Con giornate anticicloniche e di tepori
straordinari su gran parte d'Europa si è chiuso il trimestre
dell'inverno meteorologico 2018-19.
Al Nord Italia la stagione è stata nel complesso più mite e secca
del normale a causa della prevalenza di alte pressioni o di venti
settentrionali con effetto-foehn sul versante sudalpino.
Si è verificato un solo evento perturbato intenso e significativo,
l'1-3 febbraio 2019, con un po' di neve in Valpadana occidentale
(5 cm a Piacenza, 3 cm a Torino),
libeccio e scirocco impetuosi, e piogge molto forti sull'Appennino
settentrionale e al Nord-Est (388 mm all'Abetone, rotta del fiume Reno
nel Bolognese, grande
piena sotterranea del Timavo nel Carso).

Precoce fioritura di
un Prunus a Cavoretto, a circa 400 m sulla collina di Torino,
il 27 febbraio 2019, giornata tra le più calde mai registrate in
questo mese al Nord Italia e in Toscana: 22,5 °C al vicino
osservatorio di Moncalieri (4° valore più elevato in febbraio dal
1865), ma in particolare nuovi record assoluti di temperatura massima
a Faenza-Oss. Torricelli (22,3 °C),
Ferrara-San Luca (24,0 °C) e Grosseto-aeroporto (22,8 °C) (f. Domenico
Rosso).
Caratteristica dominante della stagione è
stata l'anomala insistenza di alte pressioni sull'Europa occidentale e
di basse pressioni tra i Balcani e il Mediterraneo centro-orientale
(carta sotto): ne sono conseguiti flussi in prevalenza
settentrionali, con carenza di precipitazioni al Nord Italia,
sottovento alle Alpi (e spesso episodi di foehn tiepido soprattutto al
Nord-Ovest), al contrario tempo frequentemente perturbato, piovoso,
ventoso e piuttosto freddo al Meridione.

Anomalie del
geopotenziale alla superficie isobarica di 500 hPa
(circa 5500 m di quota) nel trimestre dicembre 2018 - febbraio 2019 in
Europa.
Come evidenziato dai colori arancio-rosso, gli anticicloni in quota
hanno insistito ben più del consueto sull'Europa occidentale, al
contrario il tempo è stato frequentemente depressionario tra i Balcani,
il Sud Italia e il Mediterraneo centro-orientale, con ripetute
situazioni di vento da Nord (Fonte:
ESRL-NOAA).
TEMPERATURE: CIRCA 1 °C SOPRA MEDIA AL
NORD-OVEST,
PIU' FREDDO AL CENTRO-SUD, SPECIE IN GENNAIO
Sulle pianure del Nord-Ovest le
temperature medie trimestrali sono state circa
1 °C superiori al
normale, in particolare con il contributo dei valori massimi a
causa dell'elevato numero di giorni sereni (dunque con ampie
escursioni termiche tra notti di freddo ordinario e pomeriggi troppo
miti).
All'osservatorio di
Moncalieri, con media di 4,5 °C (scarto +1,0 °C dal trentennio
1981-2010), è stato il 13° inverno più mite dal 1865.
Gli unici periodi freddi si sono verificati a
metà dicembre 2018 e nella terza decade di gennaio 2019, e solo in
qualche zona di pianura e fondovalle a Sud del Po si sono toccate
minime giornaliere inferiori a -10 °C a bassa quota, nelle notti
serene successive alla nevicata del 23 gennaio (-14,6 °C a Castell'Alfero,
Asti, il 25 gennaio 2019).

Serie delle
temperature medie invernali a Moncalieri - Collegio Carlo Alberto: 13°
inverno più mite dal 1865, con media di 4,5 °C, e scarto di +1,0 °C
rispetto al trentennio 1981-2010.
Evidente la tendenza al riscaldamento,
pari a +1,7 °C/secolo.
Situazione termica analoga
all'osservatorio universitario di Parma, con media trimestrale
di 5,5 °C e scarto di +1,3 °C rispetto al 1981-2010, 8° inverno più
tiepido dal 1878.
All'osservatorio SMI di
Pontremoli l'anomalia mite dell'inverno 2018-19 è stata un
po' meno pronunciata (scarto trimestrale +0,7 °C), e procedendo
verso il Sud Italia la stagione si è fatta perfino moderatamente più
rigida del normale soprattutto con il contributo del freddo mese
di gennaio 2019 (scarto mensile -1 °C a scala nazionale, con punte
prossime a -3 °C in Sicilia; fonte:
CNR-ISAC).



Carte delle anomalie
termiche di dicembre 2018, gennaio e febbraio 2019 in Europa. Al Nord
Italia - e soprattutto al Nord-Ovest a causa dei frequenti episodi di
foehn - hanno prevalso scarti positivi (più mite del normale), mentre
al Centro-Sud è stato relativamente più freddo, specie in gennaio, per
la maggiore esposizione a flussi balcanici (fonte:
Weatherbell).
PRECIPITAZIONI: SCARSE AL NORD,
COPIOSE AL SUD
Il Nord-Ovest è stato la zona più asciutta d'Italia durante l'inverno
2018-19, quasi continuamente sottovento alle Alpi rispetto alle
correnti settentrionali prevalenti.
A Torino si sono raccolti appena 27 mm di pioggia e neve fusa,
un quarto del consueto, e più secchi di questo nell'ultimo secolo
furono soltanto, andando a ritroso, gli inverni (quasi tutti recenti)
2012-13, 1999-2000, 1989-90, 1980-81 (il più asciutto di tutti con 5,6
mm) e 1951-52.

Serie delle
precipitazioni del trimestre dicembre-febbraio dal 1803 a Torino: non
si individuano tendenze significative, tuttavia cinque dei dieci
inverni più secchi in 217 anni di osservazioni si sono concentrati
nell'ultimo quarantennio. L'inverno 2018-19, con 27 mm di pioggia e
neve fusa (barra rossa; fonte: stazione
ARPA Piemonte
di via della Consolata), si colloca all'11° posto tra i più asciutti,
mentre in prima posizione tra i minimi troviamo la stagione 1980-81,
con appena 5,6 mm d'acqua.
La carenza stagionale di precipitazioni si è un po' smorzata
procedendo verso Est, con 76 mm totali a Parma e 144 mm a
Udine-Sant'Osvaldo (circa
metà della norma).
Decisamente abbondanti invece le
precipitazioni al Sud Italia, raggiunto dai frequenti fronti
freddi da Nord che scorrevano sul lato orientale dei tenaci
anticicloni sull'Europa occidentale: in Sicilia, spiccano i 351
mm piovuti a Messina e i 461 mm di Monreale-Vigna Api (rete
SIAS),
e già il 1° febbraio 2019 l'insieme dei laghi artificiali dell'isola
conteneva 601 milioni di metri cubi d'acqua, come non si vedeva dal
febbraio 2010, e vicino alla massima capacità d'invaso: una
situazione incoraggiante per la campagna irrigua della prossima estate
(fonte:
Osservatorio delle Acque).

In un inverno
complessivamente piuttosto secco al Nord Italia, ha spiccato tuttavia
l'intenso evento perturbato dell'1-3 febbraio 2019, l'unico con
caratteristiche sciroccali di tutta la stagione. Qui sopra, il Reno in
piena a Sasso Marconi (Bologna), gonfiato da piogge torrenziali cadute
fin sul crinale appenninico
a 2000 m (388 mm in 3 giorni all'Abetone). Più a valle il fiume rompe
gli argini allagando gravemente la pianura tra Castel Maggiore e
Bonconvento
(f. Riccardo Grimaldi, via pagina fb
Emilia-Romagna Meteo).
POCHI CENTIMETRI
DI NEVE IN VALPADANA,
MA GRANDI NEVICATE SULLE ALPI DI CONFINE CON L'AUSTRIA
Per le stesse ragioni indicate
sopra, quanto a nevicate sulle pianure del Nord è stato un inverno
magro, con totali di neve fresca di appena 7 cm a Torino, 10 cm a
Piacenza-Alberoni e 11 cm a Parma-S. Croce (le medie annue del periodo
1961-2017 in queste città erano rispettivamente di 23, 43 e 30 cm...).
Le nevicate copiose a bassa quota sono state solamente un paio, e per
lo più a Sud del Po: il 16-17 dicembre 2018 tra Emilia
orientale e Romagna (10 cm a Bologna), e il 23 gennaio 2019 sul
basso Piemonte (30 cm a Cuneo, circa 40 cm intorno a Ovada).
Sulle Alpi il manto nevoso è rimasto abbondante per tutta la
stagione solo oltre i 2000-2500 m grazie alle copiose
precipitazioni avvenute tra fine ottobre e metà novembre 2018, mentre
a quote inferiori, a parte effimeri episodi, hanno prevalso prati
secchi e brulli.
Hanno fatto eccezione i settori alpini al confine con l'Austria,
esposti a prolungate precipitazioni da sbarramento da Nord,
specialmente tra il periodo natalizio e la prima metà di gennaio 2019,
quando a quote di 1500 m in Valle Aurina la neve era spessa circa 1,5
m.
L'unica nevicata abbondante dell'inverno fino a quote di fondovalle su
gran parte delle Alpi italiane si è verificata a inizio febbraio 2019,
soprattutto tra le Alpi Marittime e l’alta Val Susa (rari gli
80 cm caduti in circa 30 ore a Bardonecchia, traffico paralizzato in
Valle Stura di Demonte), nonché sulle Alpi orientali (70
cm a Vipiteno e fino a 90 cm sulle Dolomiti, chiusa l’Autobrennero per
una valanga presso il confine con l’Austria, e diversi passi tra cui
il Sella, il Pordoi e il Falzarego; ben 168 cm di neve fresca in 48
ore al Rifugio Gilberti, a 1850 m sulle Alpi Giulie).

Il Centro-Nord Italia
visto dal satellite
NASA-Terra (sensore MODIS, canale visibile) il 25 gennaio 2019 (h
10:10 UTC), circa 36 ore dopo una delle poche nevicate che durante
l'inverno 2018-19 hanno interessato le pianure del Settentrione, con
un massimo di circa 40 cm di neve fresca intorno a Ovada (AL). Si nota
il territorio innevato a Sud di una linea che va dalla via Emilia,
alla Lomellina e all'Anfiteatro Morenico di Ivrea.

La borgata Vazon di
Oulx (1650 m, alta Val di Susa) durante le effimere schiarite al
mattino del 2 febbraio 2019, dopo la copiosa nevicata da 70 cm del
giorno precedente. Benché sia stato l'unico episodio nevoso di rilievo
dell'inverno 2018-19 alle quote sotto i 2000 m sulle Alpi occidentali,
verrà ricordato per l'inconsueta intensità. Il nivometro automatico
ARPA Piemonte
al vicino Rifugio Rey (1800 m) conferma una caduta di 72 cm di neve
fresca quasi interamente concentrati nella giornata del 1° febbraio.
Nella serie di misura dal 2002, pochi altri eventi avevano totalizzato
quantità confrontabili in un solo giorno: 87 cm il 1° novembre 2003 e
66 cm l'8 gennaio 2018 (f. Luca Mercalli).
FINE FEBBRAIO 2019: BREVE TEMPESTA TRA GIORNI DI CALDO RECORD
Dopo un inizio
perturbato, febbraio 2019 ha visto un lungo periodo di stabilità
a partire dal giorno 13, con temperature straordinariamente elevate
all'interno di anticicloni sull'Europa centro-occidentale. I 13
giorni consecutivi di cielo sereno osservati a Parma dal 13 al 25
febbraio costituiscono un primato per questo mese nella serie dal
1878.
La tranquillità meteorologica è stata temporaneamente interrotta il
23-24 febbraio dall'intensa depressione "Xaver" con annessa
tempesta di vento da Nord-Est (in Lazio e Campania centinaia di
alberi abbattuti, molti danni e 5 vittime per le raffiche a 100 km/h,
talora oltre).
Ma presto
l'anticiclone si è di nuovo rinforzato sulla Mitteleuropa, con
isoterme fino a +13 °C a 850 hPa sulle Alpi (circa 1600 m), e alcuni
nuovi record mensili di temperatura massima stabiliti tra Nord
Italia e Toscana il 27 febbraio (valori sopra media di 10-12 °C):
22,3 °C a Faenza-Oss. Torricelli (vecchio primato: 21,5 °C il
16/02/1998)
22,8 °C a Grosseto-aeroporto (vecchio primato 22,6 °C nel
febbraio 1991)
24,0 °C a Ferrara-San Luca (vecchio primato: 21,6 °C nel
febbraio 1990).
Caldo record anche in molti altri Paesi d'Europa: tra il 26 e il 28
febbraio, nuovi primati nazionali di temperatura massima nel Regno
Unito (21,2 °C a Londra-Kew Gardens), in Svezia (16.7 °C a
Karlshamn), in Austria (24,2 °C a Güssing e Deutschlandsberg) e
in Slovacchia (20,6 °C a Hurbanovo).
In Francia il 27 febbraio 2019 è stato il giorno d'inverno con
le temperature massime
più elevate come media nazionale nella serie dal 1950 (21,2 °C).
Impressionanti i
26,7 °C registrati a Mont-de-Marsan (Nouvelle Aquitaine),
record dall'inizio delle misure nel 1945.

Eccezionali anomalie
di temperatura fin oltre 12 °C sopra media in Europa Centrale il 27
febbraio 2019, al livello isobarico di 850 hPa, a circa 1600 m
(fonte:
GEFS, Global Ensemble Forecast System, via
Tropical
Tidbits).
L'INVERNO 2018-19 IN ALTRI PAESI EUROPEI
Francia -
Tra i dieci inverni più miti dal 1950. Precipitazioni modeste.
Febbraio è il più soleggiato in molte località, da Caen, a Strasburgo
a Tolosa.
Svizzera -
In Ticino, secondo inverno più tiepido dal 1864, con il
contributo del föhn frequente; soleggiamento generoso (come in
Francia, febbraio più soleggiato da un secolo anche a Ginevra e
Basilea).
Austria -
Mite (1,9 °C sopra media a Vienna), ma con precipitazioni e
nevicate record sulle Alpi per i ricorrenti flussi umidi da Nord
(totali da primato di 545 mm di pioggia e neve fusa a Kufstein, in
Tirolo, e 559 cm di neve fresca agli 814 m di Bad Mitterndorf, in
Stiria). Molto secco al contrario nel Sud-Est, sottovento (solo 37 mm
a Deutschlandsberg, inverno più asciutto della serie).
Germania -
Anche qui inverno tra i più miti nella serie nazionale dal 1881 (+1,9
°C rispetto al 1981-2010), ma, come in Austria, precipitazioni
abbondanti: +17% nell'insieme del Paese, ed eccezionale totale
trimestrale di 975 mm di neve fusa alla Zugspitze (2962 m, vetta e
osservatorio meteo più alti della Germania). Copiose nevicate in
Baviera e Sassonia.
Regno Unito -
Nella serie dal 1910, febbraio 2019 è il secondo più mite dopo
quello del 1990, considerando le temperature medie nazionali (6,0 °C,
anomalia +2,4 °C), ma è il più tiepido in assoluto per quanto riguarda
le temperature massime (10,0 °C, anomalia +3,4 °C). Soleggiamento
inconsueto (+26% nel trimestre in Inghilterra).
RINGRAZIAMENTI
Grazie a Maurizio
Ratti e a Paolo Fantini per la condivisione dei dati
degli osservatori di Pontremoli e Parma, nonché a Luciano Grinza per la
regolare misura della neve fresca a Torino-città.
Devolvi il 5 per mille alla SMI!
Sosterrai
le ricerche su scienze dell'atmosfera, clima e ghiacciai,
e la salvaguardia degli osservatori meteorologici storici

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