6 Distribuzione geografica delle precipitazioni annue
La quantità delle piogge in Liguria segue, di norma, un
andamento crescente procedendo da ovest verso est e dalla costa verso l’interno
della regione, anche se quest’ultimo risulta meno regolare a causa dell’azione
esercitata dalla complessa orografia sulle masse d’aria apportatrici delle
precipitazioni. Una volta superato lo spartiacque alpino-appenninico e discesi
in direzione della pianura padana, l’entità delle precipitazioni subisce un
decremento.
Le situazioni sinottiche che favoriscono i maggiori
apporti piovosi sulla regione sono la bassa pressione sull’Italia
settentrionale (Golfo di Genova o Val Padana), in modo particolare se è
presente sia al suolo che in quota, e la saccatura sul Mediterraneo
occidentale, comprese le basse localizzate sulla Sardegna, anch’essa
quando è presente sia al suolo che in quota.
Le aree costiere che totalizzano precipitazioni più
alte si trovano nella parte più settentrionale della Riviera di Levante,
nella provincia di Genova, e le zone interne a ridosso di queste ultime
sono quelle che ricevono il maggiore quantitativo annuo dell’intera
regione.
Come si diceva, il gradiente pluviometrico relativo
all’altitudine è riscontrabile ovunque in ambito regionale, benché possa
accadere talvolta che, precipitazioni associate a singoli fronti,
facciano registrare totali superiori a quote di bassa o media quota. Il
fenomeno di inversione di precipitazione potrebbe spiegare alcune
isolate irregolarità che si presentano nella distribuzione delle
precipitazioni alle quote più elevate, sia sul totale mensile sia come
singolo episodio piovoso. Tali eventi, che nell’area centrale della
Liguria si manifestano in circa un terzo dell’acqua raccolta al
pluviometro, risulta di minore valenza procedendo verso i lembi estremi
della regione, in particolar modo verso la provincia imperiese. Secondo
uno studio (Dagnino, Flocchini e Palau 1979), sette casi su dieci di
inversione di precipitazione, hanno avuto luogo con circolazione di
venti al suolo settentrionali, depressione sul Mar Ligure o sul Mar
Tirreno settentrionale, alta pressione in Val Padana, debole
circolazione in quota e mancanza di correnti a getto. Un’indagine
allargata ha consentito di constatare che questi fenomeni di inversione
si riscontrano contemporaneamente anche nel sud della Francia e sul
versante occidentale delle Alpi Marittime.
a. Provincia di IMPERIA

Nella provincia di Imperia si trovano le aree cui
appartengono i minori apporti pluviometrici dell’intera regione. Sulla
fascia litoranea si misurano i valori minimi, con totali annui che
scendono poco al di sotto di 700 mm nella parte più occidentale,
decrescenti procedendo verso il confine francese. La località meno
piovosa è Ventimiglia, con 671 mm. La isoieta di 700 mm corre pressoché
parallela al litorale per quasi tutta la provincia, intersecando la
linea di costa in corrispondenza del capoluogo e proseguendo in tal
posizione fino ai primi lembi della provincia di Savona. Inoltrandosi
verso l’interno, le isoiete con valori gradatamente superiori, fino a
1000 mm, hanno fra loro andamento quasi parallelo e seguono con buona
approssimazione le linee di livello del terreno. In corrispondenza dello
sbocco al mare delle valli più ampie (Nervia, Argentina e Impero), si
nota l’incunearsi delle isoiete verso l’entroterra in modo più marcato.

La parte più interna della provincia, presenta
precipitazioni comprese tra 1000 e 1200 mm, con valori superiori mano a
mano che ci si avvicina al contrafforte alpino che separa la Liguria dal
territorio francese. A partire dal medio corso del torrente Arroscia,
che scorre con andamento ovest-est, in direzione del confine con la
provincia di Savona, ha inizio una zona a minore piovosità, inferiore a
1000 mm. Anche in prossimità del Colle di Nava, la piovosità scende di
poco al di sotto dei 1000 mm annui. L’area che raccoglie maggiori
contributi di precipitazione è situata sulle alte pendici delle Alpi
Liguri adiacenti al confine transalpino (Pietravecchia 2040 m, Cima di
Marta 2138 m), dove, tuttavia, la pioggia cumulata annua nelle stazioni
più elevate della regione supera di poco i 1200 mm (Valle Tane, 1227 mm
a 1405 m s.l.m.). In quest’area si trova anche il punto di osservazione
a maggiore altitudine tra quelli considerati in questo lavoro (Colla
Melosa, 1600 m, che ha un totale annuo di 1126 mm). Aree isolate di
piovosità più marcata, si trovano subito alle spalle di Ventimiglia, già
sulle prime propaggini del massiccio del Monte Grammont (1378 m), che
separa il fiume Roia dal torrente Carei, che sfocia a Mentone, e sul
massiccio del Monte Ceppo, nell’entroterra di San Remo.

L’aumento delle precipitazioni con l’altitudine
risulta evidente dalle seguenti tabelle.

Tutte e tre le valli considerate procudono risultati
analoghi sebbene, come si vedrà, quantitativamente differenti.Nella Val
Nervia il gradiente pluviometrico tra Ventimiglia, posta in prossimità
dello sbocco a mare del Torrente Nervia, e Pigna, a quota 280 m e a
circa 15 km dalla linea di costa, è di 77 mm/100 m. Tra Pigna e Valle
Tane, posta a 1405 m s.l.m., è 31 mm/100 m. Il gradiente della valle
risulta quindi essere di 40 mm ogni 100 metri di quota.
In Valle Argentina, il gradiente tra San Remo e la Centrale Argentina è
di 95 mm/100 m mentre tra quest’ultima località e Triora, posta
all’estremità della valle, è di 60 mm/100 m. Il gradiente tra San Remo e
Triora, ubicata a 780 m s.l.m., risulta quindi essere, di 63 mm ogni 100
metri di quota.
Il gradiente pluviometrico per la Valle Impero è di 43 mm ogni 100 m di
altitudine tra la stazione di Imperia e quella di Bestagno mentre
risulta di oltre il doppio, 95 mm/100 m, salendo di quota, tra Bestagno
e il Colle San Bartolomeo. Il gradiente per la valle dell’Impero, tra
Imperia e il Colle San Bartolomeo, situato a 621 m sul livello del mare,
è quindi di 71 mm/100 m.
Dai dati relativi a queste tre conche emerge che il gradiente
pluviometrico aumenta procedendo da ovest verso est. Passa infatti da 40
mm/100 m in Val Nervia su un’asta di 22 km, a 63 mm/100 m nella Valle
Argentina su un’asta di 20 km e 71 mm/100 m nella Valle Impero su
un’asta di 15 km.

Analizzando i dati delle stazioni dell’intero
territorio provinciale, si nota come allontanandosi dalla costa e
inerpicandosi sulle prime roccaforti montuose, si abbia un repentino
aumento della quantità delle piogge. Tale gradiente risulta già essere
di quasi il 50% tra la prima fascia e quella compresa tra 101 e 250
metri s.l.m. Il quantitativo medio di precipitazione raggiunge valori
superiori a 1000 mm oltre l’altitudine di 500 metri, rimanendo pressoché
stazionario, con alcune inversioni, con l’aumentare della quota.
Rispetto la prima fascia, si giunge a un gradiente del 65% a oltre i
1000 metri di altezza. Il gradiente pluviometrico per l’intera provincia
è di 31 mm/100 m, valore inferiore a quello emerso considerando ogni
singola valle. La maggiore progressione riscontrata nelle vallate
considerate, può essere ascrivibile all’aumento repentino delle piogge
verso la testata delle valli più ampie per effetto stau orografico. Tale
condizione si nota nelle carte delle isoiete che tendono a ravvicinarsi
in prossimità dell’estremità superiore delle conche vallive.
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