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MARZO 2013 IN ITALIA: PRECIPITAZIONI STRAORDINARIE, MA FREDDO SOLO AL NORD

05.04.2013
SMI - Redazione Nimbus

Nelle ultime settimane si è notato un netto ritardo nell'avvio della primavera, tuttavia – dati alla mano – marzo 2013 è stato più freddo del normale solo al Nord Italia, dove hanno agito maggiormente le circolazioni depressionarie alimentate da aria artica più attive sul Centro-Nord Europa.

Secondo l’ISAC-CNR tra Alpi e Valpadana le temperature medie mensili sono state inferiori al normale di 0.5 ÷ 1.5 °C, mentre sul resto d’Italia il mese è stato perfino un po’ più tiepido del consueto, con eccessi termici fino a 1 °C al Sud, frequentemente raggiunto da aria calda portata da scirocco e libeccio.

A livello nazionale queste anomalie di segno opposto si sono bilanciate decretando così una situazione complessivamente normale.

 

Anomalie termiche mensili nel marzo 2013 in Italia (da www.isac.cnr.it). Dai valori sotto media del Nord (scarti negativi fino a 1-2 °C al Nord-Ovest) si passa a condizioni un po' più miti del consueto al Centro-Sud. A scala nazionale, la situazione si è bilanciata determinando un mese termicamente nella norma.

 

A Torino marzo 2013, con una temperatura media mensile di 7.8 °C (scarto -1.3 °C rispetto al 1961-90 e 
-2.4 °C rispetto al più recente e caldo trentennio 1981-2010), è stato il più freddo dal 1986 (7.8 °C), sebbene molto simile anche a quello del 1996 (8.0 °C). Si noti tuttavia come fino alla metà degli Anni 1980, prima del riscaldamento atmosferico che ha segnato in particolare gli ultimi due decenni, situazioni di questo tipo fossero decisamente più ricorrenti.

Europa centro-settentrionale: qui l'anomalia termica di marzo 2013 è stata particolarmente pronunciata, con bufere di neve e gelate inconsuete. In particolare secondo il britannico MetOffice si è trattato del marzo più rigido dal 1962 nel Regno Unito, con 3 °C sotto media.

Ma tornando all'Italia, in netto eccesso sono state invece, le precipitazioni, superiori del 60% rispetto alla media nell’insieme dell'Italia, con apporti straordinari dalla Liguria, all'Appennino Tosco-Emiliano, al Nord-Est. Tale anomalia è imputabile ai ricorrenti flussi umidi atlantici, con direzione di provenienza occidentale in alta quota (livello isobarico di 500 hPa, circa 5000 m) e sud-occidentale alle quote intermedie (850 hPa, circa 1400 m), laddove avviene la maggiore interazione tra flusso aereo e rilievi (sbarramento orografico sui versanti sopravento).

 

Carta delle anomalie di geopotenziale alla superficie isobarica di 850 hPa (circa 1400 m): si noti l'ondulazione sull'Italia, segnale di frequenti situazioni con venti tra Ovest e Sud-Ovest che hanno determinato il ricorrente sbarramento dell'aria umida da parte dell'arco appenninico settentrionale e delle Alpi orientali (Fonte: NOAA).

Tra il Genovesato, la Lunigiana e la pianura emiliana si sono raccolti apporti pluviometrici in genere 3 volte superiori al normale, talora eccezionali per il mese di marzo o per l'intero trimestre gennaio – marzo 2013. Ecco alcuni dati significativi:

Genova: 333 mm di pioggia all’Università (Albaro), apporto triplo rispetto alla norma,
marzo più piovoso dal 1916.

Pontremoli: l'osservatorio SMI ha rilevato 456 mm, pari anche qui al triplo del normale, terzo caso da inizio misure nel 1878, dopo il marzo 1937 (605 mm) e il marzo 1901 (prossimo a 500 mm).
E' stato anche un mese molto grigio: il sole ha brillato per sole 90 ore, poco più della metà del normale (166 ore).

Inoltre, accumuli pluviometrici record per marzo dalla costa apuana alla Lunigiana orientale e meridionale e all'alta Garfagnana: 427.3 mm a Gragnola, 606 ad Aulla, 924 mm a Campagrina (comune di Stazzema, bacino del Serchio).

Modena: 135.1 mm in marzo all'Osservatorio Geofisico, non accadeva dal 1964 (159.7 mm). Ma il primo trimestre 2013 (gennaio-marzo) è stato il più ricco di precipitazioni da un secolo: 292.1 mm di pioggia e neve fusa, primato dal 1909 (quando nel medesimo periodo dell'anno si raccolsero 322.9 mm).

Parma: 215.2 mm in marzo, terzo più piovoso dal 1878 dopo il 1964 (277.2 mm) e 1904 (253.7 mm), e apporto pari a due volte e mezzo il normale. Qui la quantità raccolta nei primi tre mesi dell'anno, 432.8 mm, è un record da inizio serie, e pari alla metà della precipitazione media annua (mentre scriviamo, sono in corso allagamenti e frane proprio nel Parmense a causa di ulteriori intense precipitazioni che anche in pianura hanno già superato gli 80 mm da inizio aprile).


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