RIAPERTA
LA STATALE 26 MA RESTA CHIUSA LA REGIONALE DI CHAMPORCHER TRA HONE E
PONTBOSET
La
pioggia lascia spazio al sole nella Bassa Valle devastata dal
maltempo. Dopo la paura delle ultime 36 ore, con il livello della Dora
Baltea e dei torrenti arrivato a pochi centimetri dal superamento
degli argini, c´è una tregua nella violentissima perturbazione che
sta spazzando la regione da martedì. I danni, finora, sono stati
limitati a problemi di viabilità, a molte cantine allagate e allo
sgombero ad Arnad di cinque persone. Il resto è stata soltanto paura.
L´ondata di maltempo che sta spazzando la Bassa Valle ha costretto il
presidente della giunta regionale Dino Viérin a decretare lo «stato
di eccezionale calamità», particolare procedura che permette ai
cittadini e alle imprese che abbiano subìto danni dalla pioggia di
accedere ai risarcimenti stanziati per emergenze di questo tipo, in
base alla legge 5 del 2001. La viabilità della Bassa Valle ieri è
stata nel caos fino al tardo pomeriggio. Ed era inevitabile, con una
pioggia torrenziale alternata a schiarite che ha fatto aumentare il
rischio di frane e smottamenti.
La chiusura della statale 26 nel
tratto Montjovet-Hône, decretata mercoledì pomeriggio, con il
trascorrere dei minuti e con l´arrivo del sole si è allentata. Prima
è stata riaperta fino a Verrès ed è rimasta chiusa fino ad Arnad,
poi alle 18 è stata riaperta anche nell´ultimo tratto. Ora è
transitabile per intero. Il livello della Dora Baltea è sceso di
oltre un metro in poche ore, facendo tirare il fiato a migliaia di
persone che hanno trascorso momenti di ansia nel ricordo dell´alluvione
dell´ottobre 2000. Resta interrotta per il pericolo di frane la
strada regionale di Champorcher tra Hône e Pontboset e c´è un breve
tratto di senso unico alternato sulla regionale della valle del Lys,
al chilometro 21, all´altezza di Gressoney-Saint-Jean.
A Donnas c´era
una delle situazioni più a rischio proprio a causa dell´innalzarsi
del livello della Dora Baltea, ma il sindaco Mauro Arvat si è
tranquillizzato: «La situazione da noi è nettamente migliorata, la
Dora si è abbassata di molto e non ci sono stati problemi. In ogni
caso non ho ancora ritirato l´ordinanza di massima allerta, per cui
il personale d´emergenza è ancora reperibile. Ma dall´ultimo
sopralluogo che abbiamo fatto non credo ci sia bisogno di interventi.
Danni non ce ne sono stati, fatta eccezione per qualche cantina
allagata. Abbiamo anche riaperto il sottopasso per il ponte nuovo,
ormai libero dall´acqua».
Ad Arnad 5 persone sono state fatte
allontanare dalle loro case a Echallod Inferiore per il rischio di
straripamento del torrente Fay. Ma ieri l´allarme è rientrato e i
cinque sono rientrati nelle loro case. «Dall´ultima verifica abbiamo
appurato che l´emergenza sta finendo senza problemi - dice il sindaco
Filippo Deval -. Abbiamo avuto qualche muro caduto sulle mulattiere e
un po´ di materiale finito sulle piste poderali. Siamo già
intervenuti per rimediare, per il resto ci sono stati soltanto
allagamenti negli scantinati. Tutto si sta risolvendo per il meglio,
non manterremo nemmeno i presidi notturni».
BIELLESE,
ALCUNE ZONE DEL CAPOLUOGO SENZ´ACQUA. LA REGIONE CHIEDE LO STATO DI
CALAMITA´
Nessun
paragone con l'alluvione del `68, quando il Biellese pianse 58
vittime, ma i momenti delle ultime venti ore, soprattutto in montagna,
sono stati ugualmente terribili. Ora la situazione, per quanto
delicata e difficile, è fortunatamente sotto controllo: «Certo non
sarà facile né possibile in tempi brevi riparare i danni - spiega un
funzionario della Prefettura -, ma cercheremo di ridurre al minimo i
disagi per la gente». La cosa più urgente è ristabilire i
collegamenti con i tanti centri isolati, tra cui la frazione Colla di
Netro (per il crollo di un ponte), Campiglia Cervo (irraggiungibile
per la stessa ragione) e la zona da Campiglia a Piedicavallo,
raggiungibile solo dalla Panoramica Zegna.
Ai generi di prima necessità
per gli abitanti rimasti isolati, fra cui una quindicina di
senza-tetto per il crollo delle loro case, stanno provvedendo gli
elicotteri dell'Aeronautica, vigili del fuoco e 118. Gli stessi
velivoli dei vigili del fuoco fanno la spola con la vallata per
rifornire di carburante le ruspe e gli escavatori già impegnati nella
rimozione di frane e alberi. Diverse squadre dell'Esercito sono invece
impegnate nella costruzione di ponti provvisori in sostituzione di
quelli crollati a Netro, Campiglia e sulla strada del Maghetto.
Crollato anche il ponte Pinchiolo, tra Rosazza e Piedicavallo.
Grazie
al Soccorso alpino, quasi tutti i centri isolati sono ora
raggiungibili attraverso speciali ponti radio, mentre l'Enel si sta
organizzando per installare nei paesi rimasti al buio potenti gruppi
elettrogeni per fornire un minimo di energia elettrica. Stesso
discorso per quanto riguarda l'erogazione del gas e le
telecomunicazioni, anche se la situazione è meno preoccupante. «Fortunatamente
- aggiungono i responsabili della Protezione Civile - non si
registrano né vittime né feriti, salvo un margaro soccorso in
Valsessera per problemi asmatici». Altri due margari, impossibilitati
a raggiungere le loro bestie sugli alpeggi per la mungitura, hanno
richiesto l'intervento degli elicotteri.
Molti rioni di Biella sono
ancora senz´acqua, per la rottura di una presa a Sagliano: Pavignano,
Vaglio, una parte di Chiavazza e Ronco. Per correre ai ripari, si sta
cercando di riattivare alcuni pozzi in disuso. Ma è difficile che la
situazione torni presto alla normalità. Intanto ai centralini di
carabinieri, Questura, polstrada, vigili del fuoco, polizia
provinciale, vigili, 118 e Protezione Civile continuano ad arrivare
numerose richieste di aiuto: ben 2973 dal primo pomeriggio di mercoledì
a ieri mattina, 1213 delle quali al «112» dei carabinieri, presenti
anche a Rosazza, con una èquipe medica del 118 nel provvisorio centro
di coordinamento sanitario allestito ieri pomeriggio, che si può
contattare allo 015-60092. Soccorsi e trasportati a valle anche una
trentina di clienti di due ristoranti, «Le Betulle» di Campiglia e
il «Rifugio Biancaneve» di Sagliano. Evacuata un'altra famiglia di
quattro persone a Occhieppo Superiore, in una casa di via Martiri.
Per
la viabilità, i maggiori problemi si registrano sulla Settimo
Vittone-Mongrando, a Netro, nelle frazioni Bossola e Castellazzo,
sulla Biella-Oropa, nella frazione Campra di Occhieppo Superiore,
sulla Ponderano-Borriana-Cerrione, in frazione Balma. Isolato il
Santuario di San Giovanni, e situazione critica anche in via Martiri a
Coggiola, al ponte Tonella di Pray, in via Frassati a Pollone, sulle
strade Oneglie-Sagliano, Verdobbio-San Grato e Pettinengo-Zumaglia.
Frane in via Ogliaro a Biella, sulla Pianezze-Camandona, in via
Garibaldi a Pralungo e nelle frazioni Rialmosso e Maciotta di
Quittengo.
I sindaci di molti paesi hanno deciso di chiudere scuole e
asili. La violenza dell'acqua del Cervo non ha risparmiato neppure il
cimitero di Miagliano, dove sono state distrutte due cappelle e
travolte una decina di bare. Tra le 15 e le 20 di mercoledì sono
caduti 180 millimetri di pioggia: «Una precipitazione breve, ma di
tipo alluvionale», spiega don Silvano Cuffolo dell´Osservatorio di
Oropa. Restano ora da contare i danni, sicuramente ingentissimi. Ieri,
durante un summit con gli assessori Gilberto Pichetto e Caterina
Ferrero, è stato annunciato che la Regione chiederà l´estensione
dello stato di calamità per il Biellese. Il presidente della
Provincia Orazio Scanzio invita inoltre la popolazione a fare un «uso
moderato» dell´acqua. I danni vanno segnalati ai sindaci dei Comuni,
dando la precedenza a quelli che riguardano le opere pubbliche.
BIELLA,
LE
TESTIMONIANZE DELLA GENTE SOTTO IL DILUVIO
Doveva
essere un normale ritorno a casa, ad Andorno, ma si è trasformato in
pochi minuti in un vero incubo. Chi scrive è rimasto bloccato assieme
ad altri automobilisti nel mega-ingorgo che si è formato l´altra
sera in direzione dell´Alta Valle Cervo.
Sono
le 18,45. Dal ponte di Chiavazza si vede un torrente Cervo gonfio di
pioggia, con onde alte dai 4 ai 5 metri, un anticipo d´incubo. All´imbocco
di via Corradino Sella il traffico rallenta: gli impiegati del Centro
Elaborazione Dati della Banca Sella stanno precipitosamente lasciando
i locali, mentre dalla collina di San Gerolamo i rivoli d´acqua si
moltiplicano a vista d´occhio riversandosi sul lato destro della
strada. Percorsi trecento metri, incontro il primo posto di blocco
della polizia municipale per blocca il transito sul ponte della
Maddalena: c´è troppo pericolo.
Intanto in via Ogliaro, percorso
obbligato, le auto sono imbottigliate: basti pensare che ho impiegato
un´ora e mezza per percorrere il breve tragitto dal ponte di
Chiavazza al distributore della «Mobil» di Pavignano. Bloccato sulla
strada, vedo intanto numerosi automobilisti impegnati a spostare
grosse pietre all´altezza dell´incrocio che porta agli stabilimenti
ex Faudella e a questo punto decido come molti altri di invertire la
marcia per scendere verso Chiavazza e tentare la salita in valle
passando da Ronco. Nessun altra decisione poteva rivelarsi più
sbagliata, perchè nel frattempo via Corradino Sella è diventata un
torrente in piena con l´acqua che supera le ginocchia, mentre dalla
collina si staccano grosse pietre: più che vederli li si sente
sbattere sulla carrozzeria. La situazione si sta facendo sempre più
pesante e sono seriamente preoccupato. Non stanno meglio gli altri
automobilisti che non riescono ad immettersi in via Milano dove pure
la situazione-viabilità è al collasso, senza contare il pericolo
rappresentanto dai massi della collina che incombono a strapiombo
sulla via. Ho visto persone impaurite tentare di spingere con l´acqua
fino alla cintola macchine in panne al centro della strada.
Fortunatamente riesco a immettermi in via Cadorna e raggiungere
Chiavazza dove cominciano a vedersi gli effetti del fango e dell´irruenza
dell´acqua. Vista la situazione rinuncio all´idea di salire ad
Andorno e chiedo ospitalità per la notte ad amici di Vigliano.
Finalmente ieri mattina sono riuscito ad arrivare a casa: lungo la
strada raccolgo altre immagini drammatiche. In particolare via Ogliaro
presenta un restringimento ad una corsia nei pressi del semaforo per
uno smottamento; analoga situazione per una frana che ha coinvolto le
curve di Pavignano, mentre grosse piante e detriti lasciati sul sedime
stradale dall´acqua hanno di fatto stravolto la viabilità nella
circonvallazione tra Andorno e Locato e ovunque ci sono cumuli di
fango.
TRAGEDIA
SFIORATA NEL RIONE DI BIELLA DOVE GIA´ SI LAVORA PER LA RICOSTRUZIONE
E´
solo per un miracolo se gli abitanti del rione Chiavazza non piangono
vittime, ma danni ingenti ad abitazioni, negozi, auto, terreni. Le
strade sono ridotte a parcheggio di cumuli di fango e detriti;
dovunque piante e pietroni trasportati da un corso d'acqua la cui
furia ha messo in ginocchio l´altro pomeriggio il centro storico
chiavazzese, le frazioni Pasquaroglio e Villa in particolare.
Chiavazza il giorno dopo è la più fedele espressione della volontà
di risorgere, di rimboccarsi le maniche.
Calzare gli stivaloni fino al
ginocchio e lavorare per ritornare alla normalità nel più breve
tempo possibile, anche se non sarà facile. E di questo sono
consapevoli tutti. A molti serviranno settimane, forse mesi, per
ripartire daccapo e sono davvero tante le situazioni drammatiche. Un
caso emblematico è quello della famiglia Strona: in un secondo
l'ondata di fanghiglia e detriti proveniente da via Trompeo ha
spazzato via la grande vetrata della villa situata nel complesso «Cascina
Panizza». Le piante hanno agito da ariete e gli ambienti al piano
terreno sono andati letteralmente in briciole, riducendo a spazzatura
mobili di pregio, arredi e un pianoforte di grande valore: «Anche se
ancora non sappiamo darci pace per questo disastro - spiega Susanna
Garlanda, moglie di Silvio Strona e mamma di Daniele - possiamo
ritenerci ancora fortunati. In casa c'era solo mio figlio e la fortuna
ha voluto che non si trovasse sul divano, altrimenti non so come
sarebbe andata a finire. Sui muri l'acqua ha lasciato tracce sino a un
metro e mezzo di altezza. Daniele è stato favoloso e prima di
mettersi al sicuro ha tratto in salvo anche il nostro cagnolino Archie.
Ringrazio tutti coloro che ci hanno aiutato: volontari, addirittura
dei pompieri giunti da Cuneo, amici, parenti, allievi ed ex-allievi
della Schiapparelli, la scuola dove lavoro». Un danno enorme, morale
e finanziario.
E anche se è prematuro stilare bilanci, la gente
inizia a interrogarsi. Qui si ragiona ancora con i milioni, centinaia
in questo specifico caso. E altre centinaia di milioni andranno
inevitabilmente ad accumularsi tirando in ballo privati, assicurazioni
ed enti pubblici. Milioni che diventeranno miliardi. «Qualcuno dovrà
interrogare la propria coscienza», esclama Maurizio Biancato, uno dei
tanti volontari che armato di pala e piccone ha contribuito a liberare
le vie Trompeo e Carta.
Indirizzo delle vibrate proteste è la collina
di San Gerolamo. Proprio lunedì scorso era stato indetto un incontro
pubblico con il vicesindaco Presa, che aveva preso a cuore la
questione. Purtroppo non c'è stato tempo per provvedere. «Da anni -
confermano Franco Caucino e Nando Tommasi, vicepresidente e
consigliere del Consiglio di circoscrizione - informiamo le autorità
competenti dei pericoli provenienti dalle colline. Le risposte non
sempre sono state tempestive e francamente non sta a noi trovare le
soluzioni per combattere le disfunzioni geologiche, casomai dovranno
trovarle i tecnici. A noi spetta il compito di invitare chi di dovere
a tenere puliti i propri terreni». Così il ponticello in cima a via
Trompeo è stato ostruito dai detriti e l'acqua ha proseguito il suo
corso per le vie Carta e Rosazza sino a sfociare in piazza XXV Aprile.
Una testimonianza drammatica in merito è quella di Antonio
D'Ambrogio, personaggio conosciutissimo nel mondo sportivo biellese e
allenatore della Libertas Biella neo-promossa in Prima Categoria: «Abito
esattamente all'angolo tra via Trompeo e via Carta. Ero appena
arrivato a casa e ho sentito le prime grida di aiuto. Mi sono
affacciato alla finestra e ho visto un fiume marrone travolgere ogni
cosa, sollevare le auto come fossero barchette di carta».
CAMPIGLIA
«La
situazione peggiore è quella della Valle Cervo». Il servizio
geologico della Regione ieri ha battuto palmo a palmo tutto l´alto
Biellese, a terra e con l´elicottero. «I rii laterali hanno creato
ciò che in termini tecnici si chiama lava torrentizia, un insieme di
acqua, fango e detriti che hanno danneggiato, e travolto nei casi
peggiori, le case. La situazione più grave l´abbiamo rilevata a
Campiglia, Quittengo, San Paolo e in tono lievemente minore a Rosazza».
I blocchi di sienite hanno distrutto, precipitando, le carreggiate, i
detriti hanno bloccato ogni possibilità di accesso dalla Balma in
poi. «Questa notte sono saliti a piedi i volontari del soccorso
alpino - spiega il sindaco di Rosazza Pietro Metallo -. Muri crollati,
la circonvallazione interrotta, è difficile fare un bilancio al
momento. Niente luce e niente telefono, e il carburante per tenere in
attività i generatori ormai scarseggia, come le cose più elementari
come ad esempio il pane».
La Bursch è in ginocchio. Neppure gli
elicotteri dalla Valsesia mercoledì pomeriggio sono riusciti a
partire per portare i primi soccorsi. Le raffiche di vento impedivano
ai mezzi di proseguire il volo. Negli occhi degli abitanti l´acqua
impetuosa e violenta del corso d´acqua, i tronchi di otto dieci,
metri «lanciati» lungo il torrente e completamente scorticati, le
case distrutte, le strade cancellate. «Mercoledì mattina scendendo a
Biella alle 8,30 in frazione Valmosca c´era già una frana - spiega
un residente di Rosazza, Beppe Abate -. In serata non sono più
riuscito a raggiungere casa mia. Ieri siamo passati dalla Panoramica
Zegna che nel frattempo era stata liberata.
Anche sulla provinciale
erano oltre una decina le frane che nella notte hanno bloccato la
viabilità». Sono stati necessari gli elicotteri per trasportare a
valle chi era rimasto bloccato (una quindicina di persone hanno
trovato un ricovero di fortuna alla Gragliasca per la notte), nemmeno
a piedi era consentito avventurarsi in strada.
Ed
anche in Valle Elvo la situazione è critica. Il sindaco di Occhieppo
Superiore Guido Dellarovere invita la popolazione colpita dal
nubifragio a segnalare i danni entro il più breve tempo possibile.
Chi vuole prestare volontariato di mano d´opera può telefonare
direttamente a lui allo 335-7358844 o in comune.
BIELLA,
LA
FURIA DEL TORRENTE NELL´EX LANIFICIO PRIA
«Gentile
cliente, oggi l'operatività on line partirà in ritardo o in maniera
parziale a causa dei danni generati ieri agli impianti elettrici e
telefonici dalle forti piogge che hanno colpito l'area di Biella: in
particolare Banca Sella ha dovuto ripristinare il proprio impianto
elettrico ritardando le proprie elaborazioni». L´istituto di credito
cittadino scriveva così ieri mattina ai suoi clienti telematici. Un
metro di fango nella sede operativa di Chiavazza ha messo ko gli
uffici con tutti i macchinari costringendo in blocco i dipendenti a
trasferirsi in un´altra sede della banca. «A memoria della famiglia
Sella - concludeva sempre ieri un comunicato ufficiale -, proprietaria
dello stabile dal 1835, il torrente Cervo non aveva mai raggiunto un
livello simile».
Fra i primi in città a rendersi conto della gravità
della situazione, lo stabilimento Cerruti (poco più a valle) che
mercoledì a metà pomeriggio aveva evacuato i dipendenti. Nello
stesso tratto bagnato dal Cervo, anche l´ex Lanificio Pria ha
registrato notevoli danni. All´altezza del ponte della Maddalena le
acque impetuose hanno letteralmente distrutto il ponte che collegava
sulle rive opposte i due stabilimenti, poi hanno eroso parte dei muri
ai piani bassi della tessitura Arrighetti: due i telai finiti in
acqua. «Non abbiamo parole - commentano ancora sotto choc i
proprietari degli stabili -. La furia del torrente ha abbattuto mezza
collina e i muraglioni di pietra, ha spazzato due roulotte del
demolitore d´auto, la riva sinistra del Cervo in pratica non esiste
più e ricostruire è impensabile per i costi che comporterà».
Ingenti
i danni nelle aziende situate nelle zone più colpite. «A Biella la
Fratelli Bertotto, a Ronco il lanificio Angelico, ad Occhieppo
Inferiore la Pettinatura Europa, a Vigliano la Pettinatura Italiana,
per sicurezza hanno annullato i turni pomeridiani e notturni di
mercoledì - spiega Dino Avalle della Cgil -. Ma sono solo alcuni dei
tanti casi, in pratica in moltissimi stabilimenti ci sono stati
problemi. Ora attendiamo le richieste di cassa integrazione. Il danno
c´è stato soprattutto dove la pioggia ha colpito più violentemente
ma la situazione sarà più chiara solo nelle prossime ore». Anche a
Vallemosso, seppur in modo diverso le aziende hanno subito il
nubifragio. «La diga di Camandona è stata chiusa per problemi di
tubature - spiega Ferdinando Botto Poala del lanificio Botto Giuseppe
-. Noi, grazie ad una captazione al rio Poala, siamo riusciti in 7, 8
ore a risolvere il problema. Un´operazione complessa che ha richiesto
l´intervento delle ruspe, ma che ci consentirà comunque di
continuare a lavorare nei prossimi giorni».
Per
i lanifici che invece dipendono direttamente dall´invaso - nella zona
sono parecchi - la situazione è assai critica. Senz´acqua i reparti
resteranno fermi fino a che l´impianto non verrà ripristinato. Due
giorni di lavoro sono già stati persi e nella peggiore delle ipotesi
anche lunedì la situazione potrebbe rimanere invariata.
Paola
Guabelli
L´OSSOLA
RIALZA LA TESTA MA SI TEME LA NUOVA ONDATA DI MALTEMPO. CASE EVACUATE A PIEDIMULERA
L´Ossola
rialza la testa dopo il violento nubifragio che mercoledì ha colpito
diverse zone della valle, creando non pochi problemi e molta paura.
Sono nuovamente percorribili tutte le strade tranne la statale «337»
della valle Vigezzo, che da un mese vive un calvario infinito per una
frana caduta il tre maggio scorso. La valle dei pittori sarà aperta
oggi e domani solo a fasce orarie, dalle 5,30 alle 13 e dalle 16 alle
21. Dalle 13 alle 16 resta chiusa per demolire un costone roccioso a
Paiesco. Domenica si transiterà dalle 5,30 alle 21. Lunedì sono
previste lunghe interruzioni (40-60 minuti) per sistemare le reti di
protezione. Intanto ieri sia la strada che porta a Macugnaga che
quella che sale in valle Antrona sono riaperte. Torrenti e fiumi si
sono abbassati dopo aver raggiunto il livello di guardia. Costante la
vigilanza dei volontari dell´Aib.
Ieri la zona centrale di
Villadossola è rimasta per alcune ore senz´acqua potabile: una frana
caduta in valle Antrona ha infatti spazzato via per una decina di
metri della tubazione dell´acquedotto che scenda verso il paese. E´
stato necessario far intervenire i vigili del fuoco che con una
autobotte hanno rifornito uno dei bacini idrici garantendo così acqua
alle abitazioni. La provinciale di valle Antrona è rimasta chiusa da
mercoledì pomeriggio sino alle 16 e 40 di ieri. «Erano cadute
diverse piccole frane, causate soprattutto dai rii in piena» spiega
Pierfranco Midali, sindaco di Viganella. «Abbiamo liberato la sede
stradale per permettere ad alcuni abitanti di Antrona di tornare a
casa -aggiunge-, poi la strada è stata chiusa. I mezzi nostri e dalla
provincia hanno poi ripulito tutto: da ieri si passa». Il sindaco ha
anche emesso una ordinanza per disalveare parte del rio Frizza, che
creava pericolo a causa di alberi e detriti. Interrotta era pure la
strada statale di valle Anzasca, per smottamenti tra Molini e Calasca.
La superstrada ossolana è stata chiusa nella notte tra mercoledì e
ieri. Il Toce rischiava di esondare a Masera nel tratto davanti alla
centrale Snam, dov´è ancora aperta la ferita dell´alluvione 2001.
Riaperta anche la strada per Trasquera dove restano 6 persone sfollate
dalla precedente ondata di maltempo. Colpita soprattutto la fascia tra
Villadossola e Pieve Vergonte. Il sindaco di Piedimulera, Fausto Sgro,
ha fatto sgomberare per precauzione due case alla Selva: i rii stavano
portando a valle una preoccupante quantità di acqua. Qualche danno
sugli argini dall´Anza a Piedimulera e dell´Ovesca a Villadossola.
Il vento ha causato guai alla scuola materna di Vogogna dov´è
entrata acqua mentre danni si sono verificati all´acquedotto di
alcune frazioni tra Prata e Masone.
Allagamenti anche a Beura dove
ieri mattina è stata interrotta la strada. Preoccupazione a Pieve
Vergonte dove il torrente Marmazza ha rischiato di tracimare nel
tratto in cui sottopassa lo stabilimento Tessenderlo, allagando un´officina
che sorge nei pressi. Il sindaco, Maria Grazia Medali, ha chiesto una
soluzione per questo tratto sotterraneo del torrente ma le soluzioni
ritardano perchè dovrebbero rientrare negli interventi di bonifica
dell´ex Enichem. Da Vigezzo arrivano altri segnali di insofferenza.
Giuseppe Bandiera, amministratore delle Acque Vigezzo ha nuovamente
lanciato l´allarme non potendo far fronte gli impegni con i clienti.
E ironizza: «L´unica nota positiva è la presenza e l´impegno dell´Anas».
INFERNO
DI GRANDINE SU BORGOMANERO
Mezzo
metro di grandine, con chicchi giganteschi, hanno devastato per
cinquanta minuti la zona di Borgomanero: l´altra sera, fra le 22,10 e
le 23, si è scatenato l´inferno. Pioggia torrenziale, vento
fortissimo e una grandinata che in zona non si ricorda a memoria d´uomo.
E´ stata la grandine a causare danni a catena: la rete fognaria è
stata praticamente bloccata dal ghiaccio e nel giro di un quarto d´ora
il centro cittadino è stato allagato, con i negozi e le abitazioni al
pian terreno invase dall´acqua; gli allagamenti hanno poi interessato
tutta la zona di Santa Cristina, Canuggioni, Tabuloni, Santo Stefano,
il Colombaro. Tre le frane, due al Colombaro (una ha lambito la
chiesetta della frazione) e l´altra a Piovino, fra Borgomanero e
Gargallo. Nelle scuole elementari di via Dante Alighieri e nella
scuola materna di via Alfieri è entrata acqua maleodorante
proveniente dalla rete fognaria, e ieri il sindaco, con un´ordinanza,
ne ha disposto la temporanea inagibilità. L´episodio più drammatico
si è verificato in via Novara, in corrispondenza del ponte
ferroviario, dove l´acqua ha superato il metro di altezza: sono
rimaste intrappolate nel «lago» tre auto, con quattro persone a
bordo, fra cui una suora. I quattro non riuscivano a uscire dalle
vetture e per alcuni minuti si è temuto il peggio: solo l´intervento
dei vigili del fuoco, che si sono prodigati per tutta la notte, ha
consentito di portarli in salvo. Disastrosa la situazione del centro
storico, soprattutto in corso Mazzini, dove il ghiaccio ha ostruito i
tombini e ha causato l´allagamento dei negozi. Fra le 24 e le due di
ieri notte, nel corso c´era un´atmosfera surreale, con la strada con
cumuli di ghiaccio, come dopo una maxinevicata, e i commercianti a
spalare l´acqua fuori dai negozi. La grandinata (intensa anche a
Gozzano) ha causato la rottura di tetti, la caduta di cornicioni e
alberi, ha distrutto le coltivazioni; le serre della zona sono andate
semidistrutte. A dare manforte ai vigili del fuoco di Borgomanero è
intervenuta una colonna mobile di pompieri di Milano; carabinieri,
polizia stradale, vigili urbani, forestale e volontari della
protezione civile hanno coadiuvato le operazioni di soccorso e
ripristino della viabilità. I danni ammontano a milioni di euro, ma
potranno essere conteggiati solo fra qualche giorno. Il maltempo ha
interessato anche la zona del Basso Novarese, dove l´Agogna è
straripata fra Novara e Granozzo con Monticello e ha causato ulteriori
danni alle coltivazioni, soprattutto quelle risicole. Gli argini del
fiume erano stati distrutti dall´alluvione del tre e quattro maggio e
non sono ancora stati riparati, così la notte scorsa l´acqua ha di
nuovo invaso le colture.
BORGOMANERO
CONTA I DANNI
Danni
per milioni di euro a strade, case, negozi, coltivazioni, e il Comune
ha chiesto il riconoscimento dello stato di calamità. «Nessuno a
Borgomanero ricorda una catastrofe di questo genere - dice il sindaco
Pierluigi Pastore - con la grandine che ha ostruito i tombini e ha
collassato la rete fognaria, provocando l´allagamento dei corsi e dei
negozi. Ho già iniziato il sopralluogo insieme ai tecnici comunali e
ai vigili urbani per capire l´entità dei danni, che sono veramente
molto alti: stiamo già raccogliendo le richieste di indennizzo».
Della città e dei dintorni la grandine non ha risparmiato nulla: ha
trasformato corso Mazzini prima in un´enorme ghiacciaia a cielo
aperto, poi in un lago; ha causato due frane al Colombaro e una a
Piovino; Santa Cristina la notte scorsa è rimasta isolata per alcune
ore perchè la strada di collegamento con Borgomanero era
completamente isolata dall´acqua. E´ stata distrutta la strada di
collegamento con la località Tabuloni, dove sono state allagate
praticamente tutte le abitazioni, così come è avvenuto in prossimità
dei due sottopassi, di via Novara e via Piave. Straordinario è stato
l´impegno dei vigili del fuoco, che hanno salvato quattro persone
intrappolate nelle auto bloccate dall´acqua in via Novara, dei
volontari della protezione civile, della forestale e di carabinieri e
polizia stradale.
Questi ultimi sono stati direttamente coinvolti dall´alluvione:
la strada davanti alla caserma dei carabinieri è stata completamente
allagata, mentre il comando della polizia stradale ha avuto un black
out telefonico di alcune ore. Lamentano danni gravi molti commercianti
del centro, perchè i negozi sono stati invasi dall´acqua e la merce
si è guastata. Drammatica la situazione delle colture: la grandine ha
raso a zero tutte le colture, comprese quelle orticole. Gravissimi i
danni anche alle abitazioni: non si contano i tetti letteralmente
ridotti a un emmental dalla grandinata, i cornicioni caduti, i
cancelli sfondati dai chicchi di ghiaccio ad indicare la violenza del
fortunale. «Chi ha subito danni - ricorda il sindaco Pastore - potrà
presentare la documentazione in municipio».
BURONZO,
SALVATA CON L´ELICOTTERO
A
VARALLO UN UOMO RAGGIUNTO SUL TETTO DELLA CASA DAI VIGILI DEL FUOCO
Decine
e decine di interventi, di soccorso tanto che qualcuno azzarda le
prime cifre: oltre 300 tra la Valsesia e il Vercellese. Ma due sono
stati davvero difficili, tanto che in un caso si è preferito far
intervenire addirittura un elicottero. In ordine di tempo il primo è
stato compiuto a Varallo, nella zona vicina al motel Agip, giusto in
prossimità della circonvallazione.
Qui in una casetta che si affaccia
sul fiume vive Franco Bognetti, un agricoltore che nonostante già due
volte abbia avuto a che fare con l´esondazione del Sesia (e gli «inviti»
dei soccorritori) tanto da essere salvato con un gommone, non vuole
trasferirsi altrove. Stavolta però l´operazione per recuperarlo è
stata più lunga e complessa. Il varallese, infatti, mercoledì dopo
aver portato in un luogo sicuro i suoi cavalli, non è più riuscito
ad attraversare il Sesia che in pochi attimi ha circondato la sua
casa. Quando ha dato l´allarme era ormai sera e il fiume al massimo
della piena. Così si è dovuto attendere l´arrivo di una fotocellula
e poi con una speciale attrezzatura raggiungere l´uomo che si era
portato sul tetto della casa, imbragarlo e portarlo sulla riva sicura.
Operazione compiuta alle 22,30 di mercoledì, sotto la pioggia
battente da un gruppo di vigili del fuoco. Invece è stata salvata da
un elicottero dell´aeronautica una trentacinquenne residente in una
cascina di Buronzo. La donna aveva chiesto aiuto quando l´acqua stava
per entrare in casa. Essendo impossibile raggiungerla con un «barcone»
dei vigili del fuoco è stato preferito un elicottero. Un militare si
è calato con il verricello, ha imbragato la donna e infine l´ha
riportata sul velivolo.
IN
TUTTO IL VERCELLESE UNA NOTTE DI ALLERTA CON L´INCUBO ALLUVIONE
Fiumi
gonfi d´acqua e ponti chiusi: non solo in Valsesia ma pure nel
Vercellese si è vissuta una lunghissima notte di paura, a partire dal
capoluogo dove da mezzanotte alle 4 di ieri mattina è stato chiuso il
ponte sulla Sesia. Si sono subito mobilitati con controlli a tappeto
la Prefettura, la Provincia, i Comuni (nel capoluogo l´assessore alla
Protezione civile Claudio Fecchio ha allestito il «Coc», il centro
operativo comunale), i vigili del fuoco, i vigili urbani e tutte le
forze dell´ordine che hanno monitorato il livello dell'acqua che,
secondo i preziosi dati forniti dal Consorzio Ovest Sesia Baraggia, è
rimasto di poco inferiore al livello della piena del 1993.
In località
Castelmerlino, fra Vercelli e Borgovercelli, dove già a maggio era
scattata l´emergenza, è di nuovo allarme rosso: ancora ieri il ponte
sulla «Sesiella» era chiuso e gli abitanti delle vicine cascine per
raggiungere le loro case hanno dovuto allungare il percorso passando
da Villata. La situazione nella zona, la scorsa notte, è stata
seguita passo passo dai vigili urbani, guidati dal comandante Giorgio
Spalla, e dagli assessori comunali Sergio Cucco e Maria Pia Massa. A
Trino, ancora ieri, il livello del Po si è alzato, mentre a Quinto,
nei pressi della confluenza di Elvo, Cervo e Sesia, le esondazioni
hanno interessato soprattutto gli scaricatori.
Ma sono stati i
torrenti ed i fiumi a provocare l´emergenza, e in questa situazione
di allarme il Consorzio Ovest Sesia Baraggia, allertato dalla
Prefettura, ha subito intensificato le normali operazioni di controllo
sul territorio. I problemi maggiori sono stati provocati dal livello
dell´acqua del torrente Elvo, nel comune di Carisio, e dalla Sesia,
nel tratto compreso fra il ponte stradale della Valsesia, a Romagnano,
ed il ponte per Ghislarengo. Si contano danni evidenti nei comuni di
Palestro, Caresana e Motta dei Conti, dove lo straripamento della
Sesia ha invaso e fatto straripare alcuni corsi d´acqua.
A
Crescentino per qualche ora si è temuto il peggio, ma per fortuna
pare che al momento giusto la Dora sia rinsavita, benchè non tanto da
non lasciare strascichi dietro di sè. Già ieri mattina l'assessore
comunale alla Protezione civile Vicky Paci, con un gruppo di
funzionari dello staff, ha perlustrato gli argini del bizzoso fiume;
ancora ieri pomeriggio l´assessore era tra idrovore e ruspe con gli
inviati dell'Ufficio del Magispo. L'inconveniente più vistoso è
stato l'allagamento del sottopassaggio che collega strada Ghiaro con
lo stabilimento Teksid, diventato quindi raggiungibile solo passando
dal paese: ieri le idrovore della Protezione civile erano impegnate
nell'azione di prosciugamento, e secondo l'assessore sarebbe stato
necessario lavorare ancora, almeno fino a notte inoltrata.
Le ruspe
sono intervenute sull'argine della Dora, nel tratto non ancora
completato; più a monte, dalle parti della frazione Galli, c'è stata
una leggera esondazione in zona di golena e comunque lontano dalle
ultime case isolate, ma già nel pomeriggio la situazione era tornata
sotto controllo. A Saluggia, nella zona tra la Dora e il canale Farini
in cui sorgono Enea e Sorin, questa volta il maltempo non si sarebbe
accanito: le acque del fiume sarebbero fuoruscite dall'alveo a monte
dello stesso centro abitato, comunque in una zona assolutamente priva
di rischi per le persone e gli insediamenti.
PIOGGIA
A DIROTTO TORNA LA PAURA DELL´ALLUVIONE
I
violenti nubifragi di ieri hanno riacceso i ricordi dell´alluvione
dell´ottobre 2000. Preoccupazione soprattutto in provincia: ad
Avigliana diverse strade sono state chiuse per allagamenti. Il canale
Naviglia, che scarica le acque dei due laghi nella Dora, ha raggiunto
il limite di guardia. Ovunque è stato di allerta in Val Susa: i
vigili del fuoco hanno tenuto sotto controllo la Dora Riparia e i vari
torrenti: l'abbassamento della temperatura ha inoltre portato una
spruzzata di neve oltre i duemila metri di quota.
La
Val Soana è isolata da ieri per una frana che ha tagliato in due la
provinciale 47 a Pont. I torrenti Orco e Soana sono rimasti per
fortuna sotto il livello di guardia, intanto sta tornando alla
normalità la situazione nell'Eporediese. Dalla nottata di ieri ha
cessato di piovere e già dalla prima mattina tutte le strade (ad
eccezione di quella tra Chiaverano ed Andrate) sono tornate ad essere
percorribili. Il violento nubifragio ha causato allagamenti e danni
anche a Caluso, dove due capannoni della Compuprint sono rimasti
completamente allagati.
STATO
DI ALLERTA AD AVIGLIANA, DOVE SONO TENUTI SOTTO CONTROLLO I LAGHI, E
NELLA VALLE DI SUSA
E´
bastata una giornata di pioggia intensa per far tornare la paura in
provincia di Torino, dove si sono verificati allagamenti che hanno
portato all´interruzione di molte strade. Questa la situazione.
ALTO
CANAVESE. Val Soana isolata da ieri per una frana che ha tagliato in
due la provinciale 47, in località Pian Rastello a Pont, causando una
voragine profonda una decina di metri ed impedendo ogni possibilità
di raggiungere Ingria, Ronco e Valprato. Le ruspe della Provincia sono
al lavoro da ieri all'alba per assicurare da questa mattina il
transito dei mezzi di soccorso. A Ronco staziona da ieri un elicottero
del 118 con un medico a bordo, pronto ad intervenire in caso di
necessità. «La situazione è sotto controllo - spiega il sindaco di
Valprato, Danilo Crosasso -, tutti hanno viveri e acqua. Ora l'unica
speranza è che non piova più». Sono undici, in totale, gli
smottamenti lungo la provinciale provocati dai rigagnoli che si sono
gonfiati improvvisamente a causa del nubifragio che si è abbattuto
mercoledì notte.
Acqua fango e detriti hanno raggiunto il fondovalle
abbattendosi in particolare Pont: Doblazio, Monpont, Villanuova, Voira,
Oltresoana sono le borgate più colpite. Lo scenario di ieri ricordava
quello delle alluvioni passate. Oltre una cinquantina gli scantinati
allagati, moltissime le auto danneggiate. Per tutta la giornata di
ieri squadre dei vigili del fuoco e della protezione civile hanno
lavorato senza sosta per liberare i piani seminterrati delle case. «Mai
vista tanta pioggia in così poco tempo, neppure nell'ottobre di un
anno e mezzo fa» dice il sindaco di Pont, Dante Barinotto.
I danni
sono ingenti, moltissime le strade secondarie chiuse per gli
allagamenti, provocati dallo scoppio dei tombini e dall'impressionante
quantità d'acqua dei rigagnoli che scendono a valle dalla montagna. I
torrenti Orco e Soana sono rimasti sotto il livello di guardia: «Per
fortuna in alta quota è caduta neve - afferma Barinotto - altrimenti
il disastro avrebbe assunto proporzioni maggiori». Nel resto delle
due vallate la situazione è sotto controllo. E' rientrata l'emergenza
anche in località Piantonetto, a Locana, dove è rimasta chiusa per
un giorno la strada che conduce alla diga del Teleccio, per il timore
di una frana.
EPOREDIESE.
Intanto sta tornando alla normalità la situazione nell'Eporediese.
Dalla nottata di ieri è cessato di piovere e già dalla prima mattina
tutte le strade (ad eccezione di quella tra Chiaverano ed Andrate)
sono tornate ad essere percorribili. Si è registrato soltanto qualche
disagio per consentire i lavori di ripristino. A Ivrea e in molti
paesi della cintura sono state centinaia le famiglie che hanno
trascorso la giornata ad asciugare scantinati e piani terreni allagati
dallo straripamento di torrenti e rogge. Tutti coloro che hanno
trascorso la notte fuori casa sono rientrati, ad eccezione di due
famiglie in località Paratore, a Borgofranco. E già si cominciano a
contare i danni. Colpito il settore agricolo: non esiste ancora una
stima esatta ma si parla di centinaia di miglia di euro. Ieri il
sindaco di Ivrea Fiorenzo Grijuela, a nome anche dei Comuni della
zona, ha chiesto il riconoscimento dello stato di calamità naturale a
Prefettura e Regione. La stessa cosa si appresta a fare la Regione per
il Canavese e le altre zone del Piemonte colpite dal nubifragio.
CALUSIESE.
Il violento nubifragio di mercoledì pomeriggio ha causato allagamenti
e danni anche nel Calusiese. In particolare, a Caluso, due capannoni
della Compuprint di via Martiri d´Italia 36, dove si costruiscono
stampanti per computer e contatori elettrici per l´Enel, sono rimasti
completamente allagati. I circa 100 dipendenti ieri sono rimasti a
casa per motivi di sicurezza e per ripristinare il tutto. Oggi l´attività
lavorativa è ripresa regolarmente. Ieri pomeriggio la Dora Baltea a
rotto gli argini alla periferia della frazione Borgoregio di Torrazza
Piemonte, allagando parte delle campagne circostanti, minacciando il
cascinale di Milano Fermo, con oltre 50 animali nella stalla.
VAL
SANGONE. I violenti nubifragi di ieri hanno creato seri problemi ad
Avigliana. Diverse strade sono state chiuse a causa di allagamenti, in
particolare le vie XXV Aprile, Oscar Borgesa e via Pontetto. Si sono
sviluppate delle microfrane in via Micheletta, e alla Mortera è
caduto un muro. Il canale Naviglia, che scarica le acque dei due laghi
nella Dora ha raggiunto il limite di guardia. A Giaveno i vigili del
fuoco hanno fatto diversi interventi per il prosciugamento di cantine
allagate.
VAL
DI SUSA. Stato di allerta in valle di Susa in seguito a due giorni di
piogge. I vigili del fuoco hanno tenuto sotto controllo la Dora
Riparia e tutti i torrenti a rischio: la portata dell'acqua è
aumentata ma non sono emerse situazioni di pericolo. I pompieri sono
intervenuti solo a Salbertrand per alcuni prosciugamenti di cantine
allagate. L'abbassamento della temperatura ha inoltre portato una
spruzzata di neve oltre i duemila metri di quota. L'asfalto reso
viscido dalla pioggia ha anche causato un incidente a Bussoleno con un
tre mezzi coinvolti ma non ci sono stati feriti gravi.
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