Una rara foto di un'onda anomala.
La superpetroliera Esso Languedoc durante una tempesta fuori
Durban in South Africa nel 1980.
L'albero che si vede a tribordo si eleva di 25 metri sopra il
livello medio del mare.
Fonte: ESA/Philippe Lijour
Saluti a tutti! Recentemente, nella notte fra la
Beata Vergine Immacolata, 8 dicembre, e il sabato 9, una piccola ma
vigorosa e profonda depressione Mediterranea dal Golfo del Leone, si
è trasferita sul settore Nord del Golfo di Genova approfondendosi
ulteriormente, poi si è addentrata nel territorio andando a
interessare il basso Piemonte.
Essa ha trascinato, nel suo movimento da SW verso
NE un notevole moto ondoso che ha avuto il suo apice nella zona di
mare antistante il Porto di Savona, arrecando danni alle strutture
(palazzina dell’Avvisatore Marittimo) e a un bel po’ di vetture
nuove (circa 200) destinate all’esportazione e nell'attesa di essere
imbarcate.
Soprattutto ha acceso la fantasia della gente e
in particolar modo dei giornalisti che si sono subito messi a
scrivere di onda anomala e qualcuno anche di sospetto Tsunami.
Quest’ultimo fenomeno è stato subito escluso giacché in mare aperto
non si era registrata nessuna scossa tellurica così forte dai
sismografi costieri, da poter generare un maremoto.
Prima di addentrarci nel particolare di quest’evento,
vorrei provare a dare una delucidazione sulle onde marine, siano di
mare vivo o di mare morto, siano d’onda corta e ripida o d’onda
lunga e dalla sinusoide più dolce e meglio definita.
Innanzitutto bisogna sapere che c’è una
differenza fra le onde del Mediterraneo e le onde degli Oceani.
Le onde del mare, è risaputo, sono originate del
vento. In particolare, le onde che sono generate in un certo luogo
dal vento, sono chiamate onde vive, oppure onde di mare vivo.
Le onde che invece sono originate da un vento
lontano e arrivano in un luogo dove non c’è neppure una bava di
vento, sono chiamate onde morte oppure onde di mare morto. Se
qualcuno, però, non vuole pensare ai funerali, le può
tranquillamente chiamare, come faccio o nei miei messaggi meteo di
previsione, onde lunghe o di mare lungo (swell in inglese, houle in
francese).
Le onde di mare vivo, hanno un aspetto
inquietante, sono nervose, caotiche nell’insieme del periodo,
altezza e direzione.
Le onde di mare lungo, al contrario, sono più
regolari man mano che si allontanano dalla zona dove sono state
originate. Spesso non frangono, e da lontano, uno che osserva il
mare, può essere ingannato e sottovalutare lo stato del mare stesso.
Una volta che, però, si mette in navigazione con la presenza
dell’onda lunga, se ne pentirà poco dopo se soffre di mal di mare.
Ovviamente ci sono delle vie intermedie, dello
stato del mare: poco dopo aver abbandonato il posto di origine, le
onde possono essere ancora caotiche ma presentare già le
caratteristiche di saliscendi tipico delle onde lunghe. Questo
avviene, più o meno, fra 50 e 150 miglia nautiche dall’area di
origine. Una burrasca di Libeccio sul Mare dell’Algeria creerà
un’onda particolarmente insidiosa sulle nostre coste. Invece, se
nasce da una burrasca sull’Ovest della Corsica, molto più vicina,
sarà meno insidiosa al suo arrivo sulle nostre spiagge o scogliere.
Forse ho divagato! Torniamo alla domanda iniziale
cercando di analizzare i due tipi di onda e di offrire una
correlazione fra l’altezza delle onde con l’intensità del vento.
Nel nostro Mare Mediterraneo, a causa dei fetch
limitati, riguardo ai contenuti spazi aperti in mare, hanno una
netta prevalenza le onde di mare vivo, oppure la situazione
intermedia (onde vive/onde lunghe) fra i due tipi di onda. Nei
messaggi meteo che diffondiamo, si usa dare un’altezza significativa
alle onde, pari a un terzo delle onde più alte (lo stesso per il
vento, quando diamo una velocità in nodi senza specificare le punte
massime, intendiamo un terzo delle raffiche massime).
Abbiamo parlato di fetch, e sarà bene dare una
definizione a questo fenomeno, poiché ricorrerà spesso in questo
articolo e che uso soprattutto nei miei bollettini in caso di
previsione di mareggiate o risacca.
Il fetch è lo spazio di mare dove spira un vento
di direzione e intensità costante. Questa costanza della direzione
dell’intensità del vento, deve essere correlata alla durata e inteso
come il tempo durante il quale il vento ha soffiato. Pertanto, le
caratteristiche di periodo, altezza e lunghezza delle onde,
dipendono dal fetch, dalla durata e intensità di questo vento.
In effetti, esiste, laddove inizia a soffiare il
vento sul mare, una generazione di piccole onde fino al suo cessare.
Pertanto ci sarà un trasferimento continuo d’energia dal vento al
mare. Le nuove onde appena create, inizieranno a correre con la
guida delle vecchie fino alla costa d’arrivo, perpendicolare al loro
movimento. Più la costa è lontana, maggiore sarà il fetch e maggiori
gli effetti della mareggiata. Cosicché è distribuita una notevole
quantità di energia in ampi spazi, molto ampi negli Oceani, un po’
meno nel nostro Mediterraneo. Si può fare un esempio anche in una
semplice pozzanghera di qualche metro quadrato: con un po’ di vento,
noteremo che dal lato della pozzanghera da dove arriva il vento, le
ondine che si formano sono molto piccole, poi man mano che si
procede verso il lato opposto della pozzanghera, quello d’arrivo,
noteremo che le ondine sono più alte e spaziate fra loro. Un piccolo
fetch!
Qui sotto vediamo rispettivamente nel
Mediterraneo e nell’Oceano, l’altezza delle onde in funzione del
vento, prendendo in esame una forchetta fra 10 e 40 nodi delle
velocità del vento.
Altezza delle onde che possono
generarsi nel Mediterraneo in funzione del vento in
nodi. Le caratteristiche delle onde (altezza, lunghezza
e periodo) dipendono dalla durata del vento, oltre che
dal fetch.
Velocità del vento
in nodi
fetch in km
durata in ore
altezza delle onde
in metri
10
52
4
0.6
15
102
6
1.2
20
204
8
2.4
25
296
11
3.6
30
309
13
4.8
35
574
15
6.6
40
759
7
9.0
Altezza delle onde negli Oceani in
funzione del vento per un valore compreso fra 10 e 40
nodi.
Velocità del vento in
nodi
altezza delle onde
10
1.0
15
2.0
20
3.0
25
5.0
30
7.2
35
10.0
40
circa 13.0
Come si può notare, in un mare aperto come
l’Oceano, l’altezza delle onde formate dal vento, è più alta che in
un mare chiuso come il Mediterraneo.
Un'onda anomala valutata di 60 piedi (ca. 18 metri)
fotografata al largo di Charleston, South Carolina, un'istante
dopo che si è infranta sulla nave e si sta allontanando.
Fonte: NOAA
Cliccare sull'immagine per ingrandirla
Sarebbe interessante sapere quanto possa essere
alta al massimo un’onda nell’Oceano. Da alcune testimonianze
raccolte da Comandanti di grosse barche che da Portosole vanno ai
Carabi o sulla costa Est degli USA, oppure da alcuni libri di
navigazione, si evince di onde stimate fino a 15 metri. Nell’Oceano
Pacifico, sempre da alcuni libri, si legge di avvistamenti di onde
alte fra 18 e 27 metri. La più alta in assoluto, raccontata
dall’equipaggio della nave della Marina Americana Rampao, mentre nel
1933 era in navigazione nel Pacifico, essi avvistarono un’onda di
ben 34 metri. Non so come sia stata calcolata l’altezza di
quelle onde e neppure quella anomala nel Porto di Savona in cui si
parla di 15 metri.
Scala Douglas dello
stato del mare
TERMINE
DESCRITTIVO
Stato del mare
English
State of the sea
Français
État de la mer
Español
Estado del mar
ALTEZZA MEDIA
DELLE ONDE (metri)
0
Calmo
Calm (glassy)
Calme
Calma
-
1
Quasi calmo
Calm (rippled)
Calme (ridée)
Calma (rizada)
0 - 0,10
2
Poco mosso
Smooth
Belle
Marejadilla
0,10 - 0,50
3
Mosso
Slight
Peu agitée
Marejadilla
0,50 - 1,25
4
Molto mosso
Moderate
Agitée
Fuerte marejada
1,25 - 2,50
5
Agitato
Rough
Forte
Gruesa
2,50 - 4
6
Molto agitato
Very rough
Très forte
Arbolada
4 - 6
7
Grosso
High
Grosse
Arbolada
6 - 9
8
Molto grosso
Very high
Très grosse
Montañosa
9 - 14
9
Tempestoso
Phenomenal
Énorme
Enorme
oltre 14
Ritornando al caso dell’onda anomala di Savona
della notte fra l’8 e il 9 di dicembre scorso, si possono solo fare
delle ipotesi poiché non ci sono testimonianze.
Vi sono molte probabilità che si sia trattato
dell’incontro casuale fra 2 treni di onde lunghe: il secondo, più
veloce potrebbe aver raggiunto il precedente e aver creato un’onda
più alta delle altre, in pratica si sono sommate due altezze d’onda.
Potrebbe anche essere che vi fosse un incontro
fra due fetch di diversa provenienza, due onde lunghe incrociate: il
fetch principale fra S e SW e uno secondario fra S e SE. Il
gradiente era perfettamente meridionale, da S 180° e proveniva da
molto lontano, prendeva origine dal Sud della Sicilia a levante, dal
Nord dell’Algeria a ponente. Mettiamo il caso che le Isole di
Sardegna e Corsica abbiano diviso da Capo Teulada questo fetch: a
Ovest delle Isole fra S e SW, a Est fra S e SE. Dopo aver
oltrepassato Capo Corso, e nel moto verso Savona, questo fetch si
sia riunito e abbia proprio avuto il punto d’incontro davanti al
Porto con un’onda senz’altro superiore in altezza e confusa nella
forma. Io me la spiego così. Anche in questo caso, aspetto qui le
controprove.
Per terminare, riporto qui i settori massimo
fetch per alcune località costiere, tratte da una pubblicazione
dell’Istituto Idrografico della Marina Militare.
Iniziamo con Bordighera, che ha un suo settore di
massimo fetch di 400 miglia fra 213° dell’Isola di Minorca e 174°
dell’Isola di S. Pietro.
Capo Mele, che ha un settore di massimo fetch di
415 miglia compreso fra i 219° di Minorca e i 180° dell’Argentera
(Sardegna).
Capo Noli, con un massimo fetch di 435 miglia fra i 216° di Capo
Mele e i 183° sempre dell’Argentera.
Genova, alla sede dell’Idrografico della Marina,
massimo fetch di 455 miglia fra i 217° dell’Isola di Minorca e i
189° dell’onnipresente Argentera.
Infine l’Isola di Palmaria, con un settore di
massimo fetch di 500 miglia, fra i 247° di Hyèrès e i 209° di Cap
Cavallò in Corsica.
Se un vento spira per molto tempo e con la stessa direzione nei
rispettivi settori qui sopra elencati, in quelle località si avranno
i maggiori effetti della mareggiata.