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Genova        
Numero 23, anno VII        
gennaio 2007        

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     di: Achille Pennellatore
 


Una rara foto di un'onda anomala.
La superpetroliera Esso Languedoc durante una tempesta fuori Durban in South Africa nel 1980.
L'albero che si vede a tribordo si eleva di 25 metri sopra il livello medio del mare.
Fonte: ESA/Philippe Lijour

Saluti a tutti! Recentemente, nella notte fra la Beata Vergine Immacolata, 8 dicembre, e il sabato 9, una piccola ma vigorosa e profonda depressione Mediterranea dal Golfo del Leone, si è trasferita sul settore Nord del Golfo di Genova approfondendosi ulteriormente, poi si è addentrata nel territorio andando a interessare il basso Piemonte.

Essa ha trascinato, nel suo movimento da SW verso NE un notevole moto ondoso che ha avuto il suo apice nella zona di mare antistante il Porto di Savona, arrecando danni alle strutture (palazzina dell’Avvisatore Marittimo) e a un bel po’ di vetture nuove (circa 200) destinate all’esportazione e nell'attesa di essere imbarcate.

Soprattutto ha acceso la fantasia della gente e in particolar modo dei giornalisti che si sono subito messi a scrivere di onda anomala e qualcuno anche di sospetto Tsunami. Quest’ultimo fenomeno è stato subito escluso giacché in mare aperto non si era registrata nessuna scossa tellurica così forte dai sismografi costieri, da poter generare un maremoto.

Prima di addentrarci nel particolare di quest’evento, vorrei provare a dare una delucidazione sulle onde marine, siano di mare vivo o di mare morto, siano d’onda corta e ripida o d’onda lunga e dalla sinusoide più dolce e meglio definita.

Innanzitutto bisogna sapere che c’è una differenza fra le onde del Mediterraneo e le onde degli Oceani.

Le onde del mare, è risaputo, sono originate del vento. In particolare, le onde che sono generate in un certo luogo dal vento, sono chiamate onde vive, oppure onde di mare vivo.

Le onde che invece sono originate da un vento lontano e arrivano in un luogo dove non c’è neppure una bava di vento, sono chiamate onde morte oppure onde di mare morto. Se qualcuno, però, non vuole pensare ai funerali, le può tranquillamente chiamare, come faccio o nei miei messaggi meteo di previsione, onde lunghe o di mare lungo (swell in inglese, houle in francese).

Le onde di mare vivo, hanno un aspetto inquietante, sono nervose, caotiche nell’insieme del periodo, altezza e direzione.

Le onde di mare lungo, al contrario, sono più regolari man mano che si allontanano dalla zona dove sono state originate. Spesso non frangono, e da lontano, uno che osserva il mare, può essere ingannato e sottovalutare lo stato del mare stesso. Una volta che, però, si mette in navigazione con la presenza dell’onda lunga, se ne pentirà poco dopo se soffre di mal di mare.

Ovviamente ci sono delle vie intermedie, dello stato del mare: poco dopo aver abbandonato il posto di origine, le onde possono essere ancora caotiche ma presentare già le caratteristiche di saliscendi tipico delle onde lunghe. Questo avviene, più o meno, fra 50 e 150 miglia nautiche dall’area di origine. Una burrasca di Libeccio sul Mare dell’Algeria creerà un’onda particolarmente insidiosa sulle nostre coste. Invece, se nasce da una burrasca sull’Ovest della Corsica, molto più vicina, sarà meno insidiosa al suo arrivo sulle nostre spiagge o scogliere.

Forse ho divagato! Torniamo alla domanda iniziale cercando di analizzare i due tipi di onda e di offrire una correlazione fra l’altezza delle onde con l’intensità del vento.

Nel nostro Mare Mediterraneo, a causa dei fetch limitati, riguardo ai contenuti spazi aperti in mare, hanno una netta prevalenza le onde di mare vivo, oppure la situazione intermedia (onde vive/onde lunghe) fra i due tipi di onda. Nei messaggi meteo che diffondiamo, si usa dare un’altezza significativa alle onde, pari a un terzo delle onde più alte (lo stesso per il vento, quando diamo una velocità in nodi senza specificare le punte massime, intendiamo un terzo delle raffiche massime).

Abbiamo parlato di fetch, e sarà bene dare una definizione a questo fenomeno, poiché ricorrerà spesso in questo articolo e che uso soprattutto nei miei bollettini in caso di previsione di mareggiate o risacca.

Il fetch è lo spazio di mare dove spira un vento di direzione e intensità costante. Questa costanza della direzione dell’intensità del vento, deve essere correlata alla durata e inteso come il tempo durante il quale il vento ha soffiato. Pertanto, le caratteristiche di periodo, altezza e lunghezza delle onde, dipendono dal fetch, dalla durata e intensità di questo vento.

In effetti, esiste, laddove inizia a soffiare il vento sul mare, una generazione di piccole onde fino al suo cessare. Pertanto ci sarà un trasferimento continuo d’energia dal vento al mare. Le nuove onde appena create, inizieranno a correre con la guida delle vecchie fino alla costa d’arrivo, perpendicolare al loro movimento. Più la costa è lontana, maggiore sarà il fetch e maggiori gli effetti della mareggiata. Cosicché è distribuita una notevole quantità di energia in ampi spazi, molto ampi negli Oceani, un po’ meno nel nostro Mediterraneo. Si può fare un esempio anche in una semplice pozzanghera di qualche metro quadrato: con un po’ di vento, noteremo che dal lato della pozzanghera da dove arriva il vento, le ondine che si formano sono molto piccole, poi man mano che si procede verso il lato opposto della pozzanghera, quello d’arrivo, noteremo che le ondine sono più alte e spaziate fra loro. Un piccolo fetch!

Qui sotto vediamo rispettivamente nel Mediterraneo e nell’Oceano, l’altezza delle onde in funzione del vento, prendendo in esame una forchetta fra 10 e 40 nodi delle velocità del vento.

Altezza delle onde che possono generarsi nel Mediterraneo in funzione del vento in nodi. Le caratteristiche delle onde (altezza, lunghezza e periodo) dipendono dalla durata del vento, oltre che dal fetch.

Velocità del vento
in nodi
fetch in km durata in ore altezza delle onde
in metri
10 52 4 0.6
15 102 6 1.2
20 204 8 2.4
25 296 11 3.6
30 309 13 4.8
35 574 15 6.6
40 759 7 9.0

 

Altezza delle onde negli Oceani in funzione del vento per un valore compreso fra 10 e 40 nodi.

Velocità del vento in nodi altezza delle onde
10 1.0
15 2.0
20 3.0
25 5.0
30 7.2
35 10.0
40 circa 13.0

Come si può notare, in un mare aperto come l’Oceano, l’altezza delle onde formate dal vento, è più alta che in un mare chiuso come il Mediterraneo.


Un'onda anomala valutata di 60 piedi (ca. 18 metri) fotografata al largo di Charleston, South Carolina, un'istante dopo che si è infranta sulla nave e si sta allontanando.
Fonte: NOAA
Cliccare sull'immagine per ingrandirla

 

Sarebbe interessante sapere quanto possa essere alta al massimo un’onda nell’Oceano. Da alcune testimonianze raccolte da Comandanti di grosse barche che da Portosole vanno ai Carabi o sulla costa Est degli USA, oppure da alcuni libri di navigazione, si evince di onde stimate fino a 15 metri. Nell’Oceano Pacifico, sempre da alcuni libri, si legge di avvistamenti di onde alte fra 18 e 27 metri. La più alta in assoluto, raccontata dall’equipaggio della nave della Marina Americana Rampao, mentre nel 1933 era in navigazione nel Pacifico, essi avvistarono un’onda di ben 34 metri. Non so come sia stata calcolata l’altezza di quelle onde e neppure quella anomala nel Porto di Savona in cui si parla di 15 metri.

Scala Douglas dello stato del mare

  TERMINE
DESCRITTIVO
Stato del mare
English
State of the sea
Français
État de la mer
Español
Estado del mar
ALTEZZA MEDIA
DELLE ONDE (metri)
0 Calmo Calm (glassy) Calme Calma -
1 Quasi calmo Calm (rippled) Calme (ridée) Calma (rizada) 0 - 0,10
2 Poco mosso Smooth Belle Marejadilla 0,10 - 0,50
3 Mosso Slight Peu agitée Marejadilla 0,50 - 1,25
4 Molto mosso Moderate Agitée Fuerte marejada 1,25 - 2,50
5 Agitato Rough Forte Gruesa 2,50 - 4
6 Molto agitato Very rough Très forte Arbolada 4 - 6
7 Grosso High Grosse Arbolada 6 - 9
8 Molto grosso Very high Très grosse Montañosa 9 - 14
9 Tempestoso Phenomenal Énorme Enorme oltre 14

Ritornando al caso dell’onda anomala di Savona della notte fra l’8 e il 9 di dicembre scorso, si possono solo fare delle ipotesi poiché non ci sono testimonianze.

Vi sono molte probabilità che si sia trattato dell’incontro casuale fra 2 treni di onde lunghe: il secondo, più veloce potrebbe aver raggiunto il precedente e aver creato un’onda più alta delle altre, in pratica si sono sommate due altezze d’onda.

Potrebbe anche essere che vi fosse un incontro fra due fetch di diversa provenienza, due onde lunghe incrociate: il fetch principale fra S e SW e uno secondario fra S e SE. Il gradiente era perfettamente meridionale, da S 180° e proveniva da molto lontano, prendeva origine dal Sud della Sicilia a levante, dal Nord dell’Algeria a ponente. Mettiamo il caso che le Isole di Sardegna e Corsica abbiano diviso da Capo Teulada questo fetch: a Ovest delle Isole fra S e SW, a Est fra S e SE. Dopo aver oltrepassato Capo Corso, e nel moto verso Savona, questo fetch si sia riunito e abbia proprio avuto il punto d’incontro davanti al Porto con un’onda senz’altro superiore in altezza e confusa nella forma. Io me la spiego così. Anche in questo caso, aspetto qui le controprove.

Per terminare, riporto qui i settori massimo fetch per alcune località costiere, tratte da una pubblicazione dell’Istituto Idrografico della Marina Militare.

Iniziamo con Bordighera, che ha un suo settore di massimo fetch di 400 miglia fra 213° dell’Isola di Minorca e 174° dell’Isola di S. Pietro.

Capo Mele, che ha un settore di massimo fetch di 415 miglia compreso fra i 219° di Minorca e i 180° dell’Argentera (Sardegna).
Capo Noli, con un massimo fetch di 435 miglia fra i 216° di Capo Mele e i 183° sempre dell’Argentera.

Genova, alla sede dell’Idrografico della Marina, massimo fetch di 455 miglia fra i 217° dell’Isola di Minorca e i 189° dell’onnipresente Argentera.

Infine l’Isola di Palmaria, con un settore di massimo fetch di 500 miglia, fra i 247° di Hyèrès e i 209° di Cap Cavallò in Corsica.
Se un vento spira per molto tempo e con la stessa direzione nei rispettivi settori qui sopra elencati, in quelle località si avranno i maggiori effetti della mareggiata.