Prima parte
Introduzione
Esaminando le serie storiche o i dati più recenti
delle stazioni presenti sul territorio italiano, si percepisce
immediatamente la difficoltà di avere un quadro climatologicamente
attendibile del fenomeno neve nei suoi vari aspetti. Ciò è
principalmente dovuto alla eterogeneità delle informazioni
disponibili, che non consente un adeguato confronto tra le banche
dati. Tra i vari parametri che normalmente vengono forniti, la
misura dell’altezza della neve è quello sicuramente più delicato da
tradurre. La neve, infatti, ha carattere di deperibilità legato
principalmente alla temperatura, in particolar modo alle nostre
latitudini. Inoltre, l’accumulo al suolo è disomogeneo, specialmente
in condizioni di precipitazioni accompagnate da venti intensi. Le
stazioni che hanno in dotazioni nivometri sono, normalmente, poste
in zone di media/alta montagna, mentre i dati nivologici per i
centri posti a bassa altitudine risultano di non facile
reperibilità.
I dati forniti dal Servizio Idrografico del
Ministero dei Lavori Pubblici prima e della Presidenza del Consiglio
dei Ministri poi sugli Annali Idrologici, sulla base dei quali è
stata costruita la ben conosciuta carta della Neve in Italia per il
periodo 1921-1960, presentano sicuramente notevoli lacune. I dati di
neve, almeno per le stazioni che interessano questo studio, sono
spesso carenti se non, almeno per quanto concerne episodi di cui
abbiamo conoscenza personale, addirittura mancanti. Il lavoro che ha
affrontato in maniera più approfondita e a carattere nazionale il
fenomeno, come quello del Mennella, risulta anch’esso datato e non
scevro da disomogeneità nel raffronto tra le stazioni, sia per i
diversi periodi di osservazione utilizzati che per la loro
limitatezza temporale.
La domanda che ci si pone, quindi, è se i vari
studi pubblicati riportino risultati climatologicamente
confrontabili. I giorni di neve sono stati computati secondo i
medesimi standard? È stato segnalato come giorno di neve solo quello
con accumulo misurabile o anche quello in cui i fiocchi cadevano ma
non si fermavano sul terreno? L’altezza al suolo è stata misurata
una volta al giorno o in più momenti nell’arco della giornata? A ore
fisse o solo al termine di una nevicata? Non sempre le
raccomandazioni dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale sono
state accolte. Questa indeterminatezza non è certo imputabile alla
condotta degli operatori e degli studiosi del passato, i quali hanno
svolto un compito gravoso e impagabile e ricoperto un ruolo
insostituibile nella conoscenza del clima, e nemmeno a quella degli
attuali tecnici operanti in enti diversi con, sovente, diverse
finalità. Riguarda, forse, una generica autonomia gestionale e una
mancanza di uniformità nell’applicazione delle normative, pecca
atavica e irrisolvibile di questo paese.
Lungi dal voler essere esaustivo, considerato le ampie aree ove non
sono presenti osservatori, quanto ci si propone in questo lavoro,
con i dovuti limiti, è il confronto del fenomeno neve tra alcune
località sul territorio italiano poste a quote inferiori ai 500
metri di altitudine sul livello del mare, prendendo come riferimento
quelle stazioni della Rete Meteorologica Mondiale che forniscono
informazioni omogenee, mediante l’emissione costante di messaggi
METAR (METeorological Aerodrome Report) o SPECI (messaggi speciali
di integrazione ai METAR quando avviene un significativo cambiamento
del tempo tra un METAR e quello successivo), che sono reperibili in
rete.
Il periodo considerato è lo stesso utilizzato per
il lavoro sulla neve nelle regioni costiere del Mediterraneo (vedi i
numeri 39, 40 e 44 della Rivista Ligure di Meteorologia), ovvero le
15 stagioni invernali dal 1996/97 al 2010/11.
Sono stati impiegati i dati di 36 località per le quali i messaggi
METAR sono completi, garantendo una disponibilità di osservazioni
nell’arco di tutte le 24 ore giornaliere (24 o 48 messaggi). Da
tenere presente che le rilevazioni si riferiscono alle località
indicate in Tab. 1, quindi anche molto distanti dal centro
cittadino. Le stazioni prese in considerazione sono riportate nella
nella Fig. 1.Come già riferito in precedenti lavori, la lettura dei
codici METAR consente di quantificare i singoli episodi nevosi
verificatisi nel periodo considerato, contemplando la durata, il
tipo e l’intensità della precipitazione. Non essendo, però, indicata
l’altezza della neve fresca caduta al suolo, è conteggiato come
giorno di neve quello in cui, nell’arco delle 24 ore, viene
segnalato almeno in un messaggio METAR o SPECI il verificarsi
dell’evento, compreso se questo indica precipitazione nevosa mista a
pioggia. Per quanto concerne l’altezza raggiunta al suolo dalla neve
fresca, si è adottata la metodologia già utilizzata per il citato
lavoro sulla neve nel Mediterraneo, elaborata nell’articolo
pubblicato sul numero 36 della Rivista Ligure di Meteorologia.

Fig. 1 – Stazioni meteorologiche. Per l’identificazione vedere
il numero indicato nella prima colonna della Tab. 1
Stazioni meteorologiche
|
n.
|
località
|
distanza dal centro città km
|
alt. m
|
sigla ICAO
|
codice OMM
|
lat. °N
|
long. °E
|
n. anni disponibili
|
1
|
TORINO Caselle
|
13,1
|
301
|
LIMF
|
16059
|
45,22
|
7,65
|
15
|
2
|
MILANO Malpensa
|
39,0
|
234
|
LIMC
|
16066
|
45,62
|
8,73
|
15
|
3
|
BERGAMO Orio al Serio
|
3,0
|
238
|
LIME
|
16076
|
45,67
|
9,70
|
15
|
4
|
MILANO Linate
|
6,9
|
108
|
LIML
|
16080
|
45,43
|
9,28
|
15
|
5
|
VERONA Villafranca
|
7,6
|
73
|
LIPX
|
16090
|
45,38
|
10,87
|
15
|
6
|
TREVISO Istrana
|
10,8
|
42
|
LIPS
|
16098
|
45,68
|
12,10
|
15
|
7
|
TREVISO S. Angelo
|
3,1
|
18
|
LIPH
|
16099
|
45,65
|
12,18
|
15
|
8
|
VENEZIA Tessera
|
6,6
|
2
|
LIPZ
|
16105
|
45,50
|
12,33
|
15
|
9
|
RONCHI DEI LEGIONARI
|
1,0
|
11
|
LIPQ
|
16108
|
45,82
|
13,48
|
15
|
10
|
TRIESTE
|
3,5
|
2
|
LIVT
|
16110
|
45,65
|
13,75
|
15
|
11
|
GENOVA Sestri
|
5,8
|
3
|
LIMJ
|
16120
|
44,42
|
8,85
|
15
|
12
|
BOLOGNA Borgo Panigale
|
5,2
|
37
|
LIPE
|
16140
|
44,53
|
11,30
|
15
|
13
|
CERVIA
|
5,3
|
5
|
LIPC
|
16148
|
44,22
|
12,30
|
15
|
14
|
RIMINI Miramare
|
3,8
|
12
|
LIPR
|
16149
|
44,03
|
12,62
|
15
|
15
|
CAPO MELE
|
-
|
221
|
LIMU
|
16153
|
43,95
|
8,17
|
15
|
16
|
PISA S. Giusto
|
3,1
|
2
|
LIRP
|
16158
|
43,68
|
10,38
|
15
|
17
|
FIRENZE Peretola
|
5,5
|
43
|
LIRQ
|
16170
|
43,80
|
11,20
|
15
|
18
|
ANCONA Falconara
|
11,6
|
10
|
LIPY
|
16191
|
43,62
|
13,37
|
15
|
19
|
GROSSETO
|
2,6
|
5
|
LIRS
|
16206
|
42,75
|
11,08
|
15
|
20
|
PESCARA
|
3,1
|
11
|
LIBP
|
16230
|
42,43
|
14,20
|
15
|
21
|
ROMA Ciampino
|
14,9
|
130
|
LIRA
|
16239
|
41,78
|
12,58
|
15
|
22
|
ROMA Fiumicino
|
17,6
|
3
|
LIRF
|
16242
|
41,80
|
12,23
|
15
|
23
|
PRATICA DI MARE
|
-
|
21
|
LIRE
|
16245
|
41,65
|
12,45
|
15
|
24
|
BARI Palese
|
8,6
|
49
|
LIBD
|
16270
|
41,13
|
16,78
|
15
|
25
|
NAPOLI Capodichino
|
3,1
|
72
|
LIRN
|
16289
|
40,85
|
14,30
|
15
|
26
|
GIOIA DEL COLLE
|
1,9
|
362
|
LIBV
|
16312
|
40,77
|
16.93
|
15
|
27
|
BRINDISI Casale
|
2,1
|
10
|
LIBR
|
16320
|
40,65
|
17,95
|
15
|
28
|
LAMEZIA TERME
|
8,0
|
15
|
LICA
|
16362
|
38,90
|
16,25
|
15
|
29
|
PALERMO Punta Raisi
|
22,3
|
21
|
LICJ
|
16405
|
38,18
|
13,10
|
15
|
30
|
TRAPANI Birgi
|
11,4
|
14
|
LICT
|
16429
|
37,92
|
12,50
|
15
|
31
|
CATANIA Sigonella
|
17,5
|
24
|
LICZ
|
16459
|
37,40
|
14,92
|
15
|
32
|
CATANIA Fontanarossa
|
4,3
|
17
|
LICC
|
16460
|
37,47
|
15,05
|
15
|
33
|
ALGHERO Fertilia
|
7,4
|
40
|
LIEA
|
16520
|
40,63
|
8,28
|
15
|
34
|
OLBIA Costa Smeralda
|
3,1
|
13
|
LIEO
|
16531
|
40,90
|
9,52
|
15
|
35
|
DECIMOMANNU
|
3,4
|
30
|
LIED
|
16546
|
39,35
|
8,97
|
15
|
36
|
CAGLIARI Elmas
|
5,3
|
5
|
LIEE
|
16560
|
39,25
|
9,07
|
15
|
Tab. 1 – Elenco e caratteristiche delle
stazioni meteorologiche

Aeroporto di Ronchi dei Legionari (fonte Wikipedia)
Se posiamo uno sguardo alle carte e ai numeri
(Fig. 2 e 3; Tab. 2 e 3 ), troviamo conferma nel fatto che le
regioni settentrionali e quelle del versante adriatico siano le aree
geografiche italiane nelle quali il fenomeno acquista maggior
rilevanza. Esistono però, in questa vasta superficie, marcate
differenze. La Pianura Padana a nord del Po e quella veneta vede
decrescere, procedendo da ovest verso est, sia il numero medio annuo
dei giorni di neve (Torino 10,9 - Milano 7,2 - Verona 5,1 - Istrana
4,4 - Treviso 3,7 - Ronchi dei Legionari 3,1), sia la durata media
annua della precipitazione nevosa in ore (Torino 61 – Milano 49 –
Verona 31 – Istrana 21 – Treviso 20 – Ronchi dei Legionari 11).
Avvicinandosi dalla pianura alle zone montuose, sia verso le prime
pendici alpine, sia a sud in direzione dell’Appennino Emiliano, i
valori aumentano sia per i giorni di neve (Malpensa 8,9 – Bergamo
8,5 da un lato e Bologna 9,1 dall’altro) che per le ore di
precipitazione nevosa (Malpensa 57 – Bergamo 54 – Bologna 56).

Capo Mele (SV). Sul promontorio la stazione meteorologica
dell’Aeronautica Militare posta a 221 m s.l.m.
(fonte Wikpedia)

Aeroporto di Bologna (fonte Wikipedia)

Fig. 2 – Numero medio annuo di giorni di neve nel periodo
1996/2011
I litorali dell’Italia continentale mostrano un
numero di giorni di neve che varia da un minimo sulle riviere
liguri, 0,9 giorni a Capo Mele con 4 ore di precipitazione nevosa, e
un massimo nella fascia adriatica, 4,9 giorni a Venezia e 4,5 a
Rimini, e durata media di caduta di neve di 22 ore annue, lo stesso
valore di Cervia, la cui stazione, posta alcuni chilometri
nell’interno, riporta 5,4 giorni annui. Nelle altre aree costiere
continentali si passa dai 2,3 giorni di Genova, nella Liguria
centrale, ai 2,0 di Trieste, nella Venezia Giulia, con durata della
precipitazione rispettivamente di 15 e 8 ore. Inoltrandoci nel
territorio peninsulare, sulla costa orientale italiana troviamo 4,6
giorni ad Ancona e 4,1 a Pescara (rispettivamente con 19 e 17 ore di
precipitazione), mentre in Puglia si scende ai 2,0 giorni di Bari e
agli 0,9 di Brindisi (con 6 e 3 ore annue di nevicata
rispettivamente). Sull’altipiano delle Murge si sale a 5,9 giorni a
Gioia del Colle per un totale di 25 ore annue. Il versante
occidentale della penisola italiana ha frequenza e intensità
certamente più basse rispetto quello orientale. Mentre le località
interne della Toscana settentrionale hanno ancora valori
apprezzabili (a Firenze 2,0 giorni di neve e 1,3 a Pisa, con durata
media annua rispettivamente di 8 e 5 ore), muovendo verso sud, sia i
siti litoranei che quelli situati più all’interno, mostrano valori
ben più bassi: 0,8 giorni a Grosseto con 3 ore di nevicata, 0,6
giorni negli aeroporti romani di Fiumicino e Ciampino e 0,5 nel
basso Lazio e nella Sardegna settentrionale. Quasi nulla la
frequenza media annua della neve in Campania, Calabria, Sardegna
meridionale e Sicilia, con una durata media di precipitazione nevosa
che diminuisce fino a numeri irrilevanti.
Giorni di neve in Italia – periodo 1996/2011
|
n
|
località
|
giorni
|
inverni
senza neve
|
n
|
località
|
giorni
|
inverni
senza neve
|
1
|
Torino Caselle
|
10,9
|
1
|
24
|
Bari Palese
|
2,0
|
4
|
12
|
Bologna Borgo Panigale
|
9,1
|
0
|
16
|
Pisa S. Giusto
|
1,3
|
9
|
2
|
Milano Malpensa
|
8,9
|
0
|
15
|
Capo Mele
|
0,9
|
7
|
3
|
Bergamo Orio al Serio
|
8,5
|
0
|
27
|
Brindisi Casale
|
0,9
|
6
|
4
|
Milano Linate
|
7,2
|
0
|
19
|
Grosseto
|
0,8
|
7
|
26
|
Gioia del Colle
|
5,9
|
0
|
21
|
Roma Ciampino
|
0,6
|
8
|
13
|
Cervia
|
5,4
|
0
|
22
|
Roma Fiumicino
|
0,6
|
9
|
5
|
Verona Villafranca
|
5,1
|
0
|
33
|
Alghero Fertilia
|
0,5
|
12
|
8
|
Venezia Tessera
|
4,9
|
0
|
34
|
Olbia Costa Smeralda
|
0,5
|
12
|
18
|
Ancona Falconara
|
4,6
|
2
|
23
|
Pratica di Mare
|
0,5
|
9
|
14
|
Rimini Miramare
|
4,5
|
3
|
25
|
Napoli Capodichino
|
0,3
|
12
|
6
|
Treviso Istrana
|
4,4
|
0
|
28
|
Lamezia Terme
|
0,2
|
13
|
20
|
Pescara
|
4,1
|
3
|
29
|
Palermo Punta Raisi
|
0,2
|
13
|
7
|
Treviso S. Angelo
|
3,7
|
0
|
35
|
Decimomannu
|
0,2
|
13
|
9
|
Ronchi dei Legionari
|
3,1
|
1
|
30
|
Trapani Birgi
|
0,1
|
14
|
11
|
Genova Sestri
|
2,3
|
4
|
31
|
Catania Sigonella
|
0,1
|
14
|
10
|
Trieste
|
2,0
|
4
|
36
|
Cagliari Elmas
|
0,1
|
14
|
17
|
Firenze Peretola
|
2,0
|
4
|
32
|
Catania Fontanarossa
|
0,0
|
15
|
Tab. 2 – Numero medio annuo di giorni di neve
e numero inverni senza neve nel periodo 1996/2011
Precipitazione nevosa in
Italia – periodo 1996/2011
|
n
|
località
|
ore medie annue di
nevicata
|
% mista a
pioggia
|
n
|
località
|
ore medie annue di
nevicata
|
% mista a
pioggia
|
1
|
Torino Caselle
|
61,4
|
19
|
24
|
Bari Palese
|
6,5
|
16
|
2
|
Milano Malpensa
|
57,4
|
24
|
16
|
Pisa S. Giusto
|
4,8
|
46
|
12
|
Bologna Borgo Panigale
|
55,6
|
13
|
15
|
Capo Mele
|
4,0
|
34
|
3
|
Bergamo Orio al Serio
|
54,0
|
16
|
19
|
Grosseto
|
2,7
|
20
|
4
|
Milano Linate
|
49,3
|
14
|
27
|
Brindisi Casale
|
2,6
|
14
|
5
|
Verona Villafranca
|
30,6
|
25
|
34
|
Olbia Costa Smeralda
|
1,4
|
20
|
26
|
Gioia del Colle
|
24,9
|
17
|
22
|
Roma Fiumicino
|
1,4
|
54
|
8
|
Venezia Tessera
|
22,2
|
26
|
21
|
Roma Ciampino
|
1,1
|
48
|
13
|
Cervia
|
22,2
|
14
|
33
|
Alghero Fertilia
|
1,0
|
29
|
14
|
Rimini Miramare
|
21,8
|
11
|
28
|
Lamezia Terme
|
0,7
|
37
|
6
|
Treviso Istrana
|
21,1
|
20
|
23
|
Pratica di Mare
|
0,7
|
37
|
7
|
Treviso S. Angelo
|
20,0
|
12
|
35
|
Decimomannu
|
0,6
|
59
|
18
|
Ancona Falconara
|
19,0
|
28
|
30
|
Trapani Birgi
|
0,3
|
88
|
20
|
Pescara
|
17,4
|
16
|
25
|
Napoli Capodichino
|
0,2
|
71
|
11
|
Genova Sestri
|
15,2
|
24
|
29
|
Palermo Punta Raisi
|
0,2
|
97
|
9
|
Ronchi dei Legionari
|
11,0
|
25
|
36
|
Cagliari Elmas
|
0,2
|
100
|
17
|
Trieste
|
7,8
|
13
|
31
|
Catania Sigonella
|
0,1
|
0
|
10
|
Firenze Peretola
|
7,7
|
26
|
32
|
Catania Fontanarossa
|
0,0
|
-
|
Tab. 3 – Numero medio annuo di ore e decimi
di ora di precipitazione nevosa e percentuale di neve mista a
pioggia
nel periodo 1996/2011

Fig. 3 – Ore medie annue di precipitazione nevosa nel periodo
1996/2011
I valori di altezza media annua di neve fresca
ripropongono le zone continentali quelle più interessate al
fenomeno: Milano 25 cm, Verona 13 cm, Istrana e Treviso 10 cm. Anche
qui le località più periferiche della Pianura Padana riportano alti
valori quali i 41 cm di Torino, i 36 cm di Malpensa e Bologna e i 29
cm di Bergamo. L’altezza, come si è visto, decresce avvicinandosi
alle coste adriatiche, e si mantiene sugli 11 cm a Venezia, Cervia e
Rimini, ma decresce nelle aree più orientali (Ronchi dei Legionari
6 cm e Trieste 4 cm). Nella Liguria si hanno 10 cm a Genova ma solo
2 cm a Capo Mele, nella Riviera dei Fiori. Lungo la penisola, tutto
il tratto costiero orientale fino all’Abruzzo riporta valori ancora
intorno alla decina di centimetri (10 cm ad Ancona e 12 cm a
Pescara) e altezze simili si apprezzano sulle alture delle Murge
(Gioia del Colle 11 cm), ma calano fino a 4 cm a Bari. Sul versante
occidentale, in Toscana, l’altezza media scende fino a 4 cm a
Firenze e 2 cm a Pisa e Grosseto. Il valore di 1 cm si registra
ancora nel sud della Puglia, a Brindisi, e nella Sardegna
nordorientale, a Olbia. Nessun accumulo si registra nel resto della
Sardegna, sulla fascia tirrenica, dal Lazio alla Calabria, e in
Sicilia (Tabb. 4 e 5; Fig. 4).

Fig. 4 – Altezza media annua stimata di neve fresca nel periodo
1996/2011
Se si considerano gli inverni senza neve (Tab.
4), le risultanze rispecchiano quello che è l’andamento già visto.
Nelle quindici stagioni invernali considerate, le stazioni padane e
della costa adriatica fino a Rimini, a esclusione di Trieste, non
hanno praticamente inverni senza almeno un episodio nevoso (se
escludiamo Torino e Ronchi dei Legionari con un caso). I valori
oscillano fra 3 e 4 inverni senza neve sull’Adriatico a Trieste e
tra Rimini e Bari, sul Mar Ligure centrale e nell’interno della
Toscana (20-25%). Procedendo verso sud aumentano, oltrepassando il
50% sulla costa tirrenica della Toscana e del Lazio, raggiungendo
l’80% a Napoli e nella Sardegna settentrionale e valori intorno al
90% e oltre in Sicilia e nel sud della Sardegna.
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