Rivista Ligure di Meteorologia

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Cronaca meteo Liguria
Primo semestre 2003
   a cura di Nicola Podestà


La meteorologia del primo semestre 2003 non è stata scialba ed anonima; al contrario vi si ritrovano situazioni interessanti e significative che le hanno impresso precisi connotati, ad iniziare dal comportamento della temperatura.

Sulla scia di un dicembre insolitamente mite, specialmente per quanto riguarda le temperature minime, di circa due gradi superiori alle medie climatologiche, anche i primi giorni dell’anno si sono presentati non certo all’insegna del rigore invernale, ma il tepore, relativamente parlando, è durato poco. Una decisa svolta è presto intervenuta per effetto di vasta circolazione depressionaria centrata sull’Europa centro-settentrionale che ha iniziato a far affluire sul Mediterraneo fronti freddi da NW producendo, il giorno 5, una transitoria depressione sottovento alle Alpi nella quale si può individuare il momento iniziale di una prolungata fase di instabilità.
Il deterioramento del tempo ha coinvolto tutta la penisola e le temperature si sono prontamente adeguate, portandosi al di sotto dei valori normali. Non troppo in verità, e qualche volta hanno anche manifestato sintomi di ripresa, ma ormai avevano decisamente imboccato la strada del freddo e lo si è ben visto a Febbraio quando sia le massime sia le minime giornaliere sono rimasti quasi sistematicamente sotto media, facendo registrare punte di freddo assai intenso, anche se non straordinario, nella seconda decade del mese.
Non poteva andare altrimenti, dato che la situazione barica della seconda metà dell’inverno è stata caratterizzata dalla prevalenza di campi di alta pressione alle alte latitudini; sia che si trattasse dell’anticiclone russo-siberiano a muoversi verso SW, sia che fosse quello delle Azzorre a protendersi verso le isole britanniche e la Scandinavia (in una occasione, il 28 gennaio, il campo barico sull’atlantico presentò un massimo di 1055 hPa) oppure che i due anticicloni si saldassero insieme in una lunga fascia disposta in diagonale oltre le Alpi, il risultato era sempre lo stesso: flussi di aria settentrionale si indirizzavano al Mediterraneo e la colonnina di mercurio doveva battere in ritirata.
Molto spesso alla predominanza dell’alta pressione sul settentrione del continente si è contrapposto un profondo minimo sullo Ionio e dintorni; un vero collettore dei flussi freddi, con gli effetti che ancora tutti ricordano in tema di maltempo e nevicate sul meridione italiano e sul versante adriatico, per non dire dei violentissimi venti di bora a Trieste. Il freddo di questo, come di un qualunque inverno, pur se pungente, non dovrebbe stimolare più di tanto la curiosità e allora perché parlarne? Il fatto è che ci troviamo di fronte ad un fatto discordante con le tendenze climatologiche degli ultimi decenni dalle quali emerge un progressivo riscaldamento dei mesi invernali, materializzato in particolare da un deciso puntare in alto delle temperature minime; quest’anno non è andata così, sembra essere ritornati ad inverni di altri tempi e ciò merita senz’altro una segnalazione.

Il prevalere delle alte pressioni si è prolungato nel tempo ed ha rappresentato il filo conduttore anche della primavera. Ha fatto scudo contro le perturbazioni atlantiche ed ha prodotto il secondo carattere rimarchevole del semestre appena trascorso: l’impressionante ridimensionamento delle potenzialità pluviometriche. Ciò è perfettamente in linea con le tendenze manifestatesi da anni su tutto il Mediterraneo occidentale, ma quest’anno la scarsità complessiva di piogge primaverili si è estremamente acuita, nonostate i consistenti apporti idrici di Aprile. A parte le piogge derivanti dagli sconfinamenti sulla costa dei frequenti episodi temporaleschi connessi alla diffusa instabilità che si è impossessata delle zone montuose, in Liguria la pioggia vera manca da lungo tempo. Se poi si pensa che tali eventi riguardano essenzialmente la parte centrale ed orientale della regione, è facile comprendere come la siccità nel ponente ligure abbia raggiunto livelli da record, con 0,4 mm a febbraio, 4 mm a marzo e addirittura 0 mm a giugno; quest’ultimo valore è del tutto straordinario essendosi verificato in precedenza solo nei lontani 1945, 1928, 1892. Giugno, l’ultimo mese del semestre considerato, si segnala per l’esplosione di caldo conseguente all’espansione di un potente e tenace campo di alta pressione in quota con radici ben salde in Africa e allungato vistosamente verso nord. Già il primo giorno le temperature erano diversi gradi oltre le medie stagionali e vi sono rimaste ininterrottamente per tutto il mese. Il caldo prolungato non ha toccato, e non solo in Liguria, i picchi estremi fatti registrare nella seconda metà del giugno 2002, ma ha provocato notevoli disagi per i ben noti effetti connessi al binomio temperatura-umidità relativa, parametro, quest’ultimo, che col sopraggiungere dell’anticiclone africano si è attestato su valori fastidiosamente elevati.