Seconda parte: Campo
elettrico dell’atmosfera in condizioni medie
La terra possiede una carica elettrica negativa, come è stato ipotizzato
già nella metà del 1700 e verificato dal Peltier nel 1836, ed il
suo potenziale elettrico aumenta allontanandosi dal suolo. I valori
medi di tale potenziale e del suo gradiente (variazione per unità di
altezza) o campo elettrico, in assenza di perturbazioni, sono riassunti
nella seguente tabella:
Altezza (Km)
|
0 |
0,5 |
1,5 |
3 |
6 |
9 |
12 |
Campo (V/m)
|
120 |
50 |
30 |
20 |
10 |
5 |
2,5 |
Potenziali (KV)
|
0 |
45 |
85 |
123 |
168 |
190 |
201 |
assumendo, come d’uso,
il potenziale del suolo = 0.
Nel corso di uno stesso
giorno, sulle superfici oceaniche, i campi elettrici medi variano con un
andamento che segue l’ora universale di Greenwich con un massimo (ca.
150 V/m) verso le ore 19 ed un minimo (107 V/m) verso le ore 4 (si veda la
figura qui sotto).
 |
Sulle aree continentali fattori locali determinano
andamenti più complessi. Fluttuazioni diurne del campo si hanno pure
in tempo locale con massimi e minimi diversi da zona a zona. Nel corso
dell’anno si ha pure una variazione (più forte sui continenti che
sugli oceani), con valori massimi al perielio (ottobre - marzo) e
minimi all’afelio (aprile - settembre) |
I
valori del campo, globalmente, dipendono strettamente dalla conduttività
dell’aria (decrescono quando questa aumenta, come accade salendo in
altezza) e sono profondamente alterati (in particolare al livello del
suolo) da fenomeni meteorologici quali turbolenze, nebbia, passaggio di
nuvole, precipitazioni, aerosol presenti nell’aria, polveri, sino ad
invertirsi durante i temporali, come vedremo in seguito.
Nell’alta atmosfera, oltre la tropopausa, per l’aumento enorme della
densità degli ioni (in particolare nella ionosfera) dovuta all’iterazione
dei raggi ultravioletti (ionizzazione) e nel contempo della loro mobilità,
che cresce diminuendo la densità dell’aria, la conduttività aumenta di
parecchi ordini di grandezza ed il gradiente si riduce notevolmente,
mentre il potenziale rispetto alla terra si attesta mediamente attorno ai
280 KV, variando tra 150 e 600 KV.

Campo elettrico in presenza di una nube temporalesca
(Frenkel) |
|
Puntuali verifiche condotte nel secolo scorso hanno
appurato quanto segue: nelle nubi temporalesche (in generale
cumolo-nembi) la parte superiore risulta elettrizzata positivamente,
quella inferiore, nel complesso, negativamente, mentre il suolo
sottostante, per induzione elettrostatica, viene ad assumere una
carica positiva, presentando così un gradiente di potenziale invertito
rispetto alla situazione normale. I suoi valori all’interno e poco
sotto la nuvola temporalesca ed anche al suolo, possono assumere
valori elevatissimi (10000 V/m e più). Gli effetti più eclatanti di
tale elettrizzazione sono i lampi tra ed all’interno delle nuvole
stesse e le scariche verso terra, i fulmini. |
L’elettrizzazione dei nembi temporaleschi, con la formazione di notevoli
quantità di cariche elettriche positive e negative, è un fenomeno che si
determina attraverso un meccanismo complesso e, per taluni aspetti, ancora
non completamente chiarito. Sicuramente molte cause vi contribuiscono: il
così detto effetto Lenard secondo cui una goccia d’acqua spezzandosi a seguito di
forti moti convettivi presenta cariche positive nei frammenti più
grossi, negative in quelli più piccoli, la cattura selettiva degli ioni
da parte delle goccioline d’acqua e dei cristalli di ghiaccio, gli
effetti termoelettrici, il cambiamento di stato. Alla fine, sono i forti
moti ascendenti e discendenti e le precipitazioni che consentono la
separazione delle cariche e la polarizzazione in grande scala della nube.
Le correnti ascendenti o discendenti trasportanti ioni
costituiscono una corrente elettrica di convezione. Ma nella nuvola
temporalesca si possono evidenziare altre correnti: una corrente di
conduzione che si manifesta sopratutto alla sua sommità ed è diretta
verso l’alta atmosfera, una corrente dalle punte ed asperità del suolo
(diretta di regola verso l’alto), un corrente di spostamento
proporzionale alla derivata rispetto al tempo dello spostamento elettrico
D, oltre naturalmente alle scariche dei lampi e dei fulmini.
Il problema della carica
negativa del suolo
Come detto sopra,
globalmente, la terra possiede una carica negativa (ca. 500 000
coulomb).Tenuto conto della conduttività dell’intera atmosfera dovuta
alla ionizzazione causata da vari fenomeni: la radioattività naturale nei
pressi del suolo, i raggi cosmici e gli effetti fotoelettrici che agiscono
in tutta la sua massa, i raggi ultravioletti attivi nella sua parte più
alta, conduttività che corrisponde ad un resistenza globale planetaria di
circa 200 Ώ, e della differenza di potenziale che esiste tra essa ed
il suolo (in media esso presenta un potenziale negativo attorno ai 300 KV
rispetto alla ionosfera), si genera una corrente verticale “di bel
tempo” la cui densità ha valore medio stimato di circa 10 -12
A/m2 , diretta verso basso. A causa di essa la carica
negativa della terra non potrebbe mantenersi se non per pochissimo tempo
(il tempo della sua neutralizzazione è valutato essere inferiore
all’ora). Il suolo deve essere dunque costantemente alimentato in
cariche elettriche negative e ciò avviene soprattutto ad opera dei
fulmini, come dimostrato da Wilson nel 1920. Ciò è confortato anche dal
fatto, altrimenti inspiegabile, che l’andamento diurno del campo
elettrico mediato al di sopra degli oceani che, come abbiamo visto, segue
l’ora universale di Greenwich, è molto simile all’andamento stimato
dell’attività temporalesca mondiale.
In un instante qualsiasi, in tutto il globo, si possono
contare da 1500 a 2000 temporali e tra 50 e 100 fulmini colpiscono il
suolo ogni secondo, con un apporto di carica negativa equivalente ad una
corrente media di circa 1000 A. Tale corrente, diretta dal suolo alle
nuvole stesse, cui si deve aggiungere quella dovuta agli effluvi dalle
punte e delle asperità del terreno, dovrebbe bilanciare la corrente di
“buon tempo” diretta dall’atmosfera al suolo. Semplificando, il
meccanismo ultimo del trasferimento di carica negativa dall’atmosfera
alla terra è il seguente: per induzione elettrostatica nell’area al di
sotto della cellula temporalesca si raccoglie una carica positiva che
viene sottratta dalle altre zone del suolo facendone aumentare ivi, in
ugual misura, la carica negativa. I fulmini e gli effluvi neutralizzano
parte di questa carica positiva. Il bilancio finale sul terreno è
evidentemente un surplus di carica negativa.
D’altro lato, il
medesimo surplus di carica, ma positivo, si verifica
nella nuvola. Esso ritornerà alla terra con la corrente di
conduzione verso l’alto che si stabilisce alla sua sommità e quella di
“di bel tempo” tra la ionosfera ed il suolo.
Il generatore troposferico (
modello statico globale)
I fenomeni sopra esposti
si possono rappresentare grossolanamente mediante un circuito elettrico
molto semplice dove la corrente, positiva verso l’alto, indotta dal
generatore troposferico rappresentato dai temporali con i loro fulmini (ed
effluvi dalle punte ed asperità del suolo) si chiude attraverso la
stratosfera (resistenza di circa 25 KΏ, alta, per il fatto che
l’area mediamente interessata dai temporali in un certo istante è una
piccola frazione della superficie terrestre), la ionosfera di resistenza
nulla, l’atmosfera di cielo sereno (resistenza globale di circa 250
Ώ ) il suolo (resistenza
anch’essa posta = 0) la
colonna d’aria dal suolo alla base dei cumuli-nembi (pochi K Ώ) e
la resistenza interna propria della nuvola (piccola rispetto ai valori di
resistenza totali). Il generatore stesso può essere considerato un
generatore di tensione (circa 30 MV) o di corrente (circa 1 KA). L’energia
al generatore è data sostanzialmente dalla gravità che agisce sulle gocce
ionizzate in caduta nella nuvola e dalla forza ascensionale del vento che
consente la separazione delle cariche (in ultima istanza il motore di
tutto è l’energia solare).

Modello atmosferico dinamico
secondo H. Volland |
Il generatore atmosferico
(modello dinamico globale)
Recentemente il modello statico del circuito globale atmosferico è stato
sostituito da modelli più sofisticati (dinamici) la cui caratteristica
principale consiste nella presa in conto di tutti i fenomeni interattivi
tra le varie parti dell’atmosfera, in particolare: le iterazioni
fluidodinamiche del plasma ionosferico con l’atmosfera neutra, il
trasporto di quantità di moto dalla bassa atmosfera alla ionosfera e tra
questa alla magnetosfera, gli apporti di energia, oltre che dall’attività
temporalesca, dall’attività magnetosferica e dal vento solare (modellizzati
con altrettanti generatori elettrici), l’iterazione con il suolo.
In
questi modelli, di cui riportiamo a lato quello dovuto ad H. Volland, la
conduttività del suolo e dell’alta atmosfera è considerata finita ed
anisotropa. Inoltre il generatore operante nella magnetosfera (30 KV) e
quello dovuto al “vento solare” (25 KV) producono un potenziale variabile
nel tempo da cui una corrente anch’essa variabile i cui campi
elettromagnetici a bassa e bassissima frequenza possono penetrare molto
profondamente nella terra (fino anche ad arrivare al suo nucleo interno)
dando luogo a correnti indotte rilevabili attraverso le variazioni del
geomagnetismo profondo.
Continua nel
prossimo numero
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