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RIVISTA DI METEOROLOGIA, CLIMA E GHIACCIAI
  

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 EVENTI METEOROLOGICI 
LA DEPRESSIONE “NICOLE” E LE PIOGGE INTENSE DEL 5-6 GIUGNO 2002  - RASSEGNA STAMPA
Da La Stampa del 6 giugno 2002
Eporediese
Bassa Valle d'Aosta
Provincia di Biella
Ossola
Vercellese
Da La Stampa del 7 giugno 2002
Bassa Valle d'Aosta
Biella e biellese
Ossola
Borgomanero
Valsesia e vercellese
Provincia di Torino

RIAPERTA LA STATALE 26 MA RESTA CHIUSA LA REGIONALE DI CHAMPORCHER TRA HONE E PONTBOSET 
La pioggia lascia spazio al sole nella Bassa Valle devastata dal maltempo. Dopo la paura delle ultime 36 ore, con il livello della Dora Baltea e dei torrenti arrivato a pochi centimetri dal superamento degli argini, c´è una tregua nella violentissima perturbazione che sta spazzando la regione da martedì. I danni, finora, sono stati limitati a problemi di viabilità, a molte cantine allagate e allo sgombero ad Arnad di cinque persone. Il resto è stata soltanto paura. 

L´ondata di maltempo che sta spazzando la Bassa Valle ha costretto il presidente della giunta regionale Dino Viérin a decretare lo «stato di eccezionale calamità», particolare procedura che permette ai cittadini e alle imprese che abbiano subìto danni dalla pioggia di accedere ai risarcimenti stanziati per emergenze di questo tipo, in base alla legge 5 del 2001. La viabilità della Bassa Valle ieri è stata nel caos fino al tardo pomeriggio. Ed era inevitabile, con una pioggia torrenziale alternata a schiarite che ha fatto aumentare il rischio di frane e smottamenti. 

La chiusura della statale 26 nel tratto Montjovet-Hône, decretata mercoledì pomeriggio, con il trascorrere dei minuti e con l´arrivo del sole si è allentata. Prima è stata riaperta fino a Verrès ed è rimasta chiusa fino ad Arnad, poi alle 18 è stata riaperta anche nell´ultimo tratto. Ora è transitabile per intero. Il livello della Dora Baltea è sceso di oltre un metro in poche ore, facendo tirare il fiato a migliaia di persone che hanno trascorso momenti di ansia nel ricordo dell´alluvione dell´ottobre 2000. Resta interrotta per il pericolo di frane la strada regionale di Champorcher tra Hône e Pontboset e c´è un breve tratto di senso unico alternato sulla regionale della valle del Lys, al chilometro 21, all´altezza di Gressoney-Saint-Jean. 

A Donnas c´era una delle situazioni più a rischio proprio a causa dell´innalzarsi del livello della Dora Baltea, ma il sindaco Mauro Arvat si è tranquillizzato: «La situazione da noi è nettamente migliorata, la Dora si è abbassata di molto e non ci sono stati problemi. In ogni caso non ho ancora ritirato l´ordinanza di massima allerta, per cui il personale d´emergenza è ancora reperibile. Ma dall´ultimo sopralluogo che abbiamo fatto non credo ci sia bisogno di interventi. Danni non ce ne sono stati, fatta eccezione per qualche cantina allagata. Abbiamo anche riaperto il sottopasso per il ponte nuovo, ormai libero dall´acqua». 

Ad Arnad 5 persone sono state fatte allontanare dalle loro case a Echallod Inferiore per il rischio di straripamento del torrente Fay. Ma ieri l´allarme è rientrato e i cinque sono rientrati nelle loro case. «Dall´ultima verifica abbiamo appurato che l´emergenza sta finendo senza problemi - dice il sindaco Filippo Deval -. Abbiamo avuto qualche muro caduto sulle mulattiere e un po´ di materiale finito sulle piste poderali. Siamo già intervenuti per rimediare, per il resto ci sono stati soltanto allagamenti negli scantinati. Tutto si sta risolvendo per il meglio, non manterremo nemmeno i presidi notturni». 

 

BIELLESE, ALCUNE ZONE DEL CAPOLUOGO SENZ´ACQUA. LA REGIONE CHIEDE LO STATO DI CALAMITA´ 
Nessun paragone con l'alluvione del `68, quando il Biellese pianse 58 vittime, ma i momenti delle ultime venti ore, soprattutto in montagna, sono stati ugualmente terribili. Ora la situazione, per quanto delicata e difficile, è fortunatamente sotto controllo: «Certo non sarà facile né possibile in tempi brevi riparare i danni - spiega un funzionario della Prefettura -, ma cercheremo di ridurre al minimo i disagi per la gente». La cosa più urgente è ristabilire i collegamenti con i tanti centri isolati, tra cui la frazione Colla di Netro (per il crollo di un ponte), Campiglia Cervo (irraggiungibile per la stessa ragione) e la zona da Campiglia a Piedicavallo, raggiungibile solo dalla Panoramica Zegna. 

Ai generi di prima necessità per gli abitanti rimasti isolati, fra cui una quindicina di senza-tetto per il crollo delle loro case, stanno provvedendo gli elicotteri dell'Aeronautica, vigili del fuoco e 118. Gli stessi velivoli dei vigili del fuoco fanno la spola con la vallata per rifornire di carburante le ruspe e gli escavatori già impegnati nella rimozione di frane e alberi. Diverse squadre dell'Esercito sono invece impegnate nella costruzione di ponti provvisori in sostituzione di quelli crollati a Netro, Campiglia e sulla strada del Maghetto. Crollato anche il ponte Pinchiolo, tra Rosazza e Piedicavallo. 

Grazie al Soccorso alpino, quasi tutti i centri isolati sono ora raggiungibili attraverso speciali ponti radio, mentre l'Enel si sta organizzando per installare nei paesi rimasti al buio potenti gruppi elettrogeni per fornire un minimo di energia elettrica. Stesso discorso per quanto riguarda l'erogazione del gas e le telecomunicazioni, anche se la situazione è meno preoccupante. «Fortunatamente - aggiungono i responsabili della Protezione Civile - non si registrano né vittime né feriti, salvo un margaro soccorso in Valsessera per problemi asmatici». Altri due margari, impossibilitati a raggiungere le loro bestie sugli alpeggi per la mungitura, hanno richiesto l'intervento degli elicotteri.

Molti rioni di Biella sono ancora senz´acqua, per la rottura di una presa a Sagliano: Pavignano, Vaglio, una parte di Chiavazza e Ronco. Per correre ai ripari, si sta cercando di riattivare alcuni pozzi in disuso. Ma è difficile che la situazione torni presto alla normalità. Intanto ai centralini di carabinieri, Questura, polstrada, vigili del fuoco, polizia provinciale, vigili, 118 e Protezione Civile continuano ad arrivare numerose richieste di aiuto: ben 2973 dal primo pomeriggio di mercoledì a ieri mattina, 1213 delle quali al «112» dei carabinieri, presenti anche a Rosazza, con una èquipe medica del 118 nel provvisorio centro di coordinamento sanitario allestito ieri pomeriggio, che si può contattare allo 015-60092. Soccorsi e trasportati a valle anche una trentina di clienti di due ristoranti, «Le Betulle» di Campiglia e il «Rifugio Biancaneve» di Sagliano. Evacuata un'altra famiglia di quattro persone a Occhieppo Superiore, in una casa di via Martiri. 

Per la viabilità, i maggiori problemi si registrano sulla Settimo Vittone-Mongrando, a Netro, nelle frazioni Bossola e Castellazzo, sulla Biella-Oropa, nella frazione Campra di Occhieppo Superiore, sulla Ponderano-Borriana-Cerrione, in frazione Balma. Isolato il Santuario di San Giovanni, e situazione critica anche in via Martiri a Coggiola, al ponte Tonella di Pray, in via Frassati a Pollone, sulle strade Oneglie-Sagliano, Verdobbio-San Grato e Pettinengo-Zumaglia. Frane in via Ogliaro a Biella, sulla Pianezze-Camandona, in via Garibaldi a Pralungo e nelle frazioni Rialmosso e Maciotta di Quittengo. 

I sindaci di molti paesi hanno deciso di chiudere scuole e asili. La violenza dell'acqua del Cervo non ha risparmiato neppure il cimitero di Miagliano, dove sono state distrutte due cappelle e travolte una decina di bare. Tra le 15 e le 20 di mercoledì sono caduti 180 millimetri di pioggia: «Una precipitazione breve, ma di tipo alluvionale», spiega don Silvano Cuffolo dell´Osservatorio di Oropa. Restano ora da contare i danni, sicuramente ingentissimi. Ieri, durante un summit con gli assessori Gilberto Pichetto e Caterina Ferrero, è stato annunciato che la Regione chiederà l´estensione dello stato di calamità per il Biellese. Il presidente della Provincia Orazio Scanzio invita inoltre la popolazione a fare un «uso moderato» dell´acqua. I danni vanno segnalati ai sindaci dei Comuni, dando la precedenza a quelli che riguardano le opere pubbliche. 

 

BIELLA, LE TESTIMONIANZE DELLA GENTE SOTTO IL DILUVIO 
Doveva essere un normale ritorno a casa, ad Andorno, ma si è trasformato in pochi minuti in un vero incubo. Chi scrive è rimasto bloccato assieme ad altri automobilisti nel mega-ingorgo che si è formato l´altra sera in direzione dell´Alta Valle Cervo.

Sono le 18,45. Dal ponte di Chiavazza si vede un torrente Cervo gonfio di pioggia, con onde alte dai 4 ai 5 metri, un anticipo d´incubo. All´imbocco di via Corradino Sella il traffico rallenta: gli impiegati del Centro Elaborazione Dati della Banca Sella stanno precipitosamente lasciando i locali, mentre dalla collina di San Gerolamo i rivoli d´acqua si moltiplicano a vista d´occhio riversandosi sul lato destro della strada. Percorsi trecento metri, incontro il primo posto di blocco della polizia municipale per blocca il transito sul ponte della Maddalena: c´è troppo pericolo. 

Intanto in via Ogliaro, percorso obbligato, le auto sono imbottigliate: basti pensare che ho impiegato un´ora e mezza per percorrere il breve tragitto dal ponte di Chiavazza al distributore della «Mobil» di Pavignano. Bloccato sulla strada, vedo intanto numerosi automobilisti impegnati a spostare grosse pietre all´altezza dell´incrocio che porta agli stabilimenti ex Faudella e a questo punto decido come molti altri di invertire la marcia per scendere verso Chiavazza e tentare la salita in valle passando da Ronco. Nessun altra decisione poteva rivelarsi più sbagliata, perchè nel frattempo via Corradino Sella è diventata un torrente in piena con l´acqua che supera le ginocchia, mentre dalla collina si staccano grosse pietre: più che vederli li si sente sbattere sulla carrozzeria. La situazione si sta facendo sempre più pesante e sono seriamente preoccupato. Non stanno meglio gli altri automobilisti che non riescono ad immettersi in via Milano dove pure la situazione-viabilità è al collasso, senza contare il pericolo rappresentanto dai massi della collina che incombono a strapiombo sulla via. Ho visto persone impaurite tentare di spingere con l´acqua fino alla cintola macchine in panne al centro della strada. 

Fortunatamente riesco a immettermi in via Cadorna e raggiungere Chiavazza dove cominciano a vedersi gli effetti del fango e dell´irruenza dell´acqua. Vista la situazione rinuncio all´idea di salire ad Andorno e chiedo ospitalità per la notte ad amici di Vigliano. Finalmente ieri mattina sono riuscito ad arrivare a casa: lungo la strada raccolgo altre immagini drammatiche. In particolare via Ogliaro presenta un restringimento ad una corsia nei pressi del semaforo per uno smottamento; analoga situazione per una frana che ha coinvolto le curve di Pavignano, mentre grosse piante e detriti lasciati sul sedime stradale dall´acqua hanno di fatto stravolto la viabilità nella circonvallazione tra Andorno e Locato e ovunque ci sono cumuli di fango.

 

TRAGEDIA SFIORATA NEL RIONE DI BIELLA DOVE GIA´ SI LAVORA PER LA RICOSTRUZIONE 
E´ solo per un miracolo se gli abitanti del rione Chiavazza non piangono vittime, ma danni ingenti ad abitazioni, negozi, auto, terreni. Le strade sono ridotte a parcheggio di cumuli di fango e detriti; dovunque piante e pietroni trasportati da un corso d'acqua la cui furia ha messo in ginocchio l´altro pomeriggio il centro storico chiavazzese, le frazioni Pasquaroglio e Villa in particolare. Chiavazza il giorno dopo è la più fedele espressione della volontà di risorgere, di rimboccarsi le maniche. 

Calzare gli stivaloni fino al ginocchio e lavorare per ritornare alla normalità nel più breve tempo possibile, anche se non sarà facile. E di questo sono consapevoli tutti. A molti serviranno settimane, forse mesi, per ripartire daccapo e sono davvero tante le situazioni drammatiche. Un caso emblematico è quello della famiglia Strona: in un secondo l'ondata di fanghiglia e detriti proveniente da via Trompeo ha spazzato via la grande vetrata della villa situata nel complesso «Cascina Panizza». Le piante hanno agito da ariete e gli ambienti al piano terreno sono andati letteralmente in briciole, riducendo a spazzatura mobili di pregio, arredi e un pianoforte di grande valore: «Anche se ancora non sappiamo darci pace per questo disastro - spiega Susanna Garlanda, moglie di Silvio Strona e mamma di Daniele - possiamo ritenerci ancora fortunati. In casa c'era solo mio figlio e la fortuna ha voluto che non si trovasse sul divano, altrimenti non so come sarebbe andata a finire. Sui muri l'acqua ha lasciato tracce sino a un metro e mezzo di altezza. Daniele è stato favoloso e prima di mettersi al sicuro ha tratto in salvo anche il nostro cagnolino Archie. Ringrazio tutti coloro che ci hanno aiutato: volontari, addirittura dei pompieri giunti da Cuneo, amici, parenti, allievi ed ex-allievi della Schiapparelli, la scuola dove lavoro». Un danno enorme, morale e finanziario. 

E anche se è prematuro stilare bilanci, la gente inizia a interrogarsi. Qui si ragiona ancora con i milioni, centinaia in questo specifico caso. E altre centinaia di milioni andranno inevitabilmente ad accumularsi tirando in ballo privati, assicurazioni ed enti pubblici. Milioni che diventeranno miliardi. «Qualcuno dovrà interrogare la propria coscienza», esclama Maurizio Biancato, uno dei tanti volontari che armato di pala e piccone ha contribuito a liberare le vie Trompeo e Carta. 

Indirizzo delle vibrate proteste è la collina di San Gerolamo. Proprio lunedì scorso era stato indetto un incontro pubblico con il vicesindaco Presa, che aveva preso a cuore la questione. Purtroppo non c'è stato tempo per provvedere. «Da anni - confermano Franco Caucino e Nando Tommasi, vicepresidente e consigliere del Consiglio di circoscrizione - informiamo le autorità competenti dei pericoli provenienti dalle colline. Le risposte non sempre sono state tempestive e francamente non sta a noi trovare le soluzioni per combattere le disfunzioni geologiche, casomai dovranno trovarle i tecnici. A noi spetta il compito di invitare chi di dovere a tenere puliti i propri terreni». Così il ponticello in cima a via Trompeo è stato ostruito dai detriti e l'acqua ha proseguito il suo corso per le vie Carta e Rosazza sino a sfociare in piazza XXV Aprile. 

Una testimonianza drammatica in merito è quella di Antonio D'Ambrogio, personaggio conosciutissimo nel mondo sportivo biellese e allenatore della Libertas Biella neo-promossa in Prima Categoria: «Abito esattamente all'angolo tra via Trompeo e via Carta. Ero appena arrivato a casa e ho sentito le prime grida di aiuto. Mi sono affacciato alla finestra e ho visto un fiume marrone travolgere ogni cosa, sollevare le auto come fossero barchette di carta». 

 

CAMPIGLIA
«La situazione peggiore è quella della Valle Cervo». Il servizio geologico della Regione ieri ha battuto palmo a palmo tutto l´alto Biellese, a terra e con l´elicottero. «I rii laterali hanno creato ciò che in termini tecnici si chiama lava torrentizia, un insieme di acqua, fango e detriti che hanno danneggiato, e travolto nei casi peggiori, le case. La situazione più grave l´abbiamo rilevata a Campiglia, Quittengo, San Paolo e in tono lievemente minore a Rosazza». I blocchi di sienite hanno distrutto, precipitando, le carreggiate, i detriti hanno bloccato ogni possibilità di accesso dalla Balma in poi. «Questa notte sono saliti a piedi i volontari del soccorso alpino - spiega il sindaco di Rosazza Pietro Metallo -. Muri crollati, la circonvallazione interrotta, è difficile fare un bilancio al momento. Niente luce e niente telefono, e il carburante per tenere in attività i generatori ormai scarseggia, come le cose più elementari come ad esempio il pane». 

La Bursch è in ginocchio. Neppure gli elicotteri dalla Valsesia mercoledì pomeriggio sono riusciti a partire per portare i primi soccorsi. Le raffiche di vento impedivano ai mezzi di proseguire il volo. Negli occhi degli abitanti l´acqua impetuosa e violenta del corso d´acqua, i tronchi di otto dieci, metri «lanciati» lungo il torrente e completamente scorticati, le case distrutte, le strade cancellate. «Mercoledì mattina scendendo a Biella alle 8,30 in frazione Valmosca c´era già una frana - spiega un residente di Rosazza, Beppe Abate -. In serata non sono più riuscito a raggiungere casa mia. Ieri siamo passati dalla Panoramica Zegna che nel frattempo era stata liberata. 

Anche sulla provinciale erano oltre una decina le frane che nella notte hanno bloccato la viabilità». Sono stati necessari gli elicotteri per trasportare a valle chi era rimasto bloccato (una quindicina di persone hanno trovato un ricovero di fortuna alla Gragliasca per la notte), nemmeno a piedi era consentito avventurarsi in strada.

Ed anche in Valle Elvo la situazione è critica. Il sindaco di Occhieppo Superiore Guido Dellarovere invita la popolazione colpita dal nubifragio a segnalare i danni entro il più breve tempo possibile. Chi vuole prestare volontariato di mano d´opera può telefonare direttamente a lui allo 335-7358844 o in comune.

 

BIELLA, LA FURIA DEL TORRENTE NELL´EX LANIFICIO PRIA
«Gentile cliente, oggi l'operatività on line partirà in ritardo o in maniera parziale a causa dei danni generati ieri agli impianti elettrici e telefonici dalle forti piogge che hanno colpito l'area di Biella: in particolare Banca Sella ha dovuto ripristinare il proprio impianto elettrico ritardando le proprie elaborazioni». L´istituto di credito cittadino scriveva così ieri mattina ai suoi clienti telematici. Un metro di fango nella sede operativa di Chiavazza ha messo ko gli uffici con tutti i macchinari costringendo in blocco i dipendenti a trasferirsi in un´altra sede della banca. «A memoria della famiglia Sella - concludeva sempre ieri un comunicato ufficiale -, proprietaria dello stabile dal 1835, il torrente Cervo non aveva mai raggiunto un livello simile». 

Fra i primi in città a rendersi conto della gravità della situazione, lo stabilimento Cerruti (poco più a valle) che mercoledì a metà pomeriggio aveva evacuato i dipendenti. Nello stesso tratto bagnato dal Cervo, anche l´ex Lanificio Pria ha registrato notevoli danni. All´altezza del ponte della Maddalena le acque impetuose hanno letteralmente distrutto il ponte che collegava sulle rive opposte i due stabilimenti, poi hanno eroso parte dei muri ai piani bassi della tessitura Arrighetti: due i telai finiti in acqua. «Non abbiamo parole - commentano ancora sotto choc i proprietari degli stabili -. La furia del torrente ha abbattuto mezza collina e i muraglioni di pietra, ha spazzato due roulotte del demolitore d´auto, la riva sinistra del Cervo in pratica non esiste più e ricostruire è impensabile per i costi che comporterà».

Ingenti i danni nelle aziende situate nelle zone più colpite. «A Biella la Fratelli Bertotto, a Ronco il lanificio Angelico, ad Occhieppo Inferiore la Pettinatura Europa, a Vigliano la Pettinatura Italiana, per sicurezza hanno annullato i turni pomeridiani e notturni di mercoledì - spiega Dino Avalle della Cgil -. Ma sono solo alcuni dei tanti casi, in pratica in moltissimi stabilimenti ci sono stati problemi. Ora attendiamo le richieste di cassa integrazione. Il danno c´è stato soprattutto dove la pioggia ha colpito più violentemente ma la situazione sarà più chiara solo nelle prossime ore». Anche a Vallemosso, seppur in modo diverso le aziende hanno subito il nubifragio. «La diga di Camandona è stata chiusa per problemi di tubature - spiega Ferdinando Botto Poala del lanificio Botto Giuseppe -. Noi, grazie ad una captazione al rio Poala, siamo riusciti in 7, 8 ore a risolvere il problema. Un´operazione complessa che ha richiesto l´intervento delle ruspe, ma che ci consentirà comunque di continuare a lavorare nei prossimi giorni».

Per i lanifici che invece dipendono direttamente dall´invaso - nella zona sono parecchi - la situazione è assai critica. Senz´acqua i reparti resteranno fermi fino a che l´impianto non verrà ripristinato. Due giorni di lavoro sono già stati persi e nella peggiore delle ipotesi anche lunedì la situazione potrebbe rimanere invariata. 

Paola Guabelli

 

L´OSSOLA RIALZA LA TESTA MA SI TEME LA NUOVA ONDATA DI MALTEMPO. CASE EVACUATE A PIEDIMULERA 
L´Ossola rialza la testa dopo il violento nubifragio che mercoledì ha colpito diverse zone della valle, creando non pochi problemi e molta paura. 

Sono nuovamente percorribili tutte le strade tranne la statale «337» della valle Vigezzo, che da un mese vive un calvario infinito per una frana caduta il tre maggio scorso. La valle dei pittori sarà aperta oggi e domani solo a fasce orarie, dalle 5,30 alle 13 e dalle 16 alle 21. Dalle 13 alle 16 resta chiusa per demolire un costone roccioso a Paiesco. Domenica si transiterà dalle 5,30 alle 21. Lunedì sono previste lunghe interruzioni (40-60 minuti) per sistemare le reti di protezione. Intanto ieri sia la strada che porta a Macugnaga che quella che sale in valle Antrona sono riaperte. Torrenti e fiumi si sono abbassati dopo aver raggiunto il livello di guardia. Costante la vigilanza dei volontari dell´Aib. 

Ieri la zona centrale di Villadossola è rimasta per alcune ore senz´acqua potabile: una frana caduta in valle Antrona ha infatti spazzato via per una decina di metri della tubazione dell´acquedotto che scenda verso il paese. E´ stato necessario far intervenire i vigili del fuoco che con una autobotte hanno rifornito uno dei bacini idrici garantendo così acqua alle abitazioni. La provinciale di valle Antrona è rimasta chiusa da mercoledì pomeriggio sino alle 16 e 40 di ieri. «Erano cadute diverse piccole frane, causate soprattutto dai rii in piena» spiega Pierfranco Midali, sindaco di Viganella. «Abbiamo liberato la sede stradale per permettere ad alcuni abitanti di Antrona di tornare a casa -aggiunge-, poi la strada è stata chiusa. I mezzi nostri e dalla provincia hanno poi ripulito tutto: da ieri si passa». Il sindaco ha anche emesso una ordinanza per disalveare parte del rio Frizza, che creava pericolo a causa di alberi e detriti. Interrotta era pure la strada statale di valle Anzasca, per smottamenti tra Molini e Calasca. 

La superstrada ossolana è stata chiusa nella notte tra mercoledì e ieri. Il Toce rischiava di esondare a Masera nel tratto davanti alla centrale Snam, dov´è ancora aperta la ferita dell´alluvione 2001. Riaperta anche la strada per Trasquera dove restano 6 persone sfollate dalla precedente ondata di maltempo. Colpita soprattutto la fascia tra Villadossola e Pieve Vergonte. Il sindaco di Piedimulera, Fausto Sgro, ha fatto sgomberare per precauzione due case alla Selva: i rii stavano portando a valle una preoccupante quantità di acqua. Qualche danno sugli argini dall´Anza a Piedimulera e dell´Ovesca a Villadossola. 

Il vento ha causato guai alla scuola materna di Vogogna dov´è entrata acqua mentre danni si sono verificati all´acquedotto di alcune frazioni tra Prata e Masone. 

Allagamenti anche a Beura dove ieri mattina è stata interrotta la strada. Preoccupazione a Pieve Vergonte dove il torrente Marmazza ha rischiato di tracimare nel tratto in cui sottopassa lo stabilimento Tessenderlo, allagando un´officina che sorge nei pressi. Il sindaco, Maria Grazia Medali, ha chiesto una soluzione per questo tratto sotterraneo del torrente ma le soluzioni ritardano perchè dovrebbero rientrare negli interventi di bonifica dell´ex Enichem. Da Vigezzo arrivano altri segnali di insofferenza. Giuseppe Bandiera, amministratore delle Acque Vigezzo ha nuovamente lanciato l´allarme non potendo far fronte gli impegni con i clienti. E ironizza: «L´unica nota positiva è la presenza e l´impegno dell´Anas». 

 

INFERNO DI GRANDINE SU BORGOMANERO 
Mezzo metro di grandine, con chicchi giganteschi, hanno devastato per cinquanta minuti la zona di Borgomanero: l´altra sera, fra le 22,10 e le 23, si è scatenato l´inferno. Pioggia torrenziale, vento fortissimo e una grandinata che in zona non si ricorda a memoria d´uomo. E´ stata la grandine a causare danni a catena: la rete fognaria è stata praticamente bloccata dal ghiaccio e nel giro di un quarto d´ora il centro cittadino è stato allagato, con i negozi e le abitazioni al pian terreno invase dall´acqua; gli allagamenti hanno poi interessato tutta la zona di Santa Cristina, Canuggioni, Tabuloni, Santo Stefano, il Colombaro. Tre le frane, due al Colombaro (una ha lambito la chiesetta della frazione) e l´altra a Piovino, fra Borgomanero e Gargallo. Nelle scuole elementari di via Dante Alighieri e nella scuola materna di via Alfieri è entrata acqua maleodorante proveniente dalla rete fognaria, e ieri il sindaco, con un´ordinanza, ne ha disposto la temporanea inagibilità. L´episodio più drammatico si è verificato in via Novara, in corrispondenza del ponte ferroviario, dove l´acqua ha superato il metro di altezza: sono rimaste intrappolate nel «lago» tre auto, con quattro persone a bordo, fra cui una suora. I quattro non riuscivano a uscire dalle vetture e per alcuni minuti si è temuto il peggio: solo l´intervento dei vigili del fuoco, che si sono prodigati per tutta la notte, ha consentito di portarli in salvo. Disastrosa la situazione del centro storico, soprattutto in corso Mazzini, dove il ghiaccio ha ostruito i tombini e ha causato l´allagamento dei negozi. Fra le 24 e le due di ieri notte, nel corso c´era un´atmosfera surreale, con la strada con cumuli di ghiaccio, come dopo una maxinevicata, e i commercianti a spalare l´acqua fuori dai negozi. La grandinata (intensa anche a Gozzano) ha causato la rottura di tetti, la caduta di cornicioni e alberi, ha distrutto le coltivazioni; le serre della zona sono andate semidistrutte. A dare manforte ai vigili del fuoco di Borgomanero è intervenuta una colonna mobile di pompieri di Milano; carabinieri, polizia stradale, vigili urbani, forestale e volontari della protezione civile hanno coadiuvato le operazioni di soccorso e ripristino della viabilità. I danni ammontano a milioni di euro, ma potranno essere conteggiati solo fra qualche giorno. Il maltempo ha interessato anche la zona del Basso Novarese, dove l´Agogna è straripata fra Novara e Granozzo con Monticello e ha causato ulteriori danni alle coltivazioni, soprattutto quelle risicole. Gli argini del fiume erano stati distrutti dall´alluvione del tre e quattro maggio e non sono ancora stati riparati, così la notte scorsa l´acqua ha di nuovo invaso le colture. 

 

BORGOMANERO CONTA I DANNI 
Danni per milioni di euro a strade, case, negozi, coltivazioni, e il Comune ha chiesto il riconoscimento dello stato di calamità. «Nessuno a Borgomanero ricorda una catastrofe di questo genere - dice il sindaco Pierluigi Pastore - con la grandine che ha ostruito i tombini e ha collassato la rete fognaria, provocando l´allagamento dei corsi e dei negozi. Ho già iniziato il sopralluogo insieme ai tecnici comunali e ai vigili urbani per capire l´entità dei danni, che sono veramente molto alti: stiamo già raccogliendo le richieste di indennizzo». 

Della città e dei dintorni la grandine non ha risparmiato nulla: ha trasformato corso Mazzini prima in un´enorme ghiacciaia a cielo aperto, poi in un lago; ha causato due frane al Colombaro e una a Piovino; Santa Cristina la notte scorsa è rimasta isolata per alcune ore perchè la strada di collegamento con Borgomanero era completamente isolata dall´acqua. E´ stata distrutta la strada di collegamento con la località Tabuloni, dove sono state allagate praticamente tutte le abitazioni, così come è avvenuto in prossimità dei due sottopassi, di via Novara e via Piave. Straordinario è stato l´impegno dei vigili del fuoco, che hanno salvato quattro persone intrappolate nelle auto bloccate dall´acqua in via Novara, dei volontari della protezione civile, della forestale e di carabinieri e polizia stradale. 

Questi ultimi sono stati direttamente coinvolti dall´alluvione: la strada davanti alla caserma dei carabinieri è stata completamente allagata, mentre il comando della polizia stradale ha avuto un black out telefonico di alcune ore. Lamentano danni gravi molti commercianti del centro, perchè i negozi sono stati invasi dall´acqua e la merce si è guastata. Drammatica la situazione delle colture: la grandine ha raso a zero tutte le colture, comprese quelle orticole. Gravissimi i danni anche alle abitazioni: non si contano i tetti letteralmente ridotti a un emmental dalla grandinata, i cornicioni caduti, i cancelli sfondati dai chicchi di ghiaccio ad indicare la violenza del fortunale. «Chi ha subito danni - ricorda il sindaco Pastore - potrà presentare la documentazione in municipio».

 

BURONZO, SALVATA CON L´ELICOTTERO 
A VARALLO UN UOMO RAGGIUNTO SUL TETTO DELLA CASA DAI VIGILI DEL FUOCO 

Decine e decine di interventi, di soccorso tanto che qualcuno azzarda le prime cifre: oltre 300 tra la Valsesia e il Vercellese. Ma due sono stati davvero difficili, tanto che in un caso si è preferito far intervenire addirittura un elicottero. In ordine di tempo il primo è stato compiuto a Varallo, nella zona vicina al motel Agip, giusto in prossimità della circonvallazione. 

Qui in una casetta che si affaccia sul fiume vive Franco Bognetti, un agricoltore che nonostante già due volte abbia avuto a che fare con l´esondazione del Sesia (e gli «inviti» dei soccorritori) tanto da essere salvato con un gommone, non vuole trasferirsi altrove. Stavolta però l´operazione per recuperarlo è stata più lunga e complessa. Il varallese, infatti, mercoledì dopo aver portato in un luogo sicuro i suoi cavalli, non è più riuscito ad attraversare il Sesia che in pochi attimi ha circondato la sua casa. Quando ha dato l´allarme era ormai sera e il fiume al massimo della piena. Così si è dovuto attendere l´arrivo di una fotocellula e poi con una speciale attrezzatura raggiungere l´uomo che si era portato sul tetto della casa, imbragarlo e portarlo sulla riva sicura. 

Operazione compiuta alle 22,30 di mercoledì, sotto la pioggia battente da un gruppo di vigili del fuoco. Invece è stata salvata da un elicottero dell´aeronautica una trentacinquenne residente in una cascina di Buronzo. La donna aveva chiesto aiuto quando l´acqua stava per entrare in casa. Essendo impossibile raggiungerla con un «barcone» dei vigili del fuoco è stato preferito un elicottero. Un militare si è calato con il verricello, ha imbragato la donna e infine l´ha riportata sul velivolo. 

 

IN TUTTO IL VERCELLESE UNA NOTTE DI ALLERTA CON L´INCUBO ALLUVIONE 
Fiumi gonfi d´acqua e ponti chiusi: non solo in Valsesia ma pure nel Vercellese si è vissuta una lunghissima notte di paura, a partire dal capoluogo dove da mezzanotte alle 4 di ieri mattina è stato chiuso il ponte sulla Sesia. Si sono subito mobilitati con controlli a tappeto la Prefettura, la Provincia, i Comuni (nel capoluogo l´assessore alla Protezione civile Claudio Fecchio ha allestito il «Coc», il centro operativo comunale), i vigili del fuoco, i vigili urbani e tutte le forze dell´ordine che hanno monitorato il livello dell'acqua che, secondo i preziosi dati forniti dal Consorzio Ovest Sesia Baraggia, è rimasto di poco inferiore al livello della piena del 1993. 

In località Castelmerlino, fra Vercelli e Borgovercelli, dove già a maggio era scattata l´emergenza, è di nuovo allarme rosso: ancora ieri il ponte sulla «Sesiella» era chiuso e gli abitanti delle vicine cascine per raggiungere le loro case hanno dovuto allungare il percorso passando da Villata. La situazione nella zona, la scorsa notte, è stata seguita passo passo dai vigili urbani, guidati dal comandante Giorgio Spalla, e dagli assessori comunali Sergio Cucco e Maria Pia Massa. A Trino, ancora ieri, il livello del Po si è alzato, mentre a Quinto, nei pressi della confluenza di Elvo, Cervo e Sesia, le esondazioni hanno interessato soprattutto gli scaricatori. 

Ma sono stati i torrenti ed i fiumi a provocare l´emergenza, e in questa situazione di allarme il Consorzio Ovest Sesia Baraggia, allertato dalla Prefettura, ha subito intensificato le normali operazioni di controllo sul territorio. I problemi maggiori sono stati provocati dal livello dell´acqua del torrente Elvo, nel comune di Carisio, e dalla Sesia, nel tratto compreso fra il ponte stradale della Valsesia, a Romagnano, ed il ponte per Ghislarengo. Si contano danni evidenti nei comuni di Palestro, Caresana e Motta dei Conti, dove lo straripamento della Sesia ha invaso e fatto straripare alcuni corsi d´acqua. 

A Crescentino per qualche ora si è temuto il peggio, ma per fortuna pare che al momento giusto la Dora sia rinsavita, benchè non tanto da non lasciare strascichi dietro di sè. Già ieri mattina l'assessore comunale alla Protezione civile Vicky Paci, con un gruppo di funzionari dello staff, ha perlustrato gli argini del bizzoso fiume; ancora ieri pomeriggio l´assessore era tra idrovore e ruspe con gli inviati dell'Ufficio del Magispo. L'inconveniente più vistoso è stato l'allagamento del sottopassaggio che collega strada Ghiaro con lo stabilimento Teksid, diventato quindi raggiungibile solo passando dal paese: ieri le idrovore della Protezione civile erano impegnate nell'azione di prosciugamento, e secondo l'assessore sarebbe stato necessario lavorare ancora, almeno fino a notte inoltrata. 

Le ruspe sono intervenute sull'argine della Dora, nel tratto non ancora completato; più a monte, dalle parti della frazione Galli, c'è stata una leggera esondazione in zona di golena e comunque lontano dalle ultime case isolate, ma già nel pomeriggio la situazione era tornata sotto controllo. A Saluggia, nella zona tra la Dora e il canale Farini in cui sorgono Enea e Sorin, questa volta il maltempo non si sarebbe accanito: le acque del fiume sarebbero fuoruscite dall'alveo a monte dello stesso centro abitato, comunque in una zona assolutamente priva di rischi per le persone e gli insediamenti.

 

PIOGGIA A DIROTTO TORNA LA PAURA DELL´ALLUVIONE 
I violenti nubifragi di ieri hanno riacceso i ricordi dell´alluvione dell´ottobre 2000. Preoccupazione soprattutto in provincia: ad Avigliana diverse strade sono state chiuse per allagamenti. Il canale Naviglia, che scarica le acque dei due laghi nella Dora, ha raggiunto il limite di guardia. Ovunque è stato di allerta in Val Susa: i vigili del fuoco hanno tenuto sotto controllo la Dora Riparia e i vari torrenti: l'abbassamento della temperatura ha inoltre portato una spruzzata di neve oltre i duemila metri di quota.

La Val Soana è isolata da ieri per una frana che ha tagliato in due la provinciale 47 a Pont. I torrenti Orco e Soana sono rimasti per fortuna sotto il livello di guardia, intanto sta tornando alla normalità la situazione nell'Eporediese. Dalla nottata di ieri ha cessato di piovere e già dalla prima mattina tutte le strade (ad eccezione di quella tra Chiaverano ed Andrate) sono tornate ad essere percorribili. Il violento nubifragio ha causato allagamenti e danni anche a Caluso, dove due capannoni della Compuprint sono rimasti completamente allagati. 

 

STATO DI ALLERTA AD AVIGLIANA, DOVE SONO TENUTI SOTTO CONTROLLO I LAGHI, E NELLA VALLE DI SUSA 
E´ bastata una giornata di pioggia intensa per far tornare la paura in provincia di Torino, dove si sono verificati allagamenti che hanno portato all´interruzione di molte strade. Questa la situazione.

ALTO CANAVESE. Val Soana isolata da ieri per una frana che ha tagliato in due la provinciale 47, in località Pian Rastello a Pont, causando una voragine profonda una decina di metri ed impedendo ogni possibilità di raggiungere Ingria, Ronco e Valprato. Le ruspe della Provincia sono al lavoro da ieri all'alba per assicurare da questa mattina il transito dei mezzi di soccorso. A Ronco staziona da ieri un elicottero del 118 con un medico a bordo, pronto ad intervenire in caso di necessità. «La situazione è sotto controllo - spiega il sindaco di Valprato, Danilo Crosasso -, tutti hanno viveri e acqua. Ora l'unica speranza è che non piova più». Sono undici, in totale, gli smottamenti lungo la provinciale provocati dai rigagnoli che si sono gonfiati improvvisamente a causa del nubifragio che si è abbattuto mercoledì notte. 

Acqua fango e detriti hanno raggiunto il fondovalle abbattendosi in particolare Pont: Doblazio, Monpont, Villanuova, Voira, Oltresoana sono le borgate più colpite. Lo scenario di ieri ricordava quello delle alluvioni passate. Oltre una cinquantina gli scantinati allagati, moltissime le auto danneggiate. Per tutta la giornata di ieri squadre dei vigili del fuoco e della protezione civile hanno lavorato senza sosta per liberare i piani seminterrati delle case. «Mai vista tanta pioggia in così poco tempo, neppure nell'ottobre di un anno e mezzo fa» dice il sindaco di Pont, Dante Barinotto. 

I danni sono ingenti, moltissime le strade secondarie chiuse per gli allagamenti, provocati dallo scoppio dei tombini e dall'impressionante quantità d'acqua dei rigagnoli che scendono a valle dalla montagna. I torrenti Orco e Soana sono rimasti sotto il livello di guardia: «Per fortuna in alta quota è caduta neve - afferma Barinotto - altrimenti il disastro avrebbe assunto proporzioni maggiori». Nel resto delle due vallate la situazione è sotto controllo. E' rientrata l'emergenza anche in località Piantonetto, a Locana, dove è rimasta chiusa per un giorno la strada che conduce alla diga del Teleccio, per il timore di una frana.

EPOREDIESE. Intanto sta tornando alla normalità la situazione nell'Eporediese. Dalla nottata di ieri è cessato di piovere e già dalla prima mattina tutte le strade (ad eccezione di quella tra Chiaverano ed Andrate) sono tornate ad essere percorribili. Si è registrato soltanto qualche disagio per consentire i lavori di ripristino. A Ivrea e in molti paesi della cintura sono state centinaia le famiglie che hanno trascorso la giornata ad asciugare scantinati e piani terreni allagati dallo straripamento di torrenti e rogge. Tutti coloro che hanno trascorso la notte fuori casa sono rientrati, ad eccezione di due famiglie in località Paratore, a Borgofranco. E già si cominciano a contare i danni. Colpito il settore agricolo: non esiste ancora una stima esatta ma si parla di centinaia di miglia di euro. Ieri il sindaco di Ivrea Fiorenzo Grijuela, a nome anche dei Comuni della zona, ha chiesto il riconoscimento dello stato di calamità naturale a Prefettura e Regione. La stessa cosa si appresta a fare la Regione per il Canavese e le altre zone del Piemonte colpite dal nubifragio.

CALUSIESE. Il violento nubifragio di mercoledì pomeriggio ha causato allagamenti e danni anche nel Calusiese. In particolare, a Caluso, due capannoni della Compuprint di via Martiri d´Italia 36, dove si costruiscono stampanti per computer e contatori elettrici per l´Enel, sono rimasti completamente allagati. I circa 100 dipendenti ieri sono rimasti a casa per motivi di sicurezza e per ripristinare il tutto. Oggi l´attività lavorativa è ripresa regolarmente. Ieri pomeriggio la Dora Baltea a rotto gli argini alla periferia della frazione Borgoregio di Torrazza Piemonte, allagando parte delle campagne circostanti, minacciando il cascinale di Milano Fermo, con oltre 50 animali nella stalla.

VAL SANGONE. I violenti nubifragi di ieri hanno creato seri problemi ad Avigliana. Diverse strade sono state chiuse a causa di allagamenti, in particolare le vie XXV Aprile, Oscar Borgesa e via Pontetto. Si sono sviluppate delle microfrane in via Micheletta, e alla Mortera è caduto un muro. Il canale Naviglia, che scarica le acque dei due laghi nella Dora ha raggiunto il limite di guardia. A Giaveno i vigili del fuoco hanno fatto diversi interventi per il prosciugamento di cantine allagate.

VAL DI SUSA. Stato di allerta in valle di Susa in seguito a due giorni di piogge. I vigili del fuoco hanno tenuto sotto controllo la Dora Riparia e tutti i torrenti a rischio: la portata dell'acqua è aumentata ma non sono emerse situazioni di pericolo. I pompieri sono intervenuti solo a Salbertrand per alcuni prosciugamenti di cantine allagate. L'abbassamento della temperatura ha inoltre portato una spruzzata di neve oltre i duemila metri di quota. L'asfalto reso viscido dalla pioggia ha anche causato un incidente a Bussoleno con un tre mezzi coinvolti ma non ci sono stati feriti gravi. 

 

 


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