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Genova        
Numero 55-56, anno XV        
Aprile 2015        

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 di: Massimo Riso 


Degenerazione dell’informazione meteorologica

Negli ultimi 15 – 20 anni si è assistito ad un graduale aumento delle fonti di informazione, soprattutto per merito di internet, ma anche del proliferare di radio e televisioni. Di per se è un fatto positivo, però questo è accompagnato ad una graduale diminuzione della qualità, e non solo, ma anche al deterioramento del linguaggio. Oggi sentire o leggere una notizia scritta con proprietà di linguaggio è rarissimo.

Ma questo sarebbe il meno grave, si usano volutamente termini impropri o addirittura inventati e tutta l’informazione diventa un “gossip”.

In questo mare di informazione per essere notati bisogna fare colpo, bisogna essere sensazionali. Tutte le notizie vengono così ingigantite, ogni notizia è sempre sensazionale ma mai approfondita. Un approfondimento rischia di annoiare il lettore e questo potrebbe rivolgersi alla concorrenza.

Tutto questo si riscontra anche nell’informazione meteorologica, così sono nate definizioni come: “bombe d’acqua” per definire un rovescio, “trombe d’acqua” le trombe marine, e le basse e le alte pressioni sono diventate “Caronte, Achille, ecc..”. Inoltre sempre più disegnini con le nuvolette e sempre meno carte meteorologiche e spiegazioni della situazione generale ed evolutiva. L’importante è sapere che nel comune di Vattelappesca fra tre giorni alle 10.45 pioverà, poi se anche c’è il sole, va bene lo stesso.

Ma il grave di tutto questo è che ormai il contagio si è esteso anche ai bollettini meteo ufficiali emessi dalle varie ARPA. Si leggono definizioni come. “Mare in aumento” forse a Venezia? Oppure : “Miglioramento disordinato”. Inoltre si è assistito ad una graduale semplificazione dei bollettini a scapito di un’analisi più approfondita.

E’ sparita, almeno dai bollettini di Liguria e Piemonte la previsione della temperatura. Ormai il “pubblico” vuole leggere la temperatura precisa della propria città: Genova: temperatura minima 20°C, poi io abito in collina e mi ritrovo 15°C, ma va bene lo stesso.

Non sarebbe meglio dire semplicemente: “Temperature: minime e massime stazionarie o in lieve aumento.” In qualunque zona abito so che domani ritroverò una temperatura simile a quella di oggi o leggermente superiore.

In tutto questo marasma per capirci qualcosa occorre essere degli esperti, esattamente come, prima di internet e la proliferazione delle radio e televisioni, anzi, forse più di prima.

Massimo Riso