Pluviometri a
bascula:
correzione degli errori strumentali
e taratura della strumentazione
F.Lombardo, del Servizio Idrografico e Mareografico di Genova
L.Stagi, dell’Università di Genova – Istituto di Idraulica
Seconda parte
Descrizione dei risultati
ottenuti
Esame critico delle
caratteristiche
Nella Tab. 3 seguente sono riassunti i risultati sperimentali relativi
agli strumenti oggetto dello studio dopo gli opportuni interventi di
pulizia e regolazioni.
Modello |
Parametro
 |
Parametro
 |
Nºdi
strumenti
|
SIAP |
0.860 (*) |
1.046 (*) |
37 |
MTX |
0.759 |
1.076 |
1 |
SALMOIRAGHI |
(**) |
(**) |
2 |
CAE |
0.824 |
1.058 |
1 |
SILIMET |
0960 |
1.037 |
1 |
LASTEM |
1.063 |
1.058 |
9 |
MICROS |
0.979 |
0.986 |
3 |
E.T.G. |
1.018 |
0.994 |
1 |
KIMOTO |
0663 |
1.133 |
1 |
ISCO |
0.336 |
1.284 |
1 |
Tab. 3 – Risultati sperimentali
(*) valore medio fra tutti gli strumenti esaminati
(**) modello non confrontabile
Nella successiva Tab. 4 sono riportati gli intervalli di oscillazione dei
parametri * e * medi per i soli strumenti modello SIAP per cui è stato
possibile effettuare una taratura anche prima della completa pulizia.
|
Prima della
pulizia |
Dopo la pulizia |
|
min |
max |
min |
max |
Parametro
 |
0.718 |
1.071 |
0.801 |
0.946 |
Parametro
 |
0.991 |
1.213 |
1.013 |
1.064 |
Tab. 4 – Risultati sperimentali per il solo modello SIAP
Alcune cinsiderazioni sui modelli SIAP e LASTEM
Per i modelli SIAP, è stato possibile effettuare dei controlli in situ e,
successivamente, si è potuto effettuare una taratura dopo una completa
pulizia in laboratorio, mentre per i modelli LASTEM si è operato
attraverso il solo controllo in situ. Nel grafico di fig.3 sono riportati
i parametri sperimentalmente ricavati per i pluviometri modello LASTEM
che presentano, rispetto al modello campione, una ampia variabilità
imputabile prevalentemente ad una mancanza di manutenzione e controllo. La
fig.4, relativa invece ai valori sperimentali ottenuti sui modelli SIAP,
rappresenta in modo evidente l’efficacia dell’intervento di manutenzione
che ha consentito di riportare i valori medi dei parametri
e
,
nell’intorno di quelli medi originari e quindi riposizionare gli strumenti
esaminati nel punto di taratura dichiarato dal costruttore (valore
dell’intensità di pioggia a cui corrisponde un’errore percentuale
certificato). L’ effetto di dispersione dei dati è dovuto
all’impossibilità pratica di quantificare perfettamente l’acqua di scarico
dopo il basculamento.

Fig.3 – Parametri sperimentali per pluviometri LASTEM

Fig.4 – Parametri sperimentali per pluviometri SIAP
Il pluviometro Salmoiraghi
I pluviometri modello Salmoiraghi presentano un singolare comportamento
dinamico rispetto ai modelli esaminati sinora tale da non poter esprimere
la curva di taratura attraverso l’equazione (1) in tutto il campo di
funzionamento. Come infatti si può notare osservando i grafici delle
figure 5 e 6 che seguono, ottenuti sulla base dei soli due modelli
esaminati, per le basse intensità di pioggia si ha un comportamento simile
agli altri modelli in cui l’errore aumenta all’aumentare dell’intensità di
pioggia. Nel caso invece di piogge medioalte si ha un marcato recupero
dell’errore.

Fig.5 – Curve di taratura dei pluviometri SALMOIRAGHI

Fig.6 – Curve di errore dei pluviometri SALMOIRAGHI
Questa tipologia di strumenti rientra comunque nella classe di pluviometri
a bascula meritatamente alla tecnica di misura della pioggia sebbene la
conformazione della vaschetta ed il meccanismo di riempimento non siano
assimilabili agli altri pluviometri esaminati. Essendo questi strumenti
non molto diffusi sul territorio preso in considerazione dagli autori, si
è ritenuto rimandarne l’approfondimento successivamente.
Il pluviometro modello ETG
Il pluviometro modello E.T.G. rappresenta un classico strumento a bascula
avente però la singolare caratteristica, unica fra tutti quelli
esaminati, di associare ad ogni scatto della vaschetta, un valore di
pioggia corretto in funzione dell’intensità. Dall’analisi fatta, è emerso
che tale correzione non tiene conto però della reale curva di taratura
dello strumento. Le figg. 7 e 8 rappresentano la curva di taratura e
dell’errore rilevate in laboratorio.

Fig.7 – Curve di taratura dei pluviometri ETG

Fig.8 – Curve di errore dei pluviometri ETG
In particolare, la curva di correzione dell’errore è assunta di tipo
lineare definita secondo una retta passante per i punti I=0 mm/h (cui
corrisponde un errore nullo) ed I=120 mm/h (cui corrisponde, nello
strumento esaminato, un valore sperimentalmente pari a circa il 15 % in
meno del valore reale). La logica di correzione del dato è
matematicamente “discreta” e prevede che ad ogni movimento della bascula,
nell’ipotesi che l’intensità di pioggia tra due rovesciamenti consecutivi
sia costante, venga calcolata la quantità di mm di pioggia persa tenendo
conto della curva di correzione dell’errore.
Quando le iesime differenze, sommate progressivamente, concorrono a
formare una quantità di pioggia di 0.2 mm, corrispondente ad una basculata
unitaria, quest’ultimo valore è automaticamente sommato alla quantità di
pioggia registrata sino a quel determinato istante.
Curva di taratura e curva
dell'errore di tutti i modelli esaminati
Nelle figure 9,10 e 11 sono riportate le curve di taratura espresse
secondo le funzioni
I/IR e i parametri
e
, di errore in funzione
dell’intensità di pioggia di tutti i modelli che sono stati esaminati.

Fig.9 – Parametri
e
di tutti i modelli esaminati

Fig.10 – Curve di errore di tutti i pluviometri esaminati

Fig.11 – Curve di taratura di tutti i pluviometri esaminati
Modalità di correzione dei dati
di pioggia
Caso in cui sia nota la curva
di taratura
In linea generale, se non si interviene dall’esterno con procedure
apposite, i pluviometri a bascula sono strumenti il cui tempo di
campionamento è variabile e la misura dell’intensità di pioggia caduta può
essere effettuata solo successivamente al rovesciamento della vaschetta.
Per poter procedere ad una correzione istantanea della pioggia caduta, si
può intervenire di volta in volta attraverso i valori forniti dalla curva
di taratura propria dello strumento sui valori da esso registrati
nell’intervallo di tempo tb che intercorre tra due successivi
rovesciamenti, nell’ipotesi che in tale intervallo l’intensità di pioggia
rimanga costante. Nel caso in cui la strumentazione non sia in grado di
fare ciò automaticamente, diventa fondamentale la scelta del parametro tc
per eventuali correzioni a posteriori. Il grafico di fig. 12 riporta il
valore di tb [s] in funzione di I[mm/h] consentendo di valutare
l’intervallo di tempo tra due successivi basculamenti e quindi di
determinare il numero di basculate possibili nel tempo tc scelto in
funzione delle intensità di pioggia.

Fig.12 – Andamento di tc in funzione di I

Fig.13 – Errori di conteggio delle bascule
Il grafico di fig.13 fornisce la stima dell’errore e% dovuto al conteggio
di +/- una bascula in funzione dell’intensità di pioggia per alcuni valori
di tc. Tale errore diminuisce all’aumentare di tc suggerendo, in prima
analisi, l’adozione di tempi lunghi di acquisizione. L’aumento di tc,
comporta che il valore assoluto dell’intensità diminuisca all’aumentare
dell’intervallo di campionamento. Ne consegue che, per tutti i modelli
esaminati, ad eccezione degli strumenti ETG e Salmoiraghi, una minore
efficacia della correzione. Tale considerazione diventa di fondamentale
importanza nella correzione e valutazione delle piogge nel campo di eventi
pluviometrici particolarmente intensi. Dal momento che l’errore dovuto
all’errato conteggio degli scatti può essere positivo o negativo
compensandosi mentre l’errore dovuto alla correzione dell’intensità è
sempre negativo, ne consegue che per minimizzare l’errore il tempo tc
deve essere il più piccolo possibile. Quindi se tc = tb oltre ad eliminare
l’errore dovuto al conteggio delle bascule quest’ultimo risulta essere
ridotto al minimo. Nella Fig.14 vengono riportate a titolo di esempio le
due curve cumulate, reale e corretta, nel caso di un evento
particolarmente intenso.

Fig.14 – Curve cumulate evento del 23.09.1993 - Stazione di Villa Cambiaso
- Genova
Correzioni secondo la classe
degli strumenti
Una volta individuata la classe d’appartenenza dello strumento è possibile
operare come segue:
Classe I: per questa classe di pluviometri è possibile una correzione a
posteriori con l’ipotesi che l’intensità di pioggia rimanga costante
durante il tempo di campionamento tc.
Classe II: anche questi strumenti permettono una correzione della pioggia
a posteriori sebbene più efficace della Classe I. Infatti, si ha la
possibilità di conoscere il tempo ti d’ogni basculata e quindi per
differenza il tempo tb. In questo caso la correzione consiste nel
modificare la Ir con la curva di taratura dinamica per ogni basculamento
nell’ipotesi che l’intensità di pioggia rimanga costante durante il tempo
tb intercorso tra due rovesciamenti. Particolare attenzione bisogna porre
nella misura dell’intervallo tra due rovesciamenti in quanto eccessive
approssimazioni comportano errori non trascurabili soprattutto nella
valutazione dell’intensità di pioggia nel caso di eventi intensi con
conseguente errore di correzione.
Classe III: questa classe di strumenti, nell’ipotesi che l’intensità di
pioggia rimanga costante tra due basculate successive, permette la
correzione del dato di pioggia attraverso la curva di taratura dinamica
tra due successivi rovesciamenti della vaschetta. Tale correzione può
considerasi la massima ed efficace possibile per i pluviometri a bascula
in commercio.
Conclusioni
Da quanto precedentemente esposto si perviene alle seguenti considerazioni
e conclusioni:
-
gli strumenti analizzati non sono risultati omogenei in quanto gli
stessi presentano caratteristiche meccaniche e regolazioni difformi. Da
ciò ne consegue che ciascuno strumento ha una propria curva di taratura
caratteristica;
-
dalle analisi effettuate sulla strumentazione “in situ”, gli strumenti,
sono risultati nella maggior parte dei casi fuori taratura. Solo dopo
aver effettuato una completa manutenzione e ritaratura in laboratorio, è
stato possibile riportarli nelle condizioni originarie di funzionamento;
-
nessuna delle case costruttrici la strumentazione esaminata ha fornito
una curva completa di taratura dinamica dello strumento, ma soltanto uno o
due valori puntuali di pioggia, corrispondenti ad errori noti, che sono
stati assunti come riferimento per la taratura dinamica;
-
dal momento che lo studio era finalizzato alla valutazione delle piogge
nel caso di eventi estremi, la mancanza di una curva di taratura non
permette di valutare correttamente la pioggia caduta e registrata dallo
strumento soprattutto nel campo di alti valori dell’intensità di pioggia.
-
gli strumenti, ad eccezione del Salmoirgahi e ETG, presentano un errore
che aumenta all’aumentare dell’intensità di pioggia.
-
Alla luce di quanto sopra specificato, si ha motivo di ritenere
necessario quanto segue:
-
ogni strumento nuovo uscito dalla fabbrica debba essere corredato della
sua curva di taratura dinamica onde permettere una più corretta
valutazione della pioggia reale da esso registrata durante un evento
nonché un immediato riscontro del suo corretto funzionamento nel corso
delle regolari operazioni di calibrazione e manutenzione generale;
-
qualunque sia la classe dello strumento sono necessari interventi più o
meno incisivi sul software dei sistemi di acquisizione per la correzione
della pioggia registrata con la curva di taratura dinamica.
-
per alcune tipologie di strumenti si ritiene opportuno rivedere la
progettazione in modo tale da consentire una quantificazione più accurata
dell’acqua di scarico utile alla più precisa valutazione dell’errore e
correzione dello stesso attraverso le regolazioni previste.
Bibliografia
BECCHI, I. (1970). “Sulla possibilità di migliorare le misure
pluviometriche”. Pubbl. Istituto di Idraulica Università di Genova.
CALDER, I.R. KIDD, A. (1978). “Note on the dynamic calibration of
Tipping-Bucket gauges”.J. Hydrology 39, 383-386.
DA DEPPO, L. (1977). “Sugli errori sistematici dei pluviografi a
bilancia”. Convegno sulle metodologie di acquisizione e apparecchiature
per la misura delle grandezze idrologiche e marittime, Napoli.
MARSALEK, J. (1981). “Calibration of the tipping bucket raingage”. J.
Hydrology 53, 343-354.
MAKSIMIVIC, C. RADOJKOVIC, M. (1986). “Urban Drainage Catchments”.
Pergamon Press.
NIEMCZYNOWICZ, J. (1986). “The dynamic calibration of tipping-bucket
raingauges”. Nordic Hydrol. 17, 203-214.
PAGLIARA, S. VITI, C. (1994). “Taratura dinamica di un sensore di
precipitazione a vaschette basculanti”. Bollettino Geofisico , n.2 pp63-69
W.M.O.
STAGI, L. (1996), “Strumento per la generazione di portata costante”.
Quaderni di Laboratorio dell’Istituto dell’Idraulica dell’Università di
Genova. N.18
LOMBARDO, F. STAGI, L. (1997).“Dinamic calibration of rain gauges in order
to check errors due to hevy rainrates”. Poster in Conference “Water in the
Mediterranean” – Istambul Nov.97
C.N.R. "Manuale di riferimento per la Misura al suolo delle grandezze
idrometeorologiche”.
RINGRAZIAMENTI
Si ringraziano per la preziosa collaborazione le sottoelencate Società,
Enti ed Istituti che hanno fornito la loro strumentazione per le verifiche
di cui al presente studio:
· Acquedotto di Savona
· AMGA di Genova
· CIMA di Savona
· Istituto di Idraulica Università di Genova
· ITIS di Savona
· LASTEM di Milano
· Servizio Idrografico e Mareografico di Genova
· USL di Savona
|