OPINIONI 
Riceviamo questa lettera che, oltre ad informarci di un fatto sicuramente interessante, segnala la necessità di una maggiore attenzione nei confronti dell'ambiente di alta montagna.

PRELIEVI DI NEVE SUL GHIACCIAIO DELLA MARMOLADA

Franco Secchieri, geologo

13 Gennaio 2002 - La straordinaria siccità di questo inverno ha determinato seri problemi nella gestione delle piste da sci dato che, per la mancanza quasi totale di neve, si è dovuto fare ricorso in modo massiccio all’innevamento artificiale che ha richiesto un notevole dispendio di risorse, ma che è riuscito a salvare la stagione natalizia in molte località.

Non dappertutto, però, si sono sfruttati i cannoni: per alcune piste sulla Marmolada si è prelevata la materia prima direttamente dalla superficie del ghiacciaio, dove era ancora presente un modesto accumulo anche sull’intero settore frontale.

Questa operazione è stata certamente effettuata in maniera improvvisata e fuori da qualsiasi tipo di regolamentazione dato che non mi pare esistano norme specifiche in materia, una carenza abbastanza grave data la delicatezza del problema. Così l’ubicazione e l’entità del prelievo sono lasciate alla discrezione degli operatori i quali potrebbero nemmeno essersi posti il problema delle conseguenze glaciologiche di un simile intervento.

In realtà l’asportazione di neve da una vasta porzione di superficie gelata, fatto di cui sono stato diretto testimone, avrà sicure ripercussioni negative sul bilancio idrologico del più grande e famoso ghiacciaio delle Dolomiti. Viene perciò fatto di chiedersi come sia stato possibile effettuare un simile intervento su un ambiente per sua natura estremamente delicato e vulnerabile, oltre che altamente rappresentativo delle dinamiche climatiche in atto, senza una qualsiasi forma di controllo e nel disinteresse più totale. 

E’ facilmente intuibile come la sottrazione di massa da un ghiacciaio possa generare una significativa accelerazione dei processi di fusione, stravolgendo quindi i meccanismi naturali di vita del ghiacciaio stesso. Va rilevato, inoltre, come il periodo attuale risulti essere di estremo interesse a motivo della diversità delle situazioni che si sono verificate nell’annata precedente e in quella attuale: la prima caratterizzata da una eccezionale quantità di precipitazioni nevose, la seconda da una altrettanto eccezionale siccità. Una simile diversificazione di condizioni rappresenta un fenomeno di indubbio interesse ai fini di uno studio comparativo tra andamenti climatici e meteorologici e bilanci idrologici per gli alti bacini di accumulo, motivo per cui qualsiasi tipo di intervento che manometta in qualche modo lo stato della coltre nevosa, oltre che provocare consistenti effetti negativi, rende più difficoltosa l’eventuale analisi delle situazioni.

Il prelievo che è stato effettuato potrebbe portare ad annullare i benefici dei precedenti accumuli, accentuando le conseguenze negative di una stagione, quella attuale, che pare aver oramai raggiunto, se non superato, la soglia di allarme per il deficit di accumulo della riserva idrica in forma solida, non solo per la Marmolada, ma per tutti i bacini della regione dolomitica e dell’intero settore meridionale delle Alpi.
In un simile contesto interventi di questo tipo, anche se apparentemente di modesta entità, non possono che contribuire ad aumentare la precarietà di una situazione già di per se preoccupante.

Sarebbe perciò auspicabile un interessamento e una qualche forma di controllo, anche scientifico, ogni qual volta si interviene in questi particolari ambienti.

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