Le brezze non sono generalmente legate ai potenti
venti sinottici portati dalle pertubazioni ma si instaurano
localmente in condizioni ‘Anticicloniche’, apportando aria marittima
verso l’interno nelle ore più calde. Indipendentemente dai valori
barometrici, le condizioni fondamentali per l’innesco del fenomeno
della brezza sono legate alla presenza di una scarsa copertura
nuvolosa, che nella stagione calda favorisce il riscaldamento della
terra rispetto al mare. Queste circolazioni sono più deboli rispetto
alle Libecciate, Maestralate e Sciroccate, in quanto hanno un tempo
di vita estremamente limitato (nell’ordine delle 5-7 ore circa), ed
una scala spaziale ridotta a qualche miglio, a cavallo tra mare e
costa. Il loro ciclo è breve ma non sempre correttamente
prevedibile. Con il sorgere del sole ad inizio mattinata, dopo un
periodo di calma di vento, assistiamo all’arrivo di una ventilazione
che si muove dal mare verso la costa penetrando gradualmente
nell’interno. Tale meccanismo diurno che è denominato “brezza di
mare”, si innesca a causa del differente riscaldamento tra la
superficie marina e quella terrestre (in quanto terra e acqua hanno
una diversa conducibilità), comportando di conseguenza modificazioni
locali dei valori di pressione nella colonna atmosferica
sovrastante. Infatti il veloce riscaldamento delle zone interne
rispetto al mare, permette una risalita dell’aria calda a contatto
con il suolo ed un conseguente abbassamento della pressione che
tende a risucchiare masse d’aria marittima relativamente più fresche
e a spingerle verso la terra.
Fig 1a - schema della
circolazione di brezza marina (in rosso le correnti
ascendenti legate al riscaldamento terrestre e in blu le
correnti discendenti a qualche miglio dalla costa).
Fig 1b - In una tipica giornata anticlonica, la brezza
evidenza l’azione locale della circolazione di brezza
marina nella zona prospicente al golfo di Bonassola –SP (tra la costa e la
linea tratteggiata); oltre la linea tratteggiata blu,
infatti, può osservare una vasta zona di bonaccia
caratterizzata da una completa assenza di venti.
Nella schematizzazione è facile osservare
come il contrasto di temperatura tra terra e mare inneschi una
differenza di pressione tra il mare più freddo (- -) e la costa (+
+). Infatti grazie all’azione di correnti calde ascendenti si va
creando una vera e propria bassa pressione locale che aspira aria
marittima.
Queste due circolazioni tenderanno a raccordarsi
in quota a circa 800-1000 m con una corrente contraria che muove
dalla terra verso il mare, per poi scendere sulla superficie a
qualche miglio dalla costa. Non a caso si può parlare di un vero e
proprio fronte di brezza che avanza dal mare verso le zone interne e
che a volte può essere caratterizzato da una striscia di nubi basse
e cumuliformi, parallele alla costa (rappresentate in grigio nello
schema). Tale sistema, al suo passaggio, risulta associato ad una
rotazione e rinforzo dei venti marittimi. La brezza è più deboli in
zone come la liguria caratterizzate da monti a ridosso della costa
in quanto la circolazione non penetrare ed estendersi dalla costa
verso l’interno (caso della Liguria) mentre risulta più intensa ed
estesa in zone come la Versilia (dove le Apuane sono precedute da
una pianura) o ancora meglio nella media Toscana (dove la pianura si
estende maggiormente nell’interno). La circolazione di brezza diurna
si alza mediamente verso 9 di mattina e termina verso le 17 h con il
sopraggiungere della sera, quando la terra si raffredda più
velocemente della massa d’acqua antistante innescando una corrente
contraria, detta appunto brezza di terra, solitamente più debole se
confrontata con quella marina (di circa 5-10kt). In condizioni di
alta pressione la massima intensità della brezza di mare si verifica
a fine mattina o nel primo pomeriggio con valori tra 6-12 nodi, in
grado poi di placarsi totalmente intorno alle ore 19-20. Con il
trascorrere del giorno, inoltre, i venti tendono a ruotare in senso
antiorario seguendo la traiettoria del sole. Tale rotazione, a
seconda delle zone e della orografia del territorio, può avere
un’ampiezza da 20°-40° fino a 60°-90°. Questo ‘giravento’ (così lo
chiamano i pescatori) è una costante legata a diversi fattori di cui
il più importante è la forza di Coriolis che tende a deviare verso
destra le masse d’aria in movimento nell’emisfero settentrionale
In media in una costa esposta a Ovest, Sud-Ovest
(come nel capoluogo Ligure-Levante) il vento si dispone attorno S-SO
ad inizio-metà mattinata, rinforzando temporaneamente per poi
ruotare a O nelle ore centrali e terminare il suo giro sotto forma
di “ponentino” (da O-NO), che regolarmente si esaurisce al tramonto
per lasciar spazio alla brezza di terra.
Fig 2a - L’andamento della brezza
viene evidenziato per la stazione di Genova Centro
Funzionale (dal 18 al 21 agosto) dalla rotazione del
vento diurna (giravento) variabile a secondo del giorno
ma sempre in senso orario (da 160 a 240-260; da SE a WSW)
tra le 9 e 17 locali.
Fig 2b - L’immagine di destra evidenziava sempre
in quei giorni una debole brezza (3-4 kt) davanti alla costa genovese a causa del modesto
contrasto termico terra-mare e della costa alta che non
favorisce particolarmente l’attivazione di brezze vivaci.
Fig. 3 - Andamento termico della stazione di Genova -
Staglieno nei giorni 10-11-12 settembre 2009.
Nell'andamento termico della stazione di
Genova - Staglieno si evidenzia
l’arrivo del fronte di brezza associato ad una temporanea flessione
della temperatura, legata all'entrata di aria marittima più fresca;
questo fenomeno è tipico di tutte le valli che hanno uno sbocco sul
mare o su un grande lago.