Gli episodi estremi di precipitazione che si sono
verificati nell’area genovese il 24 e il 26 novembre 2002 sono, senza
ombra di dubbio, degni di nota.
Le letture del pluviometro del Dipartimento di Ingegneria Ambientale,
ubicato nel quartiere di Albaro, sulla sponda sinistra idrografica del
Bisagno, hanno fatto registrare i seguenti valori di precipitazioni nelle
24 ore: il giorno 24 171.8 mm e il giorno 26 207.8 mm, rispettivamente in
17 ore e 30 minuti e in 13 ore.
Il massimo di precipitazione semioraria del 24 si è
avuto tra le 0930 e le 1000 con 30.2 mm; tra le 0900 e le 1000 43.8 mm; in
due ore, tra le 0800 e le 1000, sono caduti 76.8 mm e in due ore e 30
minuti, tra le 0630 e le 1000, i mm di pioggia misurati dal pluviometro
sono stati 106.8.
Il giorno 26, che corrisponde al periodo di massima
piena del torrente, abbiamo valori superiori non solo nelle 24 ore ma
anche nei brevi periodi: precipitazione semioraria 31.4 mm tra le 0330 e
le 0400; in 60 minuti 54.6 mm tra le 0300 e le 0400; in due ore 99.8 mm
tra le 0300 e le 0500 e in due ore e trenta minuti 119.6 mm, tra le 0300 e
le 0530.
Considerando le rilevazioni eseguite presso l’ex
Istituto di Idraulica dell’Università di Genova (ora Dipartimento di
Ingegneria Ambientale) dal 1990, e la serie storica dell’Osservatorio
dell’Università di Genova ubicato in Via Balbi, risalente al 1833, la
misura di 207.8 mm, registrata il 26 come dato giornaliero, è stata
superata 9 volte, di cui 7 nella seconda metà del XX secolo. Inoltre, dal
1990, tale soglia è stata oltrepassata tre volte e precisamente
nell’ottobre 1990 con 296.6 mm, e nel mese di settembre degli anni 1992 e
1993 rispettivamente con 428.8 mm e 351.0 mm. Si evidenzia quindi un
ripetersi di tale evento più frequentemente negli anni a noi più vicini.
Il valore di 171.8 mm/giorno, misurato il 24, dal 1833 è stata superata 16
volte, con una distribuzione nei seguenti mesi: Gennaio 1; Luglio 1;
Agosto 1; Settembre 3; Ottobre 7; Novembre 3. Il periodo autunnale,
escluso alcuni episodi, è quello nel quale di norma si sono verificati
questi eventi.
Tornando alla recente piena del Bisagno, che ha raggiunto il culmine nelle
prime ore del 26, è positivo ricordare che non si è trasformata in evento
alluvionale nonostante alcune condizioni in atto potessero far
considerare, agli organi preposti alla Protezione Civile, la possibilità
di tale evenienza. Sicuramente a ciò hanno contribuito le favorevoli
condizioni meteomarine (vento da NE con velocità media tra 25 e 35 km/h e
mare che sottocosta si presentava quasi calmo), che hanno consentito un
agevole deflusso delle acque alla foce e, verosimilmente (anche se non si
posseggono dati di stazioni ubicate nella parte media e alta della valle),
il mancato raggiungimento di livelli di precipitazione ancora più elevati,
quali quelli che provocarono esondazioni verificatisi anche nel recente
passato.
Ricordiamo che il valore di Portata Max ricavata
nell’alluvione dell’ottobre 1970 per il Bisagno fu di 1070 m3/sec e la
quantità di pioggia in 24 ore per la stazione dell’Università fu di 414.8
mm, con un’intensità massima di 76.0 mm/h, e 452.0 mm fu il totale della
pioggia nei due giorni, 7 e 8 ottobre 1970. Un valore superiore fu
tuttavia registrato in altre stazioni vallive. A Pontecarrega (26 m
s.l.m.) nelle 24 ore si registrarono 453.4 mm con un’intensità max di 89.4
mm/h e a Molassana (131 m s.l.m.) il giorno 9 ottobre furono 480.0 i
millimetri caduti. Per queste due ultime stazioni nei due giorni si
misurarono rispettivamente 503.4 mm e 690.0 mm.
Tanto per fare un confronto, sempre per l’episodio del
1970, con la vicina valle Polcevera, vediamo nella seguente tabella i
valori ancora più elevati di Bolzaneto, che pare detenga il record europeo
di massima precipitazione in 24 ore (qui caddero 749.2 mm il giorno 8 e
215.8 mm il 9).
Estreme precipitazioni registrate presso la stazione di
BOLZANETO (46 m s.l.m.) nel periodo 7-8 ottobre 1970
periodo |
20 min |
30 min |
1 h |
3 h |
6 h |
12 h |
24 h |
2 giorni |
pioggia |
41.0 |
60.0 |
120.0 |
274.0 |
446.4 |
717.8 |
948.4 |
965.0 |
Il livello delle acque in ambito cittadino durante il
recente evento è sempre rimasto al di sotto del bordo dell’argine di circa
due metri anche se numerosi rigurgiti dalla rete delle acque bianche hanno
provocato l’allagamento di garage e fondi degli edifici limitrofi al letto
del corso d’acqua e il franamento di alcune parti di argine principale.
Un fatto da annotare è la persistenza di giorni piovosi
che ha accompagnato il mese di novembre, dal giorno 11, senza soluzione di
continuità. Da tale data infatti si sono verificate piogge quotidiane fino
al 26, giorno nel quale si è misurato il massimo giornaliero. Dall’11 al
23 sono piovuti 236.4 mm con valori massimi giornalieri anche intorno ai
40 mm. Le straordinarie precipitazione del 24 (giorno nel quale i maggiori
apporti pluviometrici si sono verificati nel levante della provincia, dove
il torrente Rupinaro e il fiume Entella sono esondati in talune aree
urbane di Chiavari), seguite da quelle del 25 (23.6 mm), e infine da
quelle del 26, hanno trovato il terreno già saturo per le precipitazioni
precedenti e quindi l’acqua di questi ultimi giorni ha incontrato
condizioni del superficiali tali da consentire un ruscellamento veloce
negli alvei dei fondovalle secondari e quindi nei torrenti principali. La
esiguità del bacino del Bisagno (93 km2), la brevità (circa 22 km) e la
pendenza piuttosto accentuata del suo corso fino alle porte della città,
determinano un tempo di corrivazione molto breve (circa 5 ore), tale
comunque da rendere difficile la previsione puntuale di un’onda di piena.
Uno sguardo merita anche il totale mensile delle
precipitazioni. In questo novembre sono caduti 667.0 mm in 20 giorni di
pioggia. In pratica circa la metà delle precipitazioni medie annue per
Genova. Tale valore rappresenta la massima misura per la stazione DIAM
(record precedente ottobre 1990 con 643.0 mm). Non è tuttavia il record
assoluto per la città poiché nel novembre 1926 furono registrati 752.2 mm
e nell’ottobre 1872 fu annotato il massimo mensile storico di 775.9 mm. Da
notare che la stazione meteo del CMIRL, posta a breve distanza da quella
qui considerata del DIAM, ha riportato un valore totale mensile di 754.4
mm con un massimo giornaliero di 240.8 mm il giorno 26.
Una parola merita essere spesa per come i mass media hanno trattato
l’argomento. Non si può nascondere che l’episodio, anche in considerazione
dei trascorsi, non possa aver destato preoccupazione sia nella
cittadinanza che nelle autorità preposte alla salvaguardia della
popolazione.
Gli organi di protezione civile, a nostro modo di
vedere, hanno operato correttamente quando hanno posto in opera misure
preventive, atte ad affrontare una possibile esondazione, che hanno
portato a emanare un avviso nel quale si valutava l’orario dell’onda di
piena (tra le 1200 e le 1300), poi non verificatasi. Ma, dalle ore 1400
del 26, dopo la totale cessazione delle precipitazioni, le indicazioni
positive delle carte di previsione e il ritorno a livelli medio-alti delle
acque del Bisagno, la proroga da parte delle Autorità della chiusura delle
scuole di ogni ordine e grado per tutta la giornata successiva e per tutte
le scuole del Comune risulta forse una misura eccessiva, anche se dovuta
probabilmente a un eccesso di zelo.
Altro discorso per giornali, radio e TV locali.
Le emittenti radiotelevisive: hanno innescato un meccanismo di
informazione in diretta consentendo l’intervento nelle trasmissioni a
chicchessia, senza un minimo di verifica, procurando spesso allarme nella
popolazione e affievolendo l’opera delle persone preposte alla protezione
civile. Secondo illazioni emanate da anonimi cittadini su TV locali
pareva, a un certo punto della mattinata, che il torrente fosse uscito
dagli argini: annuncio non vero (cfr. foto 4 dove è visibile il livello di
massima piena ben al di sotto dei muri dell’argine). L’elemento base di un
organo di informazione tempestivo come la TV, per fornire notizie utili
alla cittadinanza e, eventualmente, alle Autorità, specialmente in casi
particolari come quello riferito in queste note, è quello di verificare
prima ciò che viene trasmesso, anche se indubbiamente non è sempre di
facile attuazione, ed evitare comunque di dare adito alla gente di
giungere a conclusioni errate, intralciando spesso l’opera degli Enti
preposti. Un collegamento in diretta alla sala centrale di coordinamento
della Protezione Civile, per esempio, sarebbe senz’altro più utile per
fornire le corrette informazioni comportamentali alla cittadinanza e si
eviterebbe di procurare inutili allarmismi, non dimenticando inoltre che
una viziata comunicazione, qualunque essa sia, risulta sempre deleteria
alla comunità.
I giornali: titoli come “Bisagno Mostro” non sono utili
a capire come stanno le cose, anzi. I corsi d’acqua non sono “mostri”,
semmai sono gli uomini che, notoriamente, detengono poca memoria; le piene
avvengono da secoli, da millenni e continueranno a verificarsi in futuro:
è necessario imparare dalle esperienze passate. Titoli del genere ne
ricordano altri: “Curva Killer” o “Montagna Assassina”; ma forse il killer
non è la curva, è piuttosto l’imbecille che corre veloce e l’assassina non
è la montagna, ma la responsabilità di eventi fatali dipende sovente dal
basso grado di preparazione o dalla superficialità con cui si affrontano
talvolta le forze della natura.
BIBLIOGRAFIA
ANNALI IDROLOGICI – Servizio Idrografico – Sezione di
Genova – 1972 – Annali Idrologici 1970 Parte Prima.
ANNALI IDROLOGICI – Servizio Idrografico – Sezione di
Genova – 1972 – Annali Idrologici 1970 Parte Seconda – L. Cati – L’evento
alluvionale del 7-8 ottobre 1970 sui bacini dei torrenti Leiro, Polcevera
e Bisagno.
GIORNALI E TELEGIORNALI VARI (Sic). |