Terza parte
America settentrionale
Gli Stati uniti ed il Canada presentano in media,
tenuto conto della latitudine, una notevolissima nevosità. Al di sopra
del 40° parallelo le precipitazioni nevose superano generalmente i 50 cm
annui cosa che raramente si verifica nelle pianure eurasiatiche al di
sotto del 50° parallelo .
Nelle montagne del West degli Stati Uniti e del
Canada che si affacciano sul Pacifico si registrano i massimi accumuli a
livello mondiale. In Canada la stazione di Glacier (Columbia Britannica)
a solo 1150 s.l.m. si hanno circa 10 m di neve all’anno. Più a sud,
nella catena delle Cascate e nella Sierra Nevada si raggiungono record
ancora più impressionanti: 2896 cm alla stazione di Mount Baker Ski Area
(WA) ad appena 1300 m s.l.m, nella stagione luglio 1998.
Giugno 1999, record mondiale stagionale; 3109 cm tra
il 19 febbraio 1971 ed il 18 febbraio 1972 alla stazione di Paradise,
nel monte Rainer (WA), a 1650 m s.l.m., record mondiale su 12 mesi. Tale
stazione presenta ancora una incredibile caduta media annua di 1754 cm
per il periodo 1954 – 2004, ancora un record mondiale.
Straordinarie sono pure le precipitazioni nella
Sierra Nevada californiana: 480 cm di neve durante una singola
precipitazione nevosa alla stazione di Mount Shasta Ski Bowl, 13-19
febbraio 1959 a 2300 m s.l.m. (record USA), 991 cm in un mese a Tamarack
nel gennaio 1911, a 2100 m s.l.m. (ancora record USA).
Tale ipernevosità è dovuta, sopratutto, all’effetto
stau che subiscono le umide e costanti correnti invernali provenienti
dal Pacifico incontrando le maggiori elevazioni delle catene costiere,
poste pressoché perpendicolarmente a tale flusso zonale. Appena ad est
la nevosità diminuisce: a Banff circa 2 m l’anno a 1377 m s.l.m.; ancora
più a oriente si può scendere a meno di 50 cm.Tuttavia in Colorado, alla
stazione di Silver Lake dal 14 al 15 aprile 1921 si è registrato quello
che è ancora ufficialmente ritenuto(1) il record mondiale di caduta di
neve in 24 h, 76 inches (193 cm).
(1) Si veda la parte 4 a proposito di possibili record italiani
Notevolissima è pure la nevosità del Canada orientale
e del nord est degli USA, anche al piano.Ciò è dovuto a ragioni
climatiche ( le precipitazioni invernali sono abbondanti, la temperatura
è sufficientemente bassa).
Attorno ai grandi laghi essa aumenta ulteriormente,
rispetto ai valori medi regionali, per le forti nevicate che si
verificano a tardo autunno ed all’inizio dell’inverno provocate dal
fenomeno che i meteorologi americani hanno chiamato “lake effect”(fig.
6). Esso è dovuto dell’apporto di umidità delle grandi superfici
lacustri non ancora gelate ai gelidi venti del Canada portati da
depressioni che scorrono da est ad ovest.

Fig. 5 Schematizzazione dell’
"effetto lago"

Fig.3.
Fig. 6 Accumuli medi annui di neve attorno ai grandi laghi americani
Tutta la zona del S. Lorenzo, le penisole di Gaspé e di Labrador e
Terranova presentano totali impressionanti: da 3 a più di 5 m (5,5 m
alla stazione di Carwright, al livello del mare, 3,15 m a Quebec, ancora
2,3 m a Montreal) complice l’aumento della latitudine e delle
precipitazioni. Più ad ovest le nevicate si mantengono ancora
sovrabbondanti nello “scudo” canadese per l’allungamento dell’inverno
che compensa la riduzione delle precipitazioni. Ma andando verso i piedi
delle Rocciose tanto in Canada che negli USA e verso l’artico, esse si
riducono notevolmente per la crescente “aridità” invernale: meno di 1 m
negli States , meno di 2 m in Canada, con un minimo che pare situarsi
attorno a Calgary (comunque sempre superiore al metro, vedi tabella 1).
Calano ancora (nel piano) sul versante pacifico dell’Oregon e di
Washington e nella zona di Vancouver (sono trascurabili nella California
costiera) per la mitezza degli inverni. Più a nord invece aumentano per
l’aumento delle precipitazione ed il diminuire delle temperature.
Russia europea e Siberia
La Russia europea, la Siberia e le repubbliche dell’Asia centrale non
godono di precipitazioni nevose molto abbondanti.
A sud del 50 parallelo (nel piano) esse rimangono inferiori a 50 cm. Ma
aumentano significativamente nel nord della Russia europea (120 cm a
Mosca, 280 a S. Pietroburgo), nel bacino inferiore dell’Ob e dello
Jenissej, nell’estremo nord-est in particolare nella penisola della
Kamtchatka (ove sembrano superare abbondantemente il metro), e nelle
Sahalin . Nella vicina isola giapponese di Hokkaido assumono valori
elevatissimi ( Sapporo 5 m, Tab. 1). In Siberia si si registrano 60 cm a
Krasnojarsk, nell’alto bacino dello Jenissej, solo 35 cm di neve ad
Irkutsk, sulle rive del Baikal. Ma la persistenza del manto nevoso al
suolo, complice la rigidezza e la durata degli inverni è molto lunga; si
aggira attorno ai 140 giorni l’anno a sud per raggiungere i 220 giorni
attorno al 60° parallelo, e superare gli 8-9 mesi nelle zone artiche.
Tabella 1. Altezza della caduta di neve in alcune grandi città
Grandi città nevose |
Caduta media annua di neve (m)
(valori indicativi) |
Sapporo, Giappone |
5 |
Mosca, Russia |
1,2 |
S. Pietroburgo, Russia |
2,8 |
Harbin, Cina |
2,5 |
Montreal, Canada |
2,3 |
Ottawa, Canada |
2,3 |
Helsinki, Finlandia |
1,8 |
Calgary, Canada |
1,5 |
Toronto, Canada |
1,3 |
Syracuse, NY, USA |
2,9 |
Buffalo, NY, USA |
2,3 |
New York, NY, USA |
0,7 |
Denver, CO, USA |
1,6 |
Per confronto: |
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Parigi |
0,2 - 0,3 |
Milano |
0,38 (1921-1955) |
Continua nel prossimo numero
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