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(Terza parte) Abbiamo visto nella seconda parte come la terra e la sua atmosfera costituiscano un gigantesco condensatore elettrico, dove la superficie terrestre assume la carica negativa, l’atmosfera quella negativa. La tensione ai capi delle armature di questo “condensatore” raggiunge valori di 200, 300 kV ( tra la parte inferiore della ionosfera ed il suolo), mentre la carica globale e la capacità si aggirano mediamente attorno a 5.105 coulomb e 2 farad, rispettivamente. L’atmosfera non è perfettamente isolante per cui si stabilisce, tra essa e la terra, una corrente elettrica media, detta di cielo sereno, di circa 1000 - 1500 ampere ; tale corrente in brevissimo tempo (molto meno di un’ora) scaricherebbe il “condensatore” terrestre se il suolo non venisse continuamente alimentato in cariche negative dai temporali che incessantemente si succedono nel mondo, attraverso essenzialmente due meccanismi: gli effluvi elettrici dalle asperità del suolo verso le nubi ed i fulmini . In questa terza parte analizzeremo la morfologia e la dinamica dei lampi e dei fulmini e di altre manifestazioni elettriche come i fuochi di S. Elmo ed i fulmini globulari. Il livello ceraunico Come abbiamo detto il grande generatore elettrico terrestre è costituito dai temporali. Il loro numero medio annuo in una determinata località ne definisce il livello “ceraunico”. Si conviene che in una stazione si è verificato un temporale se si è udito almeno un tuono. In Italia il livello ceraunico varia tra 10 e 40, mentre i giorni con temporale si collocano tra meno di 5 a più di 30 (si veda la Fig. 1 elaborata da M. Bossolasco). Come record mondiale si citano i 322 gg. di Bogo (Giava - Indonesia) nel 1916. La nube temporalesca La nube che produce attività elettrica è nella stragrande maggioranza dei casi il cumulo-nembo elettrizzato. La ripartizione tipica delle cariche elettriche in questa nuvola è riportata nella figura 2. Vi si possono individuare tre zone:
Un sottile strato negativo avvolge la parte superiore
del cumulo, effetto forse della ionizzazione dovuta ai raggi cosmici.
A partire da 5000 V/m le asperità del suolo, per effetto punta, generano degli effluvi di ioni positivi che accumulandosi in uno strato di qualche centinaio di metri di spessore limitano in qualche modo l’aumento del campo che pur tuttavia raggiunge 15 - 20 kV/m (a fronte di 50 kV/m e più sopra le superfici lisce).Una parte degli ioni prodotti, aspirata dalle correnti ascensionali determina la parziale elettrizzazione positiva della base della nuvola.
I lampi Il lampo è la manifestazione luminosa del riscaldamento
dell’aria (sino 30 000 C° ) nel tubo di flusso percorso dalla corrente di
una scarica elettrica, corrente che a differenza di quella dei fulmini,
non fluisce a terra, ma resta confinata all’interno della nuvola o si
propaga tra nuvola e nuvola.
Le scariche elettriche scoccano tra le diverse zone a
opposta elettrizzazione della cella temporalesca. La modalità della loro
apparizione segue d’appresso l’evoluzione della cella o delle differenti
celle che costituiscono il temporale: Inizialmente dopo una fase di
elettrizzazione durante la quale non vi è attività elettrica e viene a
formarsi la ripartizione indicata in Fig. 2, si hanno scariche
intranuvolose tra la carica negativa principale e quella positiva
superiore seguite spesso dai primi fulmini a terra. Allorquando nuove
celle temporalesche vengono ad unirsi a quella iniziale i lampi
intranuvolosi compiono traiettorie più lunge (anche 100 km in orizzontale)
e complesse e le scariche a terra diventano più potenti.Lunghi lampi
sviluppati in orizzontale si osservano pure quando il temporale si sta
attenuando, dovuti forse a l’abbassamento della carica positiva superiore
verso quella negativa principale che ancora sussiste alla base della cella
più attiva.Queste lampi terminano con dei fulmini rettilinei trasportanti
cariche positive verso terra.Il temporale finisce talora con una, due
potenti scariche a terra che seguono di 10, 15 minuti l’ultima attività
elettrica visibile.
I lampi non sono legati solo ai cumulo-nembi; sono stati segnalati anche
nel corso di tempeste di neve o di sabbia come durante certe eruzioni
vulcaniche.Numerose testimonianze riferiscono ancora l’apparizione di
luminosità diffuse, di origine non ancora accertata, durante i terremoti
(soprattutto in Cina e in Giappone).
Il fulmine Se la scarica elettrica raggiunge il suolo si ha il fulmine. Il fulmine rappresenta una percentuale significativa dei fenomeni elettrici di un temporale (dal 14 al 40 % spostandosi dall’equatore al 60° parallelo ). In l’Italia il numero medio annuo di fulmini che colpiscono terra varia da 1,5 a 4 per km2 come indicato in Fig.3. In Svizzera tra il gennaio 1981 e l’agosto 1983 si sono avuti valori medi di 4,6 fulmini/km2 sull’altopiano, di ben 14 sul versante sud-alpino, con un massimo di 130 allo Junhfraujoch (a più di 3000 m di quota). Tipi di fulmini
I fulmini portano verso terra una carica negativa (fulmini negativi) ma
anche, seppur più raramente, una carica positiva (fulmini positivi) e sono
preceduti da prescariche di ionizzazione dell’aria (precursori o leader)
che si dipartono o dalla nuvola dirigendosi verso il suolo (fulmini
discendenti) o viceversa (fulmini ascendenti). Fulmini negativi discendenti Costituiscono circa il 90% dei fulmini nei terreni pianeggianti o poco montagnosi. Traggono origine nella zona negativa principale del cumulo-nembo. Sono preceduti da una serie di prescariche di polarità negativa che si susseguono ad intermittenza (ogni 50 microsecondi circa) allungandosi, talora ramificandosi notevolmente, specialmente in atmosfera secca, ed avvicinandosi al suolo. Queste prescariche ( precursori o leader) non individualmente visibili ad occhio nudo, sono fotografabili su film scorrevole ad alta velocità (camera di Boys) (Fig.4 ). Quando il tubo ionizzato della prescarica si avvicina al suolo e sulle asperità si sviluppano degli effluvi con la formazione di uno o più controprecursori che dal terreno si dirigono verso il precursore. Al contatto dei due tubi ionizzati (talora si ha contatto con più controprecursori ascendenti e fulminazione multipla, si veda la foto 4) si ha la scintilla disruptiva (arco di ritorno positivo dal suolo alla nuvola) che costituisce la parte più luminosa del fulmine. Il contatto avviene tra i 20 e 50 millisecondi dopo l’inizio delle prescariche. A questo punto la tensione tra il suolo ed il cumulo-nembo può raggiungere anche centinaia di milioni di volt, la corrente anche 200 kA (mediamente 30 kA, massimo osservato quasi un milione di ampere) con una derivata (aumento per unità di tempo ) che può toccare i 200 kA al microsecondo ed una durata di parecchie decine di microsecondi.. Dopo una pausa abbastanza breve, nello stesso canale ionizzato, di diametro attorno ai 2, 3 centimetri, si formano di regola altri archi di ritorno (da sei a venti), di potenza decrescente però, ed inizializzati da prescariche non più intermittenti ma uniche che si propagano in qualche millisecondo. Una corrente continua di debole intensità (da 40 a 130 A) segue frequentemente (50%) la serie delle scariche, con durate molto lunghe, che possono superare i 500 millisecondi. Essa può trasportare a terra una carica di qualche decina di coulomb, paragonabile a quella veicolata dal fulmine vero e proprio. Fulmini negativi ascendenti Sono inizializzati da prescariche positive che partendo dalle asperità del suolo, con il meccanismo visto sopra, raggiungono la parte negativa della nuvola . Propagandosi verso l’alto le prescariche si ramificano notevolmente La scarica di ritorno positiva dal suolo alla nuvola ( foto 6), sovente molto luminosa e ramificata verso l’alto, termina con l’enstinzione dei rami tranne quello principale che è soggetto allora ad una corrente continua discendente di lunga durata. Sono questi i fulmini di terreni aspri, montagnosi, dei picchi e delle vette e quelli che colpiscono manufatti molto alti e snelli quali torri, piloni elettrici, antenne radio, grattacieli. Fulmini positivi discendenti Sono abbastanza rari e si verificano soprattutto in occasione di temporali invernali o di inizio primavera. Sono particolarmente potenti e possono provocare effetti distruttivi notevoli.Traggono spesso origine nella parte alta positiva del cumulonembo ma talora anche nel nucleo positivo inferiore e si sviluppano anche in assenza di precipitazioni liquide (si veda la foto 4).La progressione del precursore discendente avviene in modo continuo, non a scatti come per i fulmini negativi. L’arco di ritorno, negativo, è normalmente unico ed è seguito da un’intensa e duratura corrente continua (spesso superiore a 10 kA per una durata di più di 10 millisecondi). I valori complessivi di corrente e di carica sono abitualmente 10 volte di quelli corrispondenti ai fulmini negativi. Fulmini positivi ascendenti Sono rari come i fulmini discendenti corrispondenti. Si originano in località aspre dove si manifesta facilmente l’effetto punta elettrostatico. Sono inizializzati da un precursore negativo che procede dal suolo alla parte della nuvola caricata positivamente. L’arco di ritorno, dal terreno alla nuvola, è negativo.
Aspetto delle scariche elettriche I canali ionizzati si presentano spesso come il susseguirsi di segmenti separati, raccordati da curve più o meno marcate. La lunghezza di tali segmenti varia da 5 a 100 m. In ogni caso più la scarica è intensa.più il canale si presenta rettilineo e meno sinuoso. La lunghezza complessiva di tali canali può raggiungere i 100 km nel caso di lampi intranuvolosi. I canali dei fulmini hanno invece una lunghezza più limitata che va da 2 a 20 km, quest’ultima può caratterizzare i fulmini (di regola positivi) generatesi nelle parti sommitali dei cumuli- nembi (Normalmente fulmini positivi). Per qunto cocerne il colore delle scariche, il roseo e il violaceo sembra convenire a quelle associate a temmporali secchi e vicini, colorazioni calde (arancio e rosso) a temporali secchi e lontani, colorazione chiare sul bianco a temporali con pioggie intense, blu-grigie a temporali lontani accompagnati da forti precipitazioni Durata dei lampi e delle scariche Essa dipende dalla struttura del cumulo-nembo e dall’intensità del temporale. E di regola inferiore al secondo. Fanno eccezione i lampi intranuvolari in temporali a forte estensione orizzontale la cui durata può superare i tre secondi
Fig. 4. I fulmini (negativi) alla camera di Boys
Il tuono Il tuono è dovuto alla espansione esplosiva del canale ionizzato percorso dalla corrente elettrica della scarica (in esso la temperatura può raggiunge i 30 000 C°). La tonalità come l’intensità del suono dipendono non solo dalla natura della scarica (un suono sordo e duraturo è dovuto a lampi inter o intra nuvolosi , uno secco a un fulmine vicino), ma anche tra l’altro, dalla morfologia del terreno, dall’orientamento del canale ionizzato rispetto alla congiungente con il punto d’ascolto e dalla presenza o meno della pioggia e dalla sua intensità. Il tuono può essere udito a più di 25 km con tempo buono, a non più di 10 km con cielo coperto da nuvole basse.
Talora i tuoni hanno una lunga durata .
I fuochi di S. Elmo Sono effluvi di cariche elettriche che ionizzano l’aria (effetto corona), famosi perché apparivano sulle punte degli alberi delle navi a vela durante i temporali in mare. I marinai credevano erroneamente che fossero di buon auspicio contro le folgori ed i naufragi, addirittura segno tangibile della protezione di S.Elmo, donde il nome. La ionizzare dell’aria produce una luminosità di colore violetto - bluastro ed un crepitio caratteristico. Il fulmine Globulare (Ball Lighting - BL) Famosa, leggendaria meteora , ancora non completamente spiegata e che lascia scettici alcuni studiosi. Questo fulmine di aspetto sferico, globulare, appare spesso durante un temporale subito dopo la caduta di un fulmine.Secondo la maggior parte dei testimoni ha un diametro che raramente eccede i 20 cm, ma può arrivare anche a parecchi metri. Il colore è il più vario, dura da alcuni secondi a parecchi minuti, si muove in modo bizzarro all’aperto od anche dentro gli appartamenti, potendo anche rimanere immobile per sparire poi attraverso le finestre o attraverso un buco della serratura od esplodere fragorosamente oppure dileguarsi in silenzio. Gli studi di Smirnof ed Hubert hanno raccolto ed esaminato numerose testimonianze.In molti casi i fenomeni descritti si possono spiegare come descrizioni soggettive di sovratensioni indotte dalla folgore, plasma residuo, effetti corona, fusioni metalliche.In altri una spiegazione accettabile diventa difficile anche se molte ne sono state suggerite, alcune abbastanza fantasiose.Due grandi filoni le caratterizzano: uno che presuppone che la fonte della loro energia sia esterna, l’altro che si interna ai BL stessi. Per un maggiore approfondimento su questo fenomeno si vada al sito: www.fis.unipr.it/~albino/index.html di Albino Carbognani del Dipartimento di Fisica dell’Università di Parma.
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