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RIVISTA DI METEOROLOGIA, CLIMA E GHIACCIAI
  

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DALLA DEPRESSIONE ATLANTICA "IMKE" AL CICLONE MEDITERRANEO "JOSEFINE"
ANALISI METEOROLOGICA DELL'ALLUVIONE NELL'ITALIA NORD-OVEST 
Claudio Castellano, Enrico Pangallo - SMS-Redazione Nimbus 
PRIMA FASE (9-12 ottobre 2000): profondo ciclone sulle isole britanniche 
Tra il 9 e il 12 ottobre 2000 un vasto e profondo ciclone atlantico è in formazione sulle Isole Britanniche e si approfondisce fino a raggiungere al suolo i 965 hPa. Sarà battezzato IMKE dal Servizio Meteorologico Tedesco. La prima perturbazione associata non è molto intensa e raggiunge l'arco alpino nel corso di martedì 10. La seconda attiva intense correnti meridionali da mercoledì 11, apportando le prime diffuse precipitazioni sulle Alpi Liguri e sul Verbano-Cusio-Ossola, poi anche sulle pianure settentrionali e orientali del Piemonte nel corso di giovedì 12. Un promontorio di alta pressione, ben strutturato anche in quota, di matrice nord-africana, è centrato sui Balcani e impedisce alla nuova perturbazione di procedere verso levante.  

 Analisi barica della situazione attuale al suolo - 11 ottobre ore 00 UTC
Fonte:The Met.Office

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Le correnti umide da sud-ovest attivate da IMKE portano piogge diffuse solo su Alto Piemonte e zone orientali, deboli e intermittenti su Torinese, Cuneese, Astigiano.

Seconda fase (13-17 ottobre 2000), ciclogenesi sul Mediterraneo: nasce Josefine 
Sul lato orientale della saccatura atlantica associata al ciclone IMKE, con asse sulla penisola iberica, si intensifica a tutte le quote un intenso flusso meridionale, caldo e umido, che investe le regioni nord-occidentali italiane. I contrasti termici e igrometrici sono evidenti a tutte le quote. Il fronte freddo della perturbazione inizia ad interessare il bacino occidentale del Mediterraneo dove si sviluppa una saccatura secondaria, figlia del ciclone atlantico IMKE, che assume nel corso di sabato 14 caratteristiche di ciclone mediterraneo. La ciclogenesi sul Mediterraneo è già evidente nella situazione meteorologica rilevata alle 00 del 13/10/2000. Il nuovo ciclone viene denominato JOSEFINE dal Servizio Meteorologico Tedesco.  

 Analisi barica della situazione al suolo - 13 ottobre ore 00 UTC
Fonte: DWD

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L'aria fredda affluita sul Mediterraneo Occidentale si trova a interagire con un mare caldo, a temperature ancora prossime ai massimi estivi. Il contributo, in termini di calore sensibile e di vapore, fornito dalla superficie marina è quindi considerevole e si somma a quello dovuto all'aria calda preesistente. La differenza termica e igrometrica tra le due masse d'aria rende disponibili grandi quantità di prodotti della condensazione. Inoltre un ulteriore contributo energetico è fornito dal calore latente (calore di trasformazione) liberato dalla condensazione stessa del vapore. 

Come risultato di tali processi termodinamici, si forma una intensa nuvolosità con numerosi Cumulonembi inglobati, responsabili dei primi picchi di pioggia sulle Alpi. Il moto al suolo del nuovo ciclone è in parte retrogrado e i venti da sud-ovest si spengono gradualmente, per essere sostituiti da un intenso flusso sciroccale che si presenta sul Piemonte con venti tra est e sud-est. Anche sul Piemonte occidentale, maggiormente esposto a tale circolazione orientale, le piogge divengono più diffuse. Sulle Alpi Graie, sulle valli del Rosa, e sull'ovest Ossola si rilevano le prime precipitazioni importanti, associate a un marcato innalzamento del limite pioggia-neve, determinato dall'intenso flusso sciroccale in corso.

Alle 01 locali di sabato 14 ottobre il sondaggio termodinamico di Milano Linate rileva la quota dell'isoterma zero °C prossima ai 3500 m. A rendere il fenomeno sempre più intenso e con il passare delle ore particolarmente calamitoso concorrono vari fattori. In primo luogo la presenza di un robusto promontorio anticiclonico sui Balcani e sull'Europa orientale rallenta lo spostamento verso est dell'area ciclonica, favorendo la persistenza dei fenomeni. Intervengono poi i fattori orografici: le zone alpine e prealpine piemontesi si trovano sopravvento rispetto alle intense correnti tra est e sud-est che le raggiungono. Un prolungato e intenso stau orografico (anche detto sbarramento, fenomeno che si verifica quando un flusso si incanala e si solleva in una valle stretta o contro un versante montuoso, in questo caso le valli occidentali) incrementa pertanto le precipitazioni su tali zone. 

La quota elevata dell'isoterma zero favorisce intense precipitazioni piovose, anziché nevose, anche sugli alti bacini montani, con ingrossamento dei corsi d'acqua e fusione della neve preesistente. Solo nella tarda serata di domenica 15 lo zero termico si abbassa sensibilmente, portando alcuni fiocchi di neve fin verso i 1000 m. 

La vicinanza geografica tra le Alpi occidentali e il minimo ciclonico, rende più intensa e vorticosa la circolazione sulle suddette aree, incentivando i moti ascensionali e di conseguenza le precipitazioni. Nelle giornate 16 e 17, il vortice ciclonico mediterraneo perde vigore ed è riassorbito nella vasta saccatura presente sull'Europa centro-occidentale. Il minimo al suolo si sposta verso nord-nord-est, in direzione della Germania settentrionale.  Dalle carte della situazione meteorologica al suolo dei giorni 14-15-16 ottobre è possibile osservare l'evoluzione del ciclone mediterraneo JOSEFINE. Alle 00 UTC (02 locali) del 15 ottobre il minimo é posizionato sul Golfo del Leone (visibile anche sull'immagine meteosat7 delle 0030 UTC)

 Analisi barica della situazione al suolo - 14 ottobre ore 00 UTC
Fonte:The Met.Office

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Analisi barica della situazione al suolo - 15 ottobre ore 00 UTC
Fonte:The Met.Office

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Immagine Meteosat banda infrarosso - 15 ottobre ore 00.30 UTC
Fonte:Università di Nottigham
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Analisi barica della situazione al suolo - 16 ottobre ore 00 UTC
Fonte:The Met.Office
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I nuclei più importanti delle precipitazioni sono stati rilevati nelle valli di Lanzo, in Valle Orco e sull'Ossola, dove numerose stazioni hanno fatto registrare valori compresi tra i 500 e i 700 mm. Ottima la rispondenza della previsione fornita dalle eccellenti prestazioni del Lokal Model del Servizio Meteorologico tedesco (DeutscherWetterdienst) e dai modelli italiani BOLAM e LILAM (emessi dal CNR-ISAO di Bologna, dal Dipartimento di Fisica dell'Università di Genova e dal Polo Meteorologico della Regione Liguria), sebbene questi ultimi due abbiano sottostimato la fase pluviometrica registrata sulle Alpi Graie tra venerdì e le prime ore di sabato.  


Modello BOLAM
Previsione del totale delle precipitazioni 
Fonte:Centro Meteo-idrogeologico della Regione Liguria

Totale precipitazioni da Venerdì 13 ore 12  UTC a Sabato 14 ore 00 UTC  
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Totale precipitazioni da Sabato 14 ore 00  UTC a Sabato 14 ore 12 UTC 
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Totale precipitazioni da Sabato 14 ore 12  UTC a Domenica 15 ore 00 UTC
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Totale precipitazioni da Domenica 15 ore 00 UTC a Domenica 15 ore 12 UTC 
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Totale precipitazioni da Domenica 15  ore 12  UTC a Lunedì 16  ore 00 UTC
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Le cause dell'evento alluvionale 

Le cause di questo evento meteorologico estremo possono essere così riassunte:

  1. L'intensità eccezionale del ciclone mediterraneo JOSEFINE, ben strutturato a tutte le quote, originatosi da un'irruzione di aria fredda sul Mediterraneo occidentale, che ha generato una depressione secondaria, poi isolatasi, figlia del vasto e profondo ciclone atlantico IMKE.

  2. Il moto del ciclone in parte retrogrado al suolo ha esposto il Piemonte a venti tra est e sud-est a tutte le quote;  

  3. Innalzamento del limite delle nevicate da 1500 a 3000 m; nuovo abbassamento solo a fine evento, da domenica sera.

  4. Fortissimo e prolungato stau orografico da est contro le Alpi occidentali con venti fino a 80 km/h anche a bassa quota e incanalamento del flusso nelle valli occidentali;

  5. Presenza di fenomeni temporaleschi per l'elevata temperatura con Cumulonembi affogati nella gran massa nuvolosa, in grado di provocare picchi di pioggia importanti;

  6. Sul Nord Piemonte gli effetti di JOSEFINE si sono sommati alle piogge occorse nella prima fase dell'evento

 

 

  
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