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di Roberto
Pedemonte |
In questa seconda parte vengono
illustrati quali furono gli osservatori e i direttori
dell’Osservatorio, la strumentazione e il tipo e le cadenze
delle osservazioni eseguite nell’arco dei primi cinquanta
anni di vita.
Da Pietro Maria Garibaldi, Osservatorio
della R. Università di Genova – Climatologia di Genova
desunta dai decenni meteorologici 1833-42 e 1871-80,
Tipografia del R. Istituto Sordo-Muti, Genova, 1884

Parte
seconda
Dal
primo decennio di queste osservazioni noi abbiamo dedotte
quelle poche cose (1) che ci venne fatto di raccogliere
sulla nostra locale meteorologia.
Tutto
quanto precede si riferisce all’antico Osservatorio e alle
condizioni nelle quali si trovava all’epoca del suo impianto
fino al 1863 anno in cui lo scrivente ne assunse la
direzione la quale, come si disse, è affidata al Prof. Di
Fisica dell’Università.
Questo uffizio – partendo dall’impianto – fu sostenuto dal
Rev. Cav. Giacomo Garibaldi fino al 1844; dal Rev. Cav.
Michele Alberto Bancalari delle Scuole Pie fino al 1862,
d’allora in poi dallo scrivente.
Gli
Osservatori furono: il primo il sullodato Sig. Giacinto
Grillo prof. di idraulica nella R. Università che coadiuvò
efficacemente il Rev. Prof. Garibaldi nell’instaurazione
dell’Osservatorio, poi il Sig. Nicolò Fasiani prof. di
analisi algebrica nella Università, attualmente disimpegna
quest’uffizio il diligentissimo Prof. Ing. Francesco Porrata.

Figura 1 - Barometro Fortin |
Quando in questi ultimi anni la meteorologia, per opera di
scienziati ed efficace concorso governativo, prese novello e
più razionale indirizzo e coordinamento, si sentì la
necessità di migliorare le condizioni dell’Osservatorio
fornendolo di nuovi e più perfezionati strumenti, collocati
in migliore e più comoda sede.
Per
generoso concorso del Consorzio Universitario lo scrivente
potè por mano alla costruzione di un nuovo Osservatorio
innalzandolo precisamente sul terrazzo soprastante alla
galleria di cui si parlò più sopra. (2).
Il
nuovo edifizio consta di due sale e di un terrazzo scoperto.
Nella prima sala è collocato un barometro Fortin tipo, gran
modello, il cui nonio misura il cinquantesimo di millimetro:
l’origine della scala è alta sul mare medio metri 54,01.
Questo barometro è stato confrontato con quello della
stazione centrale italiana al Collegio Romano come tutti gli
altri della rete italiana e internazionale.
Accanto a questo barometro ve ne sono altri destinati ad
osservazioni di confronto e altri usi diversi.
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Figura 2 - Noel-Jean Lerebours (1762-1840) |
In
questa stanza sono collocati vari cannocchiali uno dei quali
di Lerebours di mm. 132 di apertura e 2 metri di distanza
focale.
In
questa sala oltre a varj strumenti di meteorologia, sono
custodite piccole bottiglie contenenti esemplari di polvere
del deserto africano che più volte, durante ogni anno, i
venti del SE trasportano a noi e spingono a stazioni anche
più a Nord.
Queste polveri sono state confrontate con quelle raccolte in
altri osservatorj e negli annali dell’uffizio centrale del
Collegio Romano furon illustrate fisicamente, chimicamente e
col microscopio.
In
genere si può ritenere che son composte, come dicevamo nel
resoconto dell’anno 1872, di depositi che hanno tutti,
presso a poco, il medesimo aspetto e la medesima
composizione chimica immediata.
Essi
sono formati di polviscolo più o meno sottile di natura
minerale, composto di un infinito numero di scaglie informi,
trasparenti, gialliccie framiste ad avanzi organici di
natura vegetale. Quelli raccolti nel 1841 e nel 1870 hanno
quasi il medesimo aspetto, la sabbia del 1873 è molto più
sottile e più ricca di avanzi organici, quella del 1872 è
più grossolana di tutte e contiene la maggior quantità di
materie organiche.
Per
ciò che riguarda la natura chimica di questi pulviscoli essi
sono in gran parte formati di silicati, cloruri, solfati e
carbonati di calce, magnesia ed allumina; contengono una
discreta quantità di ferro, ed una quantità molto variabile
di detriti organici. Insomma questi pulviscoli – qualunque
sia l’epoca e la località in cui sono raccolti – presentano
presso a poco i medesimi caratteri organolettici fisici e
chimici; sono sempre portati dai vari venti di SE di guisa
che non havvi più dubbio sulla loro origine e provenienza.

Figura 3 - Psicrometro
Seconda metà XIX sec
Fonte:
IMSS |
Nella
sala superiore, cui si accede per una scala a chiocciola, è
collocata la stanza che ha la finestra meteorologica
propriamente detta rivolta al vero nord e sulla quale sono
disposti termometri tipo e diversi altri, alcuni di essi a
massimo e minimo, tutti debitamente e periodicamente
riconosciuti e verificati; il psicrometro ordinario a due
termometri asciutto e bagnato, e l’evaporimetro.
Il
pluviometro è alto 57m,86 sul mare ed ha 0m,76 di diam.
All’antico anemoscopio a banderuola fu sostituto un
anemometrografo il quale automaticamente registra
l’intensità e la direzione del vento. E’ alto sul mare metri
59,04. e funziona regolarmente dal 1874.
Alle
osservazioni antiche se ne aggiunsero altre così per uso
della meteorologia locale come per il servizio della
meteorologia nazionale ed internazionale di cui
l’Osservatorio fa parte come stazione centrale della
provincia di Genova.
Le
osservazioni, divise in sei gruppi, sono le seguenti:
Quelle del primo gruppo si fanno alle sette del mattino da
Aprile a Settembre e alle otto, sempre di mattino, negli
altri mesi dell’anno per la spedizione del telegramma
cifrato alla stazione meteorologica centrale di Roma.
Le osservazioni del 2.°, 3.°, 4.°, 5.° gruppo sono fatte
tutti i giorni alle 9 del mattino, 12 meridiane, 3 e 9 di
sera: queste servono all’illustrazione della meteorologia
locale e sono spedite ogni decade all’uffizio Centrale
suddetto.
e
osservazioni del 6.° gruppo si fanno a 0h,44m in relazione
coll’Osservatorio di Washington.
Oltre
a queste osservazioni, ad ora fissa, si fanno anche quelle
per il servizio dei temporali che, per la provincia di
Genova, fa capo al nostro Osservatorio, il quale, a sua
volta, è legato a quello di Roma che compendia e discute il
servizio di tutta l’Italia.
In
complesso si fanno 107 osservazioni al giorno colle relative
correzioni, riduzioni, registrazioni, invii telegrafici e
postali e ricambi con molte stazioni nazionali ed
internazionali.
Le
osservazioni continuano senza interruzione ormai da mezzo
secolo, tranne alcuni giorni di epidemia e formano, nel loro
insieme una raccolta di 50 volumi tanti quanti sono gli anni
che si contano dalla instaurazione dell’Osservatorio.
(1) Vedi Guida di Genova sudetta: notizie
meteorologiche.
(2) Nella stanza dell’Osservatorio antico furono
lasciati alcuni strumenti di meteorologia per continuare
le osservazioni allo scopo di riconoscere e se quali
cangiamenti avvenissero per il nuovo collocamento.
L’esperienza ha dimostrato che variarono alquanto i
valori assoluti specialmente termometrici, ma le curve
normali sono identiche. Le osservazioni di confronto
continuano sempre.
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