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Genova        
Numero 44, anno XII       
Maggio 2012        

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Di: Roberto Pedemonte

L’Uomo al centro


Alluvione di Genova 4 ottobre 2011 - Macchine danneggiate
Foto: Enrico Pelos

Quando si verifica un evento naturale di portata tale da influire sulla vita degli Uomini in modo drastico, i mass media si accaparrano, legittimamente, la cronaca, fornendoci ogni dettaglio possibile. Le nuove tecnologie riescono a farci vivere pressoché “in diretta” la dinamica evoluzione dello stato dell’evento stesso. Ricordando i tragici fatti degli ultimi mesi non si può omettere quanto, angosciati e/o preoccupati, abbiamo appreso sulla portata delle catastrofi, dai mezzi di comunicazione di massa.

Le fatali inondazioni autunnali della Riviera di Levante e della città di Genova, le immense nevicate adriatiche e l’avvezione di aria gelida di quest’inverno, le drammatiche conseguenze delle scosse sismiche che hanno visto come epicentro l’Emilia nella tarda primavera e che, tuttora, fanno sentire il loro sinistro effetto. Tutti fatti che giornali, reti televisive, siti internet hanno analizzato con scrupoloso interesse e, spesso, con attente documentazioni.

Vicende estreme e, tuttavia, naturali, cioè che è la natura stessa a innescare, e che l’Uomo, per il suo insopprimibile impulso verso la ricerca di una sempre maggiore prosperità e floridezza (spesso solo immaginaria e auspicata), riesce ad amplificarne gli effetti e rivolgerli contro se stesso. Eventi naturali come quelli accennati, si sono sempre verificati nel corso della Storia Umana e, talvolta, sono stati tali da condizionare l’evolversi della Storia stessa, come ha chiaramente illustrato Erik Durschmied nel suo volume “Il Generale Inverno”, stampato in Italia per i tipi della Piemme nel 2001 (vedi la recensione sul n. della Rivista). Non sempre, è vero, si può attribuire responsabilità all’Uomo. Alcuni episodi sono imprevedibili, improvvisi, inaspettati. Altri, si ritiene la maggioranza, sono eventi già accaduti in passato, se non uguali, simili. Avvenimenti dei quali l’Uomo non ha saputo, o voluto, far tesoro per indifferenza, avidità, interesse, superficialità, ignoranza. L’opera dell’Uomo, quindi, ha grande responsabilità sulle conseguenze del verificarsi di un fatto naturale. La natura fa il suo corso, malgrado tutto, così come è sempre stato ed è l’Uomo che deve imparare la lezione: non può essere sconfitta, prevaricata.

Si sono sprecati i commenti, le ipotesi, le previsioni, le prospettive fornite da Uomini esperti sulle TV e sui giornali (tra questi non tutti hanno le cognizioni scientifiche per poter affrontare seriamente l’argomento, e allora i tuttologi e la spettacolarizzazione impazzano! Ma questo è un altro discorso…). Ci spiegano il perché e il percome di ciò che è accaduto. Già, ciò che è accaduto! Ma per limitare i danni di quello che, ormai, è già accaduto, cosa bisognava fare? Quali azioni era necessario avviare? Quali sono gli Uomini cui spettava assumere tali risoluzioni? Intanto Uomini soffrono sulla propria pelle la non curanza di altri Uomini su decisioni da prendere che non vengono prese, norme da emanare che non vengono emanate, azioni da intraprendere che non vengono intraprese, prescrizioni da rispettare che non vengono rispettate.

Roberto Pedemonte