Giovedì 20 settembre 2018 Tutto cominciò con un e-mail.
Era una giornata uggiosa, una di quelle giornate umide con le nubi basse e
poca o niente pioggia, solo una leggera pioviggine, a Genova la chiamano "maccaja",
accesi il computer per leggere la posta e navigare in po’ in internet,
soprattutto per vedere le previsioni del tempo e capire quando finiva
questa "maccaja". Un e-mail, inviata alla mia casella di
posta di RLMet mi colpì subito, soprattutto per il titolo: "Strane
coincidenze meteorologiche in Val Grana" di un certo Emilio Binardi di
Recco. Aprii subito il messaggio.
"Sono capitato sulla vostra rivista tramite Altavista cercando notizie sul
clima della Liguria, non mi aspettavo proprio di trovare una rivista di
meteorologia ligure, la cosa mi ha fatto molto piacere, ho letto tutti i
numeri cominciando da quello attuale, poi andando sugli arretrati, ho
letto anche i precedenti. Una cosa mi ha colpito molto, i racconti, perché
non sono normali racconti di meteorologia, ma molti sono a cavallo fra
realtà e fantascienza, non si capisce bene dove finisca la realtà e
cominci la fantascienza e viceversa; solo dopo aver letto questi racconti
mi sono deciso a scriverti, perché forse ho trovato una persona che possa
capire quello che ho scoperto sulle particolari coincidenze del clima in
Val Grana con le fasi lunari.
Concludo questa e-mail chiedendoti se posso partecipare a una delle vostre
riunioni per illustrarvi meglio questa mia scoperta."
Naturalmente la cosa mi incuriosì talmente che gli risposi
istantaneamente, invitandolo per il mercoledì successivo.
Mercoledì 26 settembre 2018
Per tutta la settimana pensai continuamente alle "strane coincidenze del
clima in Val Grana" e che cosa potessero essere queste coincidenze con le
fasi lunari, e soprattutto che cosa potessero aver a che fare con i miei
racconti. La mia curiosità era tale che arrivai alle
17.15, un quarto d’ora in anticipo alla riunione settimanale di
meteorologia. Queste riunioni si svolgono nella sede del
CAI (Club Alpino Italiano) sezione Liguria, siamo tutti iscritti al CAI,
per cui possiamo usufruire dei locali, inoltre la meteorologia è un
argomento che interessa molto gli alpinisti e in genere chi frequenta la
montagna, ed è vista di buon occhio questa nostra attività all’interno del
Club Alpino.
Quando entrai in sede mi sentii
chiamare dalla segretaria: "Mario, c’e’ una persona che ti cerca, è
quel tipo quello
che sta leggendo la bacheca delle gite." Disse indicandomi una persona quasi
interamente calva ma con una folta barba nera, non molto alta circa un
metro e settanta, vestita con jeans e una camicia di lana a quadri; era
intenta a leggere il calendario delle gite sociali e teneva stretta fra le
gambe, appoggiata al pavimento, una valigetta tipo ventiquattrore; era una
di quelle persone cui è difficile dare l’età, poteva avere 35 anni come
45. Mi avvicinai alle spalle e feci la classica tosse
per richiamare l’attenzione di una persona, quando si voltò mi presentai:
"Sono Mario, sei Emilio quello di Recco?" Stavo per dire "Quello delle
strane coincidenze." Ma corressi al volo con Recco. "Si,
sono io." E mi diede subito la mano, che io strinsi calorosamente.
Indicando con la mano destra la saletta in cui normalmente ci riunivamo
dissi. "Gli altri non sono ancora arrivati, siamo un po’ in anticipo,
intanto potremmo sederci e cominciare a parlare un po’".
Io misi la valigetta del computer portatile, che sempre mi portavo dietro
alle riunioni di meteorologia, sull’angolo del tavolo, lasciando più
spazio possibile a Emilio che aveva già aperto la sua valigetta, il cui
interno era diviso in scomparti come i portafogli dei cartoni animati, da
questi estrasse un pacco di fogli. Mentre faceva questa
operazione feci la domanda per cui mi rodevo da una settimana: "Intanto mi
piacerebbe sapere una cosa, che nesso vi è fra i miei racconti e le strane
coincidenze del clima in Val Grana di cui mi hai parlato nell’e-mail?"
"Non è una cosa semplice ne’ breve da raccontare, ma posso dire una cosa,
io so che la luna ha una influenza sull’atmosfera così come la ha sul
mare." Io annuii di conferma, infatti tutti sanno che la luna genera le
maree negli oceani ma molti ignorano che anche l’atmosfera è fortemente
influenzata dalla luna, però nessuno fino ad oggi è riuscito a dimostrare
se questa influenza genera dei cambiamenti meteorologici. "Ma io ho
scoperto una serie di coincidenze fra alcune tempeste che si generano in
alta Val Grana e la luna quando è nella fase del plenilunio, e questo
fenomeno si accentua, tramutandosi spesso in tragedia per i malcapitati
che si trovano in zona, nei pleniluni equinoziali, molte persone sono
scomparse; più il plenilunio coincide con il giorno dell’equinozio più la
tempesta che si genera è violenta e lunga, ma mai oltre la notte. Qui ho
tutta la documentazione di supporto a quanto ti sto dicendo" Concluse la frase tenendo i fogli con la
mano destra e scorrendo le pagine con il pollice della sinistra, si
intravedevano grafici, tabelle di dati, fogli fitti di scrittura.
Nel mentre si aprì la porta ed entrarono Rinaldo e Vittorio.
"Ciao, vedo che siete in anticipo anche voi." Dissi alzandomi e andandogli
incontro. "Certo, dopo l’e-mail che mi hai mandato sulle
strane coincidenze del clima in Val Grana non resistevo senza saperne di
più." Disse Rinaldo mentre entrava nella saletta. "Lui è
Emilio, loro sono Rinaldo e Vittorio." Dopo aver finito
con i saluti dissi. "Manca solo Giovanni e poi siamo al completo, lui però
viene di solito un po’ più tardi, possiamo anche incominciare".
"Emilio aveva appena cominciato a raccontarmi delle sue ricerche sul clima
della Val Grana, mi stava dicendo che in coincidenza con i pleniluni, in
particolar modo quelli equinoziali, nell’alta Val Grana si scatenano delle
violente tempeste, che però si esauriscono sempre prima dell’alba, se non
ho capito male." "Esatto." Riprese Emilio estraendo un
grafico dal suo plico di documentazione. "Vedete, queste sono le fasi
lunari." Ed indicò una linea sinusoidale. "Queste altre sono le tempeste."
Indicando un grafico a barre sovrapposto alla sinusoide. "Le barre più
chiare sono i temporali, mentre quelle più scure sono normali piogge. Le
parti superiori della sinusoide corrispondono ai pleniluni, le parti
inferiori ai noviluni, salta subito all’occhio che in corrispondenza dei
pleniluni vi è sempre un temporale, non è vero però il contrario, in
corrispondenza di un temporale non vi è sempre un plenilunio." Nel mentre
tirò fuori un altro grafico. "Se guardiamo il grafico dei temporali,
apparentemente non si nota nulla di strano nella loro frequenza, solo se
sovrapposto a quello delle fasi lunari si notano le coincidenze."

Il grafico di Emilio, riferito all'anno 2017
La linea sinusoidale sono le fasi lunari, le barre chiare pioggia
con temporale, quelle scure pioggie senza temporale. |
"Permettimi una domanda." Dissi io guardando perplesso i
due grafici sovrapposti. "Come ti è venuto in mente di andare a
sovrapporre i temporali con le fasi lunari? Tu stesso stavi dicendo che
guardando solo i temporali non si scorge nulla di particolare."
"Beh, se devo essere sincero la coincidenza non l’ho scoperta io, se avete
un po’ di tempo vi racconto tutta la storia dall’inizio, così avrete un
quadro della situazione il più preciso possibile, e forse capirete il
nesso con gli strani racconti che pubblicate sulla rivista."
"Sono tutt’orecchi, e tempo ne abbiamo." "Si." Disse
Vittorio. "Sono le cinque e mezza, abbiamo oltre due ore buone."
"Bene, due anni fa andai in villeggiatura per un mese in Val Grana insieme
a mia moglie e ai miei due figli di cinque e sette anni, affittai un
appartamentino a Castelmagno, è il posto ideale per andare in
villeggiatura con i bambini, lì possono scorrazzare quanto vogliono in
mezzo all’aria pura; feci amicizia con una persona anziana che vive lì da
sempre, credo che anche i suoi genitori e i suoi nonni fossero di
Castelmagno. Una sera discorrendo gli chiesi se per andare sulla Punta Tempesta ci fosse un buon sentiero. Avevo intenzione di fare
un’escursione e il nome di quella cima mi aveva colpito, non sto ora a
descrivervi l’itinerario per la cima perché esula dal contesto, ma una
cosa mi disse alla fine, anche se ha sicuramente più di ottant’anni la sua
voce è tutt’altro che da vecchio, ha una voce chiara e tenorile: "Lo sai
perché la Punta Tempesta ha quel nome?" "Veramente
no." Gli risposi. "Presumo perché sia un monte in cui facilmente picchiano i
fulmini." mai pensavo allora alle tempeste vere e proprie.
"Perché…" mi rispose lasciando un attimo appeso il discorso, poi riprese.
"Perché su quel monte si scatenano delle furiose tempeste, e te lo posso
confermare per esperienza diretta, anch’io quando ero giovane scalavo le
montagne, ero anche un buon alpinista, ora mi accontento di guardarle, ma
non me ne cruccio, fin che ho potuto ho scalato cime, vette, sono stato
sui 4000 della Valle d’Aosta, ed ai miei tempi ti assicuro non era facile
come ora, ma ritorniamo alla nostra Punta Tempesta, quando parlo di
montagne perdo sempre il filo del discorso, dicevamo… ah si, su quella
montagna si scatenano delle furiose tempeste, vedi questa mano." Mi fece
vedere la mano sinistra, gli mancavano tre dita: il mignolo, l’anulare e
il medio. "Vedi, queste dita lo ho perse lassù in
inverno, stavo scalando il canalino della parete nord, le condizioni della
neve erano pessime, abbiamo perso un mucchio di tempo, il buio ci è venuto
addosso, abbiamo dovuto bivaccare in una grotta a metà via, poi si è
scatenata la tempesta. Il mio amico è stato sbilanciato dal vento ed è
caduto, io ho perso tre dita. Dovetti fare il resto della via da solo.
Fortunatamente le tempeste che si scatenano lassù normalmente non durano
molto, al mattino il tempo era bello. Per cui, capisci bene, conosco quel
monte come le mie tasche, nel bene e nel male."
"Questa è più o meno la storia chi mi raccontò, starlo a sentire è
veramente un piacere. Il giorno dopo salii sulla Punta Tempesta,
diedi un’occhiata alla parete Nord, il canalino era lì sprofondato nella
parete, la grotta non la vidi, ma poteva benissimo essere nascosta dietro
a qualche roccia. Non pensai più a quella storia per quasi un anno."
"L’anno scorso ritornai nuovamente in villeggiatura a Castelmagno e conobbi
un’altra persona, un certo Dànilo Schiavetti, anche lui è residente a
Castelmagno, ma la cosa fondamentale è, che è appassionato di meteorologia,
ed ha una stazione meteo, non solo, ma tiene le statistiche anche dei
temporali. Quando seppi questo mi sovvenne il racconto del vecchio e la
storia della Punta Tempesta, per cui gli chiesi se mi poteva dare i
dati della sua stazione meteo e dei temporali, cosa che mi diede senza
nessuna difficoltà." "Da quei dati ho ricavato
questi grafici." "Ma ancora non capisco come sei arrivato a
sovrapporli alle fasi lunari." Disse Vittorio. Nel
mentre sentimmo aprire la porta, era Giovanni. "Ciao
Giovanni." Dissi io. "Ora siamo al completo, lui è Emilo, quello di Recco
di cui ti ho parlato nell’e-mail." "Bene, Bene." disse
Giovanni mentre gli stringeva la mano. "C’è sempre bisogno di qualcuno che
porti qualche idea nuova per la rivista, e da come mi ha spiegato Mario,
hai fatto una ricerca sul clima della Val Grana." "Non
proprio sul clima." Iintervenni io. "Ma su particolari tempeste che
avvengono in alta Val Grana." Gli riassunsi brevemente
l’esposizione che aveva fatto Emilio, anche Giovanni ripeté la stessa
frase. "Ma come ti è venuto in mente di sovrapporre il grafico dei
temporali con quello delle fasi lunari?" "Si, ora ve lo
spiego." Riprese Emilo. "Come vi ho già detto all’inizio, questa parte non
è merito mio, dovete sapere che mia moglie ha un’amica che è un’astrologa,
legge le carte, fa gli oroscopi; io a queste cose non vi credo, però gli
astrologi quelli "seri" tra virgolette, conoscono alla perfezione la
posizione dei pianeti e della Luna. Una sera, avevo dimenticato il grafico
dei temporali in salotto, io ero su una poltrona a leggermi un libro,
mentre mia moglie e la sua amica parlavano dei fatti loro; ad un cero
punto la sua amica prese il grafico e lo guardò, poi disse: "Ti sei messa
anche tu a studiare l’astrologia?" "No." Rispose mia
moglie. " E' di Emilio, e non credo si sia messo a studiare astrologia,
lui non crede a queste cose." Io sentendomi tirare in causa
intervenni "No, certo che no, io, come tu ben sai, all’astrologia non vi
credo." "Eppure questo grafico riproduce le fasi lunari,
con alcune interferenze che non capisco a cosa siano dovute, non certo a
qualche pianeta…" "Come sarebbe che rappresenta le fasi
lunari, questo è il grafico dei temporali che avvengono in Val Grana, la
luna c’entra come i cavoli a merenda." "Eppure ti
assicuro che in corrispondenza delle date dei pleniluni c'è sempre una di
queste barre più chiare." "Con i pleniluni? Me ne sei
sicura?"

Il grafico di Emilio, riferito all'anno 2017, senza le fasi
lunari.
Le barre chiare rappresentano pioggia
con temporale, quelle scure piogge senza temporale. |
Presi il grafico in mano e lo guardai perplesso. Effettivamente sembrava ci
fosse una ciclicità nei temporali,
potevano effettivamente essere in coincidenza con le fasi lunari. Mia moglie
intanto seguiva la discussione divertita, la sua amica stava intrattenendo
una discussione di astrologia con me, io ce aborrivo l’astrologia, e nel
momento in cui io osservavo perplesso il grafico intervenne. "Emilio, come
mai ti interessi di astrologia, ti sei forse convertito?"
"Un momento." Risposi. "Le fasi lunari c’entrano semmai con l’astronomia,
e gli astrologi se ne sono impossessati, ma ora scusatemi devo fare un
controllo." "Ma dove ha preso quel grafico tuo marito?"
Sentii mentre uscivo dal salotto ed entravo nel mio studio, non sentii la
risposta, ormai un tarlo mi rodeva la testa, dovevo verificare quanto
aveva detto l’amica di mia moglie. Accesi il computer,
avevo installato tempo addietro un programma di astronomia, uno di quelli
cui inserisci una data e ti restituisce la posizione degli astri. Inserii
tutte le date dei temporali, ebbene, scoprii che in corrispondenza dei
pleniluni vi era sempre un temporale, ma non viceversa, alcuni temporali
erano in date casuali. Feci così un grafico che
sovrapponeva le fasi lunari ai temporali, quello che vi ho fatto vedere
prima. Qui
sotto ci deve essere un mistero non indifferente, perché mai solo in una
zona così limitata si verificano temporali in concomitanza con i
pleniluni? Soprattutto con i pleniluni equinoziali. Perché solo la notte?
"Ora capisci il nesso con i tuoi racconti?" Disse
guardandomi negli occhi. Ci furono alcuni minuti di
silenzio totale, ognuno di noi stava assimilando quanto aveva detto Emilo,
sembrava troppo inverosimile, ma se i dati che aveva portato erano
affidabili allora c’era veramente sotto un mistero.
Nessuno di noi parlava ancora, allungai la mano e presi i fogli con i
dati, quasi più per fare qualcosa che per verificarli, poi dissi: "Se
siete d’accordo, secondo me dovremmo andare sul posto e verificare i
dati." "Ti assicuro che i dati sono affidabili, la
stazione di Dànilo è una Davis, e lui è un tipo meticoloso, non
registrerebbe mai un dato di cui non è sicuro."
"D’accordo, d’accordo, ma non intendevo questo tipo di verifica." Dissi io
guardando ancora i grafici che avevo in mano. "Ma fare una spedizione
meteorologica con tutti gli strumenti possibili alla Punta Tempesta
durante un plenilunio." "Ma se è vero quello che ha
raccontato il vecchio." Disse Vittorio. "Sarà pericoloso andare lassù, se
non ho capito male molta gente ci ha lasciato la pelle durante quelle
tempeste." "Beh... questo non è esatto." Rispose Emilio
"Sono scomparse, il vecchio ha parlato di persone scomparse non di morti."
"E non è forse la stessa cosa?" "Non saprei, quando il
vecchio ha palato di persone scomparse vi era uno sguardo terrorizzato sul
suo volto, come se fosse successo qualcosa di …, non saprei, comunque
sicuramente qualcosa di spiacevole." "Te lo avevo detto
io che è pericoloso." Disse Vittorio rivolgendosi a me.
"Sentite ragazzi." Intervenne Giovanni. "Non dobbiamo partire domani, se
decidiamo di fare questa spedizione sarà una cosa che dobbiamo pianificare
per bene, convengo con Vittorio che può essere pericoloso, ma sapendo a
che cosa andiamo incontro possiamo prevenire il pericolo e minimizzarlo."
"Giusto." Disse Rinaldo. "E poi non dimenticate che se Emilio ha ragione
potrebbe essere una scoperta non indifferente. Una zona di anomalia
climatica in relazione con la luna, se riusciamo a provarla ed a misurarne
gli effetti può essere davvero una scoperta sensazionale, ricordate che
nessuno fino ad oggi è riuscito a mettere in relazione fenomeni
meteorologici con le fasi lunari."
"Se permettete…" Intervenne Emilio. "Nella la prossima primavera vi sarà
un plenilunio in corrispondenza dell’equinozio, e precisamente sarà il 21
marzo alle ore 1.43’ e se non vado errato sarà di giovedì."
"Bene." disse Giovanni. "Abbiamo sei mesi per preparare la spedizione.
Fine prima puntata ------------------------------------------------------
Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente
casuale.< |