Alluvione di Genova 4 ottobre 2011 -
Macchine danneggiate
Foto: Enrico Pelos
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Quando si verifica un evento naturale
di portata tale da influire sulla vita degli Uomini in
modo drastico, i mass media si accaparrano,
legittimamente, la cronaca, fornendoci ogni dettaglio
possibile. Le nuove tecnologie riescono a farci vivere
pressoché “in diretta” la dinamica evoluzione dello
stato dell’evento stesso. Ricordando i tragici fatti
degli ultimi mesi non si può omettere quanto, angosciati
e/o preoccupati, abbiamo appreso sulla portata delle
catastrofi, dai mezzi di comunicazione di massa.
Le fatali inondazioni autunnali della
Riviera di Levante e della città di Genova, le immense
nevicate adriatiche e l’avvezione di aria gelida di
quest’inverno, le drammatiche conseguenze delle scosse
sismiche che hanno visto come epicentro l’Emilia nella
tarda primavera e che, tuttora, fanno sentire il loro
sinistro effetto. Tutti fatti che giornali, reti
televisive, siti internet hanno analizzato con
scrupoloso interesse e, spesso, con attente
documentazioni.
Vicende estreme e, tuttavia,
naturali, cioè che è la natura stessa a innescare, e che
l’Uomo, per il suo insopprimibile impulso verso la
ricerca di una sempre maggiore prosperità e floridezza
(spesso solo immaginaria e auspicata), riesce ad
amplificarne gli effetti e rivolgerli contro se stesso.
Eventi naturali come quelli accennati, si sono sempre
verificati nel corso della Storia Umana e, talvolta,
sono stati tali da condizionare l’evolversi della Storia
stessa, come ha chiaramente illustrato Erik Durschmied
nel suo volume “Il Generale Inverno”, stampato in Italia
per i tipi della Piemme nel 2001 (vedi la recensione sul
n. della Rivista). Non sempre, è vero, si può attribuire
responsabilità all’Uomo. Alcuni episodi sono
imprevedibili, improvvisi, inaspettati. Altri, si
ritiene la maggioranza, sono eventi già accaduti in
passato, se non uguali, simili. Avvenimenti dei quali
l’Uomo non ha saputo, o voluto, far tesoro per
indifferenza, avidità, interesse, superficialità,
ignoranza. L’opera dell’Uomo, quindi, ha grande
responsabilità sulle conseguenze del verificarsi di un
fatto naturale. La natura fa il suo corso, malgrado
tutto, così come è sempre stato ed è l’Uomo che deve
imparare la lezione: non può essere sconfitta,
prevaricata.
Si sono sprecati i commenti, le
ipotesi, le previsioni, le prospettive fornite da Uomini
esperti sulle TV e sui giornali (tra questi non tutti
hanno le cognizioni scientifiche per poter affrontare
seriamente l’argomento, e allora i tuttologi e la
spettacolarizzazione impazzano! Ma questo è un altro
discorso…). Ci spiegano il perché e il percome di ciò
che è accaduto. Già, ciò che è accaduto! Ma per limitare
i danni di quello che, ormai, è già accaduto, cosa
bisognava fare? Quali azioni era necessario avviare?
Quali sono gli Uomini cui spettava assumere tali
risoluzioni? Intanto Uomini soffrono sulla propria pelle
la non curanza di altri Uomini su decisioni da prendere
che non vengono prese, norme da emanare che non vengono
emanate, azioni da intraprendere che non vengono
intraprese, prescrizioni da rispettare che non vengono
rispettate.
Roberto Pedemonte
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