Proprio
qualche settimana fa parlavo con Luca Lombroso (meteorologo e noto
divulgatore TV “di che tempo che fa”, del programma di Corrado
Augias) delle scie di condensazione!
Luca mi
raccontava di aver sciato in una bella giornata di sole anche se
sotto un cielo inquinato e attraversato da enormi scie di
condensazione ed osservava che questo particolare fenomeno in realtà
è sicuramente molto inquietante per l’uomo comune a causa della sua
incredibile evidenza; ciò ha dato adito alle teorie estreme, come
quelle legate ad esperimenti segreti che secondo i fans di questa
teoria produrrebbero appunto delle scie particolari (denominate scie
chimiche - vedere a proposito il mio articolo di Nimbus sull’ultimo
numero 47-48 -
http://www.nimbus.it/meteoshop/VetrinaSezione.asp?IdSez=5)
Per
mettere un pò di chiarezza si deve ribadire, con forza e serietà,
che il problema delle scie di condensazione ha assunto dimensioni
significative se non negli ultimi decenni, in seguito al
moltiplicarsi del traffico aereo (e dei voli low cost), tanto che su
scala planetaria le emissioni del trasporto aereo iniziano a dare un
contributo all’effetto serra di un fattore del 3-3,5 % (che poi
localmente può superare il 5%)! Le soluzioni anche se difficili,
potranno concretizzarsi nel medio-breve termine con un cambiamento
delle rotte (anche se vi sono problemi di consumi, aerovie,
tempistica ecc), mentre nel medio-lungo termine un aiuto concreto
potrà arrivare solo da una svolta tecnologica/energetica globale
capace di abbattere in maniera efficace le emissioni di gas serra,
responsabili dei cambiamenti climatici in atto. In questo contesto
già il 2020 è una data fatidica in quanto il traffico aereo sarà
presumibilmente raddoppiato!
Vedremo!…intanto osserviamo questa particolare immagine per capire
con questa 'pillola meteo' qualcosa di più sul fenomeno: non siamo
di fronte a scie chimiche (frutto di esperimenti segreti) ma di
classiche scie di condensazione legate ad aerovie sempre più
affollate e quasi sature!
Figura 1 - – Le fenomenali scie di condensazione o "contrails".
Foto scattata dalla collina di Righi, alle spalle della città di
Genova, verso sud-ovest il 23 novembre 2008 alle ore 16.43.
Foto di: Franco Ibba
L'incredibile immagine in Figura 1
evidenzia chiaramente l'effetto delle correnti in quota sulla
formazione ed espansione delle pittoresche contrails: l'andamento
sinuoso e la maggiore espansione (spreading) dell'unica scia di
condensazione in primo piano, spicca rispetto a tutte le altre
contrails disposte parallelamente, e in questo caso è
particolarmente favorito da forti correnti in quota perpendicolari
alla scia stessa (che ne provocano l'espansione laterale e la
sinuosità) ( Fig. 5).
L'elevato numero di scie e la loro espansione
evidenziano l'approssimarsi in quota di correnti umide prefrontali,
predittive di un possibile peggioramento delle condizioni
meteorologiche a breve-medio termine sulla zona di osservazione.
Infatti tra il 23 e 24 Novembre una profonda
depressione sul mar del Nord (Fig. 2), associata ad un'estesa
perturbazione sull'Europa occidentale, ha causato un rapido
peggioramento del tempo già alla fine del 23 e per il 24 Novembre.
Le contrails osservate il 23 Novembre evidenziano
l'avanzata di aria umida in quota che anticipa proprio il fronte
caldo.
Il peggioramento del 24 è stato accompagnato da
un profondo minimo (fino a circa 992 hPa a livello del mare -
Fig. 4) in veloce transito sul mar Ligure ed è stato
accompagnato sia da venti di tempesta dal III quadrante (WSW fino
100-125 km/h) al largo tra Ligure e Corsica Nord-occidentale (come è
possibile evidenziare dalla mappa di MeteoAllerte in Fig. 3),
sia da nevicate su gran parte dell'appennino (a causa di una
prevalenza di venti freddi padani ai bassi livelli dal I quadrante e
uno scorrimento di aria umida più in quota).
Figura 2 - Analisi Met Office del 23 nov 2008 ore 00
Figura 3 - L’osservazione di veri e propri venti di tempesta
tra Ligure e Corsica (da MétéoAlerte del 24-11-2008)
Figura 4 - Il successivo sviluppo del minimo di 992 hPa sul
Mar Ligure per il 24 Novembre (ore 6 UTC),
rispetto al minimo principale sui Paesi Baschi.
Figura 5 - Si evidenzia le intense correnti occidentali a
tutte le quote sull’Europa meridionale e la penisola
a causa della profonda saccatura Europea centrata sulla Penisola
Scandinava