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Genova        
Numero 34, anno IX       
Ottobre 2009        

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di: Roberto Pedemonte

L'INCENDIO

Gli incendi che si sono sviluppati sulle alture che contornano il levante genovese, in particolare nei giorni 6, 7 e 8 del trascorso mese di settembre, sono stati i più gravi che si ricordino a memoria d’uomo, sia per l’estensione dei fronti del fuoco sia per i gravi danni provocati alle coltivazioni e ai manufatti. Per alcune ore sono state minacciate le abitazioni della Valle Sturla e delle alture dei quartieri di Quinto, Quarto, Marassi, San Martino e San Fruttuoso.

La particolare orografia, le condizioni di aridità del terreno e quelle anemometriche hanno favorito in maniera determinante lo sviluppo e il propagarsi dei primi roghi, che hanno poi raggiunto dimensioni mai viste prima in quest’area. L’impegno del personale della Protezione Civile e degli altri enti preposti alla salvaguardia e alla sicurezza delle persone e delle cose ha permesso di circoscrivere i fuochi e arrestare l’infuriare delle fiamme solo il giorno 8.

La situazione meteorologica vedeva già dal giorno 5 settembre l’instaurarsi di un flusso al suolo dai quadranti settentrionali, tra Nord e Nordest, di notevole intensità e costanza: velocità media a oltre 20 km/h con punte a oltre i 40 km/h e raffiche a oltre 50 km/h, valori misurati presso l’aeroporto genovese.

Se consideriamo che l’estate 2009 è risultata la più arida secondo le misurazioni della stazione dell’istituto di idraulica (36.8 mm nei mesi di giugno luglio e agosto, il 19% della media climatologica su 19 anni di osservazioni) e che le condizioni meteorologiche si sono mantenute invariate in quei giorni con vento teso e secco e cielo sereno, è evidente la facilità di azione che hanno trovato le fiamme nel diffondersi con velocità repentina.

E’ utile precisare che settembre, nella data citata, non aveva ancora ricevuto precipitazioni. Per trovare una quantità inferiore di pioggia nei tre mesi estivi bisogna sfogliare gli annali dell’Osservatorio della Università di Genova sito in Via Balbi, per risalire al 1879, quando si misurarono solamente 11.0 mm, peraltro unico anno, insieme al 1836, ad avere precipitazioni estive inferiori a quelle del 2009. La stagione estiva più piovosa è stata quella del 1896 con 482.3 mm, rispetto una media climatologica plurisecolare di 165 mm.

Da questo numero, sulla nostra rivista, prende il via una nuova rubrica dal titolo: “Osservatorio sul Global Warming”, lo scopo di questa rubrica non è quello di riportare le notizie sul riscaldamento globale pubblicate dagli organi di informazione (di queste ne abbiamo già fin troppe) ma di analizzare, su dati numerici attendibili, il vero andamento della temperatura della Terra dal 1880 ad oggi. In questa rubrica non vengono fatte proiezioni per il futuro prefigurando scenari catastrofici, ma vengono analizzati solamente i dati ed evidenziati i punti più significativi.

In questa prima parte viene analizzato l'andamento climatico dell'intero pianeta, sia annuale che stagionale ed anche un confronto tra i due emisferi.

 

Buona lettura.
 


Rapporti meteorologici sulla climatologia ligure a cura dall’ARPAL (www.meteoliguria.it).

 Rapporto termopluviometrico Giugno 2009 (file PDF)

Rapporto termopluviometrico Luglio 2009 (file PDF)

Rapporto termopluviometrico Agosto 2009 (file PDF)