatica secca passante per il punto I di temperatura t
con quella satura passante per il punto Iw di temperatura taw.
- La temperatura isobarica di bulbo bagnato tiw è
quella data dal bulbo bagnato dello psicrometro.
E’ facile mediante considerazioni di bilancio termico,
determinare il rapporto di mescolanza o l’umidità specifica data la
temperatura del bulbo secco t e quella di bulbo bagnato
tiw :
Passando da t a tiw 1 kg di aria umida perde 0,24*(t-
tiw) Kcal essendo 0,24 il calore specifico a pressione costante dell’aria
secca corrispondente con ottima approssimazione a quello corrispondente
dell’aria umida perché la massa di vapore in un Kg di aria secca è molto
piccola ed il calore specifico del vapore non differisce molto da quello
della stessa aria secca. D’altro canto saturandosi l’ aria assorbe
0,6*(ws- w) kcal, essendo 0,6 il calore di vaporizzazione dell’acqua (in
kcal/g), ws il rapporto di mescolanza di saturazione alla temperatura
tiw,
w quello iniziale dell’aria alla temperatura t.
All’equilibrio si ha così:
0,6*(ws-w) = 0,24*(t- tiw)
cioè
ws- w = 0,4* (t- tiw) e w =ws-0,4*(t-
tiw)
ws si legge sul diagramma aerologico per la temperatura
tiw e la pressione p ( parametro dell’isoigrometrica per quel punto) o si
determina mediante una formula analitica.
Nella pratica meteorologica tiw e taw differendo da 1 a 2 decimi di grado
si confondono e dalla lettura dello psicrometro di tiw ~ taw si può
determinare graficamente, come visto sopra, l’umidità relativa.
- La temperatura pseudo - adiabatica potenziale di
bulbo bagnato u’w è ottenuta riportando la particella costantemente
saturata (con temperatura iniziale taw)
sino al livello di 1000 mb, mentre la temperatura adiabatica potenziale di
bulbo bagnato w è
ottenuta mediante la stessa trasformazione partendo però da tiw
La temperatura
’w si pres ta particolarmente a
contrassegnare una massa d’aria: si ha così sovente in inverno, in Europa
occidentale:
- Aria artica marittima: Am
’w= 2 C°
- Aria polare marittima: Pm
’w = 3 C°
- Aria polare continentale: Pc
’w = -7 C°
- Aria tropicale marittima: Tm
’w = 9 C°
Le temperature equivalenti (tE ,
E)
Sono le temperature ottenute disseccando completamente
la particella mediante una sua elevazione sino al punto C lungo
l’adiabatica secca, indi lungo l’adiabatica satura. Discendendo in seguito
lungo l’adiabatica secca sino alla quota di partenza si ottiene la
temperatura adiabatica equivalente taE o semplicemente temperatura
equivalente tE, proseguendo invece sino al livello di 1000 mb si ottiene
la temperatura potenziale equivalente
E.
La temperatura equivalente tE si deduce facilmente mediante le stesse
considerazioni di bilancio termico fatte per la temperatura di bulbo
bagnato.
Si ha indicando ancora con w il rapporto di mescolanza in g di vapore
per kg d’aria secca:
w-0 = 0,4*(tE –t) da cui:
tE = t+ 2,5* w
Le temperature potenziali ( ,
E ,
’w,
w)
Le temperature
E ,
w,
w sono già state trattate
precedentemente, è ottenuta portando la particella d’aria, avente la
temperatura t, al livello di 1000 mb secondo l’adiabatica secca.
Una relazione approssimata tra t e
nella bassa e media tropopausa è la
seguente:
= t+10*z con z = quota della particella in Km
Le temperature isobare (tiw,
tE, td)
Sono le temperature che si riferiscono a particelle
soggette alla stessa pressione del punto I. Di tiw e
tE abbiamo già
parlato, soffermiamoci ora su td la temperatura di rugiada,
dew - point
temperature in lingua inglese, température du point de rosée in lingua
francese. Essa è la temperatura alla quale l’umidità presente nell’aria
comincerebbe a condensare. E’ una funzione univoca della quantità di
vapore presente nell’unità di volume (densità) e da ciò anche della
pressione parziale del vapore stesso, pressione deducibile dalla densità
mediante l’equazione di stato. Nei diagrammi aerologici l’intersezione
della curva delle temperature di rugiada con una determinata isobara
individua la curva isoigrometrica passante per quel punto; il rapporto del
valore di mescolamento che le compete con quello relativo alla
isoigrometrica passante per il punto dove la curva di stato incontra la
medesima isobara, definisce l’umidità relativa “h” di quel medesimo punto.
Le curve isoigrometriche incontrano le isoterme a temperature via via
inferiori con la quota poiché con il diminuire della pressione l’umidità
assoluta (g di vapore per m3 ) di una massa d’aria che si espande
spostandosi verso l’alto, diminuisce (contrariamente al rapporto di
mescolanza, g di vapore per kg di aria secca, che rimane costante)
diminuendo in tal modo la temperatura che determina la sua saturazione.
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