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RIVISTA DI METEOROLOGIA, CLIMA E GHIACCIAI
  

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MALTEMPO IN SICILIA
Da Il Giornale di Sicilia, 10 Settembre 2000
PALERMO
Un nubifragio su Mondello, alla Cala crolla un palazzo
Dopo lunghi mesi di siccità finalmente la pioggia. Ma il temporale di ieri su Palermo ha provocato notevoli danni ed emergenze. A Mondello molte strade si sono allagate, decine le richieste di soccorso ai vigili del fuoco da parte di automobilisti rimasti intrappolati. In alcuni punti l'acqua ha toccato il mezzo metro di altezza. Danneggiate le cabine sul mare. La stagione balneare sembra davvero finita, anche perché il 'ferro di cavallo', gonfiato dalle piogge, è stato aperto per motivi di sicurezza e un fiume di liquami ha invaso il golfo. In città l'emergenza è scattata nella zona della Cala. Un palazzo disabitato si è sbriciolato. Per precauzione sgomberate cinque famiglie da un edificio vicino.

Mondello si allaga, acqua alta mezzo metro
È la solita storia: piove per qualche ora e Mondello affonda. Strade trasformate in veri e propri laghetti, automobilisti impantanati, traffico in tilt, la piazza del paese isolata per mezza giornata, residenti costretti a indossare stivali per tornare a casa. Qualcuno ha affrontato l'acqua alta in bicicletta. La mareggiata ha danneggiato diverse cabine dello stabilimento balneare della società Italo-Belga. Un sabato nero per Mondello. Sin dalle prime ore del mattino degli operai dell'Amap hanno cercato di tamponare una situazione che è peggiorata di ora in ora, e alla fine sono stati costretti ad aprire le paratie ai due sbocchi del 'ferro di cavallo' per far defluire in mare l'acqua piovana. Nella zona compresa fra il lungomare e viale Principe di Scalea si è formata la consueta grande 'piscina' che in pratica ha reso impraticabili le due arterie per parecchie ore. In alcuni punti l'acqua ha raggiunto mezzo metro d'altezza. I vigili urbani hanno chiuso il lungomare all'altezza dello Stabilimento, le auto che arrivavano da piazza Valdesi erano costrette a tornare indietro. In viale Principe di Scalea la situazione era ancora più difficile. Le auto che provenivano dalla piazza, dirette verso la città, arrivavano nei pressi di via Circe e di fronte alla 'muraglia' dovevano fare retromarcia. Potevano passare solo i 'fuoristrada'. In piazza era possibile arrivare solo attraverso la 'pedemontana', la via Tolomea che corre a ridosso della montagna. Tante le telefonate di protesta al Giornale di Sicilia. 'Abito in viale Principe di Scalea e sono stato costretto a lasciare l'auto lontano per tornare a casa piedi via "mare", attraverso il marciapiede e le aiuole di viale Regina Elena e cercando di non finire con i piedi in qualche pozzanghera - ha detto Francesco Buttitta -. È un'indecenza'. Proteste pure dei commercianti. 'Per mezza giornata qui è stato il deserto - ha detto Lucio Amorosi, titolare di un noto bar nella piazza del paese -. Non c'erano cartelli che indicassero i percorsi alternativi. Sarebbe opportuno che gli organi competenti concentrassero l'attenzione su Mondello d'inverno, per evitare per quanto è possibile problemi durante la stagione balneare'. Il viale Regina Elena è stato riaperto al traffico solo dopo pranzo, mentre in viale Principe di Scalea si è tornati a circolare solo nel tardo pomeriggio. Allagato pure il viale Galatea, situazione difficile in via Mondello. Numerose le richieste di soccorso giunte ai centralini dei vigili del fuoco e della polizia municipale. Da Mondello alla città: allagamenti pure sulla circonvallazione nei pressi dei sottopassaggi di viale Lazio e di via Belgio, buche che si sono trasformate in trappole micidiali. L'acqua ha invaso numerosi scantinati, da via degli Orti a Tommaso Natale. Tante pure le segnalazioni di cornicioni pericolanti, nel centro storico, in piazza Bologni, nella zona del Policlinico, in via Empedocle Restivo.

ENNA
Piove, ma la crisi idrica non è finita

La pioggia, poca ma è arrivata, non certo in quantità tale da poter alimentare le sorgenti e gli invasi artificiali della provincia. Le preoccupazioni rimangono perchè cinque mesi di lunga siccità sono veramente tanti e le scorte idriche sono ridotte al lumicino, tanto è vero che l'erogazione in qualche caso sta diminuendo anche se in piccole percentuali. Qualche litro al secondo dalla diga di Ancipa per quanto riguarda il comune capoluogo, qualche litro anche dai pozzi comunali per tenere una scorta possibile, per cui le ore di erogazione si stanno riducendo giorno dopo giorno. Dai pozzi comunali di Bannata, Bannatella e Furma, che danno qualcosa come 37 litri al secondo, c'è stata una diminuizione, dovuta principalmente all'insabbiamento dei pozzi 'uno' e 'due' di contrada Bannata ed al pozzo di Furma, intasato dalla sabbia. "Da un sopralluogo effettuato dai nostri tecnici si è potuto constatare che almeno tre pozzi comunali hanno bisogno di interventi urgenti - ha dichiarato Giovanni Nicotra, presidente dell'Asen, l'azienda che gestisce l'erogazione dell'acqua - Sono stati stanziati 160 milioni per la esecuzione di questi lavori che vorremmo affidare all'Esa (Ente di sviluppo agricolo), che in un recente passato ha fatto dei buoni lavori nel potenziamento delle risorse idriche del capoluogo, trivellando alcuni pozzi. L'Esa dovrà darci una risposta entro dieci giorni, in caso contrario provvederemo ad interpellare una ditta specializzata nel settore per avere eseguiti i lavori nel più breve tempo possibile. Abbiamo bisogno che questi tre pozzi - continua Nicotra - possano riprendere la loro erogazione normale in modo da aumentare di diversi litri le nostre potenzialità idriche. Stiamo anche lavorando per migliorare le condizioni della condotta di distribuzione che, in qualche zona, presenta delle perdite consistenti che vorremmo eliminare. Per questo progetto dovremmo poter avvere dei contributi dall'assessorato regionale ai Lavori Pubblici". L'obiettivo primario dell'Asen è quello di dotare il capoluogo ennese di una dotazione idrica, proveniente dai pozzi comunali, di circa 50 litri al secondo in modo da essere, per certi aspetti, quasi autosufficienti, diminuendo la richiesta di acqua dalla diga di Ancipa con minori spese ed una diminuizione del costo dell'acqua. "E' un progetto che possiamo concretizzare - prosegue Giovanni Nicotra - ma è anche vero che dobbiamo realizzare degli altri serbatoi, nella zona dello Spirito Santo, in modo che per caduta , quindi senza consumo di energia elettrica, si possano alimentare il quartiere Monte e quello della zona di San Tommaso. Stiamo anche contattando l'Eas perchè il consumo di energia elettrica, per portare l'acqua da Enna bassa nelle vasche di raccolta del Castello di Lombardia, venga addebbitato all'ente regionale'. 'Questo comporterebbe per la nostra azienda speciale - conclude Nicotra - uno sgravio finanziario decisamente notevole".

MESSINA
Si ribalta un autotreno L'autostrada chiusa per dodici ore

Con le prime piogge torrenziali si ripropone il problema degli allagamenti in città. Tombini scoperchiati, torrenti ingrossati, traffico in tilt. La zona più colpita è quella nella periferia sud. Le precipitazioni hanno sconvolto i costoni sovrastanti le strade comunali e provinciali che collegano Giampilieri, Briga, Molino, Altolia ed il bivio per Pezzolo. Sulla statale 33 si sono riversati fiumi di fango che hanno isolato completamente Giampilieri e Molino. C'è voluto l'intervento dei mezzi del Comune che hanno lavorato ininterrottamente per ripristinare la viabilità. Ad Altolia una frana ha divelto alcuni pali dell'Enel creando un black-out totale durato per più di tre ore. A Briga Marina numerosi sono stati i negozi allagati, per il repentino innalzarsi del livello dell'acqua, dovuto all'otturazione degli scarichi. A Galati Sant'Anna, decine di automobili hanno transitato con l'acqua ormai fino agli sportelli, tant'è che il dirigente della viabilità, Pizzino, ha inviato prontamente ruspe per la rimozione dei detriti ammassatisi sulla carreggiata. La sala operativa dei vigili urbani, diretta dal comandante Minutoli, è stata sommersa da numerose chiamate di aiuto ed anche i vigili del fuoco hanno avuto il loro da fare con l'invio nella zona sud di numerosi mezzi di soccorso. E grande lavoro è stato fatto anche da parte della protezione civile della prefettura, per il coordinamento degli automezzi impegnati nel ripristino della viabilità ormai totalmente congestionata. Molta la paura infine per gli abitanti in prossimità dei torrenti, perché ancora è vivo il ricordo del nubifragio del settembre '98, in cui persero la vita 4 persone nel torrente Pace per l'ingrossarsi delle acque.

TRAPANI
Arriva la pioggia, città in ginocchio

Una giornata campale quella di ieri per i vigili del fuoco del Distaccamento di Via Selinunte. Una decina gli interventi che hanno dovuto effettuare in città e in periferia a causa dei violenti nubifragi che durante la notte e le prime ore del mattino si sono abbattuti sulla città. I tombini hanno risposto bene in quanto nelle scorse settimane, in previsione delle possibili piogge (per altro verso attese ed auspicate), l'amministrazione comunale ne aveva disposto la pulizia e l'acqua è defluita verso il mare pressocchè normalmente. Allagamenti, invece, si sono verificati sulla via Mazara, in corrispondenza della Villa Araba. Qui la sede stradale è rimasta completamente allagata per alcune ore con gravi disagi per il traffico automobilistico. Alcuni interventi sono stati effettuati nel centro urbano per liberare gli scantinati dall'acqua che vi si era riversata. Un intervento è stato fatto anche alla stazione degli autobus in piazza del Popolo proprio per infiltrazioni d'acqua. I vigili del fuoco sono intervenuti inoltre per rimuovere rami d'alberi finiti sulle strade e rimuovere pericolose insegne luminose, cartelloni pubblicitari e alcuni cornicioni pericolanti.

Viticoltori in crisi, la siccità ha 'bruciato' la produzione
Si susseguono le iniziative per cercare di tamponare la grave crisi che ha colpito i viticoltori trapanesi a causa del gran caldo di agosto e il perdurare della siccità che hanno "bruciato" oltre il 40 per cento della produzione di quest'anno. L'assessore regionale all'agricoltura, Totò Cuffaro e l'onorevole Massimo Grillo, componente della commissione Agricoltura della Camera hanno incontrato a Roma il ministro delle politiche agricole, Paolo Pecoraro Scanio, su quella che è la drammatica situazione della viticoltura oggi. I due esponenti politici hanno così ricevuto precise assicurazioni da parte del Ministro sulla principale emergenza odierna legata alla siccità. Come è noto da parte dei deputati regionali e nazionali e delle organizzazioni sindacali e di categoria c'è una mobilitazione generale per il riconoscimento dello stato di calamità naturale legato, appunto, a quelle che sono state le condizioni climatiche degli ultimi mesi. C'è preoccupazione negli ambienti vitivinicoli locali, che appaiono in preda ad una sorta di sfiducia, proprio perchè la situazione è di estremka gravità e proprio lo stato di calamità naturale, coistituirebbe l'unica ancora di salvezza per la categoria così durametente colpita. Al governo regionale è stato chiesto uno specifico intervento volto a fare slittare alcune scadenze che incombono sui viticoltori. Sono quelle relative alle cambiali agrarie e al pagamento degli oneri contributivi. 'Senza questi provvedimenti - dicono i viticoltori - sarà la fine definitiva di molte delle nostre aziende agricole'. E anche se questi temi, oltre che sulla questione dei programmi di arricchimento dei prodotti vitivinicoli, l'impegno di Pecoraro Scanio che, intanto, domani sarà a Palermo.

CALTANISSETTA
Acqua, l'emergenza rimane anche se piove

Piove, ma resta l'emergenza idrica, anzi, come dice il sindaco Totò Messana: 'Non è il momento di abbassare la guardia, ma dobbiamo essere sempre vigili e sollecitare l'inizio dei lavori delle opere previste dal decreto della Protezione Civile'. La poca acqua di queste ultime ore è comunque servita ad integrare, anche se di poco, le magre scorte della diga del Fanaco in territorio di Castronovo e le scorte dell'invaso Leone. Si parla, comunque, di un modesto quantitativo di acqua, quasi ininfluente, per modificare il programma restrittivo che l'Eas ha predisposto per diminuire la dotazione idrica di alcuni comuni dell'Isola. Grazie proprio a questo programma di razionalizzazione rispetto alle contigenti disponibilità, l'Eas ha potuto fino ad oggi garantire il fabbisogno della popolazione e ritardare il completo esaurimento della disponibilità di acqua presente negli invasi. Ieri l'altro, il sindaco Messana e il vice commissario straordinario dell'Eas, Liguori, hanno sollecitato per l'ennesima volta il ministero dell'Ambiente per la richiesta di valutazione dell'impatto ambientale necessario e propedeutico per l'inizio dei lavori dell'avantiga del Blufi. Dopo la consegna dello 'studio' sull'ambiente commissionato dall'Eas, il ministro si era riservato 60 giorni di tempo per formulare le proposte o dare il via libera all'inizio dei lavori. Siamo già quasi alla scadenza del termine prefissato dallo stesso ministero dell'Ambiente, ma ancora non si intravedono segnali positivi o negativi sulla richiesta del parere di impatto ambientale. Bisognerà adesso evitare - come dice il sindaco Messana - che queste poche gocce di acqua cadute in queste ultime ore possano indurre gli enti preposti a ritardare l'inizio dei lavori programmati per migliorare l'approvvigionamento idrico del capoluogo. Tra queste opere figura, come prioritaria, la costruzione del potabilizzatore della diga Olivo e delle vasche di raccolta dei fanghi provenienti dall'acqua depurata. Era una delle opera i cui lavori avrebbero dovuto iniziare prima delle fine dell'estate per consentire entro il mese di novembre di derivare, in caso di effettivo fabbisogno, un milione di metri cubi di acqua, atraverso l'acquedotto Geraci-Geracello, in direzione di Caltanissetta. I lavori non sono ancora iniziati e a quanto sembra non è stata nemmeno esperita la gara di appalto per l'affidamento dei lavori ad una impresa.

 
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