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RIVISTA DI METEOROLOGIA, CLIMA E GHIACCIAI
  

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 OPINIONI 
SERVIZIO METEOROLOGICO NAZIONALE DISTRIBUITO?
TORINO, 22 Gennaio 2001 - Un comunicato ANSA che cita alcuni dati pluviometrici riferiti all'alluvione piemontese, riporta le seguenti dichiarazioni da parte del sottosegretario al coordinamento della Protezione civile, Aniello Di Nardo, che sottolinea che "un passo avanti importante sara' compiuto con la costituzione del Servizio meteorologico nazionale distribuito''. Uno schema di decreto legislativo in materia, ha assicurato Di Nardo, sara' presto all'esame della presidenza del Consiglio dei ministri.

Da molti anni il mondo italiano della ricerca sulle scienze dell'atmosfera  non condivide questa impostazione che rischia di sancire per legge l'esiziale frammentazione della meteorologia nazionale. A questo proposito ecco gli autorevoli commenti del Prof. Sabino Palmieri riportati nell'ultimo capitolo del nuovissimo libro "Il Mistero del tempo e del clima" ( Edizioni CUEN cuen@cittadellascienza.it, Napoli, Lire 26.000, ISBN 88 7146 513-X, , pagina 193) 

"L'evoluzione delle strutture nazionali nel campo delle scienze dell'atmosfera e della idrologia è caratterizzata dalla progressiva "erosione" ed indebolimento dei Servizi di Stato  ( Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare e Servizio Idrografico e Mareografico). Una delle cause è da attribuirsi alla "regionalizzazione" nel settore della meteorologia e della idrologia, realizzato inizialmente senza garantire le linee generali di guida e di coordinamento di un ente centrale, come suggerirebbe il fatto che le perturbazioni meteorologiche si sviluppano e si propagano rapidamente interessando nel giro di due tre giorni tutte le regioni italiane ed addirittura l'intera area dell'Europa e del mediterraneo e che anche i maggiori bacini fluviali della penisola coinvolgono parecchie Regioni. Questa situazione ha portato in alcuni casi alla costituzione di Servizi Regionali Autonomi, con notevole dispendio di risorse, duplicazioni e, in qualche caso, con ambizioni di organici e funzioni che vanno ben oltre le necessità regionali. A questa sconcertante disarticolazione, nel maggio del 1989, cerca di porre riparo, nel settore dell'idrologia, la Legge n. 183 "Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo" con la quale vengono istituiti, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, i "Servizi Tecnici Nazionali" fondendo alcune strutture dei Ministeri dei Lavori Pubblici e dell'Ambiente. 
La funzione più rilevante attribuita a questi Servizi, è quella di realizzare un sistema informativo ed una rete di rilevamento e sorveglianza, integrati sull'intero territorio nazionale. Nei Servizi tecnici Nazionali non confluisce il Servizio Meteorologico dell'Aeronautica e nel caso della meteorologia, il problema del coordinamento nazionale resta insoluto. [...] Nel 1981 dopo un periodo di gravi tensioni nell'ambito del personale militare addetto al controllo del traffico aereo, viene creata l'Azienda Autonoma per l'Assistenza al Volo . Per quanto riguarda la meteorologia, questo nuovo ente diviene responsabile dell'assistenza al volo per l'Aviazione Civile limitatamente alle previsioni aeroportuali. Con questo curioso ed irrazionale confine dei compiti istituzionali si tenta di evitare la duplicazione dei servizi meteorologici in campo civile e militare, lasciando all'AM la responsabilità tecnica di gran parte della meteorologia aeronautica ed anche una frazione cospicua di risorse finanziarie derivate dalle tasse in rotta, pagate dai vettori che utilizzano lo spazio aereo nazionale. Pochi anni dopo, il passaggio della responsabilità della gestione dei programmi internazionali sul "Clima Globale" all'ENEA (Ente per le Nuove tecnologie, l'Energia e l'Ambiente) che già operava nel campo della qualità dell'aria e dell'impatto ambientale come ente di consulenza del Ministero dell'Ambiente, rinsalda il ruolo del nuovo soggetto nello scenario nazionale delle istituzioni che si occupano di meteorologia e climatologia. Contrariamente a quanto accaduto in Italia nei tre grandi paesi europei, Francia, Germania e Regno Unito, i Servizi Nazionali dedicati alla meteorologia, di fronte alle mutate situazioni esterne, hanno subito adattamenti senza erosioni orientandosi verso la ricerca applicata e l'elaborazione di nuovi prodotti specializzati a valore aggiunto. Nel Marzo 1998 il decreto legislativo n. 112, sancisce la nascita di una sorta di "Confederazione" di tutte le strutture di Stato e regionali che si occupano di meteorologia, alla quale si attribuisce la denominazione di "Servizio Meteorologico Nazionale Distribuito", guidato da un ampio consiglio direttivo (nel quale sono rappresentati gli enti di Stato e le Regioni) e da un comitato scientifico. A questo miscuglio eterogeneo di enti meteorologici la legge assicura "autonomia scientifica, tecnica ed amministrativa", ciò che appare utopistico se si tiene conto che ne fanno parte strutture diversissime, con dipendenze giurisdizionali, amministrative e tecniche totalmente diverse (militari, civili dello Stato e delle Regioni). Al contrario di quanto saggiamente espresso per l'idrologia nella già è menzionata legge 183, il decreto istitutivo del "Servizio Meteorologico Nazionale Distribuito" omette di individuare un Ente Centrale responsabile del sistema informativo e della rete meteorologica nazionale di osservazione. Inoltre non vengono specificati i compiti delle strutture di Stato e regionali che si dedicano alla meteorologia. La Legge sembra ispirata dall'ambizione di alcuni enti meteorologici regionali al riconoscimento dello status di "Servizio Nazionale", con la possibilità di potersi presentare, in alcune occasioni, nella veste di "Servizio Meteorologico Nazionale"  [...] Forse, come in altri campi, si può sperare soltanto in una rinascita organizzativa legata ad iniziative dell'Unione Europea che già hanno dato buoni frutti come l'ECMWF. Come si è visto tale iniziativa, ispirata dalla logica evolutiva della meteorologia come scienza globale e senza confini, è completamente antitetica ad un indirizzo di  decentramento territoriale realizzato senza alcun criterio "

 

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