Gli incendi che si sono sviluppati sulle
alture che contornano il levante genovese, in particolare
nei giorni 6, 7 e 8 del trascorso mese di settembre, sono
stati i più gravi che si ricordino a memoria d’uomo, sia per
l’estensione dei fronti del fuoco sia per i gravi danni
provocati alle coltivazioni e ai manufatti. Per alcune ore
sono state minacciate le abitazioni della Valle Sturla e
delle alture dei quartieri di Quinto, Quarto, Marassi, San
Martino e San Fruttuoso.
La particolare orografia, le condizioni
di aridità del terreno e quelle anemometriche hanno favorito
in maniera determinante lo sviluppo e il propagarsi dei
primi roghi, che hanno poi raggiunto dimensioni mai viste
prima in quest’area. L’impegno del personale della
Protezione Civile e degli altri enti preposti alla
salvaguardia e alla sicurezza delle persone e delle cose ha
permesso di circoscrivere i fuochi e arrestare l’infuriare
delle fiamme solo il giorno 8.
La situazione meteorologica vedeva già
dal giorno 5 settembre l’instaurarsi di un flusso al suolo
dai quadranti settentrionali, tra Nord e Nordest, di
notevole intensità e costanza: velocità media a oltre 20
km/h con punte a oltre i 40 km/h e raffiche a oltre 50 km/h,
valori misurati presso l’aeroporto genovese.
Se consideriamo che l’estate 2009 è
risultata la più arida secondo le misurazioni della stazione
dell’istituto di idraulica (36.8 mm nei mesi di giugno
luglio e agosto, il 19% della media climatologica su 19 anni
di osservazioni) e che le condizioni meteorologiche si sono
mantenute invariate in quei giorni con vento teso e secco e
cielo sereno, è evidente la facilità di azione che hanno
trovato le fiamme nel diffondersi con velocità repentina.
E’ utile precisare che settembre, nella
data citata, non aveva ancora ricevuto precipitazioni. Per
trovare una quantità inferiore di pioggia nei tre mesi
estivi bisogna sfogliare gli annali dell’Osservatorio della
Università di Genova sito in Via Balbi, per risalire al
1879, quando si misurarono solamente 11.0 mm, peraltro unico
anno, insieme al 1836, ad avere precipitazioni estive
inferiori a quelle del 2009. La stagione estiva più piovosa
è stata quella del 1896 con 482.3 mm, rispetto una media
climatologica plurisecolare di 165 mm.
Da questo numero, sulla
nostra rivista, prende il via una nuova rubrica dal titolo:
“Osservatorio sul Global Warming”, lo scopo di questa
rubrica non è quello di riportare le notizie sul
riscaldamento globale pubblicate dagli organi di
informazione (di queste ne abbiamo già fin troppe) ma di
analizzare, su dati numerici attendibili, il vero andamento
della temperatura della Terra dal 1880 ad oggi. In questa
rubrica non vengono fatte proiezioni per il futuro
prefigurando scenari catastrofici, ma vengono
analizzati solamente i dati ed evidenziati i punti più
significativi.
In questa prima parte viene analizzato
l'andamento climatico dell'intero pianeta, sia annuale che
stagionale ed anche un confronto tra i due emisferi.
Buona lettura.
Rapporti meteorologici sulla climatologia
ligure a cura dall’ARPAL (www.meteoliguria.it).
Rapporto
termopluviometrico Giugno 2009 (file PDF)
Rapporto
termopluviometrico Luglio 2009 (file PDF)
Rapporto
termopluviometrico Agosto 2009 (file PDF)
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