CLIMATOLOGIA LOCALE 
LA "PIENA ESTATE" DI GIUGNO 2002
Qualche considerazione sull’andamento del mese scorso in Toscana.
Maurizio Ratti, SMI Sez. Toscana 

7 LUG 2002 -
Se si potesse non badare al calendario, verrebbe proprio da dire che il giugno 2002 è passato con disinvoltura dal tempo ancora primaverile ed instabile della prima decade, al caldo tipico dell’estate piena della sua seconda metà. Tra l’11 e il 16 il cambio di fronte, con belle giornate di sole e costante incremento termico, quindi una lunga serie di giorni dominati dall’afa e da temperature che, in più luoghi, hanno eguagliato o ritoccato vecchi primati risalenti ormai ad oltre 50 anni fa. 

Le elevate temperature pomeridiane, specie nelle zone interne, distanti dal mare, vengono accompagnate spesso da bassa umidità relativa, ma nell’episodio del mese scorso ciò è stato vero solo in parte. In definitiva l’onda di calore, per intensità, durata e precocità nella stagione appena avviata, è stata giustamente considerata anomala.

Dal grafico sottostante si ha una chiara visione dell’andamento termico del mese in due località toscane: Pontremoli (MS) alt. 251 m, nell’alta Lunigiana, all’estremo NW della regione e Ponte Buggianese (PT), alt. 21 m, bassa Valdinievole, pianura interna.
A Pontremoli la temperatura media mensile (20,2°C) si colloca al 3° posto dopo i 20,7°C del giugno 1952 e i 20,6°C del giugno 1945; seguono il 1947 con 20,1°C, il 1982 e il 2000 con 20,0°C e il giugno 1950 con 19,8°C. Lo scarto positivo dal valore normale, riferito al trentennio 1971-2000, è di 2,4°C. A P.Buggianese la media di 23,1°C supera il valore normale di quasi tre gradi.

In entrambe le stazioni, i massimi assoluti (34,0°C a Pontremoli e 37,5°C a P.Buggianese) registrati il giorno 23, non si ricordavano in giugno da oltre 50 anni.
Idem a Lucca, dove valori dell’ordine di 35°-36°C sono secondi solo ai 36,6°C del 28 giugno 1947.

A Firenze (Osservatorio Ximeniano) la temperatura massima rilevata domenica 23 giugno 2002, pari a 38,8°C, va a costituire un nuovo primato, spodestando i 38,0°C del 28 giugno 1935.

Anche lungo la costa, in assenza della brezza, sostituita da un torrido vento di terra, il 23 si è distinto per l’anomala calura, accompagnata però in quel caso da bassa percentuale di umidità relativa (scesa fino al 20%-25%). Punte di 36°-37°C, infatti, non sono mancate neppure lungo le coste apuo-versiliesi, pisane e livornesi, tradizionalmente poco soggette a impennate simili della colonnina di mercurio. Poco lungi dal confine di Massa-Carrara, la stazione amatoriale Davis di Luni, nel comune di Castelnuovo Magra (SP), già in territorio ligure, ha segnalato un notevole 36,6°C (U.R min 27%).

Nell’infuocato finale di giugno dell’anno 1935, sopra ricordato, si ebbero alcuni giorni veramente torridi: il 28, in particolare, è rimasto negli annali degli estremi termici. Moncalieri raggiunse 38,9°C e Oropa, a 1180 m, 28,5°C. Milano-Brera salì a 37,2°C, ed anche il giorno successivo. Bologna-Oss. astronomico registrò 39,0°C, Firenze(O.X.) e Roma-Collegio Romano 38,0°C.

Tra la fine degli anni ’20 e i primi anni ’50 del secolo scorso non si può dire che le estati non fossero in forma fin dall’esordio: le ondate di caldo in giugno erano ricorrenti, pare più di quanto lo siano state in seguito, fra il 1953 e il 1995. 
Nel secolo XIX emerge, tra i mesi di giugno più caldi, quello del 1822: quasi costantemente asciutto e prodigo di tempo stabile anche a nord delle Alpi, si distinse per temperatura media superiore alla norma persino di 4°-5°C (a Camaiore, in Versilia, 25,3°C contro i normali 20,4°C del periodo 1777-1831).

Riservato ampio spazio alla temperatura, è ora la volta delle precipitazioni del Giugno 2002. La seconda decade (anzi, per essere più precisi la quindicina dall’11 al 25) si può definire priva di pioggia sulla quasi totalità del territorio regionale, ad eccezione di qualche fenomeno circoscritto e che sfugge a questa analisi globale.



La prima decade, fresca e perturbata, ha dato discreti apporti, ma con qualche comportamento singolare. Infatti, nonostante la situazione barica in quota e al suolo, tra i giorni 5 e 8, fosse propizia a piogge copiose sulla Lunigiana, esse si sono manifestate abbondanti solo su Alpi Apuane, Garfagnana, Versilia, Lucchesia e lungo il medio ed inferiore bacino dell’Arno. Gli episodi degli ultimi giorni del mese non hanno incrementato in maniera significativa il totale delle precipitazioni, e perciò il quadro delineatosi già verso il 10 si è mantenuto inalterato. Nell’estremo nord della regione, a ridosso dell’Appennino, la pioggia è risultata dunque deficitaria (30,6 mm a Pontremoli e 34,8 mm a Villafranca L.), circa un terzo del normale atteso. Portandosi verso SE, almeno fino al corso dell’Arno, i totali che si riscontrano superano invece la norma di 20-30 mm, come risulta dal secondo dei grafici proposti (71,2 mm a Luni, 98,6 mm a Lucca e 84,6 mm a Ponte Buggianese). I maggiori apporti di queste stazioni sono dovuti ai rovesci temporaleschi dei gg 6 e 7, quando a Lucca, ad es., sono caduti rispettivamente 28,8 e 57,4 mm. A Campagrina (850 m), sulle Alpi Apuane, nello stesso periodo, le precipitazioni hanno raggiunto i 302 mm.

Si ringraziano per la tempestiva comunicazione dei dati i soci SMI:

Mauro Olivieri (Villafranca L.)
Marco Grassi (Castelnuovo Magra-Luni)
G.Battista Mazzoni (Lucca)
Ferdinando Matteoni (Ponte Buggianese)
e Christian Holtz, responsabile scientifico dell'Osservatorio Ximeniano di Firenze.


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